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Autore: Coccolotti_spray    06/03/2011    1 recensioni
In un pomeriggio d'inverno Sakura decide di rispodere ad una lettera di sua nonna, nella quale, mentre la neve cade tingendo ogni cosa, lei abbandona le redini del suo cuore e lo lascia sfogare a quella che è la sua dolce confidente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Cara nonna,
 
Ho ricevuto la tua lettera due giorni fa, mi dispiace non averti risposto subito, ma non l’ho fatto per mancanza di tempo. Sono felice che tu ti senta meglio, le medicine che ti hanno somministrato fanno progressi, ma la medicina più grande che il tuo corpo possa ricevere è quella voglia di andare avanti, quell’ottimismo, che da qualche tempo è riemerso nelle tue lettere. Mi riempi di un’immensa gioia, il sapere che hai ritrovato la forza per tornare a sorridere. Hai ripreso a condurre la vita di sempre e questo è un progresso. Ti aiuterà ad annientare la tua malattia, che come vedi non è grave come credevi.
Nella tua lettera mi chiedevi di parlarti del villaggio,ma in particolare aggiornamenti sulla mia vita, be’…se avrai la pazienza di ascoltarmi ti racconterò ciò che chiedi: oggi nevica senza sosta qui a Kohnoa. I piccoli fiocchi, posandosi sul terreno, stanno tessendo un'enorme sciarpa, che molto presto ricoprirà tutto di bianco ed ogni cosa si sentirà avvolta da una felicità nostalgica. All’interno del villaggio c’è una pace quasi allarmante, il tran tran della vita frenetica ha rallentato per un giorno. Tutto tace. Le scuole oggi sono chiuse, ma nonostante ciò i maestri pretendono che i ragazzi si allenino. Io, Sai e Naruto oggi resteremo a casa; il maestro Kakashi si è ammalato e di conseguenza ci ha concesso un giorno di libertà. Spero che il tempo non peggiori in modo tale che possa andargli a fare un saluto. Nel frattempo, siccome sono sola, mi alleno e devo dire che questa preparazione extra, a cui mi dedico nel tempo libero, sta dando i suoi frutti.
 Negli ultimi tempi sto migliorato molto le mie tecniche, in particolar modo grazie all’aiuto della maestra Tsunade, che ti manda i suoi saluti; me ne ha insegnate delle nuove, siccome mi dedica molto tempo. Ho irrobustito anche quella fragile fogliolina che era il mio corpo ed ho imparato a difendermi con la spada, che mi piace molto, in modo tale da riuscire a difendermi anche qualora lo scontro dovesse richiedere uno combattimento corpo a corpo. Inizio ad essere soddisfatta di me stessa, migliorando col tempo sempre di più. Sento di essere cresciuta non solo fisicamente, mi sento più matura di un tempo nonna, un fiore di ciliegio che ha deciso finalmente di sbocciare, lasciando spazio a qualcosa di nuovo e forse migliore; tutto il resto fa parte del passato. Sto cercando di vivere per me stessa e non per gli altri, agendo secondo il mio pensiero, creandomi un mio “credo ninja”. Mi guardo allo specchio e sono contenta di quello che vedo, penso non ci sia soddisfazione più grande, tu non credi?  
Non è una cosa rilevante, ma i capelli mi sono ricresciuti, sono più lunghi di prima, mi arrivano quasi a sfiorare la metà della schiena, ma ho deciso di non tagliarli, li lascerò così, perché mi piacciono.
Sai, durante questo tempo ho riallacciato i rapporti con Ino, fra noi è scomparsa quella rivalità che avvelenava la nostra amicizia, cerchiamo insieme di costruirle un nuovo percorso, una strada nuova che le permetta di avanzare, perché quella che aveva intrapreso un tempo ha ceduto sotto il peso di tanta rivalità. Lo volevamo entrambe nonna, ma lui non voleva nessuno nessuna di noi. Certe volte sarà sbagliato pensarlo, ma credo che la partenza di Sasuke sia stata un bene. Stargli lontano mi ha permesso di aprire gli occhi e di capire che non sarebbe mai potuto esistere un domani insieme. Le diversità che ci dividevano, erano maggiori delle passioni che ci accomunavano. Avevi ragione tu, ma io non ho voluto darti retta. Nella mia testa mi ero dipinta un Sasuke che non esisteva, un ragazzo uguale e differente a lui al tempo stesso. Un’utopia. Avevo corretto ogni suo difetto trasformandolo in pregio, avevo modificato i confini delle distanze che ci dividevano, facendoci sembrare così vicini da riuscire a toccarci, ma invece era tutto un sogno. Io non mi ero innamorata dell’autentico Uchica, ma di una brutta copia tracciata dalla mia immaginazione. Sasuke era mio amico, anzi forse neanche quello. Eravamo solo due persone che facevano parte della stessa squadra? Non lo so più. Ho una gran confusione in testa cara nonna, ma questo non esclude che mi manchi, perché il ricordo dei giorni passati insieme viene sempre guardato con gli occhi colmi di quel dolore che fa sorridere amaramente. Gli volevo bene e questo non posso nasconderlo neppure al mio cuore. Parole insignificanti se paragonate all’enorme valore dell’amore, che però racchiudono un sentimento semplice, umile, ma forse più agguerrito di qualunque altro. Nonna, non voglio dimenticarlo! E’ così sbagliato? Aiutami tu ti prego.
 
Lo sguardo cadde al cielo che stava scurendosi al di là dei vetri della mia finestra.
 
Ora ti lascio dolce confidente, è arrivato il momento di mettere un punto a queste mie parole, poiché si sta facendo buio e devo ancora andare a trovare il maestro.
 
Rispondi presto e dammi tue notizie.
             Un bacio grande,
Sakura.
 
 
 Dopo aver accuratamente piegato la lettera, la poggiai all’interno di un cassetto, sospirando mi alzai e mi misi la giacca pesante, così da essere adeguatamente armata contro il freddo; dopodiché mi avviai verso la casa del maestro Kakashi.
L’aria naturalmente non era più calda, mi sfiorava la pelle nuda sotto la giacca facendomi rabbrividire. La neve cadeva sempre più fitta e perfino camminare era divenuto faticoso al punto che mi fu utile per riscaldarmi.
«Sakura! Sakura! » sentii chiamare improvvisamente. Mi voltai e vidi che Naruto mi stava correndo incontro con la fronte coperta di sudore, probabilmente era da diverso tempo che stava correndo.
«Ciao Naruto» replicai, mentre lui si faceva scivolare la neve dai capelli.
«Ciao! Stavi andando a casa di Ino? » scossi il capo.
«Stavo andando a trovare il maestro Kakashi»
«Sono appena stato a trovarlo, ma non sta molto bene, ti consiglio di andarci domani…» io sospirai, iniziando a pensare seriamente alla salute del maestro.
«Sta molto male? » annuì.
«Abbastanza da non riuscire a leggere i suoi libri» la cosa doveva essere abbastanza grave allora.
«Sarà meglio lasciarlo riposare»
«Torni a casa, quindi? » annuii «Sto andando a mangiare del ramen da quelle parti, vuoi venire con me? » scossi il capo «Ti ringrazio Naruto, ma questa sera preferisco di no»
«Sei sicura? » insistette lui.
«Sì» riprendemmo a camminare.
«Sei giù di morale Sakura? » lo guardai un secondo, stava guardando davanti a sé indifferente, con le mani incrociate dietro il capo, rimasi un secondo incredula; da quando riusciva a capirmi così bene?
«Un po’, ma niente di serio» preferii non mentire, poiché non avrebbe aiutato a sentirmi meglio.
«Se ti va ne possiamo parlare, lo so che forse non sono la persona più adatta, ma…» nel momento in cui pronunciò quelle parole mi sentii felice di averlo incontrato.
«Ho pensato a Sasuke oggi... » Naruto fece un’espressione che non seppi decifrare, mi sembrò infastidito o forse stava nascondendo qualcosa all’interno di se stesso?.
«Susuke ha fatto una scelta e nessuno ce l’avrà con lui per questo. Siamo liberi d’agire…liberi di sbagliare e seguire il cuore…» sentii una fitta allo stomaco, mi sentii quasi sul punto di piangere «...però, nonostante ciò, mi manca…» Naruto alzò gli occhi al cielo, poi indirizzò il suo sguardo verso di me e con un sorriso esclamò: «…Quindi non smetterò mai di considerarlo un amico, poiché se lo facessi allora non avrebbe più motivo per tornare da noi! » gli sorrisi a mia volta.
«Hai ragione» Naruto arrivati in prossimità del ristorante si fermò. «Grazie per avermi ascoltato Naruto, ci vediamo domani»
«Ci vediamo domani Sakura» aspettò che ripresi a camminare, dopodiché entrò.
Per tornare a casa decisi di percorrere una scorciatoia che tagliava per la foresta, ma fu uno sbaglio; poiché la neve era stava diventando troppo alta, m’impediva di vedere nitidamente. Fui costretta ad abbassare il capo, quando lo sollevai un istante per liberarlo dai capelli, fra i rami degli alberi intravidi una figura familiare, senza pensarci i piedi mi diressero verso quella direzione, ma procedendo smarrii la strada e quella visione svanì. Avrei voluto chiamare “aiuto” a gran voce, sperando che Naruto non si fosse allontanato troppo,  invece continuai ad inoltrarmi alla ricerca di quel miraggio. Proseguii e proseguii, fino a che non lo vidi nuovamente davanti a i miei occhi. Era reale! Era reale?
Appoggiato ad un albero Sasuke stava guardando con malinconia diritto davanti a sé, probabilmente il villaggio non era distante? Com’era cambiato! Era palese che il dolore e la rabbia avessero mutato il suo viso, trasformando il bambino che conoscevo in un uomo. Lo guardai un istante, ma rimasi calma.
«Sasuke! » lo chiamai per attirare la sua attenzione, per capire se stessi sognando. Uno sguardo. Un passo; dopodiché sprofondai nel buio.
Un calore insolito accarezzò il mio viso con dolcezza,  lo sentii ardere. Aprii gli occhi e vidi che una fiamma danzava accanto a me, il bianco era scomparso. Mi misi a sedere, poi con cautela alzai avvolgendomi nel mantello che era stato posato sul corpo; lo guardai attentamente, riconoscendo immediatamente quelle nuvole rosse e bianche su uno sfondo scuro, che appartenevano all’organizzazione Alba. Uno di loro mi aveva catturata? Perché non mi aveva uccisa? E Sasuke, l’avevo visto realmente o il freddo mi aveva giocato un brutto scherzo?
Facendomi coraggio mi alzai, mi trovavo in una piccola caverna, di conseguenza ogni rumore era amplificato, anche il respiro, fu inquietante. Mi misi in piedi e cercando di non fare neanche il minimo rumore mi avviai verso l’uscita e fu in quel momento che il mio piede si scontrò qualcosa che  invase il mio corpo di paura e al contempo tristezza. Mi accovacciai e rimasi un momento con lo sguardo fisso sull’oggetto che avevo davanti; quel ventaglio rosso e bianco fu la prova che lui mi aveva realmente salvata, ma per quale motivo? Forse c’era ancora speranza? Raccolsi  la spada e la estrassi con cautela, quante vite aveva strappato? Quanto sangue aveva macchiato quella lama? Chiusi gli occhi, tante immagini confuse sfrecciarono, così con grande coraggio cancellai ogni pensiero e nascondendo quell’arma all’interno del mantello uscii dal rifugio. La neve non aveva cessato di cadere, ma ora scendeva al suolo più lentamente, più aggraziata. Inspirai, “Ce la puoi fare!”, esclamai a me stessa. Espirai e rivolsi lo sguardo altrove. Poco distante da me vidi Sasuke, che mi guardava confuso, come se fosse lo specchio di tutto il caos che stava devastando il mio corpo.
«S-sasuke…? » balbettai. Lui iniziò ad avanzare con estrema tranquillità, con una pacatezza che mi fece indietreggiare, avevo paura di lui? No, avevo paura che potesse nuovamente far parte della mia vita. Mi bloccai di colpo, mentre lui non si fermò, ma si avvicinò sempre più; il viso non lasciava trapelare nessuna emozione, sempre freddo e distaccato. Automaticamente sfilai la spada e con tutta la rabbia che avevo in corpo, la conficcai nella parete ferendogli il volto. Piccole gocce di sangue gli rigarono la gota, lui, con le spalle al muro, mi guardò esterrefatto. Non aveva tentato neanche di fermarmi, allora allentai la presa della spada e la lasciai scivolare a terra, non sicura che non l’avrebbe usata contro di me.
«Perché sei tornato? » domandai riacquistando la calma. Sasuke si passò la mano sul viso per asciugare il sangue.
«Avevo bisogno di tornare in questo posto …» “bisogno”, aveva usato una parola molto forte, che mi fece provare una grande rabbia nei suoi confronti “Perché allora…?” continuava a ripetersi il mio cervello, per riuscire a trovare una risposta.
«Nessuno ti vieta di tornare» sorrise tristemente.
«Sto bene dove sto» scossi il capo.
«Bene, allora tornaci…» mi sentii un infame a pronunciare quelle parole, ma uscirono senza controllo, lasciando un gusto dolceamaro sulle labbra. «…entri ed esci nelle vite degli altri come se niente fosse, senza pensare alle conseguenze, sei un egoista! Pensi solo a te stesso, passando sopra ogni cosa, persino sopra l’amicizia…» abbassai il volto «…Se Naruto ti avesse incontrato? Tu vali molto per lui Sasuke…» alzai il capo «…non ti lascerà andare e neanche io lo farò»
«Sakura…quando hai acquistato tutta questa forza?»
«Nel momento in cui ho deciso di crescere…» Sasuke rimase immobile con lo sguardo fisso su di me, ma perso altrove. «Ora me ne vado, non abbiamo più niente da dirci»  lui si avvicinò, alzò una mano e poi la lasciò ricadere lungo il fianco.
«I tuoi capelli sono più lunghi di prima…ti ricordi quando te li sei fatta tagliare per proteggerci? » io sospirai.
«Sasuke che cosa vuoi da me? » quel volto rigido si sciolse per un secondo ed intravidi la tristezza attraverso quello spiraglio.
«Non lo so» in quel momento ciò che in tutti quegli anni mi era apparso come una roccia indistruttibile, si sgretolò sotto il peso dei ricordi.
«C’è sempre posto per  te se desideri tornare» lui mi passò una mano fra i capelli.
«Non lo desidero…però vorrei fare questo» mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Fu un bacio strano, un bacio che fece rigare il mio volto di lacrime. Quando ci dividemmo lo strinsi nuovamente a me.
«Addio» sussurrai facendo cadere  il mantello che avevo sulle spalle.
«Addio Sakura» calpestando il simbolo di Alba me ne andai.
Iniziai a correre fra gli alberi, ma prima che potessi essere lontana una lama mi sfiorò il braccio ferendolo. Mi fermai e guardai indietro, fu un avvertimento: se ci fossimo rincontrati non avrebbe avuto pietà…
«Bene Sasuke, io farò lo stesso».
  
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