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Autore: Lonely95    28/02/2011    1 recensioni
La storia di una ragazza a cui è stata affidata una missione...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio nome è Penny P., ho quindici anni e la mia vita insignificante cambiò quando nella soffitta di Nonna Silvia trovai il Libro.

Era una fresca estate ed ero in vacanza con una comitiva organizzata di ragazzini della mia età, e il nostro hotel era uno sgangherato Ostello vicino al paesino di Nonna Silvia.

In uno dei noiosi pomeriggi in cui gli altri facevano il bagno in piscina, io scappai nel folto del bosco che circondava l’Ostello.

Mi avventurai nella fitta boscaglia e sbucai nel sentiero che portava a casa di Nonna Silvia. A un tratto rallentai, per godermi fino in fondo la fresca aria del bosco con tutti i suoi più piccoli rumori. Era da molto tempo che non vedevo Nonna Silvia, e che non sentivo quelle sensazioni di pace che il bosco mi regalava. Nonna Silvia era una signora di circa cinquanta anni, era alta, non troppo magra e aveva i capelli corti castano venato di grigio. Il viso era tondo e un po’ paffutello. Volevo molto bene a Nonna Silvia, che odorava di salvia e alla sua casetta in mezzo al bosco che mi ricordava tanto quella di Biancaneve…

Ho ricordi di Nonna Silvia sin dall’età’ di tre anni, quando ancora vivevo con lei. Prima della casa-famiglia. Prima dell’inferno. I miei genitori mi avevano abbandonato e Nonna Silvia si era presa cura di me, finché gli assistenti sociali non mi avevano strappato da lei e mi avevano portato in una struttura che odorava di ospedale, insieme con altri bambini uno più viziato dell’altro.

Arrivai a casa di Nonna Silvia dopo circa un quarto d’ora di cammino nel sentiero che si snodava nel bosco.

Una sottile striscia di fumo usciva dal comignolo, segno che Nonna Silvia era in casa.

Feci velocemente gli scalini e bussai alla vechia porta di legno

La porta si aprì.

-Nonna Silvia!-esclamai abbracciandola

Strinsi forte la Nonna, e la mia felicità schizzò alle stelle quando sentii il suo odore di salvia e rosmarino.

Nonna Silvia non si mosse.

-Nonna Silvia?Tutto bene…?-

Nessuna risposta. Nonna Silvia non si muoveva. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi della mia cara Nonna velati, spenti.

Non riuscivo a staccare lo sguardo.

La donna che stava davanti a me era immobile e fredda come pietra. Arretrai di un passo. Poi due. Mi voltai e cominciai a correre.

 

Corsi a perdifiato nel bosco, senza ne’mete ne’ indicazioni. Corsi perché la mia paura mi spingeva a correre. Arrivai alla Rupe. Nonna Silvia mi portava spesso sulla Rupe. La Rupe si affacciava su una gola verde smeraldo e da lassù potevo vedere il bosco estendersi per migliaia di ettari. Mi accorsi di aver trattenuto il respiro per tutto il tragitto e aprii la bocca per far entrare l’aria fresca.

Cosa era successo a Nonna Silvia?

Mi sedetti e strinsi le gambe al petto. Non potevo tornare all’Ostello. Dovevo aiutare Nonna Silvia. I miei capelli,riccissimi e del colore delle castagne,erano scompigliati dal vento e i gli occhi erano velati di tristezza. Per la prima volta in tutta la mia vita,piansi.

 

Mi persi in mille pensieri e mi accorsi che era già buio solo quando alzai lo sguardo verso il cielo. Era ora di andare.

Arrivai a casa di Nonna Silvia quando la luna era già alta nel cielo. La porta era socchiusa. Entrai. I miei sensi infallibili erano all’erta per captare ogni singolo spostamento d’aria.

Entrai nell’ampio soggiorno e vidi il fuoco scoppiettare vivacemente  nel caminetto.

Improvvisamente,sentii un odore sconosciuto nell’aria…

Le candele nella stanza si accesero di colpo,con un rumore secco. In quella stanza non c’era nessuno. Salii le scale,con una strana calma nel corpo,come la calma prima della tempesta.

Feci i sottili gradini di legno lentamente,senza emettere alcun rumore.

Entrai nella camera da letto di mia nonna.

Poi  nella mia.

Nel bagno,nella dispensa e nella stanza degli ospiti. Niente.

Alzai lo sguardo verso la botola che portava alla soffitta di Nonna Silvia. Non mi era mai stato permesso di entrarci. Non avevo mai infranto alcuna regola impostami dalla Nonna,ma pensai che per questa volta avrei  anche potuto fare uno strappo alla regola.

Aprii la botola e mi issai sul pavimento.

La stanza era illuminata da candele sospese a mezz’aria. Un vago odore di salvia aleggiava nell’aria,proveniente dai mazzi appesi ai muri.

In fondo alla stanza,un enorme letto a baldacchino circondato da libri. Mi avvicinai. Al centro del letto verde c’era un libro. Lo presi. Era circondato da un’aura verde. E naturalmente odorava di salvia. Lo infilai sotto il pullover e corsi via.

 

Mi ricordai della casetta sull’albero solo quando attraversai il fiume. L’avevo costruita tanto tempo fa,un’estate in cui venni a trovare Nonna Silvia. Mi arrampicai su per il tronco nodoso del pino marittimo. Era l’unico pino marittimo nell’arco di 40 km. La chioma verde nascondeva una casetta in legno. Posai il palmo della mano sulla porta che si aprì. Entrai e accesi le candele. Era tutto proprio come me lo ricordavo,i tappeti per terra,i disegni appesi ai muri,i libri sugli scaffali,il materasso posato a terra e il piumone verde.

Tolsi il libro dal pullover e mi rintanai sotto il piumone.

Mi svegliai con la luce del sole che filtrava dalla finestra. Mi alzai e mi stiracchiai. Prendendo il libro,notai il foglietto verde che scivolò dalla prima pagina. Era scritta con una calligrafia sconosciuta in inchiostro verde smeraldo.

 

Penny

Il tempo e’ scaduto.

Mi spiace di non poter parlare con te di queste cose,ma non mi e’ concesso.

Ti sto mettendo in guardia.

Forze oscure stanno arrivando in queste terre. Ti lascio il Libro. Dovrai farne buon uso. All’interno del Libro troverai informazioni vitali per la riuscita della tua Missione. Da questo momento in poi tu sei una Siloh,una delle prescelte salvatrici di questa terra.Come prima istruzione troverai come ottenere la Vista,che ti permettera’ di vedere ove occhio umano non vede,per compiere le Missioni. Sotto il materasso nella tua casa sul pino troverai  degli indumenti, nello scaffale delle armi e degli utensili. Fa’ buon uso anche di quelli. Il resto lo troverai nel Libro. Devi salvare gli Alberi Maestri che danno vita alle nostre Terre,le Terre di Mohnna.Non e’ mio compito spiegarti altro,il resto lo troverai nel Libro. Addio Figlia degli Alberi.

      Silvia Della salvia

 

Chiusi la lettera. Quello era un addio,ma decisi di giurare solennemente. Mi vestii con la stretta tuta verde,il corpetto e il mantello nero. Misi gli stivali e presi la cintola con i sacchettini contenenti potenti veleni. Presi anche il pugnale e la borsa con il Libro. Scesi dall’albero,Mi inchinai davanti a esso e pronunciai il giuramento che mi legava per sempre ai miei compiti,come trovai scritto sul Libro. Dopodiché mi misi in marcia.

Il Libro spiegava che per salvare la Terra di Mohonna,anche chiamata Terra degli Alberi,dovevo trovare i Talismani,ogni talismano era associato a un Albero Padre,e per  ottenere i Talismani, avrei dovuto superare alcune Prove.

“Bene!”Pensai. “In marcia allora”

 

Il Primo Albero era un esemplare di Ginkgo Biloba, più comunemente conosciuto come Ginkgo. Il Libro dava molte informazioni su come riconoscere l’Albero. Ad esempio,diceva che era alto 35-40 m ,e i frutti  verdi e gialli e i semi che potenziano la Vista,che avevo acquistato con il Giuramento.                     Vista l’altezza,non sarebbe stato difficile trovarlo.

Dopo la parte sull’Albero,il libro parlava di una parte su un certo Accompagnatore,ma la pagina non era leggibile perché qualcuno doveva averla bruciata. Anche la pagina dopo era in quello stato,ed erano leggibili solo le prime righe:

 

  !ATTENZIONE!

Ai piedi dell’Albero Sacro di Ginkgo troverete una grave minaccia a guardia del Talismano …

 

 

Non me ne curai più di tanto…

E questo poi si dimostrò un errore.

 

Assieme al Libro trovai una cartina delle Terre degli Alberi. Il Primo Albero si trovava a sud,in una macchia di alberi tropicali.

Non c’era un sentiero per arrivarci,perciò mi orientai per la foresta. Il mio passo era velocissimo e mi muovevo silenziosamente.

Dopo il Giuramento in me erano cambiate molte cose:i miei occhi si stavano lentamente tingendo di verde e oro,ero molto più veloce e  i miei sensi si erano sviluppati.

Secondo il Libro,i miei sensi si sarebbero trasformati del tutto solo se avessi mangiato un frutto dell’ Albero di Ginkgo.

“A questo penserò poi”.

 

Erano passati tre giorni dal Giuramento.

Tre giorni di lungo cammino.

Non avevo pensato alle provviste,ma i miei sensi mi permisero di sfamarmi.

Andavo avanti di bacche,uova di corvo,pesce e scoiattoli. Nonostante questa dieta molto variegata ero in piene forze. Ogni giorno,dopo il pranzo,facevo una pausa dalla marcia.

Prendevo il pugnale,lo mettevo sulle ginocchia,che incrociavo e meditavo.

Visitavo mondi sconosciuti,grazie alla potenza della Terra sotto di me. Dopotutto,ero una Figlia degli Alberi, la potenza e la magia della natura erano con me.

Meditando,scoprivo segreti della natura celati all’uomo,ad esempio scoprii la Storia della Terra,che mi fu narrata dagli Spiriti Naturali e i segreti delle piante.

Scoprii che molte piante uccidevano,come molte altre guarivano da ogni male.

Al settimo giorno  arrivai a un bivio. Benche’ non ci fossero sentieri,era evidente:destra o sinistra.

Per la prima volta ,i miei sensi infallibili erano in subbuglio.

Quando formulai il pensiero di prendere la strada verso destra,una voce fece capolino nella mia destra

No. Vai a sinistra.

Barcollai all’indietro.

Avevo già sentito quella voce in sogno.

Non era una voce appartenente al mondo Naturale. Non sarebbe dovuto accadere. Non avrei dovuto sentirla.

Ero confusissima e continuando a barcollare,incespicai su di una radice e crollai a terra.

La testa mi girava e strabuzzai gli occhi.

Una figura davanti a me si stava avvicinando.

Mi porse la mano. Sospirai forte e crollai priva di sensi.

 

Freddo alla schiena.

Un vago senso di nausea.

Le prime sensazioni. Poi aprii gli occhi e vidi…il verde di un albero. Ma non era l’albero del bivio. Era molto più grosso e maestoso…ma non capii qual era.

Alzai un tantino la testa per guardarmi intorno. Ero su un letto di foglie verdi che odoravano di muschio.

Intorno a me,i rami nodosi dell’albero si confondevano con il legno del pavimento. Le finestre erano buchi tondi perfettamente modellati e il legno di costruzione aveva una venatura verdognola.

Mi alzai. La luce del sole mi colpì gli occhi,misi una mano davanti per vedere meglio. La stanza non era vuota,percepivo una presenza. Ma i miei occhi non vedevano niente. Misi un pollice sulla fronte che pulsava,e sentii un segno caldo. Mi alzai del tutto,scostando il piumone.

Ero scalza e indossavo una tunica bianca stretta  in vita da un nastro di tessuto nero. Il pavimento era caldo. Feci un passo,poi un altro, ma barcollai. 

Una forza invisibile mi sostenne.

Poi lo vidi. Pian piano comparve dinanzi a me una figura sfocata,e,mentre i suoi margini di schiarivano,capii che non era umano. Era un mezzo spirito degli Alberi. Un mezzosangue. Aveva sembianze umane,era un ragazzo alto poco più di me ,i capelli erano neri ramati e gli occhi neri,con la pupilla verticale dorata.Quegli occhi mi ricordavano tanto qualcosa…ma al solo formularlo,il pensiero scomparve.

Ora il ragazzo si muoveva e mi tenne stretta per non farmi cadere. Avevo perduto l’uso delle gambe.

Mi lasciai cadere a terra e svenni.

Mi risvegliai pochi minuti dopo. Ero fra le sue braccia,seduta.

Cominciai ad agitarmi,in preda al panico.

Chi era questo ragazzo?e cosa voleva da me?

Cercai di ribellarmi ma la sua presa era d’acciaio.

 

Calmati

La voce risuonò nella mia testa.

 

Misi le mani alle tempie e strinsi,nel tentativo di scacciare quella voce sconosciuta. Scalciai e gridai

-Basta!Smettila!Esci dalla mia testa!-

Ma la voce continuava a insinuarsi nella mia mente

Sta’ calma ora,non c’e’ nulla di cui preoccuparsi.

Il mio nome e’ Neeahl e sono un Accompagnatore. Ti aiuterò nel tuo viaggio alla ricerca dei Talismani degli Alberi.

Dammi il permesso di Parola.

 

 

Mentre cercavo di capire cosa significassero quelle parole,mi baciò la fronte,proprio nel punto in cui la mia testa bruciava.

Un urlo di dolore mi uscì senza ch’io potessi fermarlo. La testa mi girava e cominciai a muovere le gambe convulsamente. Mi alzai e cercai a tentoni di uscire dalla presa di quell’essere. Ma non ci riuscii.

Una serie di fitte acutissime mi fecero cadere a terra nuovamente,la testa girava e pesava.

Poi,il male,come era arrivato,se ne andò.

Mi rialzai. Il Sigillo dell’Accompagnatore era ora impresso sulla mia fronte e sul collo di Neeahl.

Fissai il ragazzo che stava davanti a me,aspettando una sua mossa. Restammo a guardarci per secondi,forse decine di minuti. Il tempo sembrava infinito.

Il ragazzo sospirò.

-Finalmente sono libero di parlare. Grazie.-

Detto questo,si inchinò davanti a me.

Ero abbastanza imbarazzata.

Cosa avrei dovuto fare con un bel ragazzo inginocchiato davanti a me?

-Ehm,non c’è bisogno che ti inginocchi,alzati-mormorai cercando di mascherare l’immenso imbarazzo.

-Mia Signora,voi mi avete liberato dal Silenzio dell’Accompagnatore,e il mio compito adesso e’ di accompagnarvi nella vostra Missione.-disse Neeahl

-Non ce ne e’ bisogno,sei libero,puoi andare.-cercai di dire,ma il ragazzo mi interruppe subito -No mia Signora!Noi Accompagnatori siamo vincolati ad aiutare i nostri Padroni,e non c’è scusa che tenga.-

Ci pensai su per una attimo e poi dissi –Ma per quanto tempo sarai vincolato a me?-

-Per l’eternità’.-          

-Stai tranquillo,un modo lo troveremo. E comunque,se non ti spiace,non mi chiamare Signora,abbiamo si e no la stessa età,e non mi sembra il caso. -

Neeahl sbatte le palpebre e disse –Voi avete 173 anni?-

-Ehm…fino a prova contraria…no. Ma non mi chiamare cosi e dammi del tu. E’ abbastanza fastidioso. E ora,potresti dirmi dove siamo e cosa e’ successo?-

  
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