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Autore: saraviktoria    07/03/2011    0 recensioni
la mia prima ff. nata da un sogno di qualche mese fa, ho provato a scrivere la storia di una nuova ragazza della BAU. nell'unità nascerà un nuovo amore...recensite se vi va
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivata a casa prendo un altro caffè e passo la giornata a sistemare i mobili e a svuotare gli scatoloni, senza molto successo: c'è ancora troppa roba da mettere a posto, dei mobili sono riuscita a montare solo il divano e il letto. Meno male che bagno e cucina erano già a posto. Provo a montare qualche tavolino, ma mancano sempre i pezzi. "uffa!" borbotto rivolta alla libreria, cui mancano puntualmente alcune viti. Bussano alla porta, non ho ancora il campanello. Apro. "Reid, cosa ci fai qua?" "pensavo avessi bisogno una mano, non ci vuole molto a trovare un indirizzo, se lavori per l'Fbi" gli tocco una guancia con il dito "mmh … sembri umano quindi, anche se ho ancora qualche dubbio, hai bisogno di dormire" ride "ho già dormito e ti ho portato la cena" alza due buste bianche "la cena?" ripeto spaesata. Controllo l'orologio "sono già le otto?" mi sposto per farlo entrare. Vedo che valuta la situazione della casa, poi scuote la testa. "lo so, lo so. Ma sono lenta con le faccende manuali. E imbranata" aggiungo mentre sto per scivolare su un lenzuolo. Mi rimetto in piedi e lo invito a sedersi sul divano "scusa, ma non ho ancora montato il tavolo" "non importa, non ti preoccupare" sarà la centesima volta che mi ripetono questa frase, da quando sono a Quantico. Mi preoccupo davvero per nulla? "pizza e coca cola" annuncia passandomi un sacchetto "buon appetito!" mangiamo in silenzio, poi prendo un sacco di plastica per mettere la spazzatura e lo appoggio alla vetrata del balcone. "bella vista" commenta, mentre prendo uno scatolone "sei ancora sicuro di volermi aiutare?" "al cento per cento! Mettimi pure al lavoro" "bene" gli passo un paio di forbici e una scatola. Ne prendo un'altra e inizio a scartare il contenuto: posate, piatti e bicchieri. Lui fa lo stesso. Dopo due ore e qualche scatolone in meno, siamo circondati da carta da imballaggio e plastica. "grazie" "figurati. È divertente, quando ci prendi la mano" già, come no. Appoggio la testa sulle ginocchia e prendo dei cuscini dal divano "ehmm … Laure …. " "si?" "mi dai il permesso di fare una cosa?" per quel poco che lo conosco non avrei dovuto chiedere, ma anni passati con due fratelli combina guai più piccoli hanno la meglio. "dipende da cosa devi fare … " abbassa la testa "se te lo dico mi dici di no …. Non importa, lasciamo stare" ormai ha stuzzicato la mia curiosità "e no … così non vale! Se adesso non me lo dici non riuscirò a dormire neanche stanotte!" gli tiro un cuscino. Trova un modo per distrarmi. "ah, si ? Vuoi la guerra?" me lo rilancia e iniziamo a giocare come bambini. Venti minuti dopo e meno fiato di prima, siamo sul divano, seduti vicini "mi dai il permesso di fare una cosa?" ripete. Annuisco, troppo stanca per parlare. Lascio cadere il cuscino quando vedo che si avvicina. Sento le sue labbra calde sulle mie. Il suo dolce respiro mi costringe ad aprire la bocca. Senza sapere come né perché, senza neanche averci minimamente pensato, mi ritrovo a ricambiare quel bacio. Sento una delle sue mani sulla mia schiena, passo le dita fra quei capelli lunghi e sottili. Sono confusa certo, ma una parte di me è sicura che è quello che volevo. La parte meno razionale di me. Il resto si è scollegato dal cervello. A un certo punto si allontana, quasi di scatto. "scusa … beh, ora devo andare …. Ehm … ci vediamo..." sparisce in un secondo. Dopo quasi mezzo minuti mi accorgo che ha lasciato la giacca sul divano. La prendo e vado alla porta, ma è troppo tardi. Mi trascino a letto, ma non ho più sonno. Passo la notte a ripensare alle ore precedenti. Provo a convincermi di essermi sognata tutto, ma ogni volta che sembro riuscirci il mio cuore inizia a battere forte, in protesta. Vorrei mettere una mano nel petto e schiacciarlo. O qualcosa del genere. Mi addormento finalmente quando ormai è mattina. Al pomeriggio cerco di recuperare il tempo perso, senza successo. Non riesco a concentrarmi su niente se non la giacca nera appesa alla porta. Quando rischio di tagliarmi un dito con il taglierino lascio perdere e torno a dormire. Mi alzo al suono della sveglia e per poco non cado giù dal letto. Prendo il pullman e arrivo in ufficio. Ormai la guardia si ricorda di me e non mi chiede neanche più i documenti. Scendo nel seminterrato e mi siedo vicino a JJ. "ciao" "ehi, ciao. Come va?" chiede premurosa "bene, grazie. Tu, anzi, voi come state?" "tutto a posto. Sono appena andata a fare l'ecografia" "Reid è già arrivato?" chiedo. In quel momento esce dall'ascensore con Rossi. Mi alzo e lo raggiungo "avevi dimenticato …." gli porgo la giacca "ah … si … grazie" la prende, poi lo intercetta Morgan. Emily mi prende sotto braccio, JJ mi fa sedere davanti a lei "come mai hai tu la giacca di Reid?" chiede curiosa. "oh … perché … beh , ha voluto darmi una mano a sistemare casa e se l'è dimenticata. Me ne sono accorta solo stamattina" "non puoi ingannare dei profiler, o non saremmo tali" obbietta Emily "vi siete baciati?" chiede poi, senza darmi il tempo di pensare a una scusa. Resto in silenzio, cercando di inventare una bugia plausibile. "chi tace acconsente" JJ interrompe la mia disperata ricerca di una scusa, una qualsiasi "che bello!!! Che carini!!" "abbassa la voce, per favore!" esclamo in un sussurro. Per fortuna nel caos del mattino nessuno si è accorto di niente "ci devi raccontare tutto!" "no, Emily, perché non c'è niente da raccontare!" "però ti ha dato una mano con il trasloco" annuisco " … e vi siete baciati!" cerco di concentrarmi su qualcos'altro. E che cavolo! Ho ventiquattro anni, e ancora faccio fatica a parlare dei miei sentimenti, sembro un'adolescente alla sua prima cotta. Solo che non ho diciassette anni e non è la mia prima cotta. Il mio primo bacio si, se così si può definire …. "buongiorno, squadra!" "salve capitano" "Hotch " "buongiorno" "bene, spero vi siate riposati per bene … ci ha chiamato la CIA, è morto uno dei loro uomini e vogliono che ce ne occupiamo" "un uomo solo? Se non è un serial killer perché hanno chiamato noi?" chiede Morgan "ufficialmente è stato archiviato come suicidio, ma pensano ci sia qualcosa di più e non se ne può occupare la polizia. Se non ci sono più domande possiamo partire". La sede della Cia è in Virginia, 43 miglia più a nord della nostra base, nella cittadina di Langley, vicino a Mc Lean. "benvenuti. Prego seguitemi" un uomo vestito di scuro ci fa strada lungo una serie infinita di corridoi, fino al quarto piano quando si ferma e apre una porta. "entrate" quando gli passiamo di fianco lo vedo squadrarci. Dietro le lenti scure degli occhiali ci fissa ostile. Quando anche Morgan entra nella stanza, chiude la porta. Siamo in una stanza circolare con il pavimento di marmo e i muri coperti da librerie. Un'austera scrivania troneggia al centro. Dietro un uomo piccolo piccolo seduto rigido su una sedia troppo grande per lui. Pareva un bambino che si fosse messo a giocare nello studio del padre, con indosso i suoi vestiti. Rispetto all'ambente che lo circondava, faceva davvero una magra figura. "buongiorno e ben arrivati. Vi aspettavamo" disse con una voce profonda, così in contrasto con la sua figura da sembrare quasi irreale "agente Summers" annuncia indicando lo schermo davanti a lui. Appaiono le immagini di un uomo con il volto coperto di sangue, visibilmente torturato. Scorrono varie foto, scattate da diverse angolazioni. Chi potrebbe scambiarlo per un suicidio? " a cosa lavorava?" chiede il capitano "affari riservati. Ma a questo punto credo ne valga la pena … " sembra voglia convincersi da solo "si occupava della protezione della moglie e dei figli di un terrorista islamico. Doveva nasconderli da qualche parte a Washington, e lo abbiamo ritrovato così" "secondo voi cos'è successo? " chiede Rossi "vicino al cadavere è stato ritrovato un biglietto, in cui l'agente si scusava di non aver potuto portare a termine un incarico per lo stato. Secondo noi si è suicidato quando si è accorto che qualcuno gli stava alle costole. Non sarebbe la prima volta" ammette con un sospiro "suicidato?" chiedo incredula "ma è stato torturato!" "con il nostro lavoro è da mettere in conto, dottoressa Kiel. Mi meraviglio che lei non ci abbia pensato" mi sento punta sul vivo. Che senso ha? "e allora perché ci avete chiamato?" chiedo cercando di rimanere calma. "come ha supposto lei, il nostro agente è stato torturato. Siamo preoccupati per le persone che l'agente Summers deve proteggere, per le prossime vittime che potrà fare. Il vostro compito sarà scoprire cosa vogliono da loro. Siete o no dei profilers?" chiede con un sorrisetto "certo, agente. Faremo il possibile" si affretta a rispondere Reid, prima che possa fare qualche altra insinuazione. Usciamo e ci portano in un ufficio sopraelevato, con un grande tavolo in metallo ,otto sedie e un grande schermo, con il simbolo della CIA. "tutto a posto?" chiede Emily mentre ci sediamo. Annuisco. "ehm … capitano? Volevo scusarmi per prima" "chiamami pure Hotch " "ok … mi dispiace, non so cosa mi sia successo è solo che … " "noi non siamo abituati a negare l'evidente. Qui si. È il loro lavoro. Potrà anche sembrarvi che si preoccupino poco di ciò che succede ai loro uomini. In parte è davvero così, ma ci sono persone con il cuore anche alla CIA" ci distribuisce dei fascicoli. "queste sono le schede della signora Summers e dei suoi figli" appaiono le loro foto sullo schermo. Studiando le cartelle della CIA si scoprono molte cose "chi altro era a conoscenza della missione?" chiede JJ in collegamento con Garcia da Quantico. "soltanto altre quattro persone: gli agenti Sanchez, Ramiro, Holden e Coleman. Due donne e due uomini. Lavorano tutti al vostro stesso piano " risponde Garcia. "ci sono anche i loro fascicoli?" chiede Rossi "si" risponde il capitano "ma non saranno molto d'aiuto" ce li passa. Ha ragione. Solo una sintetica scheda riassuntiva delle esperienze lavorative. Niente di più "e se li seguissimo mentre lavorano?" propone Reid. Così usciamo dall'ufficio e scendiamo le scale. Vengo travolta da un turbinio di persone indaffarate che vanno avanti e indietro. "oh, mi scusi …." "permesso..." mi faccio da parte a osservare il loro lavoro. Molti sembrano davvero presi da quello che fanno: una donna controlla delle mappe, due uomini in divisa leggono delle carte, un anziano borbotta rivolto a una lavagna elettronica. Mentre altri forse non sanno nemmeno perché si trovano lì. Ci sono delle persone che giocano a carte alcuni personaggi misteriosi che interrogano un sospetto. Ma sono quattro figure ad attirare la mia attenzione. Sono seduti in un angolo a confabulare, senza badare agli altri, ma gettando sguardi preoccupati ai colleghi. "e quelli chi sono?" chiedo "prova a indovinare … agenti Sanchez, Ramiro Holden e Coleman" "cosa faranno ora che uno di loro è stato ucciso ?" chiedo a Reid, l'unico rimasto vicino a me. Degli altri non vedo traccia. "continueranno a fare quello che facevano prima. Non è successo nulla che li costringa a cambiare i loro piani" risponde lui, mesto "è una cosa terribile" commento. Poi mi viene un'idea "dici che ci faranno partecipare al discorso?" "se non proviamo non lo sapremo mai" ci avviciniamo e visto che non incontriamo resistenza, ci fermiamo ad ascoltare "oh, buongiorno" uno degli agenti ci vede "salve" saluto alzando la mano "non per essere scortesi, ma stavamo lavorando" fa notare una delle due donne. Ha i capelli corvini e la carnagione olivastra, sul viso un'espressione per niente amichevole. "anche noi" ribatte Reid "e forse potete aiutarci" prima che possa fare qualche domanda si avvicina un altro uomo "scusate …. Agente Sanchez, è arrivato questo per lei" gli mostra un foglio coperto di simboli: un codice. l'agente interpellato fa una smorfia "chi lo ha mandato?" chiede al collega " è arrivato con la posta ordinaria signore. Mi dispiace" l'agente posa il foglio sulla scrivania per sottoporlo ai colleghi "cosa ne pensate?" chiede. Ma nessuno risponde. Guardo il foglio Un linguaggio stranamente familiare. "posso …?" chiede Reid. "non mi sembra di aver chiesto il vostro aiuto" ribatte la donna bionda, con freddezza. Poi, ignorandoci si rivolge ai colleghi "mettiamolo nel computer. Anche se ci vorranno dei giorni avremo la risposta" ecco cos'era!!! Il codice di Edgar Allan Poe, Lo Scarabeo D'oro. Solo riprodotto in un altro ordine. Guardo Reid: ha capito anche lui, ma se non ce lo fanno vedere …. La bionda si alza e si avvicina a uno dei computer. La seguo "hai bisogno di qualcosa?" chiede mielosa. Sorrido "si, grazie. Posso vedere?" "mi dispiace, ma sono affari riservati." risponde fingendosi ingenua "andate a giocare con il Cluedo, piccoli investigatori " aggiunge poi sottovoce. E a quel punto mi f perdere la pazienza. "scommetto che noi riusciamo a risolverlo prima del computer" mi anticipa Reid. Sorridono tutti e quattro, beffardi "ma si, falli provare, se si vogliono divertire …. Se ce la farete, cosa su cui ho seri dubbi, potrete farci tutte le domande che volete. Ma se perdete, ci lascerete stare. Ok?" dice il più anziano. Gli tendo la mano e lui la stringe. Poi fanno una fotocopia del foglio e ce la consegnano. Torniamo in ufficio. "avete scommesso contro un computer?" chiede il capitano, preoccupato "no, vinceremo contro un computer" ribatto decisa. Ci mettiamo al lavoro. "secondo i crittografi ci sono centinaia di modi di decifrare uno di questi messaggi, ma solo una avrà senso nel nostro caso … " inizia Reid. "i codici ariani assegnano una lettera ad ogni simbolo … ogni lettera corrisponde a un numero, e a ogni combinazione binaria di numeri un'altra lettera che compone le parole al contrario. Basterà leggere tutto alla rovescia" riassumo le mie conoscenze sull'argomento. Morgan mi guarda male "bene … se la metti così … buon divertimento geni!" ed esce. 01 87 65 38 75 49 02 27 46 17 36 98 47 23 18 47 39 09 28 487 48 32 57 86 47 65 03 43 01 11 27 33 91 60 49 45/ …. Quattro ore e cinque tazze di caffè più tardi veniamo a capo dell'enigma. Prendo il foglio con la soluzione e corriamo giù dalle scale, fino alle scrivanie . "L'anima sicura della sua esistenza sorride al pugnale e sfida il suo punto. Le stelle sono tramontate, il sole si affievolisce con l'età e la natura lavello in anni, ma tu fiorire in giovinezza immortale, illeso in mezzo alla guerra di elementi , il relitto della materia e la calca dei mondi " annuncio agli agenti, che ci guardano sbigottiti "ma come avete fatto?" chiede uno "ci sono centinaia di combinazioni. Che computer avete?" "è stato più semplice farlo a mente. Un computer non troverebbe la connessione logica con il caso" rispondo, conscia che ci stanno guardando come se fossimo alieni. "bene. Complimenti, non ce lo aspettavamo. Sapete per caso anche cosa vuol dire?" chiede la donna mora, beffarda. "forse …." inizia Reid "ma avremmo bisogno di altre informazioni … dopotutto ci avevate dato il permesso di fare domande, se fossimo riusciti a decifrare il messaggio … " l'uomo più anziano, che sembra anche il capo si alza "avete ragione e avete vinto. Fateci pure le domande che desiderate" si risiede in attesa. "ok … di cosa vi state occupando?" chiede Reid "le persone che doveva proteggere l'agente Summers sono la famiglia di un terrorista molto noto alla Cia. Ha deciso di collaborare con noi qualche mese fa, dopo che la sua famiglia è stata minacciata dagli estremisti mediorientali. Gli abbiamo offerto la nostra protezione in cambio di informazioni sui prossimi attentati. Summers doveva nascondere la moglie e i figli e ora che lui è morto nessuno sa dove si trovino" "abbiamo visto che è stato torturato. E se gli assassini gli avessero fatto dire dove gli ha nascosti?" "agente Reid, con tutto il rispetto, ma il nostro lavoro è sinonimo di segretezza. Nemmeno le nostre famiglie sanno di cosa ci occupiamo" l'uomo più giovane, che dev'essere l'agente Holden, sembra amichevole, nonostante il pessimo inizio. Quello che ha detto mi fa pensare "come si può mentire alla persona che si ama?" chiedo più tardi al capitano, mentre ci dirigiamo in albergo "vedi, non è che gli mentono …. O almeno, loro la vedono in maniera diversa … vedila solo come …. Beh, loro non dicono tutto, e le loro famiglie non fanno domande. I loro familiari ci sono abituati, hanno scelto di stare con un agente dei servizi segreti, sapevano a cosa andavano in contro " cerca di spiegarmelo, ma non mi entra in testa "quindi la signora Summers accetterà la banale scusa che suo marito si è suicidato, mentre è morto per proteggere altri?" "no, diranno alla signora che è morto mentre faceva il suo lavoro. Avrà il funerale di un servitore dello stato. Ma lei non lo dovrà dire a nessuno …." vede che per me è inconcepibile "hai mai amato qualcuno al punto di fidarti ciecamente di lui, accettando quello che non ti poteva dire?" chi penso … "in realtà non credo di aver mai amato nessuno …. "inizio "sicura? A me non sembra. " segue il mio sguardo pochi metri più avanti, dove Emily, Reid e Morgan stanno prendendo le chiavi delle stanze. Scuoto la testa "no!" il capitano sorride "come vuoi … adesso non ci pensare … vedrai che la signora Summers capirà, e sarà anche abbastanza in gamba da farlo capire ai figli. " "ok … proverò a mettermi nei suoi panni … buona notte" salgo al secondo piano. In fondo c'è la camera 301, la mia casa per i prossimi giorni. Entro e appoggio il borsone, poi mi butto sul letto, senza neanche togliere le scarpe. Hotchner non può aver ragione …. Perché …. Beh, perché non ha senso. Eppure … potrebbe … insomma, non mi tremano le gambe quando ci parlo? Non sento una scarica di elettricità ogni volta che ci penso? Anche in questo momento … eppure … non oso pensare a che conseguenze andrei in contro …. Se avesse ragione … ma non ha ragione, perciò nessun problema. Ma chi voglio prendere in giro?? Solo me stessa, forse è questa la risposta …. L'amore è un sentimento strano. C'è senza esistere, si nutre di stati d'animo di ogni tipo, non segue vie logiche o prevedibili. A volte provoca dolore, lacrime e sofferenza … Paulo Coelho. Ma una logica ci deve essere, anzi dir la verità una logica c'è. Secondo i più recenti studi l'amore non è altro che un aumento di dopamina, adrenalina e ossitocina nel sangue. Dodici aree del cervello producono una serie di sostanze chimiche che provocano euforia. Io ho smesso da un pezzo di credere nelle belle favolette, quelle che finiscono con un 'e vissero tutti felici e contenti … ' ma questo non significa che possa esserne immune. E dopo tutti questi ragionamenti , la conclusione è una sola: sono innamorata. Che vorrà dire, poi …. ?ma tanto basta a incasinarmi. I legami affettivi della mia vita, fino ad ora, sono sempre stati molto semplici: la mamma e papà, i miei fratelli, quelle poche amiche che mi ero fatta al liceo … non c'era nessuna categoria di sforo. Niente che poteva cambiare, ma ora …. Mi rigiro nel letto fino a quando decido di non essere in grado di dormire, così mi alzo e prendo la giacca: l'aria fredda potrebbe farmi anche bene. Mi siedo sulle scale d'entrata dell'albergo. In strada non c'è nessuno, nessun rumore. Dormono anche gli uccelli. Appoggio la testa sulle ginocchia e inizio a piangere senza motivo, ma non c'è modo di fermare le lacrime calde che mi scorrono sul volto. "Laure?" chiede una voce incredula. Mi asciugo la faccio con la manica della giacca "tutto a posto?" chiede Reid "no. Lasciami stare" "ehi..." si avvicina e si siede accanto a me. Nascondo di più la testa " … cos'è successo?" "niente. Voglio solo stare da sola" non voglio essere scortese, ma è l'unica cosa che riesco a dire. È vero: ho bisogno di stare sola, soprattutto senza che la fonte dei miei problemi mi chieda come sto. Ma Reid aspetta una risposta "tu non dovresti essere in camera a dormire?" chiedo, sviando la domanda "potrei chiederti la stessa cosa" "non hai risposto alla mia domanda" "non riesco a dormire. Tu come rispondi?" "non riesco a dormire neanche io. E in più ho una tale confusione in testa …." "mi dispiace … so di essere la causa di gran parte della tua confusione..." "oltre a essere un genio praticamente in tutto, ora leggi anche nel pensiero?" chiedo, ancora arrabbiata. Ride. "forse …" e in quel momento mi viene un'idea. Una cosa che mi diceva sempre la mamma: un bagno caldo aiuta a sciogliere i dubbi, una doccia fredda a prendere una decisione. E io ho proprio bisogno di prendere una decisone. Ma più che di una doccia fredda mi serve … si …. Un bagno gelato! E cosa meglio di una piscina di notte? "aspetta un attimo!" corro su per le scale "dove stai andando?" mi urla dietro Reid "a mettere il costume, ho voglia di fare un bagno! " "un bagno? Ma è notte, fa freddo!" si lamenta lui "non ti ho chiesto di venire con me. Torna in camera a dormire!" "no aspetta. Vado a dormire se mi prometti che farai lo stesso" "mi spiace, ma non posso! Ho bisogno di un bagno" di nuovo sorridente, animata da quell'idea che potrebbe cambiare tutto, gli chiudo in faccia la porta della mia camera. Tolgo la giacca e la camicia. Prendo un costume nero dal borsone e ci metto sopra l'accappatoio. Lancio uno sguardo all'orologio: segna quasi mezzanotte, ma non mi interessa. Riapro la porta e Reid è ancora lì. Scendo le scale e mi segue. Arrivo in piscina, lascio l'accappatoio e mi tuffo. l'acqua è gelata, ma mi fa tornare me stessa. Che bisogno c'è di farsi tutti questi problemi? Sono innamorata, e allora? Guarderò in faccia i problemi quando sarà il momento. Per ora mi limito a vivere il presente. Gioco nell'acqua mentre Reid, in piedi vicino al bordo, mi guarda disapprovando "Laure, ti vuoi ammalare?" chiede quando torno a galla. Sorrido "vieni anche tu" "no " "perché no?" "basta una sola motivazione, anzi due : è notte e fa freddo" "l'acqua è calda" ribatto per puro spirito di contraddizione "dai, esci. Il bagno puoi farlo domani, se proprio ci tieni" "e va bene..." mi avvicino al bordo, ma con in testa un'idea diversa da ciò a cui pensa lui "dammi una mano a uscire..." tendo una mano fuori dall'acqua e lui la afferra aiutandomi ad uscire. Poggio i piedi contro la parete della piscina e anziché uscire, mi spingo indietro, col risultato che finiamo tutti e due in acqua . Rido mentre lui torna a galla spostando i lunghi capelli dal viso "ah aha, davvero divertente, Laure! " non riesco a smettere di ridere "i miei vestiti!" si lamenta ,riavvicinandosi. gli metto le mani sulle spalle "vedi, non fa poi così tanto freddo" e lo bacio senza dargli il tempo di rispondere. Ho deciso che non mi importa, che d'ora in poi proverò a seguire un po' di più il cuore, e non solo il cervello. "aspetta..." si allontana "che c'è?" "io … " "non ti piaccio" "no, non è quello..." "non ti piaccio" ripeto allontanandomi "ma tu mi piaci" "anche tu mi piaci, Laure..." "e allora dov'è il problema?" finalmente si arrende e mi bacia. "e adesso cosa c'è?" chiedo trattenendolo per un braccio quando cerca di allontanarsi ancora "non lo so. È solo una sensazione, ma non sono sicuro … " "che sensazione?" chiedo incuriosita "è una specie di sesto senso … mi sento … come dire …. spiato" "spiato? Ma qui ci siamo solo noi!" ribatto. Ma vedendo che non si convince "va bene ,torniamo dentro … ehi, aspetta, non così in fretta. Non ti voglio lasciar scappare di nuovo!" ride "non vado da nessuna parte. Non senza di te almeno" esco dall'acqua "che freddo! Laure, la prossima volta che hai in mente di coinvolgermi nei tuoi bagni notturni, avvertimi prima. Non vorrei prendermi una polmonite" mi unisco alla sua risata. Saliamo al secondo piano "vado ad asciugarmi" propongo aprendo la porta "perfetto. Io invece vado a mettermi dei vestiti asciutti. Ci vediamo fra cinque minuti?" sorrido entrando in camera. Ormai sarà la una, ma non sono stanca. Al contrario, sono euforica e tesa, ma anche felice. Questo è l'importante. Passo l'asciugamano tra i capelli, senza migliorarli di molto, mentre mi rimetto i jeans e la camicia. Mi rimetto le calze e stendo il costume in bagno, vicino alla doccia. Preparo il letto per andare a dormire, poi esco. E ovviamente Reid è lì ad aspettarmi, di nuovo asciutto, tranne i capelli. "dobbiamo parlare?" esordisco giocando con le chiavi "parlare?? Veramente pensavo avessi in mente altro … " mi abbraccia e mi bacia. Andando indietro finisco contro la porta della mia camera che, ancora aperta, scivola indietro. Entriamo in camera e per poco non inciampo in qualcosa di indefinito, lasciato per terra. Rido. "attento … " è buio e io non sono molto ordinata, vorrei dire, ma in un attimo mi ritrovo con le labbra molto impegnate …. Toc - toc!! Mi alzo dal letto attenta a non fare rumore e corro ad aprire. Mi fermo però davanti allo specchio, quando mi accorgo di essere in reggiseno e mutande. Raccolgo una camicia da terra, troppo addormentata per capire se è mia. Toc - toc !! "arrivo!" apro la porta e mi ritrovo davanti Morgan. "oh … buon giorno" "ciao, Kiel. Mi hanno mandato a svegliarti, partiamo tra mezz'ora. A proposito … sai dov'è finito Reid? Sono andato in camera sua ma non risponde nessuno, non penso sia uscito …." mi giro indietro e Morgan se ne accorge. Mi sposto per evitare che guardi in camera. "arriviamo …. Ehm …. Volevo dire … arrivo …. Cinque minuti!" chiudo la porta sulla sua faccia curiosa e accendo la luce, senza pensarci "ehi! Cosa …?" "oddio, scusa! Non ci avevo pensato. Dobbiamo vestirci" "ehm … ok … dammi due secondi per elaborare qualche pensiero coerente … e ridammi la camicia!" rido e gliela passo "Dio, quanto sei bella" mormora, rimanendo imbambolato. "e la mia dov'è?" chiedo guardando in giro. Controllo anche sotto il letto "ecco qua!" è rimasta fra le lenzuola. mi vesto, poi vado in bagno. Mi sciacquo la faccia e cerco di pettinare i capelli. Rinuncio dopo qualche minuto, prendo un elastico e li raccolgo. Ritorno in camera analizzando il disordine "mi devi spiegare una cosa" "dimmi" prendo le scarpe e gli passo la cravatta "come fai a vivere con tutto questo casino?" "beh, hai visto casa mia: scatoloni o no, è sempre in disordine" "mah … " scendiamo per la colazione. Morgan al centro di un capannello di persone sta raccontando qualcosa di divertente, forse una barzelletta. "buongiorno a tutti" saluto sorridendo. Si avvicina Emily "ciao … oh, eccoti qua" aggiunge in direzione di Spencer "ti abbiamo cercato ovunque. Dov'eri finito?" "ehm … " abbassa la testa, imbarazzato "io lo so dov'era, anzi dov'erano!" provoca Morgan . Gli tiro in testa il giornale che trovo sul tavolo "fatti gli affari tuoi!" lo rimbecco, ma lui ci tiene a finire la frase. "se avete finito di litigare …." "scusa Hotch" diciamo all'unisono "bene … c'è un'altra vittima, un altro agente coinvolto nell'operazione. Ora mancano la moglie e i figli, ma non sappiamo dove cercarli" tutta la mia euforia svanisce in un attimo. Povera donna. Poveri bambini. "cosa sa Morgan che noi non sappiamo?" chiede Emily in macchina "ma niente … ieri avevo bisogno di fare un bagno in piscina e Reid mi ha fatto compagnia … tutto qui..." "ah … ok … capito" e in effetti sembra aver capito molto di più di quello che gli ho detto . Arriviamo alla base della Cia dieci minuti dopo. "buongiorno, agenti" "salve agente Ramiro. Cosa è successo?" l'agente ci lancia un'occhiata di fuoco, poi si sposta e ci fa passare. "stamattina abbiamo ricevuto una e-mail. Aprendo il collegamento è apparso questo..." si gira e sullo schermo appare un video: una donna con il velo legata ad una sedia, piena di sangue. Poi si sente una risata e uno sparo. Nascondo il viso dietro al capitano, mentre il proiettile colpisce la donna in pieno volto facendo schizzare sangue dappertutto. Si sente un'altra risata, ma non oso guardare il video che va avanti "lo fermi, per favore..." prega Spencer a un certo punto. l'uomo alla scrivania preme un tasto e lo sfondo della Cia sostituisce quell'orrore. Guardo Emily , sconvolta; il capitano arrabbiato e Morgan che si morde le labbra. "credo che possa bastare" interviene il capitano "Kiel, Reid, andate con la squadra dell'agente Ramiro; Prentiss e Morgan con me" escono mentre mi riprendo. "tutto a posto ?" chiede l'agente Holden poco dopo "si … grazie". La donna mora, l'agente Sanchez mormora qualcosa che non sento. Ci sediamo e mi passano la fotocopia del giorno prima, quella del codice di Poe. "il nesso è qui, dobbiamo solo trovarlo … " ci concentriamo tutti su quella serie di simboli. "il messaggio diceva: L'anima sicura della sua esistenza sorride al pugnale e sfida il suo punto. Le stelle sono tramontate..." inizio " il sole si affievolisce con l'età e la natura lavello in anni, ma tu fiorire in giovinezza immortale, illeso in mezzo alla guerra di elementi , il relitto della materia e la calca dei mondi " conclude Spencer. "l'anima sfida il suo punto … il sole si affievolisce con l'età …. ma tu illeso in mezzo alla guerra di elementi … " cerco di trovare un senso "e se volesse dirci qualcosa? Il sole si affievolisce con l'età, potrebbe voler dire che ormai è vecchio …. " "l'anima sfida il suo punto …. Il punto del pugnale … qualcuno che ha già sfidato la morte in passato e ora si vuole vendicare" "con tutto il rispetto agente Reid, ma è un luogo comune della maggior parte dei nostri agenti" come al solito non hanno capito. Ma quella frase fa scattare qualcosa nella mia mente "non parlavamo di voi, ma …. E se fosse un ex agente, magari congedato con disonore dopo aver sfidato la morte? Se ora volesse vendicarsi?" gli agenti della Cia mi guardano come se avessi detto una terribile parolaccia. "non ci sono congedati con disonore tra di noi, sia chiaro, dottoressa Kiel" ribatte secca l'agente Coleman "va bene, allora congedato e basta" interviene Spencer prima che possa ribattere "comunque qualcuno vede la Cia come qualcosa di intoccabile … illeso in mezzo alla guerra degli elementi … e ha trovato il modo per sfidarvi" "ma perché proprio l'agente Summers?" chiede il capo "questo non lo sappiamo ancora" ammetto. La bionda sorride "intanto, potremmo avere un elenco di ex agenti, delle persone che hanno lavorato qua e che hanno avuto a che fare con l'agente Summers o con i terroristi mediorientali?" chiedo, ignorandola "ma certo" risponde l'agente Holden "Kyra, Manuel potreste andare a prendere i fascicoli in archivio ?" gli agenti Sanchez e Ramiro si alzano e spariscono. "non è che potrei avere un caffè?" chiedo. La notte pressoché insonne inizia a farsi sentire. "certo, forse ne avremmo bisogno tutti. Venite … " ci portano in un locale che sinceramente non avevo notato. c'è una brocca di caffè sul tavolo e dei bicchieri di carta di lato. Verso un po' di caffè. l'agente Coleman mi passa davanti con una smorfia "ma che cosa le ho fatto?" chiedo all'agente Holden dopo che se n'è andata "niente, non ti preoccupare. Lei è fatta così … e il fatto che siete due geni più giovani di lei non aiuta … " "oh, mi dispiace, agente Holden, se posso fare qualcosa …." "chiamami pure Mark, e per Monique non ti devi preoccupare, le passerà " esco bevendo il caffè. La caffeina mi aiuta a concentrarmi sui problemi più imminenti. "a proposito, avete trovato il corpo della donna?" chiedo tornata alla scrivania "si, per fortuna si. Ma ora non sappiamo dove si trovino i figli. E l'unica persona che lo sapeva si è portata il segreto nella tomba" "e se lo avesse detto ai suoi assassini? Dopo le torture avrebbe potuto cedere … " interviene l'agente Sanchez appena tornata carica di cartelle "no." obbietto convinta "una madre non darebbe mai i figli in mano a degli assassini, a costo di rimetterci la vita" spiego di filato. In quel momento mi suona il cellulare. È un messaggio, da un numero che non conosco. Lo apro e vedo un link, che rimanda a una pagina internet. Lo mostro agli altri "che faccio?" "aspetta … mandiamolo a Garcia e JJ …." Spencer compone il numero e mette il vivavoce "come state piccioncini?" arrossisco "mi spieghi come fai a sapere sempre tutto?" chiedo, punta. "ho appena parlato con Morgan, quello non sarebbe di mantenere un segreto neppure sotto tortura … avete bisogno? " "si. Dovresti seguire un link per noi. È arrivato sul cellulare di Laure qualche secondo fa. Adesso te lo mando" inoltro il messaggio e lo mando a JJ "eccolo, è arrivato. Aspettate che vado a vedere … " segue una pausa. Immagino che la pagina debba caricarsi " … oddio!!!" un tonfo
   
 
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