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Autore: Andy14    05/03/2011    6 recensioni
-Sei stato tu quello che voleva tenere la cosa nascosta no? Bene, secondo te se io avessi smesso di toccarla, lei non si sarebbe accorta di nulla?-
-Potevi metterti una cavolo di protezione!- a questa tua esclamazione, emetto solo qualche mugugno. Come faccio a dirti che con lei non ne ho mai usate? Mi avresti ucciso. –Che? Non ho capito-
-Non… l’ho mai usato. Con lei- sgrani gli occhi, prima di ridere. Una risata senza allegria. Solo una risata intrisa di tristezza.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shomo In Love'
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Capitolo Unico

 

Mi volto verso la finestra, gli occhi bassi sulle mani intrecciate. Posso sentirti dietro di me stringere i pugni e digrignare i denti. Lo so, ce l’hai con me e so che non posso darti torto. Non ho il coraggio di guardarti in faccia, di vedere i tuoi occhi verdi pieni di rabbia.

-Da quanto lo sai?- mi chiedi con voce dura, e quasi trattenuta. Sospiro, dando definitivamente le spalle alla finestra.

-Un po’…- sussurro senza alzare lo sguardo su di te.

-Tomo, da quanto cazzo lo sai?!- gridi, facendomi sussultare.

-Qualche settimana- ammetto infine, smettendo di giocherellare con le dita sudate. Ti avvicini, anche se solo di pochi passi.

-E me lo dici solo ora?- ora sei deluso.

-Io…- non ho nemmeno una scusa decente. Non so cosa dire. Forse avevo paura proprio di questo. Che tu rimanessi deluso da me. Eppure lo sapevi che sarebbe potuto succedere, sapevi che prima o poi lei mi avrebbe chiesto qualcosa di più.

-Tu cosa? COSA?- urli ancora, prendendomi per le spalle. Chiudo gli occhi, mentre la tua presa si fa più forte. Mi stai facendo male, ma adesso non mi importa. Hai ragione.

-Mi dispiace…-

-Ti dispiace? TI DISPIACE? Dannazione! Io… tutto questo dimostra solo che a te di questa storia non fregava niente!- mi accusi, mollando la presa ferrea che avevi su di me.

-Non è vero e questo lo sai…-

-Ah sì? Ed è così che me lo dimostri? Mettendo incinta Vicky?- mi chiedi, perfido e sarcastico.

-Non credevo che sarebbe successo! Come potevo saperlo?-

-Potevi evitarlo dannazione! Potevi tenerti l’uccello nelle mutande!- gli occhi mi si riempiono di lacrime rabbiose, mentre tu cominci a camminare per la stanza con passi pesanti.

-Sei stato tu quello che voleva tenere la cosa nascosta no? Bene, secondo te se io avessi smesso di toccarla, lei non si sarebbe accorta di nulla?-

-Potevi metterti una cavolo di protezione!- a questa tua esclamazione, emetto solo qualche mugugno. Come faccio a dirti che con lei non ne ho mai usate? Mi avresti ucciso. –Che? Non ho capito-

-Non… l’ho mai usato. Con lei- sgrani gli occhi, prima di ridere. Una risata senza allegria. Solo una risata intrisa di tristezza.

-Che idiota che sei… no aspetta, che idiota che sono io. Io che ancora sono qui a parlare con te-

-Mi ha sempre detto che prendeva la pillola. Io… non credevo che fosse capace di incastrarmi così. Shan ti giuro…-

-Tu? Proprio tu giuri? Non ho bisogno dei giuramenti di un bugiardo doppiogiochista- mi volti le spalle, cercando di raggiungere la porta della mia stanza.

-Shannon aspetta!- ti corro dietro, riuscendo a bloccarti poco prima che tu possa aprire l’uscio.

-Che altro vuoi? Non ti sembra di aver già fatto abbastanza?- replichi, duro. Vedo la tua mano tremare, stretta attorno alla maniglia d’ottone della porta.

-Io… mi dispiace ok? Avrei dovuto essere più attento, più responsabile. Ma ora non posso cambiare ciò che è successo. E no, non abbandonerò mio figlio- le tue spalle hanno un sussulto. Come se questa realtà non ti fosse ancora passata per la mente. MIO figlio. IO stavo per diventare padre. E non avrei rinunciato a quella nuova vita, neanche se tu me lo avessi chiesto. E tu lo sai. Sembri sgonfiarti, tanto è vero che io azzardo a posarti una mano sulla schiena.

-Di quanto… insomma… quando…?- chiedi sconclusionato.

-Quando me lo ha detto, aveva appena superato il terzo mese-

-Stronza…- si hai ragione, lo è stata. Dopo il terzo mese non si può più abortire. Probabilmente lo ha fatto apposta a non dirmelo prima, ma come biasimarla? Forse sapeva che l’avrei lasciata. –E adesso… che facciamo?- rimango stupito da questa tua domanda.

-Come?-

-Io non voglio lasciarti da solo in questo casino. Insomma, se vuoi sposartela va bene. Accetterò ogni cosa vorrai fare- addolcisco lo sguardo, passando la mano dalla schiena alla tua spalla. Ti volti. Ora posso guardare i tuoi occhi così verdi, ma anche così rossi. Lo so che è difficile per te dire queste cose.

-No Shan, non voglio sposarmela. E no, non voglio lasciarti- ammetto. Senza aspettare oltre, faccio congiungere le nostre labbra, in un casto bacio. –Voglio crescere mio figlio. Ed avrò bisogno anche di te per farlo-

-Dici sul serio?- annuisco solamente, baciandoti ancora. Questa volta, il nostro bacio è tutt’altro che casto. Non so quanti secondi passano da ora a quando i nostri vestiti finiscono sparsi sul pavimento. E non so quanti altri ne sono passati, fin quando io mi ritrovo sul mio letto, sdraiato sotto di te. Sento le tue mani ovunque, come a voler marcare il tuo territorio. E lo fai, cominciando a lasciare il segno dei tuoi morsi sulla mia pelle candida. Probabilmente domani dovrò portare una sciarpa, ma ora francamente me ne infischio. Ti sento sussurrare nel mio orecchio, mentre pian piano ti fai strada in me. Le mie mani vanno a stringere i tuoi capelli corti, ad aggrapparsi alle tue spalle forti. I gemiti cominciano ad uscirmi dalle labbra senza controllo, e senza che io riesca a reprimerli. Neanche tu ci riesci, e man mano la tua voce aumenta di volume, finchè non vieni con un ringhio più forte degli altri riempiendomi di te. Non mi trattengo oltre, sentendo il piacere prendere possesso del mio corpo facendomi arrivare al culmine fra i nostri corpi ancora stretti fra loro. Ti abbandoni su di me, abbracciandomi forte. Abbiamo entrambi il respiro affannato e i corpi sudati.

Riprendo per un po’ possesso delle mie facoltà, cominciando a passarti le mani sulle braccia tese. Mugugni, sfinito strusciandoti sulla mia spalla piena di segni rossi.

-Scusa…- mi dici, passando il dito su uno dei segni più marcati.

-Fa niente- dico, facendoti alzare lo sguardo su di me. Mi passi lo stesso dito di prima sul naso, sulla guancia, e poi sulle labbra, che poi copri con le tue. Sorrido in questo bacio, e il sorriso mi rimane sulle labbra anche mentre ti sfili da me, alzandoti in piedi. Storco un po’ il naso, vedendo il pasticcio che ho combinato sul tuo corpo.

-Ops…- ridi, scrollando le spalle.

-Poco male… avremo bisogno di una doccia, direi- mi porgi una mano, che afferro subito. Prima di entrare in bagno lancio uno sguardo al letto disfatto e alla stanza in generale. La stanza che ci ha fatto superare un grande scalino.

-Shan?- ti chiamo. Ti volti sorpreso, avvicinandoti ancora e prendendomi fra le braccia.

-Cosa?-

-Ti Amo. E niente potrà cambiare questa cosa- mi baci, sorridendo sulle mie labbra e stringendo ancora di più la presa.

-Anche io Ti Amo.. e questo non cambierà mai.-

   
 
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