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Autore: MissKnight91    28/02/2011    1 recensioni
Sotto le abili vesti di una studentessa universitaria si celava una splendida assassina. Il desiderio di vendetta costernato da una vita apparentemente tranquilla e piena di vitalità e amici. La causa di tutto il suo dolore lo conosceva fin troppo bene...Ma voi? Cosa può spingere una ragazza che ha tutto dalla vita a compiere azioni brutali!?
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era di spalle a tutti i suoi nemici.
Il suo fisico atletico risultava tale anche da quei vestiti di pelle nera. In una mano un pugnale intarsiato da linee ricurve e ornamenti dell’800 intarsiato d’oro bianco, nell’altra assolutamente nulla. Entrambe però grondavano di sangue, rosso e scarlatto. Sangue che gocciolava in un fiume dello stesso colore. Sangue non suo, però. Era quello dei suoi nemici, oramai tutti distesi per terra e privi di vita. Tutti, eccetto uno. L’unico e l’ultimo da cui attendeva una risposta, la risposta che l’avrebbe portata alla verità. Qualunque sarebbe stata, era pronta ad accettarla e a subirne le conseguenze. Dello spettacolo, del massacro di fronte ai suoi occhi non le importava assolutamente nulla.
Persino i suoi lunghi capelli neri avevano le punte bagnate di un colore scarlatto che faceva paura solo ad essere visto. Quando si girò verso l’ultima persona, questa pur dal basso e terrorizzata da ciò che sarebbe potuto accadere, notò uno strappo sulla coscia destra, una lacerazione fresca avvenuta pochi secondi prima durante il combattimento.
“chi oserebbe mai dire che sotto le vesti di una bellissima studentessa universitaria si cela una splendida assassina!” esclamò quasi morente.
“la natura inganna” laconica e concisa, si avvicinò all’uomo e col pugnale ancora impregnato di sangue infilzò la gamba dell’individuo non curante delle sue strazianti urla.
Socchiuse a malapena gli occhi come se provasse disgusto e riluttanza per quei suoni.
“ed io, purtroppo, lo so fin troppo bene!” concluse mentre nello stesso tempo girò il pugnale in senso antiorario provocando un ampio vuoto ricolmo di liquido scarlatto senza metterci troppa forza.
“non lo so!” gridò a quel punto l’uomo “giuro che non lo so!” sembrava quasi supplichevole o probabilmente erano le impressioni di lei.
“la storia la conosco già, varie versioni comprese” non era semplice riluttanza era qualcosa che andava ben oltre.
“voglio solo sapere chi è il tuo padrone, tutto qui” riprese a parlare con sfrontata naturalezza come se stesse parlando ad un amico, chiacchierando con un amico, meglio.
“e forse…” quasi rideva a quelle parole “forse ti lascerò vivere..” sprezzante e spietata allo stesso tempo. Fredda e composta come non mai.
“questo mai!” urlò sbraitando l’uomo dopo un altro giro di pugnale nel quadricipite.
Lei si alzò in quel momento e cominciò a far scricchiolare le ossa del collo poi quelle delle mani, una ad una. Guardò per la penultima volta l’eccidio che aveva lei stessa commesso e si voltò scocciata verso la sua preda.
Si abbassò , poggiandosi sulle ginocchia e accostò la sua bocca all’orecchio dell’uomo.
“allora…” con la mano destra alzò il pugnale che rigirò tra le dita e “MUORI!” lo conficcò nella parte sinistra del petto all’altezza del cuore. L’uomo sussultò per l’ultima volta prima di esalare l’anima  e di far pulsare il suo cuore. Una voce strozzata insieme con laceranti monosillabi uscirono dalla bocca di quel uomo per l’ultima volta.
Lei lo sentì. Sentì l’ultima pulsazione del suo cuore e a quel punto ritrasse la sua arma preferita.
Il corpo ormai privo di vita cadde al suolo provocando un suono assordante di cui lei non si curò affatto.
Si alzò da quella posizione e guardò per l’ultima volta lo scempio da lei creato.
Ripose l’arma in una giarrettiera all’altezza del polpaccio e cercò di ripulirsi dai residui di sangue schizzatile in faccia.
Sul suo volto comparve un ghigno di disgusto e indignazione.
Aveva accettato le conseguenze delle sue azioni. Ma ciò che più le fremeva… erano le cause.
Conosceva persino il colpevole, l’artefice di tutto il suo dolore.
Doveva soltanto averne la conferma per poi eliminarlo definitivamente.
Il suo ciondolo. Anche quello era impregnato del liquido scarlatto.
Quella volta sarebbe stato difficile da togliere. Legno e sangue non andavano molto d’accordo e lei sapeva anche questo.
Molto bene, a dirla tutta.
Scarlatto. Era diventato il suo colore prediletto. Forse per tutti i delitti che aveva commesso o forse perché prima odiava il suo nome.
Proprio così: Scarlet. Troppo banale per lei. Si sarebbe tramutato in Scar.
Cicatrice era molto più appropriato.
Ora doveva solo ripulire il tutto, ma ne era più che abituata.
“adesso a lavoro, Cenerentola!”
  
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