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Autore: Katia R    02/03/2011    4 recensioni
Ho tanta paura. Non l’ho mai visto così. Deglutisco mentre mi arriva un messaggio. Tiro fuori il cellulare e guardo “Va bene tesoro, non fare tardi. Mamma”. Rispondo velocemente, con un brutto presentimento che mi attanaglia lo stomaco.
“Mamma, papà… vi voglio bene. Ricordatevelo sempre”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come una foglia d'autunno.
Premessa: l'idea di questa one-shot nasce qualche giorno fa, dopo il ritrovamento del corpo di Yara. Il mondo è diventato un vero schifo. Prima Sarah, poi Yara, senza dimenticare le ragazzine precedentamente scomparse, alcune delle quali non si hanno ancora notizie. Questa one-shot non ha uno scopo preciso. Volevo solo scrivere qualcosa di diverso. Volevo provare a mettermi nei panni di una ragazzina a cui in un attimo viene tolto tutto. Non è facile. Ma voglio comunque provarci.
Dedicata a tutti quei piccoli angeli scomparsi troppo in fretta.

-

Come una foglia d’autunno.

-Allora ci vediamo domani?- mi chiede Eliza.
-Certo! Mi raccomando la ricerca di scienze, altrimenti la prof ti fa fuori!- esclamo ridendo mentre mi avvio verso casa.
-Ciao scema, ti voglio bene!- mi urla.
-Anche io!- e rido.
Mi chiamo Beth, ho quindici anni e frequento questo piccolo college, poco lontano da casa. Il mio sogno è cantare. Ho sempre amato cantare sin da quando ero piccola. Mamma mi ha iscritto ad una scuola di canto e continuo a fare progressi. Ho i capelli color biondo cenere, ondulati, occhi verdi, corporatura media.
-Beth?- una voce conosciuta, che mi gela il sangue, mi costringe a guardare da dove proviene.
-Che cosa vuoi, ancora?- chiedo irritata, continuando il mio cammino.
-Voglio solo parlarti- dice Tommas, ventuno anni, il mio ex ragazzo da circa due giorni.
-Ci siamo già detti tutto. Tra noi è finita!- esclamo decisa. Tom mi prende per un braccio -Lasciami!- urlo.
-Piccola, voglio solo parlarti. Giuro, questa è l’ultima volta che mi vedrai…- dice con uno strano sguardo. Mi fa quasi paura. Deglutisco un paio di volte, mi guardo intorno e vedo che non c’è nessuno -D’accordo- sospiro -Ma che sia davvero l’ultima volta, Tom!- esclamo mentre lui mi sorride e mi prende per mano.
-Dove mi stai portando?- chiedo preoccupata.
-È una sorpresa, amore- dice salendo in auto.
-Non chiamarmi in quel modo- dico scocciata allacciandomi la cintura -Non possiamo parlare qui?- chiedo.
-Devo farti vedere un posto speciale- dice sorridente mettendo in moto.
Sospiro e mi rilasso sul sedile, continuando a guardare il paesaggio che si muove sotto i miei occhi.
Tom accende la radio e inizia a canticchiare e fischiare il motivetto. Con lui è finita perché c’erano troppe differenze. Lui ama divertirsi con gli amici, uscire. Ed era sempre scocciato perché i miei invece non me lo permettevano. Lascio un messaggio sul cellulare di mamma dicendole che sarei tornata più tardi perché andavo da Eliza. Quindi mando un messaggio ad Eliza per dirle di coprirmi, poi le avrei spiegato tutto.
-Sono circa dieci minuti che viaggiamo. Quando arriviamo?- chiedo impaziente e nervosa. Lui sorride e inizia a rallentare -Eccoci, piccola- dice spegnendo l’auto e scendendo. Lo seguo e rimango a guardare quel capannone abbandonato, davanti a noi.
-Ma cosa…- non so che dire. Non capisco che intenzioni ha.
-Ti ricordi questo magazzino, cucciola?- chiede dolcemente.
-Si, lo ricordo. Abbiamo fatto una scampagnata con i miei amici e sei venuto pure tu- dico non capendo.
-Esatto. Ieri mi è venuto un flash e… Beh, vieni!- esclama prendendomi per mano e trascinandomi dentro, mentre cerco di opporre resistenza -Dai, non fare i capricci. Voglio solo farti vedere una cosa!- esclama sorridente. Inizio ad avere paura. Ma non riesco a scappare. Anche perché mi avrebbe presa subito. Sono lontana da casa.
-Ho deciso che voglio comprare questo magazzino!- esclama euforico. Lo guardo perplessa -Si, amore. Così appena è pronto veniamo a vivere, io e te, insieme!- e si avvicina.
-Sei impazzito!?- dico guardandolo esterrefatta.
-No, perché? Bisogna ristrutturarlo e tutto, ma se Dio vuole, tra qualche mese, o un anno, è pronto!- esclama prendendomi le mani tra le sue.
-Tu sei pazzo!- esclamo allontanandomi -Ho solo quindici anni! Credi che verrei a vivere con te appena tutto questo è pronto?- scuoto la testa cercando di capire se è uscito realmente fuori di testa. Mi guarda spaesato.
-Io ti amo, Beth!- esclama lui, quasi esasperato.
-Beh, potevi pensarci prima. Potevi pensarci quando hai deciso di litigare ogni minuto perché i miei non mi lasciavano libera!- inizio ad alzare la voce -Oppure potevi pensarci quando il giorno in cui dovevamo festeggiare i nostri sette mesi insieme, tu te ne sei andato a bere con i tuoi amici! Potevi pensarci molto prima, Tom! Adesso non c’è più nulla da fare!- riprendo a respirare, un po’ affannosamente.
-Mi dispiace, Beth! Ma io voglio rimediare a tutto questo!- esclama disperato. Ha una luce strana negli occhi. Ho tanta paura. Non l’ho mai visto così. Deglutisco mentre mi arriva un messaggio. Tiro fuori il cellulare e guardo “Va bene tesoro, non fare tardi. Mamma”. Rispondo velocemente, con un brutto presentimento che mi attanaglia lo stomaco.
“Mamma, papà… vi voglio bene. Ricordatevelo sempre”.
-Con chi messaggi?- chiede nervoso.
-Niente, era mia madre- dico. Lui si avvicina minacciosamente -BALLE!- esclama furioso -Tu hai un altro! Dimmelo! È così, vero?-
-NO!- urlo spaventata.
-Oh, si invece! Altrimenti perché non vuoi stare con me, eh!?- dice prendendomi per un polso.
-Lasciami, mi fai male!- esclamo preoccupata.
-SEI UNA STRONZA! IO TI AMO! TI HO SEMPRE AMATA!- urla, mentre il suo sguardo è inchiodato al mio.
-Tom, non c’è nessuno! Ho solo mandato un messaggio a mia madre!- esclamo in lacrime, mostrandogli il cellulare. Lui lo afferra, legge il messaggio, poi lo scaraventa a terra.
-Ma che cazzo fai!- esclamo furiosa. Mi scaravento su di lui e inizio a dargli pugni sul petto -Tu non mi ami! Non mi ami! Mi stai solo facendo del male! Se mi amassi veramente mi lasceresti libera!- dico per poi asciugarmi le lacrime e riprendere fiato.
-Se non puoi essere mia, non sarai di nessun altro!- e nel momento in cui lo dice, estrae qualcosa dalla giacca. Una pistola.
-D-dove l’hai presa, Tom?- chiedo spaventata, mentre lui me la punta contro -Ti prego, mettila giù. Ho paura!- lui scuote la testa e continua a puntarmela addosso. La sua mano trema leggermente.
Questo magazzino è buio e freddo. Inizio a tremare impercettibilmente anche io.
-Ti prego, Tom. Non farmi del male- dico, quasi supplicandolo.
-Io volevo solo stare con te…- dice in lacrime.
-Siamo stati bene, Tom. Ma adesso non possiamo più stare insieme-
-Non possiamo, perché tu non vuoi!- esclama rabbioso.
-No, perché siamo troppo diversi! Ti prego, lasciami andare, Tom! Non dirò a nessuno di tutto questo, ma tu lasciami andare!- esclamo impaurita.
Lui scuote la testa e mi guarda -Perdonami amore. Io ti amo…- e poi un rumore sordo. L’odore di polvere da sparo che riempie le narici. La mia maglietta cambia colore. Guardo la chiazza rossa e poi guardo lui, spaventato, improvvisamente pallido. Mi manca il respiro. Gli occhi si fanno pesanti.
No, non ti perdono, Tom. Non ti perdono. Mi stai togliendo la vita. Mi stai togliendo tutto. A quindici anni non doveva finire così. Avevo tutta la vita davanti. Dovevo diplomarmi, andare all’università e nel frattempo continuare il mio sogno. Cantare. Lo sai quanto amavo cantare. E tu mi hai uccisa, come un cacciatore che uccide il suo usignolo preferito perché lui canta per gli altri e non per lui. Non doveva finire così. Che ho fatto di male? Penso ai miei genitori, ai mie fratelli, alla mia migliore amica, ai miei compagni. Penso a tutti loro. Tutti loro che mi cercheranno, mi daranno per dispersa, mentre continueranno a sperare nel mio ritorno. E invece io non ritornerò più. E magari il mio corpo non lo troveranno mai.
Guardo per l’ultima volta il viso del mio assassino e cado a terra, sul freddo marmo, come una foglia d’autunno che cade da un albero spoglio. Silenziosa. Priva di vita. È così che si chiude il capitolo della mia vita. Con la parola “fine”, scritta con il mio stesso sangue.

Fine.
   
 
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