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Autore: sydney bristow    02/03/2011    10 recensioni
Ambientata dopo "Countdown".
Beckett e Castle sono rimasti intrappolati nel freezer...Beckett è rimasta quasi illesa.
Tuttavia a Castle, avendo ceduto tutto il suo calore corporeo alla detective, non è andata tanto bene: dopo il suo risveglio non è più la stessa persona.
Dice di chiamarsi Jameson Rook e di fare il giornalista. Castle crede di vivere sul serio in Heat Wave, è intrappolato nel suo romanzo ed ha dimenticato la sua vita.
Come reagirà Kate/Nikki ?
Possibili spoiler della terza stagione!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CASTLE  
                                                                                                             Cold Heat


                                                                           .





Kate Beckett sprofondò nella più completa disperazione nel momento in cui sentì che che la porta era stata bloccata dall'esterno.
Provò a darle dei forti spintoni, ma purtroppo quella non si mosse. Lei ci provò e ci provò ancora. E ancora.
Infine, Castle la raggiunse e le chiese di fermarsi immediatamente.
Allora lei incominciò a vagare nel freezer, spazientita come mai era stata prima di quel momento.
-Kate…?-
Beckett aguzzò la vista e percorse la parte anteriore del congelatore...doveva esserci una via d'uscita!
-Quanto pensi che faccia freddo qui dentro?- chiese Castle, già tremando.
-Meno uno...- gli disse, con il freddo che già si stava facendo strada nelle sue ossa.
L'ipotermia non si sarebbe fatta attendere tanto a lungo. Kate si guardò attorno, cercando disperatamente una via d'uscita.
Esaminò ancora una volta la porta, poi tirò fuori la sua pistola e sparò per capire dove diavolo fosse quel maledetto blocco.
Lei si girò verso di lui.
-Nessuno sa che siamo qui, Castle. Dobbiamo uscire!-
-Ma questo,- disse, avvicinandosi a lei. -Ci ucciderà e basta.-
-Cosi non va, Castle.- Disse.
-No, non va.-
Anche Richard, ormai, si stava facendo più cupo -oltre che più gelido-
Kate sospirò. Tremando, si strofinò le braccia, cercando di trasmettersi calore. Già stava perdendo sensibilità alle dita.
Castle le si avvicinò e, sfilandosi una manica del suo giaccone, coprì entrambi.
-Castle…- Provò a protestare, ma lui la zittì.
-Prendilo.- le disse, con un'occhiata che non ammetteva repliche. -Prendilo- le disse ancora.
Kate esitò, ma alla fine annuì ed accettò metà della giacca.
Infilando le sue braccia nelle maniche, lei iniziò a cercare una posizione per provare a mantenersi calda.
Castle stava facendo la stessa cosa.
Stava diventando difficile respirare, i polmoni cominciavano a bruciare.
Lui si avvicinò ancora di più e l'abbracciò.
Di norma lei avrebbe protestato, ma faceva troppo freddo ed era troppo grata di ricevere quel poco calore che proveniva dal suo corpo...
Entrambi stavano tremando, le loro labbra erano quasi blu ed erano prossimi a diventare completamente due pupazzi di neve.
Dovevano essere trovati, ed anche in fretta. Rimasero così per un po', cercando di riscaldarsi.
-Jack e Rose.- disse a bassa voce.
-Cosa?- bisbigliò lei.
-Siamo come Jack e Rose del Titanic.-
Lei sorrise leggermente, sorpresa del fatto che, anche in punto di morte per assideramento, avesse pensato al film.
-Mi dispiace.-
Rabbrividì in modo incontrollabile, con il corpo che andava in ogni direzione per vedere se una scintilla di calore potesse essere trovata in un modo.
Lei appoggiò la testa nell'incavo del suo collo, tenendo protettivamente il suo braccio attorno al torso tremante dello scrittore.
Il suo respiro era debole e forzato.
-Per cosa?- mormorò
-P-per essere come sono,- disse lui a stento, afferrandola più strettamente. -Per essere un c-cretino-. - per averti c-cacciato i-in questo g-guaio... -.
Lei lo fece tacere a stento, -Shhh, Castle.-
Per qualche istante rimase zitta per acquistare un po' di forza per parlare.
Lei si spostò lentamente, sollevando la sua testa verso lui come se prendesse dai suoi occhi tutta l'energia.
La sua mano tremolante si allungò in cerca del suo viso, cercandone il mento.
Le sue dita lo toccarono appena quando la mano le crollò contro il torace.
-Castle,- riuscì a bisbigliare. -Grazie...per esserci-
Se possibile, le sue parole lo colpirono e lo accesero allo stesso tempo.
Kate, rinchiusa in un freezer assieme a lui, ammetteva a modo suo la cosa che le sue orecchie erano sempre state desiderose di sentire da tanto tempo:
che lei lo amava.
-Per sempre...- e lo aveva detto con sincerità. Richard Castle sarebbe sempre stato al fianco della detective Beckett.
La sua lotta per rimanere cosciente diventò più elaborata e lei si sentì scivolare in un abisso oscuro, sinistro e terribilmente gelido.
Non voleva morire, aveva troppe questioni lasciate in sospeso: scoprire la verità sull'omicidio della madre, stare ancora con le persone care...
Non aveva ancora detto a Castle che lo amava...
Non voleva morire con la coscienza che il suo segreto amore per lui l'avrebbe seguita nella tomba.
-Voglio solo dirti quanto ti a...- lei svenne all'improvviso prima di poter finire la frase.
Lui forzò il suo collo rigido a inarcarsi, scrutando attraverso una foschia polverosa di bianco della mano pallida di Kate Beckett.
-Kate,-
Nessuna risposta.
-Stai con me, Kate,- la pregò, pregandola di svegliarsi.
Ripeté questo ancora ed ancora, facendolo diventare una nenia, dondolandola.
-T-ti amo a-anche io...-
Poi anche lui cadde incosciente.



  
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