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Autore: Kiki Stewart    04/03/2011    1 recensioni
Questo è Twilight raccontato dal mio punto di vista.
Come reagireste se Bella fosse la sorella di Jasper?
La storia d'amore con Edward sarà sempre la stessa?
In una piovosa Forks, venite a scoprire come ho vissuto io Twilight!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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CAPITOLO 2.

Anche quella mattina il sole splendeva meravigliosamente e entrava nella mia stanza attraverso le sottili tende color violetto, le ultime ore nella mia casetta, pensai un po' malinconica.
La partenza per Vancouver si avvicinava e io mi godevo quegli attimi di relax, passeggiando per tutta la casa, osservando ogni minimo particolare che mi accompagnava fin dalla nascita, mille ricordi passavano davanti ai miei occhi, alcuni belli e altri brutti, ma ognuno aveva posto in questa casa.
Gli ultimissimi preparativi erano iniziati, mio fratello aiutava nostro padre a portare le ultime cose nel camion.
Infatti mio padre sarebbe partito con il nostro pick up, seguendo il camion che avrebbe trasportato la maggior parte delle nostre cose e noi invece andavamo in aereo.
Charlie era pronto per partire, ci salutammo e ci augurammo a vicenda buon viaggio.
"Bella, Jasper. Mi raccomando, ricordatevi tutto e soprattutto non perdete tempo in chiacchiere e in giochi.
Sapete l'aereo non aspetta voi!" disse nostro padre cercando di fare uno sguardo severo, ma era così tanto felice che si mise a sorridere ancora prima che noi rispondessimo.
In coro rispondemmo "Certo papà, non dubitare di noi, siamo bravissimi!" con un tono ovviamente ironico.
Lui si girò salutandoci con la mano e partì.
Io e Jasper rientrammo in casa, preparammo le nostre borse e i piccoli bagagli e uscimmo.
Andammo a fare colazione al bar vicino, infatti in casa non c'era più l'ombra di niente, tutta vuota.
Chiudemmo la porta alle nostre spalle, ci voltammo per ammirarla l'ultima volta e poi ci incamminammo.
Il taxi arrivò e ci portò direttamente in aeroporto, l'attesa fu breve per fortuna non ci furono ritardi.
Sull'aereo decidemmo di rilassarci ascoltando buona musica, una cuffia per uno e le nostre voci cantarono all'unisono, i nostri vicini di posto ci fecero anche un piccolo applauso prima dell'atterraggio.
Giungemmo a Vancouver, dove ci attendeva un taxi fatto arrivare da nostra cugina, che ci avrebbe accompagnato a casa sua.
Il viaggio in taxi durò un'oretta, così potemmo gustarci il panorama e fare una chiacchierata con il taxista.
Ma appena arrivammo a casa di mia cugina, rimanemmo a bocca aperta.
Nessuno dei due se la ricordava così enorme e...e bella. Cavolo era uno spettacolo.
"Bella siamo sicuri che sia la casa giusta?" mi chiese Jasper, ma non feci in tempo a rispondere che i nostri dubbi si dissiparono.
Mia cugina uscì e ci corse in contro.
"Che bello siete arrivati, sono felicissima di vedervi. Caspita siete proprio cresciuti!" disse abbracciandoci e baciandoci.
"Ciao Rosalie è stupendo rivederti e comunque anche tu sei cresciuta direi, sei diventata bellissima" le dissi.
Mia cugina era una splendida ragazza di 23 anni, bionda, con occhi di un verde smeraldo stupendi, pelle chiarissima, come me e Jasper e fisico slanciato, aveva sempre praticato sport e si vedeva.
Alle sue spalle sulla porta di casa, apparve un ragazzo, o per meglio dire un gigante.
Io e Jasper guardammo lei, poi lui, poi ancora lei.
Rosalie diventò subito rossa in viso e ci invitò ad entrare in casa.
"Ecco qui casa vostra. Passiamo alle presentazioni. Emmett loro sono i miei cuginetti Bella e Jasper.
Bella e Jasper lui è Emmett. Il mio fidanzato" disse.
Prima che riuscissi ad aprir bocca avevo Emmett attaccato che mi stritolava nel vero senso della parola, non riuscivo a respirare, poi nell'abbraccio prese anche Jasper che venne massacrato quanto me, mamma mia quanto era forte questo ragazzone pensai!
"Oh cavolo ragazzi, che bello vedervi. Wow, siete proprio simili voi due, Rose mi ha parlato di voi per tanto tempo e ora, finalmente, conosco i miei cuginetti anch'io" disse con uno sguardo un po' da pazzo, sinceramente.
Io e Jasper rimanemmo a bocca aperta, ci guardammo un po' storditi.
Questo ragazzo è un fiume in piena, non si riesce a tenere, pensai.
Finalmente ci lasciò, riprendemmo fiato e senza volerlo in contemporanea e con lo stesso tono un po' confuso dicemmo "Il piacere è tutto nostro Emmett!" ecco. Non avremmo mai dovuto farlo.
"Ma che cariniiiiiiiiiii, parlate anche nello stesso momento e con le stesse espressioni!" dicendo questo Emmett iniziò a distruggere i nostri corpi con una delle sue morse demolitrici.
"Me lo aveva detto Rose che avete un rapporto molto particolare e che siete in simbiosi, ma non pensavo fino a questo punto!".
Non si fermava più, altro che fiume in piena, questo è un vero e proprio Tsunami, pensai.
Per fortuna Rose intervenne e riuscì a calmarlo, anche se continuava a guardarci come se non avesse mai visto due gemelli!
Ci sedemmo in cucina dove Rose preparò uno spuntino, iniziammo a parlare del più e del meno. Rosalie era cambiata tantissimo, me la ricordavo energica ed effervescente, sempre pronta a sorridere. Ora invece aveva sempre uno sguardo un po' triste e arrabbiato, sorrideva, ma non con gli occhi.
Ma quello non era il momento adatto per approfondire, dovevamo mettere a posto tutto, vedere la casa nuova e ambientarci un pochino.
Finalmente arrivò papà con il camion carico di oggetti, valige e scatole da disporre in tutta la casa, nei posti giusti.
"Papà è andato tutto bene il viaggio?" gli chiesi.
"Il mio sì e il vostro? Avete fatto i bravi ragazzi?" rispose sempre con un tono ironico, non riusciva più a fare il papà autoritario.
"Siamo stati bravissimi, vero Jasper?" dissi dandogli un colpetto sul braccio.
"Oh sì papà, pensa abbiamo anche preso degli applausi!" disse ridendo.
"Oh per l'amore del cielo, non voglio sapere cosa avete fatto, risparmiatemelo!" disse papà.
Finalmente arrivò il momento di riabbracciare sua nipote, fu un abbraccio silenzioso, ma pieno di sentimento, tenerezza e dolcezza.
Rosalie presentò Emmett anche a nostro padre, per fortuna si era calmato, altrimenti mio padre sarebbe scappato a gambe levate. Probabilmente Rose aveva detto ad Emmett di restare calmo, facendogli capire che Charlie era un uomo che non amava questo modo di fare, diciamo.... così aperto.
Iniziammo a scaricare il camion e la giornata passò velocemente mettendo a posto tutto, fra chiacchierate e risate a cui partecipò attivamente anche Emmett.
Per cena andammo a prendere una bella pizza, eravamo troppo stanchi per metterci a cucinare. Nel frattempo decidemmo che a scuola ci saremmo andati dopo domani, infatti dovevamo ancora capire bene dove si trovasse e mettere a posto ancora un paio di cosuccie in casa. In fondo avevamo bisogno anche di un attimo di riposo altrimenti saremmo morti tutti e due.
Alla fine della serata Emmett ci salutò, con molto dispiacere di tutti devo dire. Ma come disse lui "Purtroppo la mia casa non è questa e i miei genitori e fratelli mi daranno per disperso se non rientro. Ci vediamo domani, se volete ragazzi vi accompagno a fare una piccola gita nei posti che vi torneranno più utili, che ne dite?"
Io e Jasper accettammo di buon grado, ci eravamo già abituati all'irruenza di quel ragazzo, era un vulcano di idee e non ti faceva mai annoiare!
Tornammo a casa tutti sfiniti, ognuno si chiuse nella propria camera.
Eh già quella casa era veramente enorme, ognuno di noi aveva una camera tutta per se.
La mia camera mi piaceva molto, era spaziosa e originale, con una finestra enorme che si affacciava sulle montagne innevate, un gran bel panorama per rilassarsi, il mio letto era rotondo, appena lo vidi rimasi spiazzata, era veramente strano e a forza di guardarlo me ne innamorai. Non avevo un armadio, ma un'intera cabina armadio a mia disposizione. Non l'avrei mai usata tutta, neanche con tutta la mia buona volontà. Qui, per mia fortuna, avevo il bagno in condivisione solo con Rosalie, gli uomini di casa ne avevano un altro, bellissimo! Era una camera mansardata con travi a vista. Molto, molto particolare, non a caso Rosalie l'aveva scelta per me.
Felicissima di questa scelta, mi preparai per farmi una bella doccia calda, bollente e rilassante!
Mi misi sotto le coperte, non ero abituata ad usare coperte così pesanti, ma qua c'era veramente un clima freddino in quei giorni, Rosalie per fortuna ci aveva avvisato.
Mi addormentai nell'arco di pochissimo tempo, anche perché per fortuna mia era una zona molto calma e tranquilla.
Il posto adatto a me, fu il mio ultimo pensiero!

   
 
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