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Autore: winry8827    09/03/2011    10 recensioni
Nessuno è un cane abbandonato e questa è la sua storia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Miscellanea'
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 La vita di Nessuno

 

 

[La vita di Nessuno]



Nessuno era triste.
Nessuno era triste perché solo, ma Nessuno non era sempre stato solo.
Nessuno un tempo possedeva una casa, una bella e grande dimora.
Nessuno un tempo aveva un nome, perché sì anche lui un tempo aveva avuto un nome.
Si chiamava Lucky ed era stato sfortunato.
Nessuno aveva perso la sua casa, il suo nome e soprattutto aveva perso i suoi padroni.
 



[Abbandono]

 

Nessuno aveva vissuto mesi d’immensa e ineguagliabile felicità.
Forse, mai nessun cane era stato felice quanto lo era stato lui!
Lui visse un Natale ricco di doni, perché sì la sua famiglia gli aveva fatto tanti regali.
Quale famiglia farebbe dei regali al suo cane?
Ovviamente la sua, ricevette una spazzola per il pelo, dei biscotti artigianali buonissimi - erano davvero buonissimi – un maglioncino per coprirsi dal freddo e tanto altro ancora, affetto compreso.
Era felice, era davvero felice, ma tutto un giorno cambiò.
Un giorno Lucky divenne Nessuno, perché un giorno Lucky fu abbandonato alla stazione.
Per evitare di essere seguiti i padroni lo rinchiusero in una gabbietta da viaggio.
Lucky era abituato ai viaggi e pensava – perché sì pensava- che stessero partendo tutti per un bel viaggio e invece fu abbandonato.
Capì subito, capì subito anche se non riusciva  e voleva crederci.
Capì quando vide il padrone allontanarsi, in quel momento capì di essere stato abbandonato.



 

[La superficialità di un uomo]

 

Tutto era stato pianificato.
Il cane DOVEVA essere abbandonato.
Il padrone lo aveva regalato al figlioletto per Natale, lo aveva comprato in un negozio molto importante, scelto tra tanti esposti in una vetrina, ma quando Lucky crebbe, il veterinario gli disse

-Signor Padrone mi dispiace, ma il cane è un incrocio.

Il padrone non voleva un bastardo, il padrone aveva pagato per un cane di razza e l’estate era alle porte.
Già i fine settimana erano stati un incubo per l’intera famiglia, non era facile trovare dei posti adatti per un cane, non era facile trovare degli alberghi dove accettassero anche i cani.
Era stanco, il padrone era stanco, era scocciato e annoiato da Lucky.
E così Lucky divenne Nessuno.
 



 

[Alla stazione]



Non poteva crederci, il povero cagnolino non poteva credere che le persone che più amava lo avessero abbandonato.
Liberatosi dalla gabbietta attese, attese che i padroni tornassero.
Cercava di sperare, sperava che padroni un giorno lo riportassero a casa.
Sperò un giorno e ancora un altro, sperò una settimana intera e così un’altra ancora, ma un giorno perse anche la speranza.
Perché lo abbandonarono?
Gli volevano bene, di questo era certo, allora perché abbandonarlo?
I mesi passarono e Nessuno nonostante avesse smesso di sperare attendeva lo stesso.
Lui era fedele, lui attendeva che i suoi padroni tornassero, anche se non credeva più in un simile miracolo continuava a concedere loro la sua fedeltà.
 



  

[La folla]
  

 
Nessuno gironzolava con la coda bassa tra folla.
Troppa gente per un cagnolino di media taglia, troppa gente che non lo considerava.
Le persone camminavano senza fa caso al povero e abbandonato cane.
La folla affannata e presa dalla propria frenetica vita non badava alle zampe di un cane, così Nessuno era puntualmente calpestato, ma nonostante ciò camminava tra la gente sperando di trovare i padroni.
Camminava e continuava a camminare e nessuno si accorgeva di lui, nessuno lo guardava, nessuno provava pietà, nessuno si fermava perché lui era Nessuno.
  



 

[Un giorno di pioggia, uno dei tanti giorni di pioggia]


 

Nessuno era ormai abituato a vivere alla stazione, alle sue abitudini e alla sua gente.
Si era ormai abituato anche  alla pioggia.
La stazione ormai era la sua casa, la stazione ormai era il suo nido, non si era mai spinto oltre, non aveva osato allontanarsi per paura, codardia, per cosa?
Nessuno era fedele, semplicemente per questo non si allontanava.
Quel giorno pioveva a dirotto, pioveva molto forte e tuonava.
Nessuno odiava i tuoni, odiava i rumori forti nonostante vivesse in luogo affollato e rumoroso.
Impaurito e intimorito iniziò una corsa, un’inutile corsa e così urtò un uomo.
Si scontrò con una persona, qualcuno adesso lo aveva notato.

-Stupido bastardo, mi hai sporcato i pantaloni!

Disse arrabbiato e così Nessuno deluso alzò il muso per guardarlo.

-Che hai da guardare!

Aggiunse l’uomo sferrandogli un calcio.
Un mugolio rimbombò nella stazione, un mugolio di dolore misto a disperazione.
Zoppicando per il dolore si nascose in un angolino.
Quel giorno di pioggia era diverso, in quel giorno di pioggia aveva scoperto la cattiveria gratuita dell’uomo.

 



[Solo un cane]


 

Nella sua breve vita Nessuno aveva conosciuto l’amore di una famiglia, la solitudine causata dall’abbandono, l’indifferenza della folla e la cattiveria, troppo per un cucciolo di soli otto mesi.
Nonostante fosse ancora un cucciolo era già Nessuno.
Ancora dolorate il piccolo cercava.
La speranza era persa, ma la fedeltà non vacillava minimamente.

-Hei tu cagnolino cosa ci fai qui tutto solo? Ti hanno abbandonato?

Disse un uomo osservandolo, nel suo sguardo non vi era compassione, ma rabbia, l’uomo era arrabbiato e Nessuno intimorito mugolò.

-Non aver paura non voglio farti del male

L’uomo estrasse da uno zainetto il suo pranzo e glielo porte.

-Non garantisco per la bontà, mia moglie non è una brava cuoca.

Disse sorridendo.
Ancora impaurito Nessuno si avvicinò tremante, ma si fidò del buon’uomo.

-Come hanno potuto abbandonarti, sei solo un piccolo cane.
 




[Un amico sincero]


 

Da quel giorno Michele portò del cibo a Nessuno, si fermava a chiacchierare con lui nell’attesa del treno.
Ogni giorno dopo il lavoro passava a trovare il suo amico, perché per Michele Nessuno era un amico.
Michele era così, era spontaneo e subito si legava a una persona – anche se Nessuno era un cane-.
Michele lo accarezzava, lo sfamava, ma ciò che Nessuno apprezzava era la loquacità dell’uomo.
Il cucciolo non capiva tutti i suoi discorsi, ma amava ascoltare, si perdeva nelle chiacchiere – forse inutili – dell’uomo.
Lui avrebbe desiderato portarlo con sé, avrebbe sognato un giorno di prenderlo in braccio e presentarlo alla moglie, che poverina ogni sera ascoltava i racconti sul cucciolo e ormai –pur non conoscendolo- si era già affezionata, ma non poteva farlo, non poteva perché Nessuno ancora era fedele ai vecchi padroni.
 



 

[Fedeltà]



Nessuno aspettava, Nessuno era fedele nonostante fosse deluso, ma Nessuno si era legato al nuovo uomo, si era affezionato a Michele.
Nessuno un giorno scelse,  Nessuno un giorno scelse di donare ancora se stesso e tutta la sua fiducia -anche se non l’aveva mai persa-  la sua più ritrovata fiducia all’uomo, ma questa volta non era stato lui a essere scelto attraverso una vetrina, ma era lui ad aver scelto.
Nessuno si fidava di Michele e così un giorno invece di salutarlo e vederlo salire sul treno, salì anch’esso.

L’uomo quando vide quel gesto si commosse, finalmente Nessuno aveva deciso di ricominciare a vivere.
Michele lo prese in braccio, nonostante fosse sporco e puzzolente, e lo portò con sé a casa.
 



 

[Una famiglia, un affetto sincero]



Nessuno adesso ha un amico, non un padrone, una casa e un nome, finalmente ha di nuovo un nome.
Ogni sera si accuccia in una stanzetta ai piedi di una culla, perché al suo interno c’è un cucciolo umano, un piccolo uomo indifeso che necessita della sua protezione.
E quando il bambino di notte si sveglia lui corre da Michele e abbaiando lo sveglia.
È questo il suo modo di ricambiare la generosità del suo amico, vegliare sul suo piccolo cucciolo umano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
















 

Note autrice…
Salve a tutti questa piccola storia è divisa in capitoletti per rendere la lettura più scorrevole e poi mi piace molto come scorre la narrazzione.
Le ripetizioni sono volute.

Non farò nessuna morale sull’abbandono perché non è il caso.

Spero che questa piccola storia possa piacervi e sarei felicissima di ascoltare il vostro parere.
 
 

  
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