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Autore: bloodingeyes    09/03/2011    7 recensioni
C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb per cui era arrivato il tempo di trovarsi una moglie ma che finì per cadere in disgrazia dopo pochissimo tempo. In suo aiuto però arrivò Volpe, un'uomo maledetto da un orrido sortilegio. Il principe desidera davvero ricompensare l'uomo per averlo aiutato ma non è l'oro che l'altro vuole...
Storia partecipante al concorso "Piccola Fiaba Slash" di Lal_Rouche
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volpe si strofinò energicamente i capelli, cercando di togliere tutti i rimasugli di bava che ci si erano solidificati sopra. Tutta colpa di Caleb che aveva fatto distrarre l’uomo e gli aveva fatto sbagliare strada così che erano finiti in un nido lumache giganti e bavose! Ora Volpe si ritrovava ad essere completamente coperto di bava secca, a dover comprare dei vestiti nuovi perché gli altri erano stati mezzi mangiati dalle bestiacce giganti e ad essere incredibilmente eccitato per colpa degli effetti afrodisiaci dell’alito delle lumache. E per giunta era l’unico a trovarsi in quella situazione perché Caleb si era prodigiosamente salvato sia della bava che dall’alito dei lumaconi. Quella notte però, decise l’uomo, gliel’avrebbe fatta pagare cara! Come minimo per i successivi due giorni il principino non si sarebbe potuto sedere! Sorrise maligno dei suoi piani di vendetta mentre si strofinava il viso con un panno ruvido e bagnato. Preso com’era nei suoi pensieri però non si accorse che Caleb stava entrando in bagno con i vestiti puliti. Per alcuni istanti nessuno dei due riuscì a fare nulla, si fissarono in viso per la prima volta entrambi. Ma poi Caleb cadde a terra e Volpe gli corse incontro disperato pensando a mille cose tutte insieme: a come era stato stupido a non aver chiuso la porta del bagno, a come non aveva pensato che Caleb sarebbe potuto entrare vedendolo senza maschera, a Caleb e al tempo che avevano passato insieme e a come, ora che erano entrambi felici e insieme, uno stupido maleficio e una dimenticanza li avesse divisi per sempre. Volpe prese fra le braccia il corpo esanime del principe, del suo principe, e si lasciò andare al pianto. Finché il ragazzo non rinvenne con un gemito di dolore

-Stai bene?- chiese sorpreso e apprensivo Volpe

-Ho battuto la testa, mi fa male- gli rispose Caleb

-Sei vivo-

-Mi pare di si-

-Ma com’è possibile? La mia maledizione… - farfugliò confuso Volpe -Tu non dovresti essere vivo!-

-Grazie- gli rispose sarcastico il ragazzo mettendosi a sedere e massaggiandosi la testa

-Non riesco proprio a capire… dovresti essere morto per colpa della maledizione-

-L’avremmo spezzata-

-Ma come?-

-Non lo so- ammise Caleb ma poi sorrise e aggiunse -sei molto più bello di quanto mi fossi mai immaginato- gli accarezzò dolcemente una guancia per poi sfiorargli la fronte, il naso, gli occhi e infine le labbra, Volpe gli baciò la mano e sorrise

-Il mio principino- Caleb sorrise a sua volta –sei sicuro di stare bene comunque?-

-Si sono solo svenuto per la sorpresa di vederti in viso-

-Stai scherzando vero? Non sviene ormai più nessuno per così poco!- Caleb arrossì e nascose il viso sul suo petto -Oh Signore Beato! Sei proprio una donnicciola- sbuffò ridendo. Il principe gli tenne il broncio per un po’ ma erano tutti e due troppo contenti che la maledizione fosse stata spezzata per poter rimanere arrabbiati.

Erano passate alcune settimane, Caleb e Volpe avevano deciso di comune accordo che forse era meglio aspettare ancora un po’ prima di tornare nel regno del ragazzo, desideravano entrambi godere nella più completa tranquillità quel loro nuovo amore e soprattutto scoprire come avevano sciolto la maledizione di Volpe. Si diressero quindi di nuovo al Fiume Ghiacciato per interrogare la strega incatenata

-Ancora tu volpino?- gracchiò la megera stizzita –Che diavolo vuoi stavolta?-

-Sapere-

-La curiosità ammazza il gatto, non lo sai?-

-Io voglio solo sapere se il mio maleficio è davvero spezzato-

-Si certo che lo è!- rispose la vecchia irritata –non vedi che le persone ti guardano e non cascano come pere, stecchiti? Oppure sei troppo stupido?-

-Ma non capisco, com’è possibile che si sia spezzato? Io non ho fatto nulla-

-Infatti non sei stato tu- rispose la megera puntando poi il dito secco e sgraziato verso Caleb –è stato lui a liberarti-

-Ma come?-

-Come, come, come! Quante domande idiote sai fare in così poco tempo! Ti ama idiota! E l’amore è qualcosa a cui neppure il miglior sortilegio può opporsi! E adesso se hai finito con le tue stupide domande io me ne ritorno da dove sono venuta! A mai più rivederci volpino!- Volpe si voltò verso il principe e lo abbracciò ridendo

-Ti amo anch’io- gli disse l’uomo ridendo e baciandolo. Caleb sorrise a sua volta.

Erano ormai mesi che i due girovagavano fra le terre e per i boschi, godendo del paesaggio e della reciproca compagnia, cacciandosi anche in parecchi guai ma uscendone sempre più o meno illesi. Caleb aveva perso del tutto la voglia di tornare a casa ma Volpe un giorno lo fece ragionare e gli fece venire anche parecchia nostalgia della sua famiglia, decisero quindi di tornare. Quando si presentarono ai genitori del principe questi li sorpresero entrambi, dimostrandosi entusiasti del loro genero, e iniziarono subito a preparare un matrimonio dei più lussuosi e grandi che si fossero mai visti. Era alquanto strano che i genitori di Caleb, solitamente di mentalità ristretta e retrograda su tutto, avessero accettato di cambiare il vestito da sposa in un secondo abito da sposo così semplicemente

-La cosa mi puzza- fece Caleb mentre si toglieva i vestiti per farsi un bagno

-Saranno solo così felici di riaverti a casa che il tuo sposo non ha la minima importanza per loro-

-Non credo proprio- sbuffò Caleb per poi immergersi in acqua insieme a Volpe che lo abbracciò dolcemente

-Non essere così sospettoso, principino, sono i tuoi genitori in fin dei conti- Caleb non gli rispose. C’era qualcosa di davvero insolito nel comportamento del re e della regina, di come si erano dimostrati da subito felici e per nulla stupiti dello sposo che il loro figlio si era scelto. Ma tutto venne spiegato poche ore dopo, durante il pranzo, quando una ventina di guardie personali dell’Imperatore stesso interruppero il pasto sorprendendo praticamente tutti, tranne i due monarchi

-Che succede?- chiese Caleb ai genitori, ma loro non risposero dando la parola a quello che era evidentemente il generale

-Sono stato mandato qui alla ricerca del mio signore Vincent- disse il generale dopo essersi presentato a tutti i commensali, poi si voltò verso Volpe –qual è il vostro nome? Il vostro casato? Siete voi il Vincent che stiamo cercando?- Volpe sospirò e guardò di sottecchi Caleb che non capì quello sguardo

-Sono io- disse Volpe estraendo da una tasca un anello e consegnandolo al generale il quale scrutò minuziosamente il gioiello prima di inginocchiarsi riconsegnandolo e portando subito la mano al cuore, in segno di profondo rispetto. Tutti gli altri soldati seguirono l’esempio del capitano mentre i genitori di Caleb risero raggianti, l’unico che non aveva capito un accidente di quello che stava succedendo era il principe. Volpe gli fece un sorriso imbarazzato e lo invitò a seguirlo nell’altra stanza, nella quale si chiusero per non essere ascoltati dagli altri. L’uomo gli diede l’anello che aveva dato anche al generale e gli disse

-Questo appartiene alla mia famiglia da secoli e certifica la mia identità- Caleb prese in mano il tozzo anello d’oro massiccio sopra il quale erano incastonate almeno una cinquantina di piccole pietre rosse e blu e su cui compariva lo stemma della famiglia imperiale

-Io non capisco- disse confuso Caleb, che non riusciva a capacitarsi di quello che in realtà aveva già compreso benissimo

-Io ti ho mentito, io non sono un nobile- gli spiegò Volpe prendendogli le mani fra le sue –il mio vero nome è Vincent e sono il secondo figlio dell’Imperatore- Caleb confuso guardò Volpe negli occhi, poi l’anello d’oro con lo stemma della famiglia imperiale, poi un punto imprecisato sul muro alla loro destra e infine di nuovo Volpe

-Mi hai mentito- sussurrò il principe incredulo

-Mi dispiace-

-Sei il figlio dell’imperatore-

-Si-

-E perché non me l’hai detto?-

-Finché avevo la maschera non potevo tornare a casa e non potevo essere riconosciuto per il mio rango, quindi ero davvero solo un nobile vagabondo disgraziato in fin dei conti-

-Ora tornerai a casa tua?- gli chiese Caleb dopo un lunghissimo silenzio

-Solo se tu vieni con me-

-Ma sarebbe uno scandalo se uno dei figli dell’imperatore avesse un amante maschio- gli disse il principe –già è strano tornare a casa mia con te come marito, immagino che i miei genitori non abbiano fatto storie solo perché avevano già scoperto la tua identità, ma tu sei il figlio dell’imperatore ed è praticamente impossibile che ci lascino stare insieme-

-Ti amo- gli disse semplicemente Vincent –non mi interessa quello che penseranno gli altri, ti amo e non ti lascerò andare, sono libero dalla mia maledizione solo grazie a te e al tuo amore, voglio solo te per sempre, anche se mi toglieranno la mia corna e dovrò tornare nei boschi a me andrà bene se potrò continuare ad avere te al mio fianco, tu non vuoi lo stesso?- Caleb lo abbracciò con le lacrime agli occhi e gli disse di Si. E vissero a lungo felici e contenti.

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  • Scrivendo ho sbagliato una cosa importante, quelle a cui vanno incontro Volpe e Caleb non sono lumache ma chiocciole, cioè hanno il guscio sulla schiena. Infatti le chiocciole sono considerate un cigo afrodisiaco già di loro, pensate quelle giganti! Anche se a me personalmente fanno schifo
  • E si Caleb è un po' una donnicciola ogni tanto...
  • La strega è più simatica in questo capitolo anche se l'avrei voluta far sembrare ancora più cattiva...
  • I genitori di Caleb sono degli aprofittatori rompiballe ma non c'era lo spazio per presentarli come si deve
  • In una adelle favole dei fratelli Grimm c'era un uomo che salvò un pesce magico e così la moglie dell'uomo lo costrise a chiedere dei favori al pesce, prima divennero ricchi, poi schifosamente ricchi, poi la donna divenne re, poi imperatore, poi papa ma quando chiese di diventare Dio perse tutto. Quindi visto che l'imperatore (non si sa di chi o di che cosa) è al di sopra di qualsiasi re ho pensato che fosse la carica adatta da dare a Vincent
  • Finale semi aperto che stà diventando una mia costante... adoro lasciare ai lettori una libera interpretazione della fine
E con questo si conclude la mia fiaba, e ho solo due rammarchi: primo che al contest non siano riuscite a partecipare abbastanza persone da renderlo valido e in secondo luogo che non ho potuto farlo a rating rosso... ma spero che vi sia piaciuto e che commenterete
Bye!!!
   
 
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