Crossover
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Autore: telesette    04/03/2011    6 recensioni
In un mondo fantastico, popolato da cavalieri e maghi, due innamorati sono vittime di un maleficio: saranno sempre insieme, ma non potranno mai amarsi; lei costretta ad essere un falco durante il giorno, lui lupo durante la notte...
Questa la trama di un meraviglioso capolavoro di cinema "fantasy" del 1985, intitolato "Ladyhawke". Probabilmente nessuno dell'attuale generazione ricorderà il fascino di questo genere di storie, ciononostante proverò a ricreare una storia sentimentale e avventurosa ( XD speriamo bene! ) con questa mia modesta parodia dedicata ai due personaggi che più AMO del mondo di Naruto...
Genere: Avventura, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Chiunque abbia detto che il “Profumo della Libertà NON ha prezzo”:

1 ) o soffre di gravi problemi alle vie olfattive

2 ) o più semplicemente NON è mai passato attraverso una fogna per ottenerla…

 

Purtroppo il povero Rock Lee Gaston, alias la Bestia Verde, dovette farsi strada per ore e ore, attraverso un cunicolo stretto quanto un budello. Ad ogni movimento, la bocca e il naso gli si riempivano di liquami putrescenti, che dovette sforzarsi al massimo per non vomitare.

 

- Ma… Maestro mio - mormorò sottovoce, cercando di guadagnare l’uscita da quello schifo. - La… La  Forza della Giovinezza può tutto, lo so… Coff! Coff! Ma a volte mi chiedo… Coff! Se sia io a non essere poi tanto “giovane”…

 

Con la forza della disperazione, Rock Lee strisciò nel cunicolo in cerca di una via d’uscita. Per alcuni istanti interminabili temette sul serio di morire soffocato lì dentro; poi però, tirando il fiato, riuscì ogni volta a disincastrarsi e a proseguire. Sia che si tratti di minuti o di ore, quando si cerca la libertà attraverso un fiume di letame che arriva fino agli occhi, il tempo è sempre troppo lungo… Ad un tratto, Rock Lee vide sfumare ogni speranza di uscire da quel buco, non appena una solida parete di roccia gli si parò davanti.

 

- Oh no, dannazione no!

 

Purtroppo sembrava davvero finita: nella posizione in cui si trovava, non poteva tornare indietro né proseguire; era condannato a marcire insieme al fango di quello schifosissimo buco.

 

- Al diavolo - imprecò, picchiando disperatamente il pugno contro l’ostacolo. - Non voglio morire qui, come un topo… Non è giusto!

 

Subito però accadde qualcosa che, per uno strano scherzo del destino, riaccese la sua fiducia nei miracoli. Un angolo della parete si sbriciolò a contatto del suo pugno, solo allora Rock Lee capì: non era roccia, bensì tufo; non era ancora detta l’ultima parola.

 

- Ritiro quello che ho detto, Maestro - esclamò Rock Lee, con un filo di voce. - “La Giovinezza può tutto!” Se penso a come tutto è cominciato…

 

***

 

Circa due mesi addietro, Rock Lee Gaston si guadagnava da vivere facendo il lottatore da fiera. Il suo modo di combattere, frutto di anni di allenamento assieme al Maestro che lo aveva allevato come un figlio, era talmente istintivo, spettacolare e selvatico… che dovunque si esibisse, le persone avevano cominciato a soprannominarlo la “Bestia Verde”. Rock Lee era un ragazzo semplice e allegro, forse un po’ ingenuo a volte, per questo era abbastanza facile raggirarlo…

 

- Colore!

- Scala!

- Scala Reale Massima!

 

Ognuno dei soldati mostrò la propria mano ad uno scioccato Rock Lee, il quale improvvisamente diventò più verde in volto dei suoi vestiti.

 

- Ma questa è iella nera - esclamò.

- Andiamo, non te la prendere - ghignò uno dei soldati. - Il gioco è così: “si vince e si perde!”

- Lo so, lo so, però… EHI, un momento!

 

I soldati tacquero di colpo. Rock Lee intravide qualcosa fuoriuscire dalla manica di uno di loro e, senza dargli il tempo di replicare, gliela scrollò energicamente; così facendo, quattro paia di occhi caddero inevitabilmente sulle carte che il furbacchione teneva nascoste.

 

- “Si vince e si perde”… Eh ?!?

- Maledizione - imprecarono i soldati tra i denti. - Il “pollo” ha scoperto tutto!

- Peggio per lui, se l’è cercata…

 

Vedendosi ormai scoperti, i tre militari imbroglioni sguainarono le spade e si lanciarono contro Rock Lee. Il ragazzo però, anche se sprovveduto, non era un avversario facile dopotutto.  

 

- Così, eh - esclamò Rock Lee, spingendo via il tavolo con il piede.

 

Tre lame si conficcarono nel legno. I soldati, colti alla sprovvista, non ebbero il tempo di disincastrarle che la Bestia Verde si esibì in uno dei suoi numeri spettacolari: girando vorticosamente su sé stesso, li abbatté con una serie di calci violenti e precisi.

 

- Uhnnn !!!

- Bluaaargh !!!

- Oooff !!!

 

Ognuno di loro si ritrovò colpito almeno due volte, prima di ritrovarsi con le chiappe incollate sul pavimento. Per uno abituato a combattere a mani nude, degli avversari vestiti da capo a piedi di maglia d’acciaio erano solo un mucchio di carne in scatola.

 

- Vi siete divertiti alle mie spalle, vero ? - esclamò Rock Lee furibondo, afferrandone uno per il bavero. - Beh, ora lasciate che mi diverta un po’ anch’io!

- Maledetto… Ammazzatelo!

 

Il pugno di Rock Lee lo scaraventò addosso agli altri due, mentre tentavano faticosamente di rialzarsi. Tutti i presenti si alzarono sconvolti e cercarono di mettersi in salvo: attaccare briga con le guardie del Vescovo era un modo sicuro per finire nelle prigioni di Konoha, Rock Lee se ne sarebbe accorto di lì a poco…

 

- Che sta succedendo qua dentro ?

 

La voce del capitano Uchiha riempì all’improvviso la taverna, come se una tempesta avesse appena fatto il suo ingresso dalla porta. Gli occhi rosso sangue del capitano luccicarono crudelmente, non appena Rock Lee fece volare un avversario nella sua direzione. Con un movimento calcolato, si scansò esattamente un attimo prima che il soldato gli piombasse addosso e, prima che questi stramazzasse al suolo, lo afferrò con la mano guantata e lo tenne sollevato per il collo.

 

- Chi accidenti ha combinato questo casino ? Rispondi!

 

L’uomo riuscì a malapena a farfugliare e, sollevando il dito accusatore, indicò la Bestia Verde mentre si spolverava i vestiti e raccoglieva i soldi che avevano provato a rubargli. Sasuke sbatté via il soldato con rabbia e si parò davanti a Rock Lee con passo deciso.

 

- In nome di Sua Grazia, il Vescovo Danzo, ti dichiaro in arresto!

- Sì sì - mormorò Rock Lee con indifferenza. - Saluti il Vescovo da parte mia, eh…

 

Ma proprio mentre Rock Lee cercò di oltrepassare il capitano, questi sollevò la mano e lo spedì a terra senza neanche toccarlo.

 

- Ma come diavolo…

 

Rock Lee non riuscì a credere di essere finito al tappeto così facilmente. Il petto gli faceva male, come se lo avesse caricato un grosso toro infuriato; era la prima volta in vita sua che provava una simile sensazione.

 

- Non intendo sporcarmi le mani con te, insetto - esclamò Sasuke gelido. - Alzati e seguimi, ti aspetta un lungo soggiorno nelle prigioni del Vescovo…

- Tuo nonno !!!

 

Subito Rock Lee si alzò, cercando di abbattere il capitano con un calcio, ma stavolta fu inutile: a Sasuke fu sufficiente spostare leggermente la testa di lato per rendere vano il suo attacco; nello stesso momento fissò Rock Lee con i suoi occhi spaventosi. L’ultima cosa che Rock Lee ricordò, prima di perdere i sensi, furono delle pupille nere come la notte che vorticavano su un paio di sfere color del sangue. Un attimo dopo, fu il buio…

 

- Portatelo via - ordinò Sasuke, rinfoderando la spada e aggiustandosi l’elmo sulla testa. - Sarà il Vescovo a decidere della sua sorte!

 

***

 

Rock Lee spinse ancora più a fondo la mano, finché le sue dita non incontrarono il vuoto, e in quel momento sentì l’aria fresca che gli accarezzava la pelle… Che fosse l’uscita ?

 

- Maestro mio, assistimi tu!

 

Col cuore pieno di speranza, Rock Lee affondò completamente il braccio nel tufo onde spingerlo via, come una sorta di “tappo” dal tubo di scarico del lavandino. La terra cedette, con una facilità impressionante, e Rock Lee riuscì finalmente a sbucare fuori con la testa in un grande spazio vuoto.

 

- Come dicevate sempre, Maestro - esclamò a fatica, tirando fuori la testa e un braccio dal buco strettissimo. - “Un giovane gaudente può arrivare, e soprattutto uscire… dappertutto!”

 

Non fece in tempo a finire questa frase che, privo di qualsiasi appoggio, finì col cadere inevitabilmente nel vuoto. Il punto dove le acque delle fognature si raccoglievano proseguiva oltre un tunnel dall’imponente soffitto a volta, per confluire poi nel grande canale di scolo in comunicazione con l’esterno. Attraverso i chiusini e le grate della città soprastante, una luce fioca illuminava appena quel luogo e l’aria era irrespirabile. Tuttavia Rock Lee si affidò completamente al suo istinto e nuotò nella direzione in cui scorrevano le acque maleodoranti, convinto di trovare presto una via d’uscita..

 

- Oh porc… No no, per l’amor del cielo, no!

 

Sentendosi all’improvviso “trascinare” dalla corrente sempre più forte, cominciò a nuotare affannosamente nella direzione opposta. Purtroppo non poteva sapere che le acque di scarico fluivano attraverso un gorgo gigantesco… lo stesso gorgo che stava per risucchiarlo in quel preciso momento.

 

- Ti prego, Maestro mio, autami!

 

Con la disperazione e la forza delle braccia, Rock Lee si aggrappò saldamente all’unico appiglio trovato: un arco di pietra, sufficientemente scheggiato per potervi inserire le mani tra le fessure… Qui rimase, tremante come una foglia, ad invocare l’anima del suo Maestro affinché lo proteggesse da una fine orribile.

 

- Non lasciarmi morire qui, Maestro… Ti supplico!

 

Come in risposta alla sua preghiera, di colpo senti risuonare nella fogna una specie di canto… e un cono di luce proveniente dall’alto lo spinse a sollevare lo sguardo verso l’alto.

 

- Maestro ? - domandò incerto.

 

Non appena la luce illuminò meglio il cunicolo sopra la sua testa, Rock Lee vide finalmente un’uscita verso l’esterno.

 

- Grazie, Maestro - mormorò sottovoce, quasi piangendo. - Sapevo che non mi avresti abbandonato, lo sapevo…

 

Con un notevole sforzo, Rock Lee riuscì ad arrampicarsi ad una sbarra metallica infissa nella roccia e a risalire lungo il cunicolo, verso la luce e la libertà. L’unica cosa che non poteva immaginare era DOVE conducesse realmente quel passaggio così invitante…

 

***

 

Nella Cattedrale di Konoha, il Vescovo Danzo celebrava la funzione con tutti gli onori derivanti dal suo ruolo. Un uomo crudele, con gli occhi quasi completamente chiusi, la gente era segretamente convinta che si trattasse di una specie di demonio. Nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararlo pubblicamente, ma le voci sul conto di Sua Grazia non lo rendevano certo noto per la sua “santità”. Era noto il suo interesse ( poco ecclesiastico ) verso le giovani fanciulle vergini… Ma era assai più sinistra la sua fama di torturare e condannare a morte anche degli innocenti, per puro sadismo e crudeltà. Era incredibile che un individuo così spietato si definisse “vicino” a Dio, tuttavia chiunque osasse dire qualcosa contro Sua Grazia passava direttamente tra le mani del capitano Uchiha e dei suoi soldati; di conseguenza il fuoco della ribellione veniva domato con l’acqua della paura, e l’incubo che regnava a Konoha era un’ombra fredda e tetra su ogni essere vivente.

Un timore reverenziale regnava quando il Vescovo faceva la sua apparizione davanti ai fedeli, ma era piuttosto il terrore a paralizzare le lingue e ad incollare gli occhi al terreno. Nessuno osava alzare la testa, neanche per un attimo, la sola presenza di quell’uomo era sufficiente a gelare il sangue; solamente il capitano Sasuke era in grado di sostenere lo sguardo dinnanzi a lui.

 

-  Sia Lode a Dio onnipotente - esclamò il Vescovo, sollevando entrambe le braccia. - Preghiamo dunque per le anime dannate di coloro che sono stati giustiziati oggi, affinché trovino dunque la pace nella morte e l’illuminazione verso i sentieri celesti…

- Amen - rispose in coro l’assemblea.

 

Improvvisamente il Vescovo strinse ulteriormente le palpebre e aggrottò le sopracciglia, non appena vide l’espressione del capitano Uchiha, in piedi in fondo alla cattedrale; segno evidente che era successo qualcosa di grave.

 

- Rendiamo Grazie a Dio - disse dunque il Vescovo, cercando di accelerare il termine della funzione. - La Messa è finita!

 

Non appena il Vescovo impartì la benedizione ai fedeli, questi si fecero il segno della croce e si avviarono all’uscita. Sasuke si fece avanti a passo di marcia, facendo risuonare i pesanti stivali sul pavimento della cattedrale; onde raggiungere Sua Grazia oltre l’ingresso posteriore che, passando dai giardini del palazzo, conduceva nelle sue stanze private. Nello stesso momento, due mani sporche e insanguinate si strinsero attorno a una grata di ferro, posta di fianco a una delle colonne a lato della navata centrale. Il capitano Uchiha, incurante di ciò, vi camminò esattamente sopra.

 

- Aaahhhrrrggghhh !!!

 

Rock Lee non riuscì a trattenere un urlo, tuttavia Sasuke non si accorse di niente. Non appena il suo piede calpestò le dita del fuggiasco, questi abbandonò subito la presa e precipitò in linea retta, quindici metri più in basso…

 

***

 

Rock Lee cadde come un corpo morto nell’aria. Nello spazio di pochi istanti, il suo mondo diventò assenza di peso… e acqua. Neanche lui seppe dire esattamente come avesse fatto a sopravvivere ad un tuffo del genere: fatto sta però che il suo corpo si mosse sott’acqua, attratto irresistibilmente verso il gorgo, e fu trascinato sotto. Rock Lee si affidò completamente all’istinto, con la testa indolenzita e i polmoni che gli stavano per scoppiare, ma non si arrese e continuò ad agitarsi spasmodicamente nella speranza di aggrapparsi a qualcosa per resistere alla corrente. La fortuna lo assistette ancora una volta, perché la sua mano incontrò qualcosa di solido: una robusta inferriata, che serviva a chiudere l’accesso agli alligatori che vivono nel fossato attorno alla città. Rock Lee vi si aggrappò con tutte le forze, cercando di riprendere coscienza di dove si trovasse. Ancora una volta stava facendo l’equilibrista tra la vita e la morte, risucchiato dalla corrente o annegato in quella fogna disgustosa. Tuttavia al tatto sentì qualcosa di insolito in quell’inferriata: alcune sbarre erano piegate verso l’esterno, probabilmente a causa della ruggine e della forza tremenda della corrente. Reggendosi cautamente, per non essere trascinato via, Rock Lee passò attraverso la breccia e si ritrovò fuori dal canale di scolo. Non ce la faceva più a trattenere il fiato, la testa gli girava e sovente boccheggiava per la mancanza di ossigeno, ma non poteva mollare proprio ora che la libertà era a un passo. D’un tratto intravide un chiarore sopra di lui e, nuotando verso quella direzione, riemerse in superficie.

 

- Aaahhh - esclamò, riempiendosi finalmente i polmoni di aria fresca.

 

Stanco e duramente provato, gli ci volle un po’ prima di capire che ce l’aveva fatta… era vivo, vivo e libero!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

^__^ Oggi finalmente RIPRENDO POSSESSO DEL MIO COMPUTER ( e di tutto ciò che vi è annesso ), ora finalmente potrò riprendere la gestione delle tante fanfic in sospeso con molta più facilità... Chiedo scusa a tutti, per i disagi e vi prometto di riprendere il continuum delle storie quanto prima! Grazie ancora per la vostra pazienza e comprensione, vi auguro BUON DIVERTIMENTO !!!

 

DADO

   
 
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