MORGANA

Una stanza.

Urla maschili di dolore.

Il viso di Merlin sudato.

L'uomo strizza gli occhi per il dolore.

Un bimbo con dei grandi occhi blu guarda fuori.

Dietro di lui un ragazzo molto più grande sta scrivendo.

Il sole sta calando.

Gli occhi del bambino si tingono d'oro.

Delle voci.

Nel bosco.

Due ragazzi di dieci anni corrono, giocano.

Si buttano a terra.

-Se fossi una ragazza, ti sposerei, Nik!

Buio.

Solo una voce in fondo a un pozzo.

Nik!

Nik!

Nik!

Morgana si risvegliò di soprassalto.

Aveva sognato Camelot.

Era da tempo che non la vedeva, da quando era dovuta scappare.

Aveva visto buio alla fine.

Non significava la morte, lo sapeva, ma metteva comunque inquietudine, perchè aveva sentito.

Aveva sentito pericolo, un pericolo che stava cominciando ad avvolgerli come una foschia, lenta e inesorabile, all'inizio dalla stretta leggera, ma poi sempre più forte, più stretta.

Era una premonizione, lo sapeva, ne era certa.

Lo sapeva perchè il sogno... l'incubo... aveva il gusto di una maledizione.

Ma non era un futuro prossimo, lo sapeva.

Non sarebbe successo nè dopo giorni nè mesi.

Non sapeva quando, ma sarebbe successo, non subito, però.

Ma era un futuro, una possibilità, che si stava già compiendo.

Lo sentiva.

Lo sentiva muoversi nel giaciglio reale, che da lei era lontano miglia.

Lo sentiva entrare nel mondo dei vivi, piano.

Lo sentiva prepararsi.

Morgana si riaddormentò, nervosa: non era malvagia come un tempo, aveva capito di aver sbagliato, ma non si aspettava accoglienza e non l'avrebbe voluta.

Morgana si riaddormentò e sognò ancora.

E vide un'ultima figura, un'ultima immagine, prima dell'Alba.

Merlin si china in avanti.

Piange.