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Autore: mdt    13/01/2006    0 recensioni
Desiree nasce e cresce in una casa che la considera tutt' un problema. Un padre sempre assente, una madre che non la prende in considerazione. Quale sarà il suo destino?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati alcuni mesi dal giorno del loro incontro. Daniele continuava a lavorare in banca, la fidanzata, Betta, stava a casa a occuparsi della cucina e del resto, assieme a Desi, che era rimasta assieme a loro. Desi ormai era arrivata a termine della sua gravidanza, anche se preferiva non pensarci. La paura era talmente grande che a volte pensava di non partorire, che il bambino una mattina se lo sarebbe trovato accanto, e lei sarebbe stata fresca e riposata per cominciare ad accudirlo. Molte volte, fratello e cognata, avevano cercato di attaccare il discorso con Desi, ma non ottenevano mai risposta, solo un "sono stanca... ne riparliamo domani..." e la ragazza spariva nella sua stanza. Daniele aveva paura per la sorella. E a sua volta, sapeva che lei aveva molta paura, una terribile paura di questo parto. In fondo era solo una ragazzina, aveva solo 19 anni e anche di meno, e si era sempre ostinata a non voler andare dal ginecologo per una visita. Non sapeva nemmeno se il bambino sarebbe stato un maschietto o una femminuccia. Daniele un pomeriggio la prese e cercò di parlarle con calma. "Desi, ormai è ora che tu decida in quale ospedale partorire e come, se dio vuole, partorire..." Desi rimase sconvolta. "Daniele... io... io... ho paura... non voglio andare in ospedale... voglio partorire qui... per favore..." Daniele sgranò gli occhi. Quella ragazzina lo stupì talmente tanto da fargli perdere le parole. "D..Desi, ma... non hai più paura qui che in osped..." "NO!" Desi lo interruppe mentre lui nemmeno aveva finitò l' ultima parola. "Vi prego... lasciatelo nascere qui.". Erano passati alcuni giorni. Notte fonda, da poco in casa le anime si erano placate nei loro letti. Desi dormiva tranquillamente, così come il fratello e la cognata. Daniele si svegliò di soprassalto, come se qualcosa lo turbasse. "Tesoro ma... cosa c'è... non ti senti bene?" chiese Betta destandosi dal suo sonno. "No... no Betta... credo che, Desi stia per partorire... ho una strana sensazione..." Daniele si alzò e si diresse verso la stanza di Desi. Già da lontano sentiva degli strani movimenti, fino a udire un leggero urlo, strozzato in gola dalla sorella. "Desi... - disse aprendo la porta - stai tranquilla... va tutto bene..." le disse cercando di calmarla. Desi era spaurita, si tirava sù il lenzuolo, piegandosi in due per il dolore, ogni volta che questo si faceva sentire. Il suo respiro si fece convulso, affannato. Daniele si sedette accanto a lei, cercando di calmarla, ma vedendo comparire sotto le candide lenzuola una pozza d' acqua non potè trattenersi, e gridò alla fidanzata "Betta! Chiama il dottore!" a queste parole Desi non si trattenne, e cominciò a gridare e a implorare aiuto. Inutili gli sforzi di Daniele. Desi si calmò solo quando l'ostetrica le iniettò, dopo quasi un ora, un forte antidolorifico nella vena. La ragazza rimaneva adagiata sul suo letto, con le lacrime che le sgorgavando sulle guance rosee, mentre con la mano si accarezzava il pancione. Daniele ogni tanto le andava accanto e la rassicurava, regalandole ogni tanto qualche carezza. La donna che era venuta assieme all' ostetrica preparava l' acqua calda e gli asciugamani di lino, mentre Betta cominciava a mettere i lenzuolini alla culla che avrebbe accolto il neonato al momento della nascita. Passavano le ore, l' antidolorifico aveva esaurito il suo effetto e Desi ricominciò ad urlare ad ogni contrazione. Era quasi l' alba quando, confusi con il pianto di Desi, si udirono dei leggeri vagiti di neonato, che venne adagiato e avvolto da un pezzo di lino, poi affidato all' assistente della dottoressa. Daniele lo vide e lo accarezzò, mentre un capino scuro spuntava dalle stoffe e due dolci occhioni si aprivano lentamente pieni di stupore e spavento. In quella lunga notte, era venuto al mondo l' ennesimo piccolo fiore...
  
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