Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: MiLLiMuFFiNGiRL    06/03/2011    1 recensioni
se siete curiose,leggete non anticipo nulla u.u
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Il volo diretto a Los Angeles è in partenza al Gate 16” disse una voce metallica. -Bene,è ora di andare Miri..dai ce la puoi fare-pensai tra me e me sorridendo. Mi girai in mezzo a tanta gente ,notando mia madre che per salutarmi si stava sbracciando come una pazza. Sorrisi. Alzai le braccia,meccanicamente,e ricambiai il saluto. Mi incamminai al Gate 16,con un’ansia,che nell’aria era palpabile. Fortunatamente non ero sola,ero con Martina.. l’unica migliore amica,nonostante fossimo cugine, che in 18 anni ebbi..ma per quello che poteva valere non era confortante. Salimmo su quell’enorme “volatile” definito con la parola aereo. Avevo l’ansia ma non potevo esternarla visto che avrei reso molto più tesa me,Marti e tutta la situazione che stavamo vivendo. Accomodandoci ai posti che ci assegnarono,ci mettemmo subito comode:lei con le cuffie ..persa nel mondo dei sogni,ed io leggevo immedesimandomi completamente nei personaggi del libro,che avevo tra le mani. Dopo poco,stabilii che non riuscivo a concentrarmi. Avevo l’ansia..cosa potevo fare? Iniziai a torturarmi le mani,e di tanto in tanto alzavo gli occhi al cielo,pregando Dio di far filare tutto liscio come l’olio. Quando proprio non riuscii a trattenermi ,domandai alla prima hostess che passò lei mi guardò sorridente ed io continuai < io avrei l’ansia,siamo sicuri che questo COSO –dissi indicando l’aereo- sia sicuro?cioè arriveremo sani e salvi? > non so cosa stessi blaterando,ma riuscii a far ridere l’hostess ed un ragazzo che era nella fila di destra. < Signorina..l’unica cosa che lei deve fare è rilassarsi. Si distragga. Vuole una camomilla ? > chiese sempre sorridente. Annuii e la guardai allontanarsi,per poi entrare in una stanza, a me sconosciuta. Stavo per mettere le cuffie nelle orecchie quando, il ragazzo che poco prima rideva, mi disse : < hai l’ansia? > annuii < è la prima volta che viaggi? > annuii ancora < e come mai proprio ora hai deciso di intraprendere, con tanto coraggio direi,questo volo? > Ma i cazzi di affari tuoi no eh? Decisi di essere garbata ed educata. < è per lavoro.. > risposi fredda < che lavoro fai ..?> alzai gli occhi al cielo e risposi risposi ,questa volta,fiera. < wow..complimenti! > dissi fissandolo. Ora che ci pensavo..era bello. Pelle abbastanza scusa,occhi verdi,capelli neri..e dalla camicia a mezze maniche si poteva benissimo notare il suo fisico. Era ben messo. < come ti chiami? > chiese guardandomi negli occhi. < Miriam.. > dissi sorridente visto che stava arrivando l’hostess con la camomilla. Quest’ultima su me stessa,aveva un effetto eccezionale. < tenga signorina e si rilassi! > mi disse l’hostess e prima che andasse via risposi < grazie..lei è davvero molto gentile > e sempre sorridente andò via. < piacere di conoscerti Miriam..io sono Joseph,per gli amici Joe > disse sorridente. < Ok..Joseph.. > < per gli amici Joe.. > < Joseph..ti risulta per caso di essermi amico? > < No.. > < e allora Joseph sei,e Joseph rimani. > dissi acida come un limone < va bene Miss Simpatia.. > sorridemmo entrambi e lasciammo cadere il discorso lì,mentre io sprofondavo in un sonno abbastanza pesante. < Miii..Miri..Miriam..ehii siamo arrivate,svegliati! > sentivo qualche voce in lontananza che mi chiamava, ma quando mi resi conto che stavo dormendo capii che non era lontananza,era semplicemente Martina che mi chiedeva di scendere perché eravamo arrivate. Scesi dirigendomi all’interno dell’aereoporto di Los Angeles. Mi guardai intorno..non per vedere la città, ma per Lui. Volevo salutarlo. Ma non c’era già più. 3 ore dopo.. < Maaaarti dove sono le mie scarpe beige? > Eravamo arrivate da quasi 3 ore,e già eravamo nel caos più totale. Tra meno di un’ora avrei avuto il primo servizio fotografico,per una delle riviste più importanti d’America,forse del mondo. Vogue. Ed ero in ritardo come al mio solito..< Miiirii vedi nella valigia verde! Li hai messo tutte le tue scarpe col tacco! > rispose urlando dalla cucina. Ero nella confusione più totale,non sapevo cosa indossare. E’ vero..lo ammetto i drammi della vita sono ben altri,ma per me quello era sul serio irrisolvibile. Alla fine,dopo quasi mezz’ora scelsi un abbigliamento comodo,semplice ma che indossato da me,faceva la sua bel figura. Non ero mai stata un tipo vanitoso..ma da quando avevo intrapreso la carriera di modella,lo ero diventata. E pensare che per arrivare dov’ero ci impiegai non so quanti anni della mia adolescenza,mentre tutti si divertivano con i propri amici..io pensavo al mio futuro e questo pensiero costante,mi impedì di divertirmi con i Miei amici. Ammesso e concesso che all’epoca sarei riuscita ad averne. – è meglio non pensarci- dissi a me stessa,uscendo di casa per raggiungere gli studi. Camminavo: sotto il sole di Los Angeles con i miei fidatissimi ray ban a specchio graduati che proteggevano i miei occhi verdi,accompagnata dal ritmo delle canzoni che le cuffiette del mio i-pod riproducevano. Non avevo ansia,ne paura ne qualsiasi altro sentimento che dovevo reprimere. Quelle situazioni le avevo già vissute,molte,forse troppe volte,ma non mi sarei mai stancata di riprovarle. Anche se alcune avrei voluto proprio dimenticarle..dato gli esiti finali. Ma come si dice? Nella vita non può andare sempre tutto come si vuole. Ci rimanevo male e mi ponevo mille domande,su cosa avessi di tanto sbagliato,ma alla fine era giusto cosi. Si. Perché QUELLE situazioni mi hanno aiutata a crescere,maturare. Anche se rimanevo sempre dell’idea che per quanto potessi essere alta,slanciata ed essere la più desiderata al mondo,mi sembrava sempre di essere poco. Troppo poco. “cause baby you’re a firework ..come on, show ‘em what you’re worth make ‘em go oh oh oh as you shoot across the sky-y-y” Canzone adatta, no? In fondo ero un fuoco d’artificio e non me ne ero resa conto. O forse facevo semplicemente finta di non saperlo. Vedevo troppi scatti di luce,temporale? No..di peggio,paparazzi! Bene .. devo sopportare- pensai. Tolsi le cuffiette,tanto comunque tra un po’ sarei arrivata,le riposi con cura nella borsa e guardai davanti a me,come se non stesse per accadere nulla di grave. Fin quando.. < Signorina Miriam..aspetti qualche domanda. > mi fermai ed in dieci secondi fui attorniata da cinque,sei paparazzi di riviste diverse. Un signore alto,calvo,con gli occhiali da sole e un block notes tra le mani fu il primo a porre la sua domanda < come mai ha deciso di lasciare l’Italia? > < Motivi lavorativi > facile e veloce. < E’ vero che tra pochissimi giorni farà un servizio fotografico alla Vogue? > ma chi lo diceva a questi? < Si.. > sospirai. < E’ vero che vorrebbe lavorare come stilista? > < è vero..anche se il lavoro di modella è appagante e mi riempie le giornate. Seppur un giorno lo diventerò,non mi sbarazzerò mai di questa prima carriera nel mondo della moda. Ora se non vi dispiace,io andrei..sono in ritardo..Peace,Love and Fashion > mi dileguai da quella folla ,con la solita frase , accompagnata dal sorriso più finto che potessi mai avere. Senza che me ne rendessi conto arrivai agli studi,entrai,attraversando le porte di vetro scorrevoli.. e mi accolse un edificio freddo: le pareti erano bianche,accompagnate dal mobilio di medesimo colore con qualche tocco di rosso e nero sui divani,che vi erano sulla parete di destra. Al centro vi era una grande scalinata,anch’essa bianca, che conduceva ad altri piani. Poco più lontano c’era una segretaria dietro il grande bancone rosso indaffarata a scrivere al computer. Quando si accorse della mia presenza fece segno di accomodarmi ed io eseguii i suoi ordini. Qualche minuto dopo mi venne incontro con un sorriso smagliante < lei è la signorina Milly Mills? > Milly Mills nome d’arte,questione di privacy.Sorrisi < Si sono io > < Venga con me,sono già tutti pronti la stanno aspettando per il servizio > annuii alzandomi e seguendola per il nuovo,ennesimo,servizio fotografico. spero vi piaccia!recensite
  
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