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Autore: Lady Diamond    03/03/2011    6 recensioni
Celeste Riffler è l'abile portiere dei Celestini ma la giovane contessa ha anche un segreto che nasconde da molto tempo.
Si ritrova divisa fra le sue più grandi passioni che stanno completamente rimescolando il suo mondo.
Cosa succederà quando questo segreto verrà a scoperto?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Celeste, Lucifero, Samira
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ore 18:80 Vecchia fabbrica di sardine

"Celeste,sei ancora in ritardo! Ogni giorno è sempre la stessa storia!!!" disse sbraitando Lucifero. Oramai quella scena si ripeteva ogni giorno, tanto da diventare sempre più fastidiosa ed irritante per entrambi.
"Scusami, non volevo è che…" biascicò la contessina incredula.
Le parole sembravano morirle in gola, spente da quel senso di assuefazione che la infastidiva costantemente. Proprio non riusciva a comprendere i motivi di quegli attacchi. Avrebbe potuto continuare all'infinito a crearsi mille congetture; quelle erano domande assurde, le stesse che continuavano a rimbombare nella sua mente da tempo.
Domande senza risposta.
"E che, e che e che?...C? Non m’interessa niente! ora fila subito al tuo posto e iniziamo l’allenamento, e mi dispiace ma tu starai in panchina, venerdì giocherà Veronica" sbottò il capitano furente. Ancora una volta aveva ceduto ai suoi impulsi. Era troppo orgoglioso per permetterle di passarla liscia.
Erano pur sempre i campioni mondiali e Lucifero non aveva alcuna intenzione di perdere, soprattutto se la causa era Lei.

"Lu è vero, lei ha sbagliato ma non ti sebra di esagerare troppo con lei?" s'intromise Memorino, sperando invano di risolvere la situazione.
Lucifero gli rivolse uno sguardo torvo, inghiottendo la rabbia che stava strisciando velenosa sotto la sua pelle.
Memorino doveva smetterla di difenderla sempre, in ogni situazione!
Celeste, Celeste, Celeste. Sempre e solo Celeste.
"Filate al vostro posto,iniziamo con un giro di corsa" tuonò con tono imperativo, costringendosi a non dar voce alla rabbia.


 
Presto passarono tre ore di allenamento intensivo. Lucifero quel giorno aveva torchiato i suoi amici, che stanchi e sudati salutarono il capitano, ma nel momento esatto in cui Celeste salutò il capitano, questi la bloccò per un polso, costringendola a voltarsi.
"Aspetta Celeste,tu ora rimani qui ancora mezz'ora. Devi recuperare la mezzora di allenamento" esclamò il moro con un tono duro, guardando con durezza la giovane contessa.
"Ma Lucifero, dopo come torno?" si lamentò lei. Proprio non riusciva a capirlo. Il suo segreto l'aveva distrutta fisicamente quel giorno, ed il pensiero di dover continuare ad allentarsi la spossava profondamente.
Rivolse uno sguardo incerto al capitano, perdendosi in quelle iridi smeraldine che le scombussolavano l'anima. Improvvisamente avvertì un senso di calore imporpolarle le gote rosee.
"I tuoi non hanno una limosine? Ecco, risolto il problema".
"Lu, i miei non ci sono,sono fuori per lavoro. Non ho nessuno che possa venire …" ammise, lasciando la frase in sospeso.
Le faceva male ammettere quella verità. Odiava essere sola, detestava i suoi genitori. Loro non avevano mai tempo per lei, sempre attaccati al cellulare, come se quei maledetti ordigni fossero un prolungamento delle loro orecchie.
"Sì, sì, ho capito,ti accompagno io" fece lui apparentemente seccato, nonostante gli facesse piacere poter trascorrere qualche minuto con quella ragazza speciale.
Ma questo lei non lo avrebbe mai saputo.
"Grazie" mugugnò Celeste, sorridendo felice.
Avrebbe voluto urlare, saltare per la gioia ma, dopo gli ultimi giorni, convenne che non poteva esultare in quel modo.
Lui sembrava piuttosto irritato e non aveva alcuna intenzione di risultare inopportuna. Sospirò pesantemente, quasi afflitta.
Chissà come avrebbe reagito se solo avesse saputo. Temeva il momento di quella confessione, ma non si sentiva ancora pronta.
Quel passo era ancora troppo grande.
"Di niente" le rispose con un sorriso smorzato, calciando vigorosamente la palla in porta.
Avrebbe solo voluto sapere cosa Celeste nascondesse.
Perchè non si fidava di lui?
La mezzora passò in fretta e i due “ amici” si avviarono verso Villa Riffler, chiacchierando del più e del meno.
La ragazza volevo confessargli un suo importante segreto, ma non sapeva come il suo quasi-ragazzo l’avrebbe presa. Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse di essere giunta a destinazione e rispose solo alla quarta o quinta chiamata di Lucifero, che attirò l’attenzione della ragazza iniziando ad imitare qualche animale.
"Si può sapere che ti prende?".
"Niente Lucifero, niente" replicò lei sospirando, distogliendo lo sguardo con fare furtivo.
"Ne sei sicura? È successo qualcosa?" domandò il capitano perplesso, prendendole inaspettatamente la mano.
"Sì sì, a domani!" esclamò la contessina, cercando di fuggire all'interno della sua villa, ma il suo polso venne bloccato dal capitano, che le intimò:
"Sii puntuale!".
"Ci proverò!" replicò lei, stampandogli un lieve bacio a fior di labbra, per poi fuggire dentro.


La prima cosa che fece fu quella di entrare nella sua mini-palestra, inserì un cd di musica classica e iniziò a danzare,quando ballava si sentì viva,piena di energie,esattamente come quando giocava a streefootball con i suoi amati Celestini.
Si fece tardi mentre provava il balletto per cui era stata scelta come prima ballerina,e si stava impegnando molto, forse troppo, togliendo spazio al calcio.
Si distese sul suo letto, rimuginando suoi suoi pensieri, mentre un pensiero lentamente si faceva strada nella sua mente.
"Dovrei dirlo, infondo loro sono i miei migliori amici..ma….come la prenderebbero? Sicuramente Jeremy riderà, scimmiottando il ballo per molto, molto tempo. Memorino e Veronica non direbbero nulla a parte preoccuparsi della pallastrada. Mentre Lucifero… beh, è Lucifero. Si arrabbierà. E mi odierà … a lui importa solo la pallastrada.
Solo Sam conosce la verità, e si preoccupa per me. Pensa che io non mi debba stancare molto e infondo ha ragione. Sono stanca, mi si chiudono gli occhi…qualcuno mi aiuti! Queste paure mi uccidono, diamine.”


Presto giunse un nuovo giorno e Celeste e Samira si incontrarono a scuola, così la contessina si avvicinò all'amica, visibilmente in cerca di consigli.
"Sam, aiutami tu. Secondo te lo devo dire? Il problema non è solo questo ma c’è il mio compagno di danza che è davvero carino e non vorrei che se Lucifero mi vedesse con lui pensi al male. Entrambe sappiamo com'è fatto".
"Se la pensi così allora devi dirlo".
"Samira, io ho paura di fare un errore".
"Se ami queste cose sappi che non fai un errore! Ne stai commettendo uno negando la verità".
"Già, lo so. Ma se io mi cacciasse dalla squadra?"
" Questo non succederà"disse Salima accennando un sorriso fiducioso. Era disposta a tutto pur di aiutarla, compreso sfidare il capitano se fosse stato necessario.
 La giornata scolastica cessò con il suono della campanella, un suono simile alle arpe del paradiso per molti studenti. Così le due ragazze uscirono dalla scuola, per poi impalarsi con sguardi allibiti quando videro la figura di Lucifero che le aspettava con aria assorta oltre i cancelli. Celeste afferrò la mano di Samira in cerca di coraggio, per poi correre incontro al capitano.
"Ciao ragazze" .
"Ciao Lucifero " esclamarono le due in coro, accennando un sorris.
"Celeste ti va di venire a fare un giro con me?" domandò lui con sguardo speranzoso, sperando di poter passare qualche ora con la bella contessa, che con tono dispiaciuto esclamò:
"No, mi dispiace, ecco la mia macchina. Ciao a più tardi!" asserì la contessa con tono evasivo.
Era maledettamente in ritardo!
Sul volto del capitano si dipinse un'espressione spenta. Era deluso da quella risposta inaspettata.
. I suoi soliti pensieri catastrofi sembravano aver preso nuovamente il sopravvento. Ancora una volta si ritrovò a dubitare di lei. Era stato escluso da lei, dalla sua vita.
Lei era pur sempre una contessa e lui sarebbe sempre stato il povero orfanello.
"Qualcosa non va?" domandò Samira cautamente, mordicchiandiandosi il labbro con fare nervoso.
Oramai quella situazione era diventata insostenibile anche per lei.
"No, va tutto bene. È solo che … no, niente. Sto bene" asserì, confuso, distogliendo lo sguardo dagli occhi dell'amica.
"Ascoltami" fece lei con tono serio, attirando completamente l'attenzione del capitano. "Segui la macchina, forse capirai".
"Devo preoccuparmi? Cosa c'è sotto?"
" Tranquillo Lu, andrà tutto bene. Ma giura che non ti arrabbiarai".
Il ragazzo rivolse a Samira uno sguardo torvo ed interrogativo, fuggendo via con un magone soffocante.
Doveva assolutamente trovare Celeste.



Il cuore gli batteva a mille, il fiato era sempre più corto, quando vide la limousine svoltare l'angolo. Istintivamente corse più veloce, per poi impalarsi all'improvviso.
Celeste era lì che sorrideva e parlava amabilmente con un ragazzo che aveva la sua stessa età. Sembravano molto intimi, lui la guardava con dolcezza e subito nel cuore di Lucifero s'insinuò il seme cattivo della gelosia.
Sollevò lo sguardo, notando l'insegna che sovrastava l'immenso edificio.
"Accademia internazionale di balletto".
Ed in quel momento tutto gli fu chiaro: Celeste conduceva una sorta di doppia vita dalla quale era stato ingiustamente escluso. Avvertì una sensazione di rabbia crescere nel suo ventre, sentiva le mani fremere di rabbia e così, mosso dalla curiosità, si arrampicò su una finestra, aspettando di vedere cosa facesse realmente Celeste, continuando a sperare di aver frainteso.
Per fortuna sua fortuna la scuola aveva delle vetrate abbastanza ampie. E finalmente la vide.
Celeste stava eseguendo elefanti di danza classica mentre dispensava fin troppi sorrisi affettuosi -almeno secondo Lucifero- a quel ragazzo, il quale ricambiava affabile.
Decise di aver visto abbastanza, ler poi fuggire al solito posto, trovando già i suoi compagni, dando subito iniziò ad un durissimo allenamento, colmo di rabbia.
Calciava la palla, ordinava e stillava, cercando di sfogarsi, mentre le immagini continuavano a riaffiorare nella sua mente.


Celeste, come al solito arrivò in ritardo, ma sul suo volto era apparsa un'espressione consapevole, nonostante dentro di sè provasse anche un profondo turbamento. Sapeva che quello era il momento giusto. L'occasione da cogliere.
Ma nel momento esatto in cui aprì bocca, Lucifero inveì con irruenza contro lei.
"Arrivi sempre in ritardo ed ora ci menti! Io so cosa fai, so perché ritardi sempre. La danza! Diamine, Celeste! Devi decidere fra noi ed il balletto. E da quanto ho visto sei incapace in tutti e due i campi. E poi chi era quel bell’imbusto che ballava con te?"?
Celeste impallidì, cercando di trattenere le lacrime amare. Come poteva averle detto questo? Come poteva ferirla in quel mondo?
"Questa è la mia vita! Io amo entrambe le cose. Tu non puoi decidere cosa io posso o non posso fare" strillò con un tono acuto colmo di rabbia.
Lucifero distolse lo sguardo, sibilando freddamente:
"Vattene".
Celeste annuì tristemente, rivolgendo un ultimo, tacito, saluto ai suoi amici, fuggendo via fra le lacrime. Solitamente avrebbe lottato o combattuto per ciò che voleva, ma quella volta, oramai, non era nient'altro che una guerra persa.
Il ragazzo fu subito accusato da Samira e Veronica di essere un “rude zoticone che non sa fare altro oltre ad offendere la loro amica”.
Con la sua solita aria da strafottente liquidò i suoi amici, rintandosi al porto affinché potesse riordinare i suoi pensieri e trovare un modo per riparare ai suoi errori.
"E se Celeste ora deciderà di lasciarmi? No non potrà farlo. Non stiamo ufficialmente insieme, oltre a qualche bacetto fra noi non c'è nulla di definito. L'ho ferita ed umiliata, cacciandola dalla squadra. Proprio lei che ha fatto sempre di tutto per noi.
Dio, cos'ho fatto? Cosa dovrò fare ora? Come posso chiederle scusa e rimediare?"
. Una voce lo fece sobbalzare. "Portale dei fiori e chiedile scusa. Va da lei,vchiedile di ballare per te e solo per te. Dille quel che provi per lei, non lasciarla appassire".
"Sei tu Memorino?"
"Sì sono io, e sappi che tu sei veramente insopportabile a volte"
"Lo so"
"È una magra consolazione. Comunque va da lei".br /> "E mi sbatterà la porta in faccia?"
"Entra dalla finestra"
"Giusta osservazione" asserì Lucifero ridacchiando, sussurrando grato un timido grazie.



Celeste era in camera sua distesa sul suo letto fra mille pensieri. Era triste e disperata, tanto da non avere più idee su cosa avesse dovuto fare per risolvere quella situazione.
Improvvisamente un rumore molesto provenienti dall'esterno attirò la sua attenzione, costringendola ad aprire la finestra per scoprire cosa fosse successo. "Lucifero! Cosa ci fai qui?" chiese sorpresa, improvvisamente rianimata da quel gesto inaspettato. Il capitano distolse lo sguardo, grattandosi la testa con fare nervoso, per poi esalare in un fiato:
"Voglio chiederti scusa. Sono un cretino, a volte".
Celeste ridacchiò, socchiudendo la finestra urlando:
"Arrivo subito".
Come un razzo la giovane Riffler scese al primo piano, aprì la porta e si gettò fra le braccia del suo capitano, avvertendo la sensazione di pace che solo lui sapeva donarle, per poi trascinarlo in casa
. Non appena furono dentro Lucifero prese posto accanto a lei, stringendole dolcemente la mano, sussurrando impacciato: "Sai Celeste, non avrei mai dovuto dirti quelle cose. È che mi sono sentito escluso dalla tua vita. In realtà tu sei molto brava e vorrei ammirati mentre danzi"
"Va bene, ma lo farò solo se tu decidi di ballare ora con me".
"Ma io sono incapace".
"Sarà, ma se non lo fai vuol dire che non mi vuoi bene".
"Infatti".
"Cosa?!?"
"Io non ti voglio bene!". Vide l'espressione di Celeste rabbuiarsi, facendogli scappare un risolino. Le prese dolcemente la mano, sussurrandole
: "Io ti amo ed ora insegnami a ballare".
Celeste sorrise serena, ricambiando la stretta, replicando entusiasta: "Con molto piacere e… Lucifero".
"Dimmi".
"Anche io ti amo, gelosone".
   
 
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