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Autore: Fuuma    09/03/2011    3 recensioni
Una nuova mattina per New York, una nuova mattina per il duo Burke & Caffrey.
O almeno così credeva Peter che, pronto ad affrontare il solito sorrisetto sfacciato dell'ex truffatore, bussa alla porta dell'appartamento di June, completamente ignaro dell'orribile sorpresa che si cela all'interno.
[Crossover: White Collar + ?]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Family Reunion

Serie: White Collar + ??? (Crossover)

Capitolo: 1/4

Rating: PG

Genre: General

Characters: Neal Caffrey, Peter Burke, Surprise

Pairing: PeterxNeal (pre-slash)

Conteggio Parole: 819

Note: Le doujinshi fanno male. Ormai, però è fatta, quest'idea ha messo radici nella mia testolina e via, con questa fanfic prenderà il via una serie di fic intitolata Tchù is megl' ch' uan... Ehm... vabbeh, il titolo è molto provvisorio *_*".

Tornando alla fanfic, nel mondo di White Collar fa la sua adorabile (?) comparsa una certa guest star. Non sono una gran fan dei Crossover, a meno che le serie che si intrecciano non abbiano la stessa ambientazione e lo stesso filone logico; in questo caso l'ispirazione ha preso la meglio, quindi pazienza, mi diletterò a fare a pezzi due serie televisive in un colpo solo *_*v.

A parte gli scherzi, è un'altra di quelle fic senza pretese, corta, una sorta di "prologo" per le prossime fic che ho intenzione -prima o poi- di scrivere su questo crossover.

Disclaimers: La fic prende spunto dal capitolo Lovely Brothers del fanbook 2 Miles di Sashimi.

Tutti i personaggi qui inseriti appartengono agli aventi diritto.

 

[Family Reunion]

1°Capitolo - Brothers?!

 

Se c'era una cosa che Peter Burke aveva imparato di Neal Caffrey -a parte la sua viscerale passione per l'arte e per i Borsalini e la sua straordinaria capacità di mettersi nei guai anche solo mettendo piede giù dal letto-, era che poteva aspettarsi qualsiasi cosa da lui.

Bussò alla porta dell'appartamento di June, dopo aver recitato i suoi mantra giornalieri iniziati con “Non cercherò di gettare quel suo maledetto cappello nella spazzatura” e terminati con “Non cercherò di sbatterlo su una qualsiasi superficie piana; sono un uomo maturo che sa tenere a bada i propri istinti”.

Era pronto, rilassato, con la pistola nella fondina a portata di mano, per ogni evenienza, e la carica di pazienza al massimo.

Un altro giorno con Neal poteva avere inizio.

Gli sembrò di sentire la voce del falsario ordinare qualcosa a qualcuno, parole come “Aspetta, non aprire!”, ma si convinse di essere troppo paranoico perché la porta si aprì subito dopo, lui fece un respiro profondo e superò l'uscio. Per poi fermarsi. Stupito.

«Che cosa sta succedendo qui?!»

E tutto quel che aveva fatto per rendersi Pronto a tutto venne mandato al diavolo davanti alle due figure su cui lo sguardo spaesato danzava.

«Perché diavolo sto vedendo doppio già di prima mattina? Che scherzo è, Neal?» ringhiò, allucinato.

Non erano solo due figure quelle che aveva davanti, ma due Neal che lo guardavano con gli stessi occhi azzurri e brillanti, gli stessi lineamenti appena un po' spigolosi, le stesse labbra morbide ed invitanti su cui la lingua scivolò umettandole nello stesso momento e -diamine!- quasi lo stesso taglio di capelli, se non fosse che il Neal di destra li aveva un po' più lunghi e un po' più scuri.

Peter si concentrò su di lui, aggrottando la fronte, osservando come anche la sua espressione fosse diversa e ci fosse qualcosa di strano in lui, qualcosa che non conosceva e non riconosceva.

Abbassò lo sguardo a studiarne anche il resto del corpo, atletico, slanciato, rivestito da uno di quegli abiti che soltanto ad un damerino come Caffrey potevano piacere, anche senza gilè o panciotto che l'ex truffatore amava tanto - e a cui stavano maledettamente bene. Aveva un completo italiano, quasi sicuramente, con tanto di papillon al collo; ma quello che lo colpì fu il rigonfiamento sul fianco sinistro, quei pochi centimetri che spuntavano di lato da sotto la giacca.

Il collegamento fu automatico: una pistola.

Portò la mano dietro la schiena, estraendo la propria arma d'ordinanza e, in meno di una frazione di secondo, gliela puntò contro, mirando al petto.

«E tu chi sei?» ringhiò, con le labbra serrate in un'espressione dura e lo sguardo che correva da lui a Neal, da Neal al suo clone.

Un fischio acuto, d'apprezzamento, fu la risposta.

«Al primo colpo.» affermò anche, il clone, con una voce che era la stessa di Neal, forse ancora più sicura di sé e con gocce di malinconia più udibili.

«Peter...» era stato l'altro Neal a parlare, quello che Peter aveva immediatamente catalogato come vero. Aveva sospirato, si era avvicinato a lui come se niente fosse e aveva poggiato la mano alla canna della pistola, facendo pressione per abbassarla «Quando imparerai a non minacciare con la pistola i miei ospiti? Poi finiscono sempre per lamentarsi con me dell'accoglienza.»

L'agente lo fissò alienato, cercando di interpretare le sue parole e scoprire un qualche codice nascosto, una qualche spiegazione sul fatto che c'erano due Neal in una sola casa. Due. Fottuti. Neal.

Era troppo da concepire, maledizione!

«Ospiti... ma... Se tu e lui... E...» borbottò, senza riuscire ad impedirsi di balbettare.

Fu il turno del clone di avanzare verso di lui, muovendosi con l'eleganza di un felino e la stessa luce predatoria che gli brillava negli occhi, diversa da quella di Neal, più pericolosa.

«Se non ti piace la definizione di “ospite”, usa pure quella di “fratello”. Peter Burke.»

«Gemelli, per la precisione, ma scommetto che l'hai notato.» intervenne Neal «E, a proposito, ottimo spirito d'osservazione Peter, sei il primo che riesce a distinguerci in così breve tempo. Ora, però, torniamo al discorso pistola?»

Peter deglutì ed un brivido gelido gli attraversò la colonna vertebrale.

«Ah... sì... » non si rese neppure conto di aver risposto mentre meccanicamente rimetteva la sicura all'arma, riponendola nella fondina. Continuava a far danzare lo sguardo dall'uno all'altro, come se fosse stato alle prese con uno di quei fastidiosi giochetti che si trovavano sull'Enigmistica: Trova le differenze. E ne aveva già trovate tante, purtroppo però aveva anche trovato parecchie similitudini e quando il fratello si avvicinò tanto a Neal da cingergli le spalle con le braccia, posando il mento alla sua spalla e sorridendogli con una malizia sottile e fastidiosamente minacciosa, iniziò a temere il peggio.

Tra tutte le scoperte memorabili che New York avrebbe potuto fare quel giorno, quella era la peggiore.

Il mondo non era pronto per due Neal Caffrey...

 

.1° CAPITOLO - END.

   
 
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