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Autore: crystalemi    03/03/2011    9 recensioni
Sirius e James tornano da un attacco e portano con loro le tremende parole di Dumbledore.
Sirius era sempre stato orgoglioso, così aggiunse solo un “E’ guerra.” falsamente disinteressato visto che il tono risultò quasi un pigolio terrorizzato.
[!Scalata Wolfstar Challenge!]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Breathing




Remus guardò appena fuori dalla finestra del salotto dei Potter, estraniandosi dalle chiacchiere di Peter che ogni minuto che passava lo rendevano più ansioso (Pensi che James stia bene? Credi che ne uscirà vivo, vero? Insomma, James è forte, gli farà il culo, ne sono certo!) e sospirò piano mentre il cuore gli scivolava sul fondo dello stomaco e il pensiero più egoistico della sua intera vita gli si affacciava con crudeltà alla parte cosciente della sua anima.
Chi se ne frega di James?
C’era qualcosa nell’aria, Remus lo sentiva e Lily probabilmente lo sapeva bene. Non si trattava più di piccola guerriglia fra loro e i Mangiamorte, non era più una partita a scacchi fra Silente e Voldemort, ormai c’era di più, profondamente più spaventoso e al contempo quasi elettrizzante.
Remus sentì un brivido freddo attraversargli la spina dorsale e due figure si Materializzarono nel giardino di Lily e James, stringendosi in due mantelle scure. Afferrò la bacchetta e fece cenno di nascondersi a Lily e Peter, con una sicurezza che sapeva derivare puramente dalla necessita. Non era mai stato un ragazzo sicuro, se non in argomenti riguardanti lo studio, tutte cose che in realtà non servivano a nulla.
«Siamo noi.» bisbigliò la voce di Sirius dall’altra parte della porta d’ingresso e il cuore di Remus perse prepotentemente un battito. Quella voce, quanto aveva avuto bisogno di sentirla in quelle ore di attesa? Quante volte aveva pregato di poterla riascoltare in una domenica grigia e piovosa davanti ad una cioccolata calda e un film noleggiato a caso? Sul suo collo, nelle sue orecchi, vicino alla sua bocca...
«Cosa abbiamo fatto sabato pomeriggio?» chiese cupamente Remus, la paura ancora ancorata al cuore.
«Siamo andati a comprare le tende, abbiamo noleggiato un film, preso due birre dal frigo e poi ci siamo dimenticati di tutto, perché abbiamo finito per fare l’amore sul tappeto preferito di tua nonna.»
Sirius aveva parlato in modo dolce ma divertito, probabilmente James doveva aver fatto una faccia buffa come quelle di Peter e Lily al riassunto della giornata. Remus sorrise e tolse l’incantesimo per tenere chiusa la porta; appena vide Sirius (i capelli neri fradici, gli occhi grigi e profondi preoccupati ma ancora innamorati, il sorriso sghembo sul volto, il naso rosso per il freddo...) Remus gli si gettò addosso, senza badare alla veste fradicia e alla pioggia che cadeva a catinelle. Vide con la coda dell’occhio James sorpassarli e alzare Lily fra le sue braccia, ma presto fu distratto dall’abbraccio vigoroso e quasi disperato di Sirius.
Sempre più si convinse che qualcosa non andava, perché mai Sirius l’aveva stretto così a sé di fronte a James, quasi per lui fosse una grande rinuncia alla sua virilità, ma ora si stava aggrappando a lui con forza e quasi paura. Lo tirò dentro e quasi scivolarono uno sull’altro rischiando di volare entrambi per terra, ma sicuramente inzupparono la moquette di casa Potter.
Trascinò Sirius – che rideva in modo tirato e decisamente nervoso – a sedersi davanti al caminetto acceso, accanto a James e Peter passò anche a lui una coperta di lana, in cui Sirius subito si avvolse nascondendo perfino la testa e riemergendo solo qualche minuto dopo, mentre scalciava via la mantella, la veste e le mutande.
«Dumbledore... lui...» cominciò James, ma la voce li morì presto in gola e Remus sentì il cuore di piombo, cadere giù e seppellirsi sotto le fondamenta di quella casa. Sirius tacque e sfuggì gli occhi supplichevoli di James nascondendosi fino al naso nella coperta, fissando con interesse falso e doloroso le fiamme vive.
« Dumbledore ha parlato di guerra, oggi.» mormorò James e mandò giù una buona quantità di saliva, tanto che nel silenzio che si era creato il suo deglutire parve uno sparo.
«Quando?» domandò con voce tremula Lily, sedendosi accanto a James che la fece scomparire sotto la coperta prima di continuare a parlare. Sirius non osò nemmeno guardare di sfuggita Remus.
«Quando eravamo al San Mungo.» sbuffò fuori James, nascondendo il volto nei capelli infuocati della sua fidanzata. Mancavano appena due mesi al matrimonio, si ricordò Remus, e ancora non aveva trovato un regalo.
«Eravate al San Mungo? Perché?» lo squittio terrorizzato di Peter riportò Remus alla realtà, una realtà in cui i regali di nozze erano l’ultima cosa importante a cui pensare. Una realtà che a nessuno di loro in quel momento piaceva. James guardò Sirius, severamente, quasi male, con quella nota di maturità che Remus temeva sempre di vedergli sul volto, perché quando c’era quella qualcosa stava andando per il verso sbagliato. Sirius non rispose allo sguardo, ma tirò giù la coperta mostrando lunghe cicatrici rosso vivo per tutta la schiena.
«Sectusempra.» mormorò solo, rimettendo a posto la coperta. Le gambe di Remus cedettero allo shock di vedere quel corpo amico e amante così mal ridotto e dovette sedersi, così lo fece proprio accanto a Sirius, che si irrigidì sul posto e lo guardò con aria da cucciolo bastonato.
«Mi fa paura, la guerra.» mormorò Lily e scoppiò a piangere per tutti loro. Peter si scusò frettolosamente nascondendo le lacrime e prese il cappotto per uscire subito dopo al freddo novembrino.
Sirius si poggiò contro Remus, mentre l’unico suono in tutta la casa, in tutto il mondo erano i singhiozzi convulsi di Lily e i loro tre respiri spaventosamente regolari.
Remus lo forzò a cedergli la coperta e si mise a sedere dietro di lui, stando attento a non toccare la pelle martoriata, avvolgendogli poi le braccia e la coperta di nuovo attorno. Sirius era caldo e quando si poggiò contro il suo petto lo sentì bollente sulla pelle e gelido dove i capelli lo sfioravano.
«Non mi fa male, l’hanno messa fuori uso.» mormorò Sirius e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Non pianse, benché Remus avrebbe voluto che l’avesse fatto invece che tenersi tutto dentro, benché sarebbe stato così semplice essere il gay con cui la società li identificava con i suoi mille pregiudizi; ma Sirius era sempre stato orgoglioso, così aggiunse solo un “E’ guerra.” falsamente disinteressato visto che il tono risultò quasi un pigolio terrorizzato.
Rimasero così, finché Sirius non si addormentò spossato e Lily smise di piangere.
Remus sperò con forza che quella non sarebbe diventata la colonna sonora della sua vita, ma col senno del poi, si sarebbe detto che avrebbe mille volte preferito passare la vita ad ascoltare Lily piangere fra le braccia di James e il respiro veloce e spaventato degli incubi di Sirius. Piuttosto che niente la guerra, ma con loro al suo fianco per sempre.




Note finali: Questa fic sarà l'ultima della mia scalata probabilmente, in quanto ho sforato coi tempi. Da una cosa mi da fastidio perché stavolta veramente ho avuto troppe cose da fare, ma dall'altra posso tirare un sospiro di sollievo al pensare che posso concentrarmi su Iustitia e finire quella. Comincia a pesarmi il fandom di Harry Potter; senza contare che mi sembra di scrivere per me stessa e due-tre persone, perciò a questo punto evito anche di pubblicare e passo le cose a chi vuole leggere e mi contatta. Sono stanca di vedere duecentro-trecento letture e una-due recensioni - e sono profondamente grata a questi poveri angeli che mi commentano evitando di buttarmi giù. Non ho un carattere abbastanza forte da far finta di niente: sono anni che va avanti così e perciò non posso non pensare che il problema sia io e non la società e tutto il resto. Scusate lo sfogo ma sono davvero stanca e sfibrata da questo andare avanti e far finta di nulla, è anche giusto che una scrittrice prenda atto del non essere minimamente seguita ♥

   
 
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