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Autore: Lonely95    28/02/2011    0 recensioni
Una storia vera,la mia storia...La violenza raccontata da chi l'ha vissuta........(of course ho cambiato alcuni nomi per evitare spiacevoli riconoscimenti -.-")..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho la gola secca.

 Era una bella giornata di inizio autunno.

"Guarda,stronzetta,che cosa mi fai fare"dice Lui,pizzicandomi il naso.

Rimango di sasso. Mi ha appena baciata.

 

Non mi rendevo conto del pericolo?

 

Mi abbraccia dolcemente.

Mi sdraia lentamente, baciandomi.

Vedo il Suo profilo contro il cielo turchese e il Suo profumo mi avvolge.

“Dio, com’è bello”  penso.

Davanti a noi,in lontananza il mare fa capolino, le fronde degli alberi formano arabeschi magnifici sopra le nostre teste

Stupida.

 

Non mi accorgo di cosa sta facendo finchè non sono quasi sdraiata sulla roccia.

“È dolce”, penso. Un pensiero veloce mi pizzica la mente, ma lo caccio via.

Non bacia benissimo..apre poco la bocca,ma dà lunghi baci a stampo… in fondo non mi devo lamentare, non mi è mai piaciuto tanto, è solo una distrazione.

“Che cose idiote da pensare…”

Mi abbraccia e sento le sue mani calde sulla schiena. Tutto è avvolto da uno strano torpore. Neanche immagino cosa sta per accadere.

Sento la roccia fredda del promontorio sulla schiena,mentre sbarro gli occhi. Sta alzando la mia maglietta.

“NO. Ti prego,no!”

Come se avesse intuito il mio pensiero, ci rinuncia.

Mi agito un po’, <<È tardi>>dico.

 Improvvisamente, tutto cambia. Qualcosa non va, è più insistente, ha perso tutta la sua dolcezza.

Sento la sua mano che scende sulla mia stupida gonna. Mi dimeno, ma non mi molla.

“ODDIO”penso. Comincio a tremare.”NO”.

La lampo si apre.

Mi fa male. Tanto,troppo male.

Cerco di urlare,ma mi accorgo che le sue labbra bloccano le mie. Dolore.

Poi,avvolta da una nuvola nera, la sua voce

<>

<>

Preme e si muove. Sto male.

Sento che sto per vomitare,voglio urlare!

Chiudo gli occhi.

“Alza la mano. Dagli una spinta,una sola,e lui cadrà dalla roccia,frantumandosi.

Uccidilo”

Sono sempre stata convinta che se mi fosse successa una cosa simile, sarei stata in grado di difendermi. Invece anche se provavo il desiderio REALE di ucciderlo, ero bloccata. Il mio stupidissimo corpo non mi risponde più. Maledizione.

 

Continuo a tremare, a implorarlo con mezze parole,ma lui continua imperterrito.

Sento dolore ovunque, sento un dolore vivo che accarezza i miei nervi. Mi sembra di stare per morire.

Non so che fare.

“Dove sei?” chiedo al vuoto.

“Mamma,scusa. Sono una stupida”.

Chissà,forse lei mi può sentire.

No,non credo.

“UCCIDILO”. Non mi muovo.

Il mio nome rimbomba nella mente vuota dalla paura e dal dolore.

Sono paralizzata, ma faccio ciò che mi ordina. Non sono io, è la paura che mi guida. Che orrore.

Si ferma,quando è finalmente vuoto.

Anche io sono vuota,ma in maniera diversa.

Tremo mentre mi abbraccia e sorride.

Mi dice che ne aveva bisogno. Bisogno. Che orrore. È tutto così orribile… mi sento sporca.

Mi alzo,tremando,ma lui non se ne accorge,con quel suo sorriso che ho voglia di cancellare per sempre.

Cerco di camminare normalmente,come a fingere con me stessa e il mondo che non sia successo niente. Comincio a correre,prima piano,poi sempre più veloce.

Piango senza accorgermene, sentendomi marcire dentro. È troppo,tutto è troppo accecante,diventa tutto sfocato,uno po’ dalle lacrime, un po’ dal dolore che si sta trasformando in rabbia crescente.

Ho voglia di morire, guardo il mare dalla stradina che mi porterà dal porto alla città,e desidero annegarvi dentro.

ORA.

SUBITO..

 

Alzo il viso dal foglio,e cerco con gli occhi il telefono.2 nuovi messaggi: tutti e due dallo stesso mittente. Spengo il telefono gettandolo sul letto di mio fratello.

Chiudo gli occhi e stringo la testa tra le mani. Quando smetterà di cercarmi?

 

Continua a chiedere scusa, a dirmi che mi vuole, vuole ricominciare.

Basta, non ce la faccio più.

La casa è deserta.

Vado in bagno e  guardo il mio volto  riflesso sul vetro. Prendo le forbicine e continuo a fissare quel volto,il mio volto,che ho odiato tanto per tutti quei mesi.

Un graffio cremisi attraversa la guancia per un breve tratto, dall’orecchio fino a pochi cm prima dell’occhio. Mi rannicchio sul pavimento freddo, e comincio a piangere lacrime nere, fatte di sogni infranti,mascara,eye-liner e  dolore. Lacrime.

Premo la testa contro l’angolo del muro, ma so che le voci non finiranno mai. Piango disperatamente.

 

Inizio inverno.

 

Cammino per i corridoi con la mia migliore amica. Mi sto divertendo, parlando del più e del meno. Entriamo in classe fra risate e occhiate verso i ragazzi che passano nel corridoio.

Le giornate sono quasi tutte così,uguali fra di loro ma sostanzialmente diverse.

Non penso a Lui, mi svago in molti modi.

 

Poi Lui ricomincia a cercarmi.

Insiste, vuole vedermi.

A metà lezione di una fredda giornata di ottobre  mi alzo e vado in bagno. Apro la finestra e inspiro l’aria fredda che si congela a poco dal mio viso. Penso che vorrei congelare anche io.

Lo specchio di Tina,la mia amica, si spezza mentre mi siedo sul calorifero. Tiro fuori i pezzettini di vetro che riflettono i miei occhi tristi, e li appoggio delicatamente sul balcone.

Li allineo cercando prima di ricomporre la mia immagine,poi di allinearli in fila.

Ne prendo uno in mano,è sottile e affilato, e sollevo un po’ le maniche del vestito.

Una goccia di sangue esce dal mio braccio, e io la guardo. Mi sento bene. È strano, dovrebbe farmi male, ma mi sento bene.

 

Giorni,anzi settimane dopo, penso che quei piccoli tagli che mi segnano il dorso del braccio siano dei buchi. Sono tanti buchi neri da cui esce il mio dolore. E il sangue.

Lui continua a cercarmi. Vorrei ucciderlo.

La notte ho gli incubi. Lui mi chiama e cerca di afferrarmi.

“Aleida,piccola mia,vieni da me”

Il mio nome,Aleida, mi disgusta quando esce dalla sua bocca.

Ormai tutto mi disgiusta.

Accendo la luce al neon dell’angusto bagno e tiro su la maglia e le maniche.

Sottili strisce rosso palpitante percorrono il mio corpo,disegnando arabeschi sulle spalle,sotto i seni e sulle braccia.

La luce riflette le croste dense che mi ricoprono il corpo.

Tiro fuori i pezzettini di vetro e li appoggio ai fianchi, aprendo piccole stille di sangue che scorrono via con i brutti pensieri...
Le mie giornate sono simili e si confondo una con l'altra..quando finirà tutto questo?La notte sogno quel maledettissimo giorno...sogno la voce,la MIA voce interiore che mi ordinava di ucciderlo,e sogno di sentirla davvero,immagino ogni mio nervo ribellarsi e scaraventarlo lontano,dando sfogo a tutta quella rabbia e a tutto quell'orrore...
Inspiro ancora l'aria fredda e chiudo le imposte della persiana,avviandomi verso la mia classe.
Le persone mi guardano,lo so.
Quando passo per la strada sento gli sguardi delle persone che mi bucano le costole,sento i versi degli uomini e rabbrividisco.
Odio gli uomini.
Odio me stessa.
Odio la mia impotenza..
Se solo potessi ritornare indietro..Ma non posso!
Mia mamma mi ha scoperta. Ero a tavola,stavo sorridendo ma la manica della felpa si è alzata.
È bastato un istante e ho visto tutti i sorrisi spegnersi,e ho sentito quella domanda ghiacciata attraversare l'aria e conficcarsi nelle mie orecchie.
"Che Cosa Hai Fatto?"
Me lo chiedo anche io.
Ora,mesi e mesi dopo,mi chiedo cosa ho fatto...
Me lo ha chiesto anche quella pazza del consultoriodella città vicino alla mia,ma io quel giorno non le ho risposto.
La cosa più buffa,è che quel giorno mi ha scritto Lui...che strana coincidenza...
Sono di nuovo alla finestra, e apro le imposte per far entrare un pò d'aria e attenuare il caldo e l'odore di sapone chimico.
Penso e ritorno a quel giorno e mi accorgo che a parte il dolore fisico,è tutto ancora vivo dentro me, ma non ho più intenzione di permettere a Lui e a ciò che ha fatto di cambiare il corso della mia vita e di condizionare le mie scelte. 
Mi fa ancora schifo,ma ho smesso di far uscire il sangue dal mio corpo,faceva star male troppe persone.
Questo è solo un frammento lucente e irregolare della mia vita,ma è la testimonianza di ciò che è meglio evitare.
Un bacio ^^


  
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