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Autore: Calliphora994    01/03/2011    7 recensioni
Uno strano caso porterà Booth e Bones a New York, per collaborare con il NYPD, in aiuto alla detective Beckett e a Castle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mentre la pioggia scendeva incessante su New York, un’auto viaggiava verso la stazione di polizia.

“Mi scuso davvero per l’orario impossibile, ma il procuratore ha davvero fretta di chiudere il caso. Quindi, prima ci mettiamo al lavoro e prima potrete tornarvene a casa.”  L’agente Beckett parlava con tono autoritario, ma un mezzo sorriso addolciva i suoi lineamenti.
“Non si preoccupi, agente, siamo abituati a certi ritmi lavorativi. Quando abbiamo un caso, non ci fermiamo finchè non acciuffiamo il colpevole.”

Booth era seduto sul sedile anteriore di fianco a Beckett e rispondendole, le aveva sorriso. Non era uno dei soliti sorrisi smaglianti “alla Booth”, no di certo, era più un sorriso stanco di cortesia.. ma era comunque un sorriso e questo disturbava Bones. Seduta sul sedile posteriore poteva tenere sotto controllo sia Booth sia l’agente Beckett. Improvvisamente le tornarono in mente le parole che Booth le aveva detto qualche giorno prima:

“Ma devo andare avanti. Devo trovare qualcuno che possa amarmi per i prossimi 30, 40 o 50 anni”
“Lo so”

Brennan lo sapeva infatti. Sapeva di non essere la persona giusta per Booth, sapeva di non essere.. abbastanza. Perché lui si meritava davvero che una donna lo amasse per tutto quel tempo, solo che non poteva essere lei quella donna. Si era rassegnata, si era messa il cuore in pace. Non poteva amare Booth, non DOVEVA. Era contro la sua natura, non rientrava nei suoi principi.   Ma allora perché aveva quella specie di stretta al cuore quando lo sorprendeva a guardare l’agente Beckett? Perché non aveva un’ipotesi scientifica a tutto ciò?
Non poteva negare che Beckett fosse ben strutturata. Aveva i tratti del viso decisi e al contempo delicati. Da quello che aveva potuto vedere poco prima era anche abbastanza alta, e pensare che non portava i tacchi.
 Antropologicamente parlando, sarebbe stata adatta per Booth. I suoi capelli inoltre erano castano chiaro e aveva gli occhi di un bel colore nocciola, quasi belli come quelli del suo partner… ecco che tornava il pensiero fisso di Booth, maledizione!
“..in albergo, Bones?”
Temperance riemerse dai suoi pensieri.
“Cosa? Scusa ero sovrappensiero”
“Me ne sono accorto”
“Scusa, ma se te ne eri accorto perché hai continuato a parlare?”
“Bones, perfavore non cominciare.. non davanti all’agente Beckett..” Booth aveva detto l’ultima parte della frase tra i denti e voltato verso Bones.
“Booth, capisco che tu voglia far bella figura davanti all’agente. Sai, antropologicamente parlando, quando un uomo conosce una donna attraente e adatta all’accoppiamento ..”
“Ok Bones, stop, ho capito! Comunque ti avevo semplicemente chiesto se vuoi andare in albergo, non credo che sia necessaria la tua presenza in centrale per oggi..”
“Non zittirmi, Booth! E comunque siamo partners, dove vai tu vengo anch’io. Siamo una squadra, giusto?”
Brennan aveva risposto automaticamente e , per una volta, senza pensare. Non voleva lasciarlo solo con Beckett.
Intanto l’agente aveva seguito il loro scambio divertita e si era dovuta trattenere per non scoppiare a ridere. Ah,i bisticci di quei due somigliavano così tanto a quelli di due persone che lei conosceva molto bene..
L’auto si fermò e i tre fecero una corsa fino alla porta della stazione di polizia. Entrando, Booth mise come al solito una mano sulla schiena di Bones; anche se per era un gesto automatico che Booth non si rendeva nemmeno conto di compiere,  per Brennan era invece un porto sicuro che la faceva sentire sempre e comunque protetta e amata.
La sede del NYPD era molto diversa dalla sede dell’ FBI. Innanzitutto era come paragonare uno sgabuzzino delle scope ad una villa, ma non in modo dispregiativo: aveva dei mattoni a vista che le donavano un’atmosfera calda e accogliente, in forte contrasto con la bufera che si stava scatenando all’esterno.
Booth, Temperance e Beckett attraversarono uno stanzone facendo lo slalom tra le scrivanie vuote, ormai dovevano essere tutti andati a casa.
.. Oppure no.Girato l’angolo si trovarono di fronte ad una scrivania sulla quale erano poggiate due paia di piedi. Due uomini erano stravaccati sulle sedie con in grembo un cartone di pizza e stavano guardando una partita di baseball alla tv. Dovevano avere più o meno una quarantina d’anni, uno era biondo con gli occhi azzurri e l’altro era moro e con la pelle mulatta.
“Vi lascio da soli per meno di un’ora a revisionare i fascicoli del caso e vi ritrovo a guardare la tv?” Poi si girò verso Booth e Brennan, dicendo:
“Vi presento i miei vice, l’agente Ryan e l’agente Esposito. Tranquilli, non sono sempre così sfaticati. A volte sono anche peggio”  Ogni parola di Beckett trasudava comunque affetto verso i suoi colleghi.
Si strinsero le mani e si diressero tutti e cinque in una stanzetta dove c’erano quattro lavagnette bianche. Su di esse c’erano delle scritte riguardanti il caso della villa e delle foto, la maggior parte erano quelle che Caroline aveva mostrato loro poco prima.
“Allora.. circa dieci giorni fa è arrivata ai pompieri una chiamata anonima che diceva che una villa, Villa Camelia, poco fuori New York, stava andando a fuoco.  I pompieri, dopo aver spento l’incendio, sono rientrati per un sopralluogo ed hanno trovato quattro cadaveri carbonizzati. La nostra patologa forense, non ha potuto far niente per aiutare nell’identificazione, tuttavia sospettiamo che si tratti dei due anziani coniugi che abitavano lì e dei loro nipotini, ma non possiamo esserne del tutto certi. Per questo abbiamo bisogno di un antropologo forense.”
“Quelle sono  le foto delle probabili vittime?” Brennan stava indicando quattro foto su una delle lavagnette.
“Esatto, dottoressa. I due anziani sono Peter Silkwood  e Amanda Pace”
“Sono italiani?” Booth continuava a prendere appunti.
“La donna sì, è di origini pugliesi. Il marito, invece è sempre vissuto nei dintorni di New York. Invece, i due bambini sono Violet e Kevin Silkwood, figli di Jim Silkwood, figlio dei due coniugi. Avevano 6 e 8 anni. Ma tutto sta nel riuscire ad identificare i corpi”
“D’accordo, abbiamo capito il perché avevate bisogno di Bon.. della dottoressa Brennan, ma perché avete richiesto anche un agente dell’ FBI?”
“Vede, agente Booth, quando i tecnici della scientifica sono andati a fare i rilievi alla villa, hanno trovato dei resti di taniche di benzina che fanno pensare che l’incendio sia doloso. Andati a dare la notizia dell’incendio a Jim, abbiamo trovato solo sua moglie Abigail  in casa e ci ha detto che il marito non era tornato la notte; inoltre in garage non c’era la macchina di Jim e Abigail… Jim va sempre al lavoro a piedi. Questo fa ricadere tutti i sospetti su di lui.”
“La scientifica non ha trovato altro di rilevante?”
“Si, su uno dei cadaveri hanno trovato i resti di un qualcosa di bruciato, ma non sono riusciti a capire di cosa si tratti. Anche analizzando il terriccio del giardino non hanno trovato niente di importante”.
“Potremmo mandare tutto al Jeffersonian, domani, che ne dici Booth?”
“Si, Bones, hai ragione, magari Hodgins riesce a trovare qualcosa”
In quel momento Esposito si affacciò alla porta.
“Io e Ryan stiamo per ordinare un’altra pizza, volete qualcosa?”
Brennan e Booth dissero  in coro “Cibo Thailandese” e si sorrisero. Sì, c’erano buone possibilità che le cose tra di loro si sarebbero sistemate.
Booth, Brennan e Beckett passarono tutta la notte ad esaminare fascicoli, atti di compravendita, bollette e qualsiasi altra cosa che potesse  rivelare il perché qualcuno  avesse dovuto uccidere in quel modo due anziani innocenti ed i loro nipoti. Tutto sembrava portare al genero Jim, ma il movente non reggeva, o meglio, il movente non esisteva, visto che l’omicidio dei due bambini pareva non avere senso.
Verso le 7.30 Booth e Bones decisero di comune accordo che non sarebbero stati ancora molto produttivi senza una doccia ed una bella dormita. L’agente Beckett si era offerta di accompagnarli in albergo prima di andarsi a rinfrescare anche lei. Mentre si stavano alzando, arrivò un uomo che porse a Beckett un caffè.
Era alto, molto alto. Bones lo avrebbe definito “ben strutturato”.
“Ehy, Beckett, che aria sbattuta. Nottata pesante?”
“Sai, Castle, non tutti stanno in questa centrale solo per guardare. Comunque ti presento l’agente Booth e la dottoressa Brennan. Ci aiuteranno con il caso della villa.”
Bones, che fino a quel momento era stata di spalle per mettersi il cappotto, si girò.
“Rick! Ma che ci fai qui?”
“Temperance non ci posso credere! Che coincidenza!” I due si abbracciarono affettuosamente.
“Non mi hai ancora risposto, come mai ti trovi qui?”
L’agente Beckett rispose al posto di Rick.
“Castle è qui per osservare come funziona una centrale di polizia. Prende spunti per i suoi libri”.
Booth, che aveva seguito lo scambio in silenzio fino a quel momento chiese agitando il dito da Bones a Castle e viceversa
“Voi due vi conoscete?”
“Certo, Booth. Scriviamo per lo stesso editore. “
Booth tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna tra Bones e Castle non c’era stato QUEL tipo di relazione…
Uscendo, Booth e Brennan incrociarono Ryan ed Esposito che arrivavano. I quattro si salutarono e proseguirono in direzioni opposte.
Quando furono abbastanza lontani, Ryan guardò Esposito e disse
“Dieci dollari che quei due vanno a letto insieme”
“Andata”
   
 
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