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Autore: Lady Fiamma Lestrange    11/01/2006    4 recensioni
Ecco una storia che puo' nascere alscolatando una canzone, Mimuetto di Mia Martini...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E’ un’incognita ogni sera mia

Una canzone può far venire in mente una storia, eccone una qui.

 

 

                                                                                        UNA STORIA COME TANTE ALTRE

 

 

 

 

“E’ un’incognita ogni sera mia

Un’attesa pare un’agonia

Troppe volte vorrei dirti nooo

E poi ti vedo e tanta forza non cel’ho

Il mio cuore si ribella a te

Ma il mio corpo no

Le mani tue strumenti su di me

Che dirigi da maestro esperto quale sei

E vieni:

 

A casa mia

Quando vuoi

Nelle notti più che mai

Dormi qui

Te ne vai

Sono sempre fatti tuoi

Tanto sai

Che quassù

Mala che ti vada avrai

Tutta me

Se ti andrà

Per una notteeeeeeeeeee

 

Rararararanananana……………………..

 

E cresce sempre piùuuuuuuuuu

La solituuuudineeeeeee

Dei grandi vuoti che mi lasci tuuu

 

Rinnegare una passione….noo

Ma non posso dirti sempre sì

E sentirmi piccola cosìii Tutte le volte che mi trovo qui di fronte a teee..e

Troppo cara la felicitàaaa

Per la mia ingenuità

Continuo ad aspettarti nelle seeereee

Per elemosinare amoooreee

 

Sono

Sempre tua

Quando vuoi

Nelle notti più che mai

Dormi qui

Te ne vai

Sono sempre fatti tuoi

Tanto sai

Che quassù

Male che ti vada avrai

Tutta me

Se ti andrà

Per una notteeeeeeeeeee

 

Sono tuaaaaaaaaaaaaaaaaaa

La notte a casa mia aaaaaaaaaaaa

Sono tuaaaaaaaaaaaaa

Sono mille volte tuaaaaaaaaaaaaaaaa

 

E la vita sta passando su noi

Di orizzonti non ne vedo mai

Ne approfitta il tempo

E ruba come hai fatto tu

Il resto di una gioventù

Che ormai non ho più

E continuo sulla stessa viaaaaaaaaaaaaaaaa

Sempre ubriaca di malinconiaaaaaaaaaaa

Ora ammetto che la colpaaa forse è solo miaaa

Avrei dovuto perderti

E invece ti ho cercatoooooooooooooooooo…………………

 

Io non soooo l’amore vero che sorriso haaaaaaaaaaaa

Pensieri vanno e vengono

La vita è cosìììììììììììì

Il minuetto suona per nooooooooooooi

La mia mente non si ferma maaaaaaaaaaai

 

Pensieri vanno e vengono

La vita è cosìììììììììì

Nananananannaananaaaaaaaaaaaaaa

La mai mente non si ferma maaaaaaaaaaaaaai

Io non so l’amore vero che sorriso haaaaaaaaaa

Pensieri vaaaanno e vengono

La vita è cosìììììììììì

Il minuetto suona per nooooooooi

La mia mente non si ferma mai

Io non so l’amore che sorriso ha………………………..”

 

La vecchia radio di legno scuro con intarsiate nell’avorio due figure alate, aveva appena trasmesso questa canzone.

Nella grande vasca rotonda i rubinetti d’oro riccamente decorati continuavano a versare acqua, profumata con essenze e saponi. Così si era formata una dolce nebbiolina di vapore al sapore di vaniglia. Grandi bolle volavano nella stanza specchiando tutto il lussuoso bagno.

Immersa con tutto il morbido corpo nella schiuma rosa, solo la testa era appoggiata ad un soffice poggia-testa di velluto verde smeraldo al bordo della vasca, una ragazza aveva prima riso, involontariamente quasi, poi, come se si fosse risvegliata da una piccola trans, aveva pianto. Un pianto triste e malinconico, forse quasi nervoso e per nulla di sfogo. Quella canzone le aveva maledettamente sbattuto in faccia la realtà. Quelle parole erano la descrizione della sua vita e forse proprio lei poteva esserne l’artefice.

Aveva mandato tutti gli accidenti e le maledizioni possibili a chi aveva mandato alla radio quella stupida canzone e a chi l’aveva scritta quando, decise di uscire dalla sua culla di bolle e vapori e andare a spegnere quella dannata radio per non farla incappare in altri incidenti di questo tipo. “D’ora in poi mai più accendere la radio! Neanche per sapere delle notizie! Per quella c’è la gazzetta del profeta! Solo musica classica!!!”. Così Pansy Parkinson si alzò e con un colpo di bacchetta prese l’asciugamano e le pantofole azzurre, poi con un “crack” si diresse in camera sua.

“Maledetto il giorno in cui tutto è cominciato!” Esordì appena apparsa in camera, buttando l’asciugamano sul letto. Le frullavano vari pensieri in mente. Soprattutto tutta la storia della sua tristezza.

Le origini remote della storia risalgono a quando aveva 10 anni:

Un giorno, d’inverno, mentre nevicava, suo padre la svegliò, cosa che non aveva mai fatto. E dandole un cioccolatino di Mielanda buonissimo le annunciò che quel giorno avrebbe conosciuto il suo fidanzato.

Sua madre era sovreccitata; parlava velocemente e ordinava strillando a tutti gli elfi domestici in loro possesso cose senza senso.

Invece, lei provava sensazioni mescolate, come gomitoli di lana aggrovigliati. C’era preoccupazione ma al tempo stesso eccitazione e paura e contentezza!!! Là tutti giravano intorno a lei e la trattavano come porcellana, le piaceva da morire essere trattata così, sua madre non la sgridava e suo padre non la ignorava per nulla, anzi ogni tanto veniva a vedere cosa succedeva nella grande stanza da letto della bimba che era stata trasformata in un salone di bellezza!

Nel tardo pomeriggio, Pansy se lo ricordava ancora come se fosse stato il giorno prima, mentre si stava ammirando allo specchio con il vestitino nuovo ed aveva voglia di giocare ma la mamma glielo aveva proibito, il campanello suonò. Sentì delle voci venire dall’ingresso e allora sentendo pronunciare il suo nome scese dalla grande scalinata di marmo nero. Mentre recitava il ruolo della bella principessa scendendo le scale vide le persone invitate.

Nell’ingresso c’erano tre persone, un uomo, una donna e un bambino, tutti e tre biondi con i capelli liscissimi, che parlavano con i suoi genitori.

L’uomo era alto, non vecchio, sulla trentina, gli occhi di un grigio-verde glaciale e un’espressione indecifrabile sul volto. Aveva delle vesti da mago, raffinate stoffe ricamate sul verde e sul nero.

La donna era molto bella, giovane, dimostrava non più di 25 anni, aveva gli occhi azzurri e un sorriso tirato sul volto, sicuramente stava analizzando tutta la casa mm per mm e così anche le persone, aveva uno sguardo che trapassava. Portava un lungo vestito blu notte di velluto con un ampio scollo a v, e un bellissimo ciondolo verde con intarsiati due stemmi di famiglie nobili, coordinato a due bellissimi orecchini lunghi che risaltavano sulla pelle bianca e sui capelli che erano raccolti in un’alta treccia, semplice, ma perfettamente in armonia con tutta la sua figura.

Il bambino, pensò subito Pansy “è proprio bellino”. Forse, quello è stato l’errore più grosso della sua vita.

Aveva i capelli lisci tirati indietro con il gel, gli occhi verde-grigio chiaro come il padre e i lineamenti dolci, induriti da un ghignetto furbo. Draco Malfoy si riconosce sempre.

Da quel giorno fu la fidanzata ufficiale di Draco Malfoy e poco dopo Pansy Parkinson s’innamorò per la sua prima e ultima vita nella vita, purtroppo della persona totalmente sbagliata.

A Hogwarts andavano poco d’accordo, litigavano spesso o molte più volte lui la ignorava completamente. Fino al terzo anno, quando, aveva iniziato a considerare le ragazze e allora litigavano di continuo perché lei veniva tradita ogni due minuti. Poi durante il quarto anno la considerò molto di più, forse aveva avuto una lavata di capo da Lucius e Narcissa.

Infatti, Draco il primo bacio glielo aveva dato, dopo il ballo del ceppo, ed era stato un gran bel bacio. Purtroppo per Pansy, nonostante tutte le volte che la tradiva e faceva di tutto per farglielo sapere era rimasta schiava di quel bacio e delle poche attenzioni e carezze che raramente le offriva.

Poi un giorno d’estate durante una lunga vacanza alla casa sul lago, la sua prima volta, con lui, quando aveva solo 16, era l’estate fra il quinto e sesto anno e Pansy sentiva di poterlo perdere in ogni singolo momento passato lontano da lui. Era stato meraviglioso.

Draco si stava preparando a diventare mangiamorte e ormai pensava molto di più a compiere i doveri che aveva con il Signore Oscuro e suo padre, ormai in prigione. Non pensava molto alle ragazze e poi sapeva di aver stregato Pansy e che da quel momento era totalmente sua.

Dopo il sesto anno il clima magico si era incupito, e lui ormai non era tornato a scuola, dopo quello che era accaduto a Silente, fuggiva e si nascondeva diventando effettivamente un mangiamorte, graziato da Voldemort, però la continuava a vedere qualche volta, essendo sempre suo fidanzato.

Le acque si erano di nuovo calmate, il Signore Oscuro si era di nuovo nascosto per il grande attacco finale quindi Lui stava rischiando la pelle per Voldemort così Lucius e Il signore oscuro e Draco avevano deciso che lui doveva sposare una che fosse dalla parte dei buoni che però fosse abbastanza facile da maneggiare per farla diventare fedele a lui. Draco ripescò dalle varie storie di Hogwarts, Ginny Weasley e la sposò al posto di Pansy. Tutti ci rimasero.

La serpeverde s’indignò, ci rimase malissimo quando Draco glielo disse dopo una meravigliosa notte nella loro futura casa.

Scoppiò come non aveva mai fatto era proprio incavolata al massimo!

Lei non sapeva cosa fare e invece di rimanere impassibile scoppiò dopo i vaneggiamenti di lei: “ PERCHE’ PROPRIO LA WEASLEY!PERCHE’ TI SEI FATTO ANCHE LEI A HOGWARTS!!!IO TI HO SOPPORTATO DA QUANDO HO 10 ANNI! PERCHE’! HAI LITIGATO CON LEI PER SETTE ANNI!!! LA SFOTTEVI!!! E’ DI GRIFONDORO!!! E’ UNA STRACCIONA! PERCHE’! IO SONO CRESCIUTA PER ESSERE LA TUA TUA MOGLIE!!! IO TI POTEVO DARE DEI FIGLI DEGNI DEI MALFOY!!! COME FARAI CON LA PEZZENTE??? BABBANOFILA! COME TI PRESENTERAI ALLE FESTE CON LEI!?!?! MAGARI E’ PIU’ BRAVA DI ME!!! MA NON TI ASPETTERA’ SVEGLIA PER LE TUE MISSIONI PRONTA AD ESSERE TUA !! E I TUOI SEGRETI!?! DI MANGIAMORTE!?!? A LEI NON LI POTRAI SPIEGARE? AAAAAAAHHHAHAHAHA!I GIOIELLI NON SA’ FARE NEANCHE A METTERLI!?AH!”pausa per riprendere fiato poi scoppiò a piangere e con le lacrime agli occhi disse: “DRACO IO TI AMO!!!!CAVOLO PERCHE’ NON LO CAPISCI!!!” Draco era furibondo e urlò contro la sua ex: “STUPIDA GALLINA!!!LO VUOI CAPIRE CHE E’ NECESSARIO!!!PER IL SIGNORE OSCURO!!PER ME!!!PREFERIRESTI SPOSARMI E POI VEDERMI CHIUDERE IN UNA CELLA AD AZKABAN PER IL RESTO DEI GIORNI!?!?!LO SAI CHE PREFERISCO 100 VOLTE TE CHE QUELLA PEZZENTE MA LO DEVO FARE!!!E ORA NON L’INSULTERAI  MAI QUANDO E’ AL MIO FIANCO COME SIGNORA MALFOY!!!CHIARO?!?Potrai sposarti anche te, non resterai zitella, sei una bella donna, l’ho sempre saputo!Ce n’erano tanti a Hogwarts che ti volevano!”la rassicurò il biondo dopo la crude risposta.

“QUESTA E’ STATA LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO!!! MALFOY!!!GLI ALTRI CI SONO!SI’! MA IO SONO UN TUO SCARTO! E NON VOGLIONO I TUOI SCARTI. PRINCIPE!!!” “COME OSI!!!”La prese con forza la trascinò sul letto e diventò sua per l’ultima volta. Al mattino quando si svegliarono Pansy aveva ancora le lacrime che le solcavano il viso, e gli sussurrò: “almeno tradiscila con più donne che puoi, ti prego.”

Dopo quel giorno Pansy si rinchiuse in se stessa per tre lunghi anni. Visse da sola nella casa che la sua famiglia aveva nelle fredde montagne Tedesche.

Gli unici suoi contatti erano pochi e sporadici con i suoi genitori.

Un giorno però quando tornò a casa, da una lunga passeggiata nella neve intorno alle sue tenute, trovò qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.

Sulla soglia del grande cancello, che delimitava i giardini, che circondavano la villa, c’era qualcuno. Un uomo,  avvolto in un lungo mantello nero e incappucciato. Faceva paura e curiosità allo stesso tempo.

Era rivolto verso la grande villa aspettando che qualcuno venisse ad aprirgli.

Non si aspettava che qualcuno venisse da dietro le sue spalle e, quando sentì i soffici passi affondati nella neve venire verso di lui si girò di scatto,  il cappuccio scivolò dal volto. Era un uomo giovane con la pelle nera e i capelli neri sciolti, lunghi fino al mento, con qualche ciocca che gli ricadeva sul volto. Aveva gli occhi di un blu intenso, era molto bello e affascinante, era, ma non se lo ricordava così bello, Blaise Zabini.

Dopo un attimo di silenzio disse: “Pansy?!Pansy Parkinson?!”

“Sì, sono io ma te sei Blaise?”

“Certo!”

“Sei cambiato molto negli ultimi anni, ma cosa ci fai qui?”

“Possiamo entrare così non congelo e al fuoco ti racconto tutto?”

“Ma sì!”

Con un colpo di bacchetta aprì il cancello e con un “crack” si smaterializzò nell’ingresso della villa e così fece anche Blaise. Pansy chiamò la sua elfa domestica e le disse di preparare un te e di portarglielo nel salottino al piano di sopra.

Parlarono di tanto e tanto per un intero pomeriggio. Il ragazzo era venuto di persona per invitarla alla grande festa che doveva fare per Natale e poi per Capodanno, quindi la invitava a rimanere per le feste natalizie da lui.

Sapeva che ci avrebbe trovato anche i coniugi Malfoy, però decise che ci doveva andare perché doveva rientrare nell’alta società magica inglese e sposarsi o avere una brillante carriera e fargliela pagare.

Quelle erano le sue intenzioni che però risultarono vane e difficili da compiere.

Si organizzò e alla festa apparì bellissima. Ormai era diventata una bella donna, aveva i capelli lisci, neri, raccolti in una complessa pettinatura e gli occhi azzurri truccati in modo divino. Portava un abito di raso blu oltremare molto scollato e delle collane e degli orecchini e degli anelli d’oro impreziositi con gemme di rara bellezza.

Tutti rimasero sconcertati a vederla e da lì fioccarono le richieste di matrimonio. Era contenta! Non aveva ancora visto Draco e sinceramente sperava di non vederlo.

Si sentiva maledettamente a suo agio e non capiva come poteva aver dimenticato tutti quei lussi delle feste. Si sentiva sempre più attratta da Blaise, voleva sposare lui. Sapeva che sarebbe stato perfetto. In tutti i sensi.

Blaise però non sembrava attratto tantissimo da lei, non la voleva sposare.

Così dopo tante delusioni aveva accettato la mano di Theodore Nott. Era un ottimo partito, i suoi genitori ne rimasero contenti. Oltretutto era un ragazzo bello e intelligente, ma lei non provava nulla per lui e sapeva che anche lui non l’amava, matrimonio di convenienza, si ignoravano a vicenda.

Durante la festa, poi, li aveva visti, i coniugi Malfoy e gli era venuta la pelle d’oca. Gli facevano schifo e nonostante cercasse di dimenticarlo lui era solo suo. Così si avvicinò per salutarli sfornando il suo migliore modo serpentino per colpire la Weasley e farla pagare a Draco.

Dal canto suo  lui non l’aveva presa per niente bene e mentre Ginny era distratta da Blaise afferrò per i polsi con discrezione Pansy e la portò fuori dalla sala, al piano di sopra in una camera degli ospiti.

“Sei ritornata all’attacco Pansy?” “Hai deciso di svegliarti dal letargo?”

che stronzo, pensò la ragazza e rimasto sempre lo stesso ed è anche riuscito a plagiare la grifondoro: la serpe ha mangiato la leonessa.

“Sì Malfoy, ho deciso di tornare a far brillare questa lugubre alta società magica con la mia presenza”……….. “Disturbo?!”

“No Pansy sei sempre la benvenuta”disse il biondo con un sorrisetto furbo dipinto sul volto.

“Devo dire che sei riuscito nel tuo intento di dominare la Weasley?”

“Sì, come vedi ora non sembra più la stessa pezzente devo dire che sono proprio contento del mio lungo lavoro di questi anni.”

“E, allora, com'è?”

“Com’è cosa?”

“Una brava moglie docile e una scatenata pantera a letto?”

“Pansy!Cosa dici?!?Mi stai sorprendendo! Hai coltivato molto bene la tua acidità in questi anni di solitudine!”

“Ma anche la tua bellezza è cresciuta” Draco sussurrò queste ultime parole. Si avvicinò pericolosamente al suo viso andando a sfiorare con le sue labbra quelle di lei, ma non la baciò, si ritirò di scatto e mentre lei lo fissava sbigottita e al contempo arrabbiata lui sorrise maligno.

Lei era tanto che nei suoi sogni aspettava questo, sentire di nuovo quella sensazione, era come salire al di là del paradiso e toccare le stelle più lontane con un dito.

“Vedo che ti faccio sempre lo stesso effetto.”

“Cosa dici!A me non importa nulla di te, mi sposerò fra poco e dovrò pensare a dare al mio futuro marito quello che tu hai rifiutato tanti anni fa!!!”

“Ohhh, Non sai fingere bene con me, i tuoi occhi sono libri aperti che mi invitano ad essere letti”

“Ma allora perché la tua signora Malfoy non ti ha ancora dato un erede? Che schifo se venisse un Malfoy con i capelli rossi!Bleah!Se fossi in te non lo riconoscerei come figlio mio!”

“Non cambiare discorso e non dire queste cose sul mio futuro figlio o sulla mia moglie!”

“Va bene ma sai quanto disprezzi quella!”

“A me non me ne importa nulla, comunque non ho ancora fatto un figlio perché prima aspettavo che tu venissi da me a supplicarmi con gli occhi di farti tua, in modo che non ci siano complicazioni!”e dopo aver detto questo la avvicinò a se, nonostante lei si divincolasse e stava per urlargli con tutta la forza che era un bastardo. La strinse con tanta forza e soffocò i suoi urli con un dolce e allo stesso tempo possessivo bacio. Lei non si ricordava più fosse così bello. Finalmente era di nuovo sua, aveva aspettato tanto tempo, lui non la poteva cercare, questione di orgoglio, ma ora la rivoleva, gli era terribilmente mancata, per lui era un creatura bellissima e la lontananza sapeva che l’aveva imbellita.

Si staccò lentamente da lei, aprì gli occhi e la guardò, si tuffò nel celeste dei suoi occhi e le sussurrò: “Ora che ti ho ritrovato sarai solo mia, che pure Nott si vada a  fottere, tu sei solo mia.”

“Draco, sarò tua quando vorrai, ma mi devo sposare, lo sai, mi hai abbandonato, ma io cretina ti ho ricercato, ma ora questo non cambia che ho dato la mia parola a Theodore e la rispetterò. Però a lui dovrò dare un erede e lo sai che non potrò essere solo tua, sarò in qualche modo anche sua, ma tu, lo sai, sei l’unico che voglio e che aspetterò sempre, io ti amo Draco. Lo sai. Però io non so cosa provi te per me, lo vorrei sapere, ne ho bisogno!”

“Tu sei mia e d’ora in poi ti posso promettere che io non andrò a letto con altre donne oltre la Weasley, mi deve dare un erede. E’ tutto quello che ti posso offrire, per me l’amore no esiste, non so neanche cosa significa amare.”

Si guardarono nuovamente negli occhi e le loro labbra si sfiorarono, poi si decisero e tornarono nel grande salone, si sarebbero sicuramente rivisti prima delle sue nozze.

 

“Pansy!Paaaaaaaaaansyyyyyyyyyy!”

“Cooosaaa c’èèèè Theodore?”

“Dooove seeeiii?”

“In caaameraaa mi sono appena fatta un bagno e mi sto vestendo!!!”

“Arrivooo ti devo dire una cosa!”

Theodore Nott si smaterializzò e con un crack apparve nella grande camera dove Pansy Parkinson girava per la stanza in biancheria intima per vestirsi.

“Cosa volevi dirmi? Perché sei venuto qui in montagna?”

“Calma con le domande!Ti dovevo avvertire, ho fatto una cosa veloce, devo partire e andare in America forse per un anno, al massimo, e ti volevo chiedere se volevi venire con me o se è troppo stressante ,che almeno andassi nella mia casa nell’Hert-ford-shire. Ti fa male stare quassù nelle montagne tutta sola, almeno lì ci sarà un po’ di vita.”

“Vedrò, quando parti?”

“Ora, vado a King Cross e prendo una passaporta e vado là”

“Va bene, scrivimi, ti scriverò, e se ce la fai torna per Natale o almeno per il mio compleanno, però non fammi sorprese perché le odio. Avvertimi così sarò degna del tuo ritorno”. Sfiorò le labbra del marito con un veloce bacio, però lui non contento la strinse a se e la baciò con passione, non l’avrebbe vista per tanto tempo.

“Crack” e Pansy era di nuovo sola.

Per poco però perché da dietro qualcuno la afferrò e iniziò a baciarla con tanta foga.

“Draco….”

     THE END                                                      

 

 

 

  
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