Anime & Manga > Tengen Toppa Gurren Lagann
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Autore: White Gundam    03/03/2011    2 recensioni
Nel villaggio di Gia Kamina e il capovillaggio stanno nuovamente litigando. Riuscirà Simon a fa ragionare suo fratello? O sarà Kamina ad insegnare un importante valore al più piccolo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kamina, Simon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti quanti, lettori e lettrici, sono tornata con una breve one-shot su Gurren Lagann, nuovamente incentrata sui due "fratelli" e sul mondo che Kamina si ritrova a contestare prima di raggiungere la superficie. Spero possa piacervi e mi farebbe piacere ricevere qualche vostro commento se possibile^^
Enjoy you by

White Gundam





ADULTI

Urli. Gridi. Le parole escono dalla tua bocca come un fiume in piena, il tuo volto giovanissimo si riempie di rughe. Io ti guardo e ti prendo la mano, tu rischi di storgermela tanta è la forza con cui ricambi la mia stretta, la rabbia della tua voce si trasferisce al tuo corpo che vibra in tremiti sconnessi. Io non mi lamento, stringo i denti e aspetto, ma non pari essere minimamente intenzionato ad allentare la presa.
"Fratello..."
Sussurrò, pronto a dirti di lasciar perdere ma vedo i tuoi occhi ridotti a fessure e non trovo la forza di concludere la frase. So che sei arrabbiato, so che sei furente, e so anche che non me lo dirai mai perchè mi consideri il tuo fratellino, ma sei arrabbiato anche con me che non ho preso le tue difese.
Il capovillaggio sbraita più forte di te, pretende la tua resa, ma più lui pretende più tu ti impunti. Lo sai che alla fine sarai tu a pagarne le conseguenze, ma la tua è una questione di principio. Hai ragione tu fratello, ma non lo capisci che lui è un dannatissimo adulto e noi semplicemente dei ragazzi? Non lo capisci, Kamina, che lui ha il coltello dalla parte del manico, che è lui che detiene il potere con la forza?
Ti sento ribattere e ti guardo, vedo i tuoi muscoli tendersi e irrigidirsi sotto il bastone che, con forza, si schianta sulla tua spalla sinistra, e nei miei occhi ricolmi di paura e lacrime, ti vedo alzare nuovamente la testa e aprire ancora la bocca a far valere le tue idee e la tua posizione. Lui ti guarda con astio, sei l'unico di noi ragazzi che non è ancora riuscito ad ammaestrare, ti minaccia e ti perquote di nuovo, ma tu non crolli e non ti arrendi. Col sangue che ti cola dal naso per i troppi colpi ricevuti e scende fino alle tue labbra, parli ancora, con tutta la rabbia che pervade il tuo corpo e, allora, io comprendo.
Non è vero che non capisci come funzionano le cose, lo sai benissimo, forse lo sai meglio di tutti noi codardi che non abbiamo il coraggio di protestare. Sai che lui imporrà sempre la sua ragione, sai che lui potrà farti qualunque cosa perchè è il tuo tutore, perchè è a lui che quel villaggio appartiene e tu non sei altro che un ragazzo che ha avuto la sfortuna di nascere dove lui comandava. Lo sai, ma non riesci a fartelo andare bene, pretendi che le cose cambino, pretendi quel rispetto che non ti è mai stato portato, pretendi quella parità che, finchè non sarai adulto anche tu, non potrai mai ricevere.
Ti guardo e ti capisco, tuttavia non riesco a trovare la forza di espormi e prendere le tue difese. Mi limito a stringermi a te, in un vano tentativo di fermarti, vedo i lividi sul tuo corpo e il sangue che perdi dal naso e appoggio la fronte sul tuo busto, non voglio vedere oltre.
Sento ancora le vostre grida e i tuoi muscoli che si tendono senza mai rilassarsi per un pò, poi la tua mano si posa sul mio capo e lo costringe ad alzarsi, vuoi che guardo, pretendi che io veda quel che succede. Vedi il mio volto spaventato e con un braccio cingi il mio corpo per rassicurarmi ma, allo stesso tempo, mi impedisci di abbassare la testa.
Sento le tue ragioni e so, che in fondo, sono anche le mie. Sento la tua forza di volontà che ti permette di non arrenderti e sento che non posso stare zitto un secondo di più.
"Adesso basta!"
Grido, e il capovillaggio mi guarda sbarrando gli occhi.
"Kamina ha ragione!"
Concludo e sento la mia voce molto più aggressiva di quanto avessi mai pensato potesse essere. Dopo un attimo di sorpresa gli occhi dell'uomo si riducono a due fessure e il suo bastone si alza di nuovo. Chiudo gli occhi, sento un colpo secco ma nessun dolore. Riapro gli occhi e noto il tuo braccio destro teso a proteggermi. I tuoi occhi di fuoco incrociano quelli del capovillaggio ancora una volta, poi alzi la testa e te ne vai.
"E' solo il primo round."
Biascichi e ti allontani. Io ti seguo e ci sediamo su una pietra, prendo delle bende e comincio a medicarti.
"Sei stato bravo, Simon."
Le tue parole mi colgono di sorpresa. Alzo le spalle:
"Insomma, ci ho messo del tempo."
Rispondo, tu mi sorridi e mi scompigli i capelli:
"Hai imparato a ribellarti quando è necessario, è questo che conta."
Rispondi. Ti sorrido, poi ti guardo e ti pongo la domanda che mi rimbomba in testa con toni assordanti:
"Quando io e te saremo adulti, fratello, ci comporteremo anche noi in questo modo?"
Il tuo volto si fa serio e, ponendo due dita sotto il mio mento, mi costringi a guardare nella tua direzione, i toi occhi sono sicuri così come le tue parole:
"No, Simon, noi no."
   
 
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