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Autore: Wendy_magic_forever    28/02/2011    2 recensioni
Tratto da una storia vera, la favola di una bambina che, smarrita nel bosco, troverà una seconda famiglia, pronta ad accoglierla e accudirla ogni volta che desidera.
Avevo sentito l'avventura di una bambina che si era smarrita e dormì con un orso, il resto di ciò che è scritto qui è la mia pura e fervida immaginazione.
Se amate i racconti o le favole, questo è ciò che fa per voi.
Love,
SpeechlessGirl
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina che dormì con gli orsi.

«Mamma! Papà!» chiamava disperatamente la bambina, in cerca di suoi genitori.
Quella mattina lei e la sua famiglia si erano campeggiati per una vacanza nel bosco, si era allontanata troppo e si era persa.
Da molto tempo ormai piangeva in cerca dei suoi genitori, i suoi capelli dorati erano tutti spettinati e gli occhi blu, gonfi e rossi.
La foresta sembrava esserle avversa; inciampava in continuazione, gli arbusti le tiravano i capelli, pareva quasi che la volessero punire per aver disobbedito e non aver ascoltato la mamma.
Sempre più piangente, raggiunse un fiumiciattolo e, imitando i movimenti della mamma quando la dissetava, bevve un sorso e si sciacquò gli occhi.
Riprendendosi un po' dal pianto si guardò, intorno.
I suoi occhi innocenti scrutarono la foresta intorno a lei: non vedeva che alberi. Da ogni angolo venivano strani rumori che la spaventavano.
La piccola guardò il suo vestitino rosa: era sporco e strappato e le sue scarpe erano consunte per la camminata. “Mamma si arrabbierà!” si disse la piccola.
Ma al pensiero della madre, la bambina si rimise a piangere. La piccola senza di lei non poteva stare.
Quando si riprese, attraversò il fiume saltando sulle pietre.

All'improvviso sentì uno strano verso proveniente della direzione contraria alla corrente del fiume. Incuriosita, andò a vedere.
Davanti a lei si aprì una radura soleggiata piena di fiori colorati dove il fiume nasceva da un laghetto a destra della radura e, in mezzo ai fiori, giocava un cucciolo d'orso, sorvegliato dalla madre.
La bambina stette a guardare l'orsetto giocare per un po', ma ad un certo punto perse l'equilibrio e, nel tentativo di non cadere, ruppe rumorosamente un ramo.

Mamma orsa di mise sul “chi va là”, mentre il cucciolo correva da lei in cerca di riparo.
Mamma orsa spinse suo figlio dietro a una roccia e andò di corsa verso la bambina, sempre più minacciosa.
La piccola, impaurita, cadde all'indietro, gridando, ma quando mamma orsa la vide, si bloccò.
Mentre la bambina stette a guardarla, mamma orsa l'annusò con attenzione; capì di avere a che fare con una cucciola d'uomo impaurita che aveva bisogno di protezione. Il suo istinto di madre la portò a fare alzare quella piccola sperduta e rassicurarla con una leccata affettuosa. La bambina si sentì rincuorata.

Mamma orsa chiamò a sé il suo cucciolo, il piccolo corse da lei, ma indietreggiò alla vista della bambina. Mamma orsa, però, spinse suo figlio col muso verso la bambina, quasi a volergliela presentare.
La bambina avvicinò timidamente la mano alla testa dell'orsetto, mentre quest'ultimo gliel'annusava.
Poi l'orsetto si mise in piedi sulle zampe posteriori e la colpì leggermente con quelle anteriori per giocare.
Ben presto dal cuore della bambina sparì ogni senso di paura e anche lei cominciò a giocare col cucciolo in mezzo al prato fiorito, sotto lo sguardo protettivo di mamma orsa.

Così passò il pomeriggio e venne il tramonto.

Quando vide il sole calare e il cielo tingersi di rosso, la bambina cominciò a chiedersi dove potersi riparare per la notte. Lo sguardo rassicurante di mamma orsa, però, le disse si seguire lei e il figlio. La bambina, non sapendo che altro fare, obbedì e seguì l'orsa e il suo amico orsetto lungo la foresta. Continuarono a camminare finché non arrivarono in una grotta che ospitava un giaciglio di peli e di foglie. L'orsetto e la bambina entrarono dentro mentre mamma orsa disse loro con lo sguardo di aspettarla, e si diresse da un'altra parte.

Già la bambina cominciava a sentirsi di nuovo sperduta, ma l'orsetto ricominciò a giocare con lei, distogliendola da quei pensieri. I due cuccioli, però, non sapevano che c'era qualcosa nel sottobosco che li osservava attentamente: una lince affamata guardava l'orsetto e la bambina giocare. Due ottime prede, senza la protezione della madre: facili da prendere e, per di più, decisamente più gustose.

Quando decise che era il momento, si avvicinò.

L'orsetto fu il primo ad accorgersi del nemico, bloccando il gioco.
«Che ti prende, amic...?» gli chiese la bambina prima di vedere anche lei il predatore.

La lince cominciò a spaventarli con dei ringhi. Mentre la bambina rimase immobile per il terrore, l'orsetto si mise sulle zampe posteriori per minacciare la lince.
Quest'ultima, però, non ebbe timore del cucciolo e continuò ad avanzare, lanciando un verso più alto.
Entrambi i cuccioli cercarono di ripararsi a vicenda, mentre la lince, magra e affamata, si preparava ad attaccarli.
Ad un certo punto, mamma orsa entrò nella caverna ruggendo e corse per proteggere i suoi piccoli.
La lince, però, non aveva alcuna intenzione di lasciare un pasto tanto prelibato; si lanciò sulla madre ad artigli scoperti.
Tuttavia, il felino era decisamente più debole dell'orsa e dopo due zampate ben assestate, la lince preferì la fuga.

La bambina e l'orsetto corsero da mamma orsa e la abbracciarono a modo loro. Lei leccò affettuosamente i suoi cuccioli, poi tornò un attimo fuori per rientrare con un cestino da picnic rubato a dei campeggiatori distratti.
La bambina, per educazione, lasciò buona parte del cibo ai suoi nuovi amici, dopo di ché l'orsa si sdraiò su un fianco e il cucciolo si accoccolò nella sua pelliccia. La bambina cominciò a crearsi un giaciglio, quando mamma orsa la chiamò con un verso. La piccola, allora, si appoggiò al corpo di mamma orsa come se fosse un letto e abbracciò il suo nuovo fratellino.

Fu così che dormì quella notte: protetta da un pericoloso animale e al fianco del suo piccolo.

La mattina dopo la bambina venne svegliata da un brusco movimento: mamma orsa si era rimessa sul “chi va là”. Quando il torpore del sonno passò, la piccola sentì delle voci umane, tra le quali riconobbe quella dei suoi genitori,
Di corsa, uscì dalla grotta e chiamò mamma e papà a gran voce. Erano là, con un ranger al loro fianco, corsero ad abbracciarla.
Sua madre piangeva di felicità per aver ritrovato la sua bambina dopo tanta angoscia, suo padre avrebbe voluto rimproverarla, ma era troppo contento per farlo. Tuttavia, entrambi si spaventarono quando videro un orso uscire dalla stessa grotta dalla quale era uscita la loro figlia. Il ranger caricò il fucile di sonnifero, ma la bambina gli disse di non spararle, l'aveva aiutata.

Sia i genitori che il ranger si tranquillizzarono quando poi uscì anche il cucciolo.

Dopo avere rivolto un sorriso a mamma orsa, la madre della piccola disse a sua figlia: «Torniamo a casa?»
e lei: «Solo un secondo.»

La piccola andò da mamma orsa e abbracciò il suo grosso muso dolce, salutandola. Poi abbracciò anche il fratellino orsetto, promettendogli che sarebbe tornata, un giorno.

Dopodiché, tornò dai genitori e andò via con loro, continuando a salutarli.

I due orsi ricambiarono, lanciando urli che rimbombarono per tutta la foresta.

Nel cuore della bambina il loro saluto echeggiò per tutta la vita, in memoria della sua seconda famiglia formata da un orsetto e da mamma orsa.

Fine

   
 
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