Salve
lettrici e lettori, oggi voglio portarvi con me e potrete assistere ad
un
piccolo episodio.
Periferia
di New York – ore : 17.03
"Eccoci a casa tesoro, non sei
contenta?" chiede la donna con un viso
che ostenta tranquillità.
La
bambina fa cenno di sì col capo. La donna posa a terra la
sacca che porta in un
mano, estrae la chiave dalla borsa ed apre la porta della quale si
odono dei
lievi scatti dovuti al chiavistello che ruota. Varca la soglia dopo
aver preso
la sacca e, dopo aver accesso l’illuminazione interna, si
dirige verso la
camera della bambina. Ad una prima occhiata la si definirebbe un
piccolo
bocciolo di soli 5 anni che nulla ha da invidiare a Baccador la bionda,
la
corporatura minuta tipica dell’età che fa da base
al capo regolare e
proporzionato. Il viso, dai contorni armoniosi e sbarazzini,
è contornato da
una cascata di capelli, dell’oro più scintillante
e luminoso che esula da ogni
immaginazione; dorato che risalta ancora di più sulla nivea
pelle, che non
sembra la sua normale tonalità. Occhi color
dell’ambra che ricordano la
dolcezza del miele d’acacia, si potrebbe dire che siano un
poco luminosi per
una bambina di quella età ma ne trasudano
l’essenza. Un giubbotto bianco come
la luna ne fascia il corpo, una gonna della notte più scura
l’avvolge fin sotto
le ginocchia con delle scarpe color rubino del melograno più
maturo.
"Eccoci
arrivati, aspetta che ti aiuto" sussurra la donna alla piccola.
Il
volto della donna tradisce una nota di tristezza mista a
qualcos’altro che ha
dell’indecifrabile per chi non è lei.
Inizia
a disfare il letto ed a svestire la piccola. Poggia i vestiti su di una
sedia
lì vicino e le infila il pigiama giallo con
un’immagine di Winnie the Pooh sul
petto. La bambina s’intrufola sotto le coperte e la madre va
alla sedia ed
inizia a piegare i vestiti della figlia, riponendoli scrupolosamente in
un
cassetto dell’armadio.
La
camera, non grandissima, ha una portafinestra che dà sul
balcone, collegato
alle altre camere del primo piano, da dove è possibile
ammirare il giardino che
sa’ molto di occidentale. Un prato in stile inglese non
è il primo elemento ad esser notato bensì
l’uso di piante tipiche della macchia mediterranea, il
rosmarino utilizzato per
le siepi con i suoi bellissimi fiori del violetto-rosato. Gli alberi di
lauro e
di olivo messi in serie parallele, sembrano quasi prendersi per mano e
dare il
via a qualcosa di unico nel suo genere. Sulla sinistra della camera
c’è il
letto, in linea orizzontale rispetto alla porta, col comodino e
relativa
lampada di Winnie the Pooh. Un po’ più in
là del comodino è presente una
scrivania con diversi fogli sia bianchi sia colorati, con pastelli di
diversi
colori, diverse penne miste a matite sono tenute nel portapenne sul
vertice
alto mentre su quello destro è presente una cornice con una
foto di una bimba
piccola che abbraccia un cane di razza Labrador. L’altro lato
della camera
presenta un armadio a due ante di una tonalità chiarissima
col quale una
persona sarebbe definita malaticcia, alla sua sinistra sono presenti
delle
mensole che presentano differenti Barbie e differenti action figure di
Hello
Kitty e sotto di esse una cassettiera. Concludendo troviamo un
orologio, sotto
campana di vetro, di colore ottone e due pagliacci di porcellana di
discreta
qualità, ai suoi lati.
"Mamma
vuoi leggermi una…" dice la bambina che è
interrotta dalla madre prima
di poter finire la frase, "Si, tesoro. Vediamo un po’ quale
posso
leggerti oggi."
La
donna si dirige verso la cassettiera ed estrae una cartella, la apre ed
inizia
a sfogliarne il contenuto; poco dopo, estrae dei fogli e sistema la
cartella,
lasciandola sulla cassettiera. Prende una sedia andando ad accomodarsi
al lato
della figlia.
"Continuiamo
con la raccolta dell’altra volta, Il fascino del seccante
– ShikaIno
moments." Si schiarisce la voce e con una tonalità da mezzo
soprano
dice: " Il titolo è: Di donne ammogliate" ed inizia
a leggere.
"Il grosso energumeno camminava avanti e indietro, grattandosi il grasso doppio mento con aria pensierosa. Intorno era il silenzio, disturbato solo dal lieve frusciare delle sue lunghe e pacchiane vesti, e dallo scampanellare dei suoi pesanti gioielli d’oro.
Un lievissimo
scricchiolare di
nocche si mischiò al rumoreggiare della goffa andatura del
governatore dalle
vesti inconsuete...
“Ovviamente stiamo aspettando il
responso di una importantissima missione e io me ne sto qui a fare
fantasie erotiche su Shikamaru. Sei una ninfomane, Yamanaka.”
……………………………………………...............................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................
“Già,
l’ho scoperto a mie spese…”-
commentò Ino, lanciando un’occhiata divertita al
compagno dal codino al suo
fianco.
-“Mendokuse…”-
ribatté lui, come se intuisse già il finale di
tutta quella faccenda.
-“Beh,Sakura-chan,
se non vuoi dormire con me, non mi dispiacerebbe dividere il letto
anche conIno-san…”-
affermò Sai, frapponendosi con sorriso
smagliante fra le due ragazze.
-“Spiacente
Sai-san,
ma io sono già ammogliata… sposata un milione di
volte!”- cinguettò Ino,
accoccolandosi al braccio di Shikamaru, mentre questo sbuffava
pesantemente,
portando gli occhi al cielo con aria esasperata.
-
“Mendokouse!”-***
Durante
la lettura la donna ha dato dimostrazione di essere una brava oratrice,
tenendo
una voce armoniosa e con nessun problema nella lettura, serafica ma
coinvolgente il tanto da tenere la bambina concentrata, rapita dalle
parole che
si diffondevano nella stanza per mezzo della madre. Le espressioni
della donna
cambiavano congiuntamente alle situazioni, in maniera congiunta
cambiavano
quelle della bambina un po’ per influenza del viso un
po’ per l’intonazione
della voce, ora grave ora gioiosa.
"...Mendokouse!",
la donna sorride e guarda la figlia che, rapita, ancora pensa a quanto
appena
ascoltato come se volesse conservare quelle parole per sempre nella sua
mente,
gelosamente, come il più favoloso dei tesori o come il
più perfetto dei
diamanti.
La
donna accarezza la fronte della bambina andando a porvi un bacio tenero
e ricco
di significato e dopo averla fissata per qualche attimo dice:
"Tesoro la mamma va al piano di
sotto, chiamami se hai bisogno di
qualcosa."
Esce
dalla camera e si avvia al piano di sotto, scende la scala a chiocciola
e si
ritrova nel salotto. Sosta per un po’ al centro della stanza
come fosse paralizzata
da un qualcosa d’invisibile, o da cera, che la riveste, ad
impedirle qualsiasi
movimento possibile ed ipotizzabile. Ridestatasi, si siede sul morbido
divano
color avorio situato nel baricentro del salotto e vi sprofonda, dando
la
sensazione che si trovi su di un qualcosa ben distante,
concettualmente, da un
divano. Un qualcosa che la divora dall’interno come larve di
Cochliomyia Hominivorax
o come un tumore, che in modo silente ma inesorabile compiono il loro
cammino dall’interno
senza che nessuno possa accorgersi della
transizione dall’esterno. Il viso allegro e rilassato
acquista ora un che di
grave e malinconico che sconfina nel dolore più profondo,
incommensurabile ed imponderabile.
La bellezza del viso è rotta da una maschera nuova, di
difficile definizione. Lacrime
simili a rugiada mattutina iniziano a stillarsi dagli occhi color
cielo, creando
un rivolo formato da acqua, sali e mascara. Questo miscuglio giunto al
mento
distilla per gravità penserebbero i più, ma noi
siamo portati a pensare anche al
peso di quelle lacrime che deriva dal loro effettivo significato. Il
viso
trasuda pianto e disperazione, quella profonda come un buco nero che
ingloba
tutto il tuo mondo lasciandoti con un pugno di niente. Una piccola
macchia di
una tinta più opaca si è formata sulla gonna
color panna di taglio abbastanza
elegante, che insieme ad una camicetta del bianco assoluto, completano
il suo
abbigliamento; le braccia unite intorno al petto, le mani prese da un
lieve
tremore che divampa e straripa verso il resto del corpo dandone
un’immagine
alquanto strana, se non bizzarra. Suggestione o realtà?
Lentamente va sdraiandosi
sul divano, dove simile ad un orchestra di cicale, inizia un sordo
concerto.
I
capelli neri assumono un’apparenza di stinto,
di spento, di un qualcosa la cui forza vitale è tutta
concentrata in pochi
punti del corpo, e, da qui fuoriesce per fondersi con quel fluido
chiamato aria
che è significato di vita; e così il sonno,
messaggero di Morfeo, viene a
strapparla dalla scabrosa realtà quotidiana e
dall’insostenibile,
insopportabile pensiero, di essere abbandonata nell’arco di
pochi giorni dal
suo piccolo bocciolo, che ama più di qualsiasi altra cosa e
persona su questo
mondo, restituendole un po’ di quella forza ceduta
all’aria poco prima.
Ritorniamo
al piano di sopra ed entriamo nella camera della bambina. Il serafico
bocciolo
è sdraiato sotto le coperte ma ad un primo esame non so dire
se dorme o meno.
Nella
stanza regna un silenzio tipico di quelle situazioni in cui la mente si
lascia
facilmente suggestionare, la sensazione che ne deriva è
d’inquietudine
frammista ad una sensazione di ansia che mi assale fin nei
più remoti punti del
mio essere e l’angoscia inizia a ghermirmi l’animo
anche non vedendo al
momento, un motivo valido per spiegare questo mio stato emotivo.
Il
silenzio d’improvviso assume un significato differente,
diverso da quello
precedente. Diviene qualcosa che supera i confini del profondo, che
sconfina
nel vacuo e nell’ignoto dando un senso, quasi viscerale, di
lancinante irrealtà
che si avverte, quasi fosse il profumo dei fiori sul comodino, che crea
una
strana sensazione nello stomaco di mestizia e struggimento. Il tenore
di luce
s’innalza improvviso fino a rendere tutto etereo,
impalpabile, tenue alla
vista. L’orecchio si acuisce e si sente un piccolo boato a
cui fa seguito un “pop”.
Aspetto
che le mie iridi riacquistino il senso dello spazio e della
profondità ed è lì
che la vedo, bellissima, meravigliosa e stupenda. I lunghi capelli
color del
platino più vivido e fulgido trasmettono un senso di
pregiato, parte del
platino raccolto in un ciuffo copre parte del viso, rendendo poca
giustizia ad
uno dei due splendidi zaffiri serici che possiede per occhi; un senso
di
caraibico e di mare sconfinato pervadono nell’incontrarsi con
uno di essi. Il
viso regolare dalle forme morbide ma decise, denota una certa fermezza
di
carattere. Avviluppata in un top dell’inequivocabile viola
che le riveste il
morbido ed invitante seno, lasciando scoperto il sensuale addome, una
gonna
corta le fascia il bacino, gli shorts risaltano le morbide ed
affusolate gambe
avviluppate in delle calze a rete che conferiscono un tocco
d’elevata
sensualità. Dovendo immaginare la perfezione fatta carne non
credo riuscirei ad
immaginare qualcuno di differente.
Si
guarda intorno, fa mente locale con l’ambiente in cui si
trova. S’avvicina con
passo leggero al letto della bambina e le tocca dolcemente il viso un
paio di
volte, quest’ultima apre un occhio e l’osserva per
una frazione di secondo per
richiuderlo velocemente, così che le faccia esclamare con
tono che rivela falsa
stizza:
" Rebecca so che sei
sveglia, non aver timor di me. So che mi vuoi bene così
tanto
eppure non mi hai riconosciuta?"
La
bambina apre gli occhi e si alza col busto fissandola, non riesco a
fare a meno
di pensare che si tratta di un incontro epico fra luna e sole che
s’irradiano
vicendevolmente, ed esclama con incredulità:
"Sei
davvero tu?" continuando a guardarla senza interrompere il contatto
visivo per paura sparisse.
"Che
domande, ovvio che sono l’unica ed inimitabile Ino Yamanaka.
Non sei contenta?!"
esclama
"Certo,
ho desiderato così tanto poterti incontrare… ma
come fai a conoscere il mio
nome?" dice con candore la bambina, portandosi una mano sotto al mento.
"Rebecca,
che domanda mi fai?!" con ostentata gravosità nel tono della
voce,"Come
posso non conoscere il nome della mia fan numero uno?!" e qui si
avverte
una retorica che Rebecca non riesce a cogliere, e lo si deduce dalla
fronte
aggrottata, segno di chi vuol capire ciò che non
è così ovvio.
Continuando
il suo discorso in tono argentino, Ino, trilla " Rebecca devi sapere
che
conosco tutti i nomi dei miei fan e veglio su di voi, per quel che mi
è
concesso, dall’altro
lato."
Qui,
chiunque si chiederebbe cosa significhi dall’altro lato, ma
come può farlo
una dolce bambina di soli 5 anni piena del candore tipico della sua
età?
Ino
aspetta per vedere se la bambina ha qualcosa da dire, probabilmente si
aspettava una domanda ovvia e di rito che non è arrivata e
riprende:
"Rebecca
hai espresso il desiderio d’incontrarmi almeno una volta ed
eccomi qui, conosco
la tua situazione e non potevo non incontrarti. Pensa, ho costretto
quel pigro
di Shikamaru ad accelerare tutta la procedura speciale!" esclama
particolarmente soddisfatta.
"Sono
tutta tua Rebecca, ma non per molto… quindi cosa vuoi che
facciamo?"
La
bambina resta in silenzio per un po’ di tempo, non so
perché ma dà la parvenza
di essere infinito, quindi chiede:
"Perché hai scelto Shikamaru?"
La Yamanala resta per un minuto interdetta, non si aspettava questa come prima domanda; soppesa un po’ i pensieri e quindi con tono dolce, dice:"Non
è facile spiegarlo con le parole. Nemmeno io ho mai pensato
di poter mettermi
insieme a lui ma non si sceglie di chi innamorarsi, è
qualcosa che è nato
dall’oggi al domani. Ho preso consapevolezza di questo
sentimento quando ho
capito che potevo perdere una delle mie persone speciali e scavando fra
i miei
sentimenti ho capito che non era più un semplice sentimento
di amicizia."
La
bambina che ha colto il lieve rossore delle gote della perfezione umana
domanda
di getto:
"Allora
non ti piace più Sasuke?! Cosa farai quando
tornerà?!"
Ino
resta spiazzata per l’immediatezza della domanda, difatti
prende tempo giocando
con l’onda di platino che le investe il viso, rivelando un
certo pudore più per
il fatto che qualcun altro possa udirla, ed esclama:
"No,
non mi piace più Sasuke. Ho capito di amare Shikamaru ed
anche se scettica ed
incredula su di noi come coppia all’inizio, posso dire con
tranquillità che per
Sasuke non ho provato il sentimento che
provo adesso per Shika. Sasuke è stato la mia cotta da
ragazzina; Shikamaru è
il mio amore d’adolescente e spero che possa restarlo per
sempre, ma non glielo
dire mai!" facendole un cenno complice con l’occhio, e
continuando " pensa che c’è qualcuno che si
è preso la briga di scrivere cento
motivi perché io e Shika dobbiamo stare insieme e scrivendo
per ognuno di essi
una di quelle storie che ami ascoltare, non lo trovi buffo?!"
La
bambina riflette un po’ su quanto ascoltato e fa cenno di no
con la testa,
evidentemente per lei ha un’importanza differente.
Ino
fa spallucce e riprende:
"Quando
Sasuke tornerà non ho idea di come mi comporterò.
Ho le idee confuse: delle
volte ho pensato di trattarlo con freddezza e da criminale quale
è divenuto,
altre volte invece, penso di volerlo trattare da amico dandogli del
calore
umano, cosa che gli è mancata di più in questi
anni."
Rebecca
prende consapevolezza della risposta ricevuta ed inizia a pensare a
cos’altro
chiedere mentre inconsciamente comincia a giocare con le mani
componendo figure
improbabili.
Ino
la osserva con dolcezza e con una nota di tristezza perché
lei sa’ cosa aspetta
a quella dolce bambina, pensa alla pena dei suoi genitori nel perderla
e cerca
d’immedesimarsi in lei e pensare a suo padre e sua madre
nella stessa
situazione, quando la bambina né interrompe i pensieri:
"Ino
perché indossi sempre abiti di colore viola?"
"Lo
adoro molto, è il mio colore preferito. Mia madre mi
costringe a comprare
vestiti di altri colori ma, non so resistere senza il viola, mi
dà un senso di
serenità e di forza" dice fulmineamente alla domanda del
bocciolo.
"Ino
mi pettineresti i capelli come i tuoi? Sono così
belli!"chiede
timidamente la bambina.
Un
sorriso splendente si diffonde per la stanza ed è difficile
non restarne
soggiogati tanto che anche Rebecca resta a fissarla. Ino, non resasi
conto
della situazione ripete:
"Dove
tieni la spazzola?"
Il
bocciolo indica col dito un cassetto del suo comodino. Ino si alza e si
avvicina
al comodino, presa la spazzola si siede sul letto; fa girare Rebecca
con le
spalle verso di lei ed inizia a spazzolarle i capelli con delicatezza.
Trascorrono alcuni momenti in silenzio col solo bisbiglio della
spazzola come
due sorelle, quando Ino fattasi coraggio osa chiedere:
"Rebecca
sai perché in questi ultimi mesi stai passando da casa
all’ospedale e dall’ospedale
a casa?!" il timbro della voce di Ino è qualcosa di unico.
Con
mestizia dopo qualche secondo la bambina fa cenno di sì col
capo e dice:
"Ho
ascoltato delle frasi dette fra la mamma ed il papà una sera
che pensavano
stessi dormendo, ho capito che ho una malattia brutta e…" la
voce le
muore in gola e dei goccioloni le si stanno creando negli occhi.
Ino
si pente della domanda fatta ad una bambina di soli cinque anni e
l’abbraccia
con dolce fermezza fra le sue braccia che odorano di buono e di tutto
quello
che più dolce si può immaginare. Il bocciolo
stilla la sua rugiada in soffocato
silenzio sopra il top di Ino e questa rinvigorisce il suo abbraccio
mantenendolo dolce ma fermo.
Presa
dal dolore della bambina si riscuote solo all’udire di un “pop”
familiare a cui fa
seguito questa frase:
" Che fai Yamanaka? Vuoi
restare qui? Il tuo tempo è limitato, mi sembrava di
esser stato chiaro!" dice uno Shikamaru in tono palesemente scocciato.
Il
ragazzo porta la consueta acconciatura che finisce con una coda sparata
all’insù e osservandolo si fa fatica a non pensare
ad un ananas. Gli orecchini
ai suoi orecchi brillano per un momento quasi a voler dare segno della
propria
presenza. Gli occhi color nocciola non si sono scostati per un secondo
dalla
fidanzata, quasi non potessero far a meno di osservare quella che
è la
perfezione conosciuta da loro in ogni centimetro. Il giubbotto da
Chunin, che
ricopre la consueta maglia con la trama a rete, fa da fodero alle mani
ed il pantalone nero come l’oscurità
più
profonda, gli fascia perfettamente le gambe mettendone in risalto la
muscolatura.
Il
bocciolo dimenticando le sue gocce di rugiada esclama stupita:
"Wow,
c’è Shikamaru!"
Shikamaru
colpito e divertito dal tono della bambina, dice:
"Ciao
Rebecca, sono venuto a trovarti ed a rapire una certa ragazza!"
Rebecca
guarda ostentatamente Ino che facendo un po’ la ritrosa
esclama:
"Taci,
Baka!" tirando fuori la lingua in quello che è un gesto
pieno
d’irriverenza.
"Ino
dobbiamo andare, lo sai che non puoi
restare di più da questo
lato!" esclama il ragazzo in tono di rimprovero.
La
fidanzata non ribatte perché è consapevole di
quanto le è stato appena detto,
abbandona la spazzola sul comodino dopo che vi si è
avvicinata, ed abbraccia
con ferma dolcezza il bocciolo avvertendone la tristezza che inizia ad
avvilupparla. Shikamaru scosta lievemente la fidanzata e ponendo in
segno
affettuoso la mano sulla testa della piccola, le dice:
"Piccola
Rebecca, sai dove vanno le mosche bianche dopo la morte?"
La
bambina è scossa all’udire la parola morte e senza
riflettere un momento fa cenno di no.
Shikamaru
continua:
"Te
lo dico io, vanno dove finisce il mondo reale ed inizia il mondo dei
sogni. Sai
perché?"
"Perché
sanno sognare ed amano sognare" dice con tono affettuoso il ragazzo.
La
bambina chiede repentinamente:
"Come
si diventa mosche bianche?" in tono che sa’ di disperazione.
Shikamaru
non riesce a non arrossire prima di esclamare:
"Tu
lo sei già, perché ami me ed Ino. Ci rivedremo
presto e potrai giocare con Ino
se vorrai. Adesso dormi Rebecca, dormi, dormi, dor…mi,
dor…"
Mi
sveglio di soprassalto e guardo la camera, è tutto come deve
essere e la bambina
dorme saporitamente. Si sente un rumore di passi e si apre
l’uscio. La donna
entra, si avvicina al letto ed accertatasi che la figlia dorme esce
dalla
camera.
Io
non riesco a non domandarmi se sia reale o meno quello che credo di
aver visto
e mi chiedo se la dolce Rebecca abbia avuto il mio stesso sogno o
quello che io
credo tale.
***
Per chi è curioso di leggere la fanfction citata nel mio
racconto, il cui
titolo è: “Di
donne ammogliate”, si rimanda alla
lettura della raccolta “Il
fascino del seccante - Shikaino moments”
opera di
Sakurina il cui nick attuale è SakuraScarlett.
Ino
Yamanaka e Shikamaru Nara sono personaggi di Masashi Kishimoto che
detiene i
diritti legali su questi e qui utilizzati senza scopo di lucro.
L’idea
di base per questa fanfiction è nata dopo aver concluso la
lettura di una
storia dell’uomo ragno.
Un
ringraziamento particolare a chi ha betato questa storia.
Un
ringraziamento in anticipo a chi leggerà questa storia e a
chi vorrà lasciare
il proprio parere sottoforma di recensione.
Per
chiarimenti ed eventuali curiosità non esitate, chi voglia,
a mandarmi un
messaggio privato.