Come le Api Frizzole alle tre del pomeriggio
Il
primo sole estivo inondava la camera di un tepore da tempo dimenticato, mentre
i quadri dei vecchi presidi sonnecchiavano beatamente, ignari della polvere che
alla luce del sole brillava nell’aria come tante paillettes opache disseminate
nella stanza.
Silente stava lì, gli occhiali a mezza luna sul naso
adunco e il solito sguardo penetrante. Da qualche mese era sempre e
costantemente in attesa, come uno di quei vecchi levrieri da caccia che
aspettano che la lepre esca da qualche mucchio di neve da un momento all’altro.
Il chiacchierio allegro dei ragazzi si sentiva
chiaramente anche con le finestre chiuse, sembrava che una delle tante estati
fosse tornata ad Hogwarts, pronta a portare gli
studenti di nuovo nelle loro abitazioni per qualche nuova avventura estiva.
D’altro canto, sapeva benissimo che non si sarebbe
trattato della solita estate. C’era ben altro ad aspettare i suoi protetti al
rientro, forse dolore, forse disperazione, probabilmente per alcuni la morte
precoce. Sapeva soprattutto che era solo questione di tempo, Voldemort (o meglio,
Tom, come ancora usava definirlo), aveva già radunato molti seguaci e prima o
poi la guerra sarebbe infuriata sotto i suoi occhi azzurri, che di vicende ne
avevano viste tante. In quei giorni soffriva di un senso di impotenza non
indifferente, di certo i risvolti di quella vicenda non erano così chiari e
nitidi, nemmeno così scontati.
Ma quella volta il suo non era uno sguardo tacitamente
ansioso, piuttosto c’era un leggero luccichio divertito. Anche per un’altra
vicenda era questione di pochi attimi, o meglio di pochi passi.
Cominciò a contare mentalmente sedendosi nella poltrona
dietro la scrivania e poco dopo sentì che qualcuno bussava alla porta.
“Avanti!”
Come aveva previsto, la porta si aprì rivelando una
Minerva McGrannit che si avviò defilata verso il
centro dello studio, i pochi ciuffi che uscivano dalla sua severa acconciatura
lievemente arricciati. Chissà se per il calore o per l’agitazione.
“Preside, mi scusi l’interruzione”
“Ma no, cara Minerva. Stavo giusto pensando a cosa
acquistare di buono da Mielandia questo weekend. Sai
bene che quando iniziano le vacanze estive non fanno più rifornimento così
spesso, e non vorrei perdermi qualcosa di molto interessante!”
La professoressa storse il naso, indecisa se dover
commentare o lasciar perdere. Optò per la seconda scelta,.
“Ho appena letto le candidature a CapoScuola
per l’anno prossimo” annunciò.
“Speravo proprio che Gazza ti avesse consegnato tutto
in tempo” fece, accennando un sorriso benevolo.
“E se mi permette, credo ci sia un errore”
“In tal caso posso asserire che senza dubbio non c’è
nessun errore”
“Ha controllato per bene anche i nominativi di Grifondoro?”
“Quelli poi, particolarmente!” il sorriso si fece più
ampio. La professoressa assunse un cipiglio contrariato, se lo sentiva, ma
aveva sperato fino alla fine di sbagliarsi, o meglio che lui si fosse
sbagliato.
“Va contro le
regole, Silente. Temevo che la questione prendesse questi risvolti …”
“Credo piuttosto che la questione vada pienamente a
favore delle regole, se così possiamo chiamarle”
“Ma il ragazzo non è stato prefetto! Non vedo perché
dovrebbe diventare Caposcuola e poi, Preside, questa scelta mi sembra fin
troppo azzardata, sa che normalmente non lo direi. Credo che la migliore scelta
in questo caso ricada su Remus Lupin”
“Cara Minerva, questo ragazzo è fin troppo indaffarato
e stremato dai giorni di Luna Piena, non vedo perché dovremmo sottoporlo ad
altri stress. Mi sembra poi che l’altro nominativo sia ottimo”
“Per carità, come merito scolastico nulla da dire, è
senza dubbio uno dei miei studenti più brillanti”
“Mi trovo perfettamente d’accordo !”
“Non ho finito preside, c’è ben altro da dire sul ragazzo!
Si è sempre dimostrato irrispettoso nei confronti delle regole della scuola…”
“Per una volta lasci perdere le regole. Abbiamo bisogno
di gente come lui, onesta, brillante , coraggiosa e me lo conceda, anche dotata
di una buona dose di vivacità”
“No, preside. Abbiamo bisogno di gente seria”
“Minerva, ci stiamo preparano a tempi, duri, fin troppo
duri” detto questo il suo sguardo la trafisse e si sentì un macigno pulsare nel
petto, invece del cuore. L’espressione di Silente era fin troppo decisa.
“A… a cosa si riferisce?” chiese, sapendo per altro già
la risposta, la voce un po’ tremante nonostante il suo innato coraggio.
“Se dovessimo arruolare una come dire, resistenza , sono certo che James Potter
sarebbe il primo studente a cui farei riferimento. Ci metterei la mano sul
fuoco, anzi ci giocherei il mio posto nelle figurine delle Gelatine Tutti Gusti
+ 1. Ma ovviamente, il discorso Caposcuola a prescindere. Questo per farti
capire quanto conto su questo ragazzo”
Parve per un attimo interdetta, poi le parole uscirono
senza che se ne rendesse conto. Quasi si sentì sciocca a non aver menzionato
quel piccolo particolare prima.
“Lei ha nominato CapoScuola
la Signorina Evans e il Signor Potter”disse come se questo risolvesse di per sé
la questione.
“Davvero l’ha capito solo adesso, Minerva?”
“Sa bene cosa intendo, fra i due non scorre per nulla
buon sangue! “
“Non è mai troppo tardi, si ricordi”il tono era
profetico. L’espressione quasi trionfante.
“Finirebbe per tormentarla!”
“Per la verità li ho sempre visti molto affiatati!”
Poi un insieme di urla e risolini eccitati che avevano
tutta l’aria di provenire da una mandria di ragazzine, li fece sobbalzare entrambi, la professoressa
aprì la finestra e alla vista di quella scena, nemmeno se la fosse chiamata per
altro, strabuzzò gli occhi.
James Potter stava letteralmente penzolando per aria, i
piedi rivolti verso il cielo e la testa che quasi sfiorava il terreno.
In bella vista un paio di boxer rosso fuoco con due
boccini all’altezza dei … beh, lasciamo perdere.
Di solito e fortunatamente quell’indumento era coperto
dalla lunga veste della divisa.
“Che dire, Potter! Una vista fiammante!” fece spietata
una Lily Evans che ,con la bacchetta
ancora puntata, a stento si tratteneva dal ridere con le altre.
Non sguaiatamente, ma certamente con una cadenza
trionfale.
“Evans, se avevi tutta questa voglia di vedere i miei
boxer, potevamo contrattare in ben altra sede!”
“Per la verità , e spero che questo contribuisca nel
farti salire ancora un po’ di sangue al cervello, ho visto di meglio rispetto
ai tuoi.. boccini” rispose prontamente.
“SIGNORINA EVANS!”
La McGrannit aveva deciso di
aver sentito anche troppo.
La ragazza dal canto suo rivolse un sorriso smagliante
alla sua professoressa di Trasfigurazione.
“Ma le sembra il caso di appendere Potter per le
caviglie proprio sotto la finestra dell’ufficio del PRESIDE?”
“Professoressa, il ragazzo mi stava irritando” spiegò
semplicemente.
“Evans, lei è un Prefetto! Dovrebbe dare l’esempio, non
ci sono scuse! Cinquanta punti in meno a Grifondoro!”
“Mai punti furono tolti per una migliore causa, grazie
Professoressa!” detto questo Lily Evans girò sui tacchi e si diresse con una
marcia trionfale verso il lago.
James, nonostante il sangue pulsasse pericolosamente
nelle sue tempie, non riuscì a fare a meno di sorridere estasiato.
Che
donna!
La McGrannit chiuse di botto
la finestra e si rivolse a Silente.
“Vede preside? La fa andare fuori dai GANGHERI! Lily
Evans non si è mai comportata in questo modo! Stiamo andando incontro ad un disastro
annunciato!”
“Certo che no, Minerva. Li trovo assolutamente perfetti. Anche meglio delle Api Frizzole alle tre del pomeriggio!” sorrise, estraendone un
pacchetto da sotto la scrivania.
Angolino
mio, solamente mio, io, io oh oh.
Salve
pianeta Marte, qui è Oceano che vi parla. Tra poche ore partenza per London
Town. La patria di questi due scalmanati, tremo al pensiero di quante idee
meravigliose mi verranno per continuare le mie storie =) Intanto vi lascio
questa shot =)
Vi
porto nel cuore, anche a Londra.