Film > Star Wars
Segui la storia  |      
Autore: _Frankie_    07/03/2011    2 recensioni
Questa storia è frutto della collaborazione tra amimy e la sottoscritta. Cosa succederebbe se Leia riuscisse a trovare il modo di evitare la pesante battaglia che per vent'anni e più si è protratta nella galassia lontana lontana?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sdet Questa storia è frutto della collaborazione tra amimy e la sottoscritta.
Speriamo vi possa piacere:)

Capitolo 1: Il viaggio

Fuori pioveva. Una pioggia grigia e fredda, tipica di Coruscant. Mi avvicinai al vetro delle grandi vetrate della mia stanza.
«Ehi!» la sua voce mi prese alla sprovvista.
«Luke! Mi hai spaventata!» dissi guardandolo.
«Scusami. Sono venuto solo per dirti che l’ho trovato…»
«CI sei riuscito veramente?»
«Beh, lui mi ha detto di possedere gli strumenti giusti per il tipo di viaggio che stai cercando di intraprendere. Però Leia io…Beh, io vorrei sapere perché vuoi tornare indietro nel tempo!» lo guardai. Non ero una buona bugiarda, ma in quel occasione dovevo cercare di essere il più convincente possibile. Ero costretta a ingannarlo, non doveva capire cosa avevo realmente intenzione di fare.
«Lo sai. I miei genitori adottivi, Bail e Breha, mi mancano…molto! Io vorrei solo poterli salvare»
«Lui mi ha detto che non devi assolutamente modificare il passato! Mi dispiace, potrai solo vederli e abbracciarli e salutarli, ma niente di più, mi dispiace»
«Sì» risposi. Era vero, Bail e mi mancavano molto. Ma se solo fossi riuscita a portare a compimento il mio piano, loro non sarebbero morti e non avrei dovuto piangere comunque per la loro mancanza…
«Allora, quando possiamo incontrare questo misterioso personaggio?»
«Ci aspetta in una bettola, nei bassifondi di Coruscant, domani, dopo il tramonto.»
«D’accordo. Dirò ad Han che devo recarmi in senato per alcuni affari della Repubblica»
«Perfetto, allora ti passo a prendere io»
«Sì…»
«Leia, Sei sicura di quello che stai facendo? Non ti farà male non poter salvare i tuoi genitori?»
«No Luke, davvero. Ora ci siete tu e Han…»
«E i bambini che porti in grembo!»
«Come? Cos…Bambini? Veramente è…Ma tu come?»
«Leia, sono tuo fratello. E poi mi basta sentire la tua forza…è triplicata!»
«In questo caso. Comunque l’ho saputo solo ieri…»
«E Han ancora non lo sa, giusto?»
«Beh, ecco, no…ho intenzione di dirglielo questa sera, quando ritornerà dalla missione con Chewie».
«D’accordo. Beh buona giornata sorellina»
«Anche a te Luke» e mentre uscii mi sorrise.
Lo stavo imbrogliando. Era davvero giusto raccontargli tutte quelle bugie? Per cosa poi? Non ero neppure certa di trovare cosa andavo cercando, o meglio chi. Sapevo solo il nome di mio padre, il mio vero padre, niente più. Non conoscevo nemmeno il suo volto, lo avevo sempre visto con addosso quella terrificante maschera nera, ma mai ero riuscita ad immaginare solo per un momento di che colore fossero i suoi occhi o come fosse il suo sorriso. Non mi bastava trovare solo lui naturalmente, volevo anche vedere il viso di mia madre. Luke continuava ad intestardirsi alla vana ricerca di un documento di nascita o di un qualcosa che facesse risalire a lei, ma mai era riuscito a trovare niente. Aveva anche più volte provato a contattare Obi-Wan, ma senza successo, sembrava sparito nel nulla.

Mi diressi verso la cucina, pensando a che cosa avrei potuto dire al cospetto dei miei genitori. Avrei potuto dichiarare fin da subito che l’imperatore era un signore dei Sith; ma mi avrebbero creduta? O mi avrebbero presa per una pazza?
Accesi la Honolet  per cercare di distrarmi un po’ ma non ci fu verso. Davano solamente programmi stupidi o interviste a senatori che avevano ricevuto l’incarico perché figli di qualche ricco mercante o di qualche re di pianeti dispersi, e non per la loro preparazione o per le loro idee. Anche quello mi faceva pensare ai miei genitori. Se mi avessero chiesto in che condizioni si trovava la nostra nuova repubblica mi sarei imbarazzata. I nostri tentativi di ricreare una democrazia che si reggeva sui valori antichi, simile alla prima repubblica, quella delle origini, erano pressoché falliti. La corruzione infatti, che era stata motivo di decadimento del primo senato, era ancora presente nel nostro nuovo organo parlamentare. Senatori accusati di concussione, politici che sperperavano denaro pubblico per scommesse illegali erano all’ordine del giorno. A distanza di cinque anni dalla caduta dell’impero, la repubblica sembrava ancora il riflesso di quella dittatura.
In essa però vi erano senatori indispensabili per il suo sostentamento: erano proprio loro a tener vivo il fuoco che la alimentavano. Elementi come il cancelliere Mon Mothma ad esempio.
Il suono del campanello mi destò dai miei pensieri, chi poteva essere? Chiamai D-3BO nella speranza che andasse lui ad aprire la porta, ma non ottenni nessuna risposta.
“Strano”- pensai -”di solito è sempre qui in giro, possibile che non risponda?” poi, ricordai di averlo mandato a fare delle commissioni, così mi alzai e mi avviai verso la porta.
«Han?» non mi aspettavo di vedere lui. Mi aveva chiamata il giorno precedente, dicendomi che sarebbe stato di ritorno il giorno successivo, verso sera.
«Non ti aspettavi di vedermi? Sei forse qui con il tuo amante?» ah, come amavo quel povero pazzo.
«Sì, è nell’armadio, in camera nostra» dissi, cercando di trattenermi dal ridere.
«Davvero?» fece lui con fare preoccupato.
«Tu credi veramente che io sia in grado di tradire l’uomo più affascinante di tutta Coruscant?»
«Solo di Coruscant? Beh, io veramente mi aspettavo qualcosa di  più…»
«Giusto»- dissi avvicinandomi e abbracciando il suo corpo che mi mancava da settimane -«tu sei l’uomo più bello e attraente di tutta la galass…» non mi lasciò finire la frase che già le sue labbra erano attaccate alle mie. Fu un bacio lento e appassionato, entrambi volevamo goderci lentamente quell’ attimo, dopo aver passato un periodo infinito distante.
«Amore mio, ti devo dire una cosa» dissi quando riuscii a liberarmi.
«Una cosa bella o brutta?»
«Una cosa bella, anzi bellissima. Han, sono incinta, aspetto due gemelli!»
«S-sul serio? Diventerò padre? Di due gemelli? Ah, è una cosa fantastica! E quando lo hai saputo?»
«Ieri»
«Ah…»
«Han, volevo dirtelo di persona. Volevo vedere la tua reazione dal vivo, non intermediata da uno schermo, cerca di capirmi»
«Sì, hai ragione. Avrei avuto bisogno di abbracciarti in quel momento, come ho fatto adesso. Ancora non ci posso credere! Mio Dio Leia, sono felicissimo!» di nuovo le sue labbra si posarono sulle mie. Ma questa volta erano più delicate, meno passionali di prima, forse perché sentiva di dovermi proteggere?
«Ehi, dobbiamo festeggiare. Che ne dici se domani sera ti porto in uno di quei ristorantini fuori Coruscant?»
«Sì, direi che è un ottima...oh, io domani ho un impegno, al senato…»
«Di sera? Vi fanno lavorare anche di sera? Ma forse se spiegassi la situazione a Mon, lei capirebbe»
«Non posso Han, le ho già dato la mia disponibilità. E poi devo andare prima di sera. Sai abbiamo tanto da fare in queste ultime settimane»
«Sì, sì capisco…»
«Beh, ma potremo andare anche questa sera! Ti va?»
«No, sono molto stanco, ho solo voglia di andarmi a riposare. Scusa» e nel dirlo si staccò con violenza da me e se ne andò in camera. Lo guardai mentre chiudeva la porta, senza nemmeno voltarsi, si aiutò con il piede e la sbatté violentemente.
«Padrona Leia, eccovi i vostri vestiti» la voce di D-3BO mi fece sobbalzare, non mi ero nemmeno resa conto di aver lasciato la porta aperta.
«Grazie D-3BO…»
«Di niente».
Il pomeriggio e la sera passarono in maniera inesorabile. D-3BO preparò il pranzo anche per Han, ma quando andò nella sua camera per chiamarlo, questo lo mando fuori in maniera scortese.
«Padron Solo ha veramente un bruttissimo carattere, non so come abbia fatto a sposarlo!»
«L’amore» dissi sorridendo al droidi
«L’amore vi ha giocato un brutto scherzo se mi è concesso dirlo Principessa. Avete sposato Han perché lo amate e io droide quale sono, faccio fatica a comprendere da cosa siano mossi i sentimenti umani. Ma se posso, credo che voi dovreste anche basarvi su altri criteri per scegliere il vostro compagno di vita»
«Ad esempio?»
«Dovreste guardare anche se ha le rotelle tutte apposto, o se i circuiti del cervello non sono fusi. Personalmente penso che Padron Solo non sia l’uomo adatto per lei»
«Io credo di sì invece. Poi, non eri tu quello che aveva dedicato ad Han una canzone? Le virtù del re Han Solo* se non sbaglio. Dicevi che nell’intimo è sensibile, che tutte le donne e gli Wookiee lo adorano. Non capisco D-3BO perché ora dici così…» anche se il suo viso non poteva esprimere alcuna emozione, ero certa che quello che avevo appena detto aveva colpito nel segno.
«Dissi così prima di sapere che il generale Solo non fosse il re di Corelia, altrimenti quella canzone non l’avrei nemmeno composta» disse il droide offeso e uscì dalla cucina borbottando.
«Han Solo, che uomo sei…» era una canzone orecchiabile e carina dopotutto.
«Te la ricordi ancora?» Han finalmente era uscito dalla stanza e a passi lenti si stava avvicinando al bancone della cucina dove stavo mangiando.
«Non è passato molto tempo e poi è una canzone abbastanza orecchiabile, difficile da dimenticare» Han si avvicinò a me cingendomi per i fianchi.
«Scusa, non volevo essere scortese prima. Se Mon ha bisogno di te è giusto che tu vada da lei»
«Han, ti devo dire una cosa…» mi interruppe.
«No, aspetta, lasciami finire. Tu hai degli obblighi verso la nuova repubblica, è il tuo lavoro dopotutto. Quando mi affidano una missione da marito che sono, vorrei sempre rifiutare per poter starti accanto, ma essendo anche generale, sento di avere un dovere da compiere e parto senza discutere» lo guardai. No, non potevo mentire a lui che era così buono nei miei confronti.
«Han, io…io non devo andare in senato domani. Ti ho mentito. Ora siediti ed ascolta: sono settimane che io e Luke stiamo cercando il modo per farmi rivedere i miei genitori, almeno un ultima volta, prima che Alderan venga distrutto…»
«Voi cosa?»
«Ora lascia finire me. Luke ha trovato un uomo che fa al caso nostro, ha una specie di macchina del tempo che permette di tornare indietro in un determinato periodo del passato. Ci ha dato appuntamento domani, al tramonto in una delle bettole giù nei bassifondi e noi…»
«Cosa? Dove? Tu non andrai da nessuna parte, soprattutto nelle tue condizioni, e non mi interessa se ci sarà Luke a proteggerti!» disse sbattendo la mano sul bancone.
«Visto? È questo il motivo per cui non ti ho detto niente. Sei il solito egoista, come puoi non capire? Mi viene data quest’ultima possibilità, l’ultima chance di rivedere i miei genitori e tu cosa fai? Mi vieti di andare! Io, io non capisco, se questa opportunità fosse stata data a te, che cosa avresti fatto?
«Non ho mai sopportato il carattere di mia madre. Mio padre se ne andò quando ero ancora un ragazzino, sai era una canaglia, come me. Mia madre invece voleva che diventassi un senatore o qualcosa del genere, ma io ero più portato per il volo, così mi iscrissi all’accademia. Non li rividi mai più»
«Non lo sapevo» conoscevo solo la sua discendenza, quel poco che D-3BO aveva raccontato al consiglio per rivendicare la nobiltà di Han, ma niente più.
«Bail e Breha mi hanno sempre voluto bene anche se non ero sua figlia. Li ho sempre amati anche se sapevo dal principio che loro non erano i miei veri genitori e preferisco tuttora loro ad un padre che, beh…lo sai! Io voglio, anzi devo, rivederli. Ho bisogno di loro, anche solo per un breve attimo…» le lacrime scendevano copiose dai miei occhi. Era vero quello che stavo dicendo, anche se sapevo benissimo che non li avrei rivisiti durante il mio viaggio, avevo altri piani e purtroppo loro non erano inclusi.
«Io, io non lo so Leia. Io forse non posso capire quello che stai provando, puoi definirmi insensibile, lo capisco. Ma tutta la mia vita ora siete tu e, e i bambini che porti in grembo, io non sento la necessità di rivedere i miei genitori, perché tu mi basti. Ma se il tuo più grande desiderio è quello di rivederli allora forse è giusto che tu lo realizzi, ma ad una condizione»
«Tutto quello che vuoi Han…»
«Che tu porti anche me in questo assurdo viaggio temporale, o io ti impedirò di compierlo» la sua richiesta era sensata dopotutto, ma non potevo permettere che lui rovinasse il mio piano, ma ero obbligata ad accettare
«D’accordo, potrai venire con me»
«Bene. Ora però mangiamo, altrimenti il cibo si raffredda»
«Sì» mi ripromisi di trovare un modo, durante la notte, di non far venire con me Han.
 
Il giorno seguente mi svegliai tardi. Han era uscito presto per andare al senato a fare rapporto sulla missione appena conclusa; D-3BO era in cucina e stava preparando la colazione.
«Principessa Leia, buongiorno. Pochi minuti fa Padron Luke l’ha chiamata, ma non volevo avvisarla, sembrava volesse parlarle con urgenza e mi ha lasciato detto di richiamarlo»
«Grazie D-3BO» corsi velocemente in camera. Che cosa voleva? Forse riguardava il mio viaggio?
«Leia, finalmente»
«Scusa Luke, stavo dormendo. Ci sono problemi?»
«Beh, Angror, l’uomo che dovevamo incontrare questa sera ha anticipato il nostro incontro»
«Per quale motivo?»
«A quanto pare è un tipo più che noto a Coruscant. Ha bisogno di soldi per lasciare il pianeta, o verrà incarcerato»
«Sei sicuro che quest’uomo sia affidabile?»
«È accusato di contrabbando di armi. E poi ha bisogno di quei soldi, sa che se non farà un buon lavoro lo porterò al cospetto del cancelliere e non lo pagherò»
«Ok, e quando sarebbe l’incontro?»
«Tra dieci minuti, passo a prenderti io come d’accordo. A dopo»
«Luke!» troppo tardi, aveva spento il collegamento. Tutto sommato avevo risolto il problema Han, ma ero veramente pronta per intraprendere quel viaggio?
Mi vestii di fretta e andai verso la porta d’entrata.
«Esce Principessa Leia?»
«Sì, D-3BO. Di ad Han che sono andata a fare alcune commissioni e che tornerò subito»
«Certo Principessa» mi chiusi la porta alle spalle e mi incamminai verso il parcheggio degli speeder bimotore. Luke era lì ad aspettarmi.
«Hai fatto in fretta»
«Ero qui in giro. Sali, non c’è un minuto da perdere» mi accomodai sul suo speeder che partì velocemente alla volta dei bassifondi.

Quando entrammo nel locale non potei fare a meno di notare che la maggior parte dei clienti era per lo più di razza aliena, pochi erano gli umani seduti ai tavoli. L’odore di fumo che si respirava lì dentro era acre e pungente tant’è che dovetti portarmi la manica del lungo mantello che avevo indossato per non farmi riconoscere, davanti al viso. Mi mancava il fiato. In uno degli ultimi tavoli notai un uomo giovane, sulla trentina, capelli rosso accesi, che stava ordinando da bere ad un robot.
«È quello il nostro uomo?» chiesi a Luke.
«Sì, avviciniamoci» velocemente raggiungemmo il tavolo, passando davanti ad altri tavolini dove altre persone giocavano d’azzardo o si ubriacavano.
«Era ora. Vi aspetto da un’ora»
«Scusaci»
«È lei la ragazza? Niente male»
«Come scusa?» lo guardai irritata.
«Lascia stare Leia. Allora ci vuoi portare alla macchina?»
«Sì certo, ma prima lasciami bere il drink che ho ordinato» nel frattempo il droide aveva portato l’ordinazione al tavolo.
«Grazie mille. Voi volete qualcosa?»
«No, grazie. Sai, è meglio sbrigarsi, ho anch’io una certa fretta»
«Ma certo! La macchina è nel retro, non ti preoccupare!»
«Piuttosto, funziona?» dissi preoccupata. Non volevo che nulla andasse storto.
«Puoi starne certa. Ho viaggiato anch’io alcune volte, e come vedi sono qui a parlare con te. Solo una cosa, ma penso che il tuo amichetto te l’abbia già detto: non devi fare, toccare e dire niente, intesi? O potresti modificare tutto l’asse temporale in maniera irreparabile, intesi?»
«Sì» abbassai lo sguardo e sorrisi. Purtroppo non potevo promettere niente a quell’uomo poiché avrei infranto quel impegno che mi ero presa.
«Bene, direi che possiamo andare, seguitemi» ci alzammo e ci avviammo verso il retro della bettola.
«Ecco, questa è la macchina» -disse Angror orgoglioso- «se vuole sedersi qui signorina…bene, ora le allaccio questa, ecco, apposto. Ora, si ricordi quello che le ho detto prima: qualunque cosa lei farà andrà a modificare il tempo che lei conosce quindi cerchi di tenere le sue belle manine in tasca. Non mi ha ancora detto l’anno in cui vuole andare»
«19 BBY» Luke mi guardò sorpreso.
«Perché proprio in quell’anno?»
«Beh, se andassi poco prima della distruzione di Alderan incontrerei sicuramente un’altra me. Andando il giorno della nostra nascita sarei sicura di non trovare il mio doppione, così da poter parlare in tutta tranquillità con i miei genitori»
«Intelligente la ragazza. Ah, quasi dimenticavo di dirti: dopo due giorni di permanenza nel passato tornerai automaticamente nel tuo presente, per noi invece non passeranno che pochi secondi. Ok, allora, sei pronta?»
«Sì, quando vuoi» Angror accese la macchina. Un alone bluastro ricoprì la sedia, poi me, fino ad illuminare tutta la stanza. Il mio cuore aveva cominciato a battere all’impazzata, stavo per compiere un viaggio che non sapevo dove mi avrebbe portata.
«Luke…scusami» le parole mi morirono in bocca, mentre pian piano cominciai più a non sentire le gambe poi la pancia.
«Ferma la macchina!» non riuscivo a capire se le parole che sentivo erano veramente di Luke o se me le stavo solo immaginando. La testa si era fatta pesante le braccia erano morte e ad un certo punto non sentii più niente, solo il vuoto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: _Frankie_