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Autore: elis    14/01/2006    1 recensioni
Siamo alla fine della quarta serie. Pacey si trova ad asservare la luna. Pensieri che si affollano, perchè che non trovano risposta e la solitudine che prende il soprevvento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i diritti riguardanti il telefilm Dawson's Creek sono di Kevin Williamson, della WB e del produttore Paul Stupin

 

La luna

 

 

E la vedo.

Grande, limpida, immensa.

Qualcosa di immacolato, che nessuno può toccare. Può sfiorare. Può distruggere.

E sto qui, seduto su questo tappeto verde spento, che la guardo.

La luna.

Le chiedo perché ora il mio cuore soffre. Perché mi fa male. Perché tutto questo si materializza con un rumore assordante del mio cuore, con le mani che tremano e con quelle odiose lacrime che solcano le mie guance.

E perché devo soffrire.

E mi guarda. La luna.

E mi chiede “Perché”.

E io abbasso lo sguardo, consapevole del fatto che non merito di vederla. La luna.

Vorrei fuggire. Vorrei essere come quella foglia che è appena caduta dall’albero dove ora mi sto appoggiando.

Scende, scivola tra l’aria, si abbandona.

Ecco, vorrei abbandonarmi. Non dover più sentire il suono martellante e doloroso del mio cuore.

Lo sento, sai? Non importa che appoggi la mia mano sul petto. Perché la sento.

Quando chiudo gli occhi. Quando respiro. Quando la guardo.

 

La luna.

 

Oggi era bella. Ieri era bella. Lei è sempre bella.

Il suo profumo, la sua luminosità. Appena la guardo, non riesco a non tremare.

Succede tutte le volte. Poso il mio sguardo su di lei e sento le mie gambe che cedono. E spero che vicino a me ci sia un muro, per sorreggermi.

Ma è lei che mi sorregge. Nei miei fallimenti.

 

La luna.

 

Quanto è bella stanotte.

 

Allora riprovo a rialzare il mio sguardo. E chiedo “perché”.

Perché mi fa male. Perché devo soffrire. Perché devo provare questo.

E lei mi chiede “perché”.

 

La luna.

 

E il cuore fa sempre più male. Il battito accelera. Come faccio a farlo rallentare?

Come faccio a non dover essere io che mi appoggio a lei.

 

E continuo a guardarla. La luna. E lei continua a chiedermi con insistenza “Perché”

E io mi chiedo, perché le mie mani tremano ancora. Perché stasera le mie lacrime non lasciano spazio per poterla vedere.

La luna.

Ancora quella domanda “Perché”. È lei che me la chiede.

E il mio sguardo è ancora rivolto verso l’alto.

 

Vorrei essere come quella foglia, che dopo il suo viaggio, ora si trova distesa su questo prato spento. Perché ora si riposa.

Vorrei riposare.

E allora perché?

Perché mi sento così inutile accanto a lei.

Dimmi perché.

 

Abbasso lo sguardo.

Ma lei continua sempre a chiedere. “Perché”. E lo chiede a me.

A me.

Continua. Continua. Continua.

Tutte le volte che lo sento il mio cuore accelera.

E io voglio che rallenti.

 

Perché.

 

Accelera.

 

Smettila.

 

Ti prego, smettila.

Non chiedermi più perché. Le risposte non le ho io.

Le ha la luna.

Sì, le ha lei.

 

Anche se sono io il fallito, le ha lei.

Anche se sono io quello imbranato, le ha lei.

Anche se sono io che non riesco a essere migliore. Le ha lei.

Le ha sempre avute lei.

 

E non li sento più. I perché.

Sento solo il suo respiro. Proprio accanto al mio.

È lento.

Il mio cuore sta rallentando.

Il mio cuore sta finalmente rallentando.

Ancora il suo respiro, poi un fruscio.

Vestiti che sfiorano l’erba spenta.

E non sento più la sua voce, sento solo quei respiri che si fanno sempre più lontani.

 

I respiri, la tua voce, il tuo sguardo. Sempre più lontano.

Ora la stai raggiungendo. Ora sei così vicina a lei.

 

Ora sei qualcosa di immacolato, che nessuno può toccare. Può sfiorare. Può distruggere.

 

E tu non sei più accanto a me.

Mi hai chiesto perché.

E io non ti ho risposto. Anche se lo sapevo.

Fallito. Perché sono un fallito.

Allora alzo lo sguardo. E c’è ancora.

La luna.

  
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