Eppure accadde.
Capitolo I
 

Tre giorni. Erano già passati tre maledettissimi lentissimi dannatissimi giorni dall'ultima volta che aveva posato le labbra su quelle del suo italiano. Quanto gli erano mancate? Troppo, se le sognava ogni notte, ormai erano diventate la sua droga, doveva ammetterlo.
Ma ora finalmente quell'attesa estenuante era finita, così come era finita la riunione e il povero tedesco poteva tornare dal suo amato marito.
Esatto, marito. A Ludwig ancora non sembrava vero. Si erano sposati poche settimane prima, finalmente si era deciso a chiederglielo. Feliciano era rimasto senza parole, il tedesco si sarebbe ricordato per sempre del suo "sì", dapprima sussurrato, poi urlato con tutto il cuore. Le lacrime gli accarezzavano il viso nascosto sulla spalla del biondo, stretti in un solo abbraccio durato per dieci, forse quindici minuti. E poi il suo bacio. Quel bacio, il migliore di sempre, così passionale ma casto e innocente allo stesso tempo.
L'autista del taxi risvegliò il biondo dai suoi pensieri annunciando l'arrivo a destinazione e, congedando l'uomo con una banconota, prese velocemente le valigie per poi correre alla porta, aprendola in pochi attimi e correndo dentro, lasciando i bagagli ancora sull'uscio dell'entrata.
«Feliciano!» lo chiamò «Feli, sono a casa!»
Qualche secondo e, dalla camera si sentì il rumore di alcuni oggetti cadere seguito dal suono di piedi nudi correre per le stanze. Ma non arrivò nessuno.
Preoccupato, il tedesco richiamò il nome del compagno iniziando a salire le scale, ritrovandoselo addosso dopo alcuni scalini, vestito solo con un paio di mutande.
«Doitsu! Sei tornato!» l'italiano lo baciò sulle labbra per poi abbracciarlo forte.
«Sì piccolo mio,» sorrise stampandogli un bacio sui capelli, «Sono tornato e non ti lascerò mai più! Mi sei mancato troppo!» aggiunse arrossendo leggermente, non era abituato a lasciarsi andare con frasi del genere, ma gli piaceva proprio quello dell'italiano, il fatto che riuscisse a scovare atteggiamenti e sentimenti del tedesco che magari non conosceva neanche il diretto interessato.
«Hai voglia di fare il bagno con me? E' da tanto che non lo facciamo...» e proseguì per le scale, prendendo in braccio Feliciano che però, arrossendo, obbiettò.
«Ehm.. No, Lud, cioè.. Non è meglio che facciamo la doccia per una volta?»
«Ma tu adori fare il bagno... Come mai questo improvviso cambiamento?»
«Eh.. beh, ecco... E' che ho appena pulito la vasca... E poi mi piace anche la doccia!»
«Allora vorrà dire che, quando avremo finito, la pulirò io, ok?» e lo baciò, cercando di tranquillizzarlo e chiedendosi il perchè di tutta quella agitazione.
«O-Ok... Però ci spogliamo in camera, almeno così non ci saranno vestiti sparsi per il bagno..» sorrise nervosamente. Il tedesco non potè far altro che annuire, alzando un sopracciglio un po' confuso.
Quando arrivarono in camera, Ludwig posò l'amante sul letto, iniziando a svestirsi mentre, con sua sorpresa, l'italiano si allontanò verso il bagno dicendo qualcosa tipo "Vado a scaldare l'acqua".
Subito dopo ci fu ancora il rumore di oggetti che cadevano, ma stavolta furono seguiti da un gridolino di dolore del rossiccio.
Il tedesco, che aveva appena finito di svestirsi, corse a vedere cos'era successo e aprì di scatto la porta, urlando il nome della nazione.
«Italia!»
«D-Doitsu!» spalancò gli occhi, arrossendo e subito fu seguito a ruota dagli altri due.
«Italia! Che ci fa lui qua!?» urlò prendendo un asciugamano e nascondendo le parti intime.
"Lui", chiuse di scatto il libro che stava leggendo, lasciando intravedere la copertina "101 modi per fare l'amore" e prese ad urlare frasi in italiano, puntando il dito prima contro Feliciano, poi contro Ludwig, e continuandolo a spostare fra l'uno e l'altro.
«Cazzo Feli! Avevi detto che non sarebbe tornato prima di lunedì! E tu, brutto bastardo mangia patate, cosa pensavi di fare conciato così? Eh? Eh?»
«C-Calmat-»
«No Feli, cos'è questa storia? Cosa ci fa lui qui e per di più... Perchè anche lui è in mutande!?» il tedesco riprese il tono autoritario e, bisogna dirlo, incazzato, che non usava da anni in presenza del compagno.
Era davvero allibito. Lovino e Feliciano in mutande, con un libro sul sesso, nel suo bagno e mentre lui non c'era.
Feliciano scoppiò a piangere, cercando di spiegare tutto al tedesco, ma questo si era già rivestito e stava scendendo le scale, diretto alla porta d'ingresso.
«D-Doitsu che vuoi fare?» singhiozzò l'italiano.
«Oh beh, dato che ormai questa casa è diventata tutta tua io posso anche andarmene, no? Non ti servo più io, non ti serve più il tuo maritino, ora hai lui, giusto? Bene, auf wiedersehen Italia.»

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Non odiatemi ;O; Sono una fan accanita della GerIta, però dovevo scrivere questa fan fiction, è tutta stamattina che la elaboro (Però non chiedetemi di cosa ha parlato la prof nell'ora di matematica. E religione, geografia, musica...).
Spero vogliate continuare a leggere i prossimi capitoli, che spero arriveranno al più presto!
Oh, e se non vi dispiace, gradirei sentire cosa ne pensate fin'ora :3 Ditemi tutto, cosa vi piace, cosa non vi piace, se mi odiate (Ok, lo ammetto. La prima ad odiarmi sono io t^t'), se volete darmi una possibilità continuando a leggere... Insomma, tutto quello che volete! Anche cosa mangerete oggi per cena! *w*

Bye-bye
Pen~

PS. Per ora il rating è "giallo", ma non so ancora che piega prenderà la storia, perciò potrebbero esserci dei cambiamenti durante il corso dei capitoli ^w^