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Autore: virgily    01/03/2011    3 recensioni
-Tze’... scommetto che sia un bamboccio buono a nulla-
-tuttavia quel bamboccio, essendo piu’ grande di te di soli due mesi si e’ aggiudicato la nomina di Boss dei Vongola... Mentre tu rimarrai soltanto un semplice sicario-
-sempre se non lo ammazzo prima...-
-ma come...“La Mala Femmina” dei Vongola tradirebbe in questo modo la sua amata famiglia? Non e’ molto nobile da parte tua...-
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Malafemmina
 
Ore 14:37, residenza privata famiglia Cavallone.
Sebbene il cielo fosse dolcemente accompagnato da nuvole candide e da un sole splendente, quello era tutt’altro che un bel giorno, non per Miu almeno. Convocata senza motivo, la giovane sostava seduta su di una poltrona di pelle marrone; le gambe seducentemente accavallate, messe in risalto da un paio di parigine a righe nere e bianche. Quasi a tempo con le lancette di un grande orologio a cucù, la giovane faceva battere ritmicamente il tacchetto del piede portante sul pavimento di marmo color avorio. Se c’era una cosa che odiava di più al mondo, era aspettare. Lasciò scorrere il suo sguardo nei meandri del salotto: pareti chiare, mobili classicheggianti... quello squallore mediocremente perfetto le dava la nausea ogni qual volta che doveva parlare con lui. Osservando con suo disgusto che erano passati più di venti minuti buoni, il suo respiro cominciò ad accelerare con l’aumentare dell’intensità della sua rabbia; sarebbe stata capace di spaccare qualcosa. Rimanendo immersa in quel silenzio fastidioso sbuffò cominciando a giocare con una ciocca dei suoi capelli castani, quella che era sfuggita dalla sua acconciatura: una coda di cavallo. Si passò lentamente la punta della lingua sulle labbra, le sentiva secche e stufe... già, stufe! Fece allora schioccare la lingua e finalmente decisa si sollevò dal suo comodo poggio e si sistemò appena la minigonna a balze scura; non tanto per farsi notare dalla donna che lentamente giungeva verso di lei, probabilmente una domestica, bensì per andarsene: se Dino insisteva così tanto a farla aspettare, doveva per forza essere qualcosa di futile.
-Il signorino è pronto a riceverla- con voce zuccherosa e impostata la signora la osservò squadrandola dal basso verso l’alto, chiedendosi come facesse una ragazza così giovane e dall'aria innocente a far parte della mala.
-Ditegli pure che me ne sono andata. Infatti, è proprio quello che sto per fare. Non ho tempo da perdere, ho del lavoro da sbrigare io- affermò la più piccola con autorità e stizza. No, non era quello il suo vero carattere, ma da qualche tempo non aveva più un motivo per ridere, e tanto meno per prendere la vita con calma.
-Suvvia signorina Miu. Il signorino Dino ha detto che era molto importante... - avvicinandosi appena la “domestica adorata” dal giovane boss tentò, com'era di sua abitudine, di persuaderla a rimanere; dopotutto non era la prima volta che si ritrovava a doverla pregare per restare.
-Se era importante non mi avrebbe fatto aspettare venticinque minuti, non credete?- l’angolo delle sue labbra si sollevò appena, dipingendo un finto sorriso sul suo bel visetto di porcellana. Intuendo che questa volta non sarebbe riuscita a fermarla, la badante apprese che, come minimo, doveva accompagnarla alla porta come di dovere, e sperare che subito dopo il signorino non l’avrebbe sgridata. Seguendo dunque la donna dal passo lento e incerto, la misteriosa e affascinante ragazza percorse i meandri della residenza, cercando di trovare qualche particolare di quella casa che lei non conoscesse già. Quanto tempo aveva passato in quella magione quando era ancora una bambina. un sorriso malinconico si spense ancora prima di dipingersi sul suo viso; i tempi dei giochi erano finiti da troppo tempo oramai. Giunsero assieme nell'ingresso principale in pochi minuti: il grande portone in legno e metallo raffinato era spalancato proprio dinanzi a lei, facendo sì che la luce del primo pomeriggio potesse illuminare l’interno e le scale marmoree che si affacciavano ad esso e che conducevano al piano superiore.
-Ahh la mia Miu, sempre indaffarata: tra la famiglia e la gente da eliminare non trovi mai pace, giusto?- quella voce, così fresca e allegra; quella risata genuina e melodica che riusciva a infastidirla giunse proprio dalla sommità di quelle scale. Purtroppo la luce non era riuscita a mettere in risalto la sua giovane figura, tuttavia a quella domanda il corpo della giovane donna s’irrigidì di colpo, convincendola a fare retro front. Facendosi chiudere la porta alle spalle allora, Miu osservò come a piedi scalzi il ragazzo scendeva lentamente dalle scale, esponendole un sorrisetto e uno sguardo tutt'altro che puro e casto.
-Hai perfettamente ragione Dino. Tranne che per un piccolo particolare... - affermò lasciandosi avvolgere da uno dei suoi abbracci, intossicandosi per qualche microsecondo del suo odore, suadente e tentatore, che svanì non appena riuscì ad allontanarlo da lei poggiandogli ambo i palmi sul suo petto prestante e forte
-Io non sono tua... -  sussurrò penetrandolo con lo sguardo. Dino non poté farne a meno, e si lascio cadere per qualche istante nel profondo di quelle iridi verdi e ardenti. Tuttavia, non appena riusci’ a riemergere da quella spirale eloquente, si lascio’ il tempo di riflettere, concedendosi anche qualche lieve, ma ben studiato, sguardo alle sue labbra: così fine e docili; al suo collo elegante e sobrio e al suo corpo, florido e prosperoso degno di una cultura mediterranea. Già, detestava ammetterlo, ma quella bellezza non era sua.
-Futili dettagli. Dunque se vuoi seguirmi, gradirei parlarti nel mio studio- “la camera da letto” per chi ancora non avesse compreso il linguaggio dei Cavallone. Miu ci era entrata parecchie volte in quella stanza: enorme e rivestita da pareti candide con ricami dorati, i mobili sontuosi e preziosi... quel letto che troppe volte l’aveva invitata ma che mai aveva osato sfiorare. Certo, tra i due c’era del feeling, ma la castana mai si sarebbe concessa a uno come lui, e mai lo avrebbe fatto con un uomo. Odiava gli uomini, perché ritenendosi i superiori potevano ottenere tutto quello che volevano... ed era proprio un “maschio” a essersi preso quello per cui era nata: il suo titolo.
-Ebbene? Per quale motivo mi trovo qui? Stai per caso cercando un’ennesima scusa per portarmi a letto?- quasi con un ghigno malvagio la ragazza si poggiò alla scrivania del biondino. Sapeva bene che poteva sedersi sulla sedia libera, dopotutto era li apposta, ma sapeva altrettanto bene che seduta con le gambe accavallate sul suo mobilio lo avrebbe “stimolato” ancora di più. Perché questo in realtà era il suo gioco: fare la preziosa, e far cadere la vittima ai suoi piedi. Si fissarono intensamente, e dopo aver dato uno scossone al capo, il giovane si avvicinò appena poggiando le mani agli angoli della scrivania in legno intagliato e laccato, costringendola ad una vicinanza seducentemente spaventosa
-Purtroppo no piccolina. Devo comunicarti il volere di Reborn- sussurrò sulle sue labbra, accontentandosi dell’odore della sua pelle che cominciava ad allettargli una dolce e folle visione: lui steso su quel tavolo baciando la più piccola con una foga incontrollabile.
-Reborn? Cos’è successo?- domando’ incuriosita, perdendo immediatamente la sua espressione tutt'altro che innocente sostituendola con una più seria e concentrata.
-Vuole che ti accompagni da lui. In Giappone. Per conoscere e fiancheggiare Tsuna- immediatamente sia le palpebre sia le labbra della castana si spalancarono a forma di una grande “O”. Non poteva, ma sopratutto non voleva crederci:
-Io? Con il decimo?! Io?! Reborn è un pazzo se pensa che io... - con un lieve “shh” il biondo le aveva tappato la bocca con l’indice destro, passandogli la mano sinistra sulla guancia, come per coccolarla e rassicurarla al tempo stesso.
-lo so, lo so... Ma non è male, io lo conosco. Posso dire che è una persona bellissima-
-Tze’... scommetto che sia un bamboccio buono a nulla- affermò spavalda scansandolo scocciata; quel contatto fisico cominciava a stufarla, a farle mancare l’aria e così la sua libertà.
-Tuttavia quel bamboccio, essendo più grande di te di soli due mesi, si è aggiudicato la nomina di Boss dei Vongola... Mentre tu rimarrai soltanto un semplice sicario- il tono che stava assumendo la voce del giovane boss dei Cavallone adesso non era più dolce o infantile. No, stavolta Dino era diventato un vero e proprio provocatore... e sapeva bene qual'era il suo punto debole. Sebbene non volesse darlo a vedere Miu stava trattenendo le lacrime, perché quel titolo era suo, lo aspettava da una vita. E invece era sbucato lui, quel Sawada...
-Sempre se non lo ammazzo prima... - sussurrò abbassando di colpo lo sguardo, cominciando a fissare il pavimento. Stentava a crederci ma lo sguardo pesante e asfissiante di Cavallone cominciava a pesarle veramente.
-Ma come... - cominciò afferrandole spavaldamente il mento, portando quel bel visetto da bambolina al suo, tuffandosi nei suoi occhietti fragili e incupiti.
-La “Malafemmina” dei Vongola tradirebbe in questo modo la sua amata famiglia? Non è molto nobile da parte tua... - ridacchiando e ammiccandole un sorrisetto beffardo, il ragazzo osò passarle una mano lenta e provocante sulla gamba, carezzandole piano la coscia prima di strattonarla a sé; petto contro petto.
-Hai ragione. Il mio scopo dopotutto è portare avanti la famiglia, e per fare questo non ho bisogno di esserne a capo. Non ancora almeno- gli sorrise, sfidandolo con lo sguardo:
-Tuttavia... - gli occhi di Miu avevano ripreso a brillare, proprio come la lama del tagliacarte che stringeva nella mano destra, lo stesso che abilmente aveva puntato contro il petto del biondo.
-Togli le tue manacce lussuriose dal mio corpo se ci tieni al cuore... -
-Questa è la Miu che voglio... - affermò allontanandosi quel tanto che gli bastava per afferrarle la mano armata nella sua, riuscendo a portargliela dietro la schiena con maestria ed eleganza
-Ma che non avrai mai, mio caro amico... - gli rispose velenosa, puntandogli con la mano sinistra un spesso e acuminato ago d'acciaio alla gola, proprio un decimo di secondo prima che il Boss riuscisse a strapparle un bacio focoso e proibito.

*Angolino di Virgy*

Questa é la mia prima Fic su Tutor Hitman Reborn.  L'ho cominciato tanto tempo fa e oggi ho deciso di riprenderla e modificarla per renderla piú scorrevole. Prima non avevo ancora in mente una trama ben definita, ma adesso che mi sento nel pieno delle forze, ho pensato di approfittarne. Spero che vi piaccia!
PS: In questa Fic il mio obbiettivo é quello di cercare di mantenere i personaggi il piú IC possibile, ma per sicurezza ho preferito inserire il tag OOC (purtroppo le scelte di autore spesso portano a stravolgere certi caratteri complicati). Grazie per la lettura! 
Un bacio
-V-
  
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