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Autore: Milli Milk    02/03/2011    3 recensioni
"C'erano quei giorni in cui Matt era particolarmente annoiato. Se ne stava tutto il giorno a contaminarsi i polmoni e a giocare ai videogiochi con la noia attaccata alla pelle."
Come ammazzava la noia Matt?! Una MxM spregiudicata, che non ho compreso nemmeno io che l'ho scritta.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MM
C'erano quei giorni in cui Matt era particolarmente annoiato. Se ne stava tutto il giorno a contaminarsi i polmoni e a giocare ai videogiochi con la noia attaccata alla pelle.
Erano quei giorni per Matt che erano i peggiori che potessero esserci al mondo. I giorni in cui non aveva assolutamente nulla da fare, quei giorni in cui era da solo.
Quando poi arrivava la notte tutto cambiava: Matt aveva un desiderio quasi malato per il corpo di Mello. Lo desiderava tanto da esserne diventato dipendente, peggio delle sigarette e sicuramente di qualsiasi droga.
L'odore e il sapore di cioccolata sul corpo del compagno lo mandavano in visibilio.
Mello si lasciava toccare in quei modi tanto frenetici quanto passionali. Lasciava che la sua bocca lo assaporasse e che le sue mani lo esplorassero fino a dove potevano arrivare. Lasciava che il suo corpo venisse preso e posseduto con quella cura passionale e alquanto maniacale, ambigua, ma anche affettiva, che Matt metteva in ogni suo gesto e in ogni suo sguardo.
Mai una parola era uscita dalle loro bocche durante quegli amplessi. In quei momenti tutto era velato, solo i sospiri compiaciuti erano udibili, lo fregare delle carni calde e i baci umidi e lussuriosi.
Tutto ciò che avveniva in quelle notti di passione veniva poi dimenticato nel giorno, quasi non volessero essere osservati dalla luce, preferendo tenere gelosamente per loro, nel buio della notte, quei scambi di sensazioni che probabilmente sarebbero rimaste sempre in quell'oscurità.
Quelle notti passate tra le lenzuola, l'uno nel calore dell'altro, non erano semplicemente notti che bruciavano di carnalità, ma c'era qualcosa di più, un sentimento di cui si riempivano gli occhi liquidi che si incontravano e comunicavano tra di loro, complici della stessa passione e dello stesso sentimento di cui si pregnava la stanza.
Ad entrambi andava bene così.
Entrambi non desideravano nulla di più e nulla di meno. Erano come sospesi: fluttuavano nel loro mondo oscuro, illuminato dalla loro consapevolezza e dalle loro mute comunicazioni.
Entrambi si accettavano così come erano, così come erano rimasti sin dal loro primo incontro, in un fulmine che lacerava il buio.
C'erano quelle notti in cui bastava stare semplicemente ad osservarsi per sentire i loro animi soddisfatti. Erano quelle notti in cui sentivano accrescere sempre di più quel sentimento invidiato dalla luce.
Quando poi arrivava il giorno le parole uscivano dalle loro bocche e nelle loro menti erano indelebili quelle sensazioni e quelle passioni che non sarebbero svanite, venivano coperte con abilità e con tanta possessiva gelosia. 
L'odore e il sapore della notte erano inconfondibili e si disperdevano nella leggera aria mattutina.
Matt lasciava che i loro odori pregni nella stanza, si librassero nell'aria e fuoriuscissero dalla finestra lasciando almeno al giorno un sospetto.
Mai una volta si erano lasciati andare alla loro libido alla luce del sole, non avrebbero mai lasciato che il loro segreto venisse condiviso da altri.
E intanto calava la sera. Il sole lasciava vegliare un unico raggio prima di dar spazio alla notte, con il manto blu del cielo cosparso di stelle coperte da un velo grigio-arancio di smog di quella città piatta e artificialmente illuminata.
Erano i sospiri ancora una volta a sovrastare il caos cittadino, ignaro di ciò che accadeva dentro quell'appartamento di quell'edificio anonimo e igrigito dalle polveri sottili.
Erano le mani, che nuovamente si cercavano e esploravano i corpi caldi di cui sapevano a memoria ogni piega, ma di cui non si sarebbero mai saziate.
Erano le labbra e le lingue vogliose, che si accarezzavano e assaporavano ancora e ancora le carni frementi, sentendo gli spasmi continui a smuovere i corpi.
-Matt...- Fu come un lampo a squarciare il cielo, lasciando poi rimbombare a gran voce la sua comparsa effimera.
Il tempo sembrò fermarsi e i corpi si arrestarono come da comando. La velatura dell'aria diventò pesante e nitida, lasciando che la semi oscurità facesse brillare gli occhi lucidi e interrogativi di uno e quelli seri dell'altro, da cui la voce era uscita tremante e grave.
-È sbagliato.- Se prima la voce vacillava, ora era ferma e decisa, gli occhi si tuffavano in quelli dell'altro confusi e poi delusi.
Il tempo si mosse, l'aria gravò sui loro corpi reale e palpabile, in quella tensione astratta che pungeva i sensi.
Quella lussuria si era assopita a lasciare spazio a confusioni e interrogativi che trapelavano dalle iridi verdi che man mano si opacizzavano, rendendo l'oscurità reale, un'oscurità inquietante, che avvolgeva il volto pallido dell'angelo dannato sotto di sé che era riuscito a chiudersi in una cripta, osservandolo e facendolo riflettere su ciò che rispecchiava quel freddo e trasparente cristallo.
Le parole pungenti arrivavano a ferirlo all'interno e non capiva.
-No.- Era tutto ciò che poteva rispondere tra le vertigini che avvertiva nello sguardo che precipitava nell'azzurro.
E i corpi si mossero: il biondo sospise il compagno da sopra, lasciando che il corpo cadesse come un burattino vuoto al suo fianco, fissandolo con quegli occhi opachi e persi.
-Non era una domanda.- L'oscurità non era più ad avvolgere e coprire le loro passioni. L'oscurità era diventata spettatrice, osservava muta quei corpi e sosteneva quegli sguardi legati e attratti nel percorso che si contrapponeva tra i due, separandoli.
Il rumore del traffico tornò a penetrare le loro orecchie, che iniziarono a fischiare come se non avessero mai ascoltato quel caos notturno.
Il corpo pallido di Mello si alzò e prese quelli che erano i suoi pantaloni, si allontanò poi da quel letto. Matt seguiva ogni movenza tacendo davanti a quelle parole che avevano infranto il mondo parallelo in cui si erano sempre isolati, spezzando quei momenti che credeva sarebbero potuto durare in eterno.






Questa poteva anche restare a fare la muffa, però è sempre meglio liberarsi del materiale inutile. No, non mi piace proprio per niente, l'unica cosa positiva forse è che anche questa è volutamente lasciata in sospeso. Lascio sempre che siano i lettori a trovare la conclusione che ritengono più adatta.
Non saprei da dove mi è uscita (non lo voglio dire) e probabilmente mentre scrivevo non pensavo che uscisse in questa roba. Insomma l'avrei anche lasciata volentieri tra l'immondezzaio che è la mia cartella, però piano piano prendo coraggio nel pubblicare tutto ciò che trovo, spazzatura o meno che sia.
Chiedo venia se, come al solito, ho fatto orrori ortografici e/o grammaticali, questa non mi andava proprio di rileggerla per bene, mi stava facendo venire il latte alle ginocchia *faccia da ebete*.
È tutto un po' tanto introspettivo, per fortuna non è nemmeno troppo lunga, sono riuscita a metterci dei dialoghi senza alcun senso e ci ho anche aggiunto qualche perla di saggezza (anche no) qua e là e ho anche occulatato la lemon, tutto questo in una shot che non solo è frettolosa, ma anche priva di un vero e proprio significato. Mi sono accorta che mi piaceva veramente tanto mettere in mezzo il tempo quando scrivevo MxM ._.

Non credo che sarà l'ultima shot che pubblico, ho tanta altra bella spazzatura da pubblicare e sfortunatamente ho una voglia matta di pubblicare.
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e sopratutto ringrazio chi riuscirà ad arrivare fino alla fine della storia (e anche alla fine di questo noioso sproloquio), perché mi rendo conto che ci vuole veramente tanto coraggio *di nuovo faccia da ebete*.
Ma tanto un giorno mi stuferò di pubblicare e poi prima o poi finiranno no?! 8D

Grazie, grazie e ancora grazie di tutto e di niente *-*

  
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