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Autore: Lily_th    09/03/2011    2 recensioni
Può una scommessa modificare la vita di una persona? E un semplice bacio trasformare un sentimento come l'odio in qualcosa di positivo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Just a kiss

 Il cielo era plumbeo, denso di nuvole cariche di pioggia. Era ormai inverno inoltrato e faceva molto freddo. La Sala Grande era gremita per la colazione, ed io e i miei amici stavamo discutendo sull’argomento del coraggio.
“Dai, dopo quello che abbiamo passato, figurati se non sarei capace di ingoiare un verme”
“Sicuro, Ronald?Ma se tremi di fronte ad un ragnetto innocuo”
Mise il broncio “Tu ce la faresti?”
Sorrisi “Ovvio”
“Non essere così sicura di te stessa, alla fine potresti essere solo parole e niente fatti”
Stavo per ribattere, ma Harry ci interruppe.
“Ragazzi, ma questa è una sciocchezza…C’è di peggio”
Guardammo entrambi il moro affianco a me, che in quel momento sogghignava perso in qualche pensiero divertente.
“Tipo?” Chiesi, perplessa da quell’atteggiamento.
“Tipo… baciare Draco Malfoy”
Io e Ron emettemmo un verso di disgusto all’unisono.
“Mai…” Disse Ron, guardando Harry come se questi avesse detto un’eresia.
“Si, hai ragione” Censurai l’immagine nella mia testa, scuotendo il capo per il disgusto “quello sarebbe peggio di inghiottire cento vermi, o di affrontare mille basilischi…”
Harry rise “Quindi è vero…sei solo parole e basta”
Venni presa in contropiede. Mai, mai e poi mai si sarebbe detto, dopo le mille avventure attraverso le quali ero passata, che Hermione Granger era solo parole. Nessuno, nemmeno il mio migliore amico poteva insinuare, seppur in modo scherzoso, che io fossi una codarda.
“Io…ho solo espresso il mio parere riguardo alla faccenda, non intendevo dire che non ne avrei il coraggio.”
Ron mi guardò allibito, Harry continuava a sorridere, divertito.
“Lo sai che questo commento ti costerà caro, vero?”
Alzai la testa, in segno di sfida, per nulla intimorita.
“Dillo”
Harry bevve un sorso di succo di zucca, posò il bicchiere e mi guardò dritta negli occhi:
“Ti sfido a baciare Malfoy, con la lingua, qui, adesso… davanti a tutti”
Il mio orgoglio mi portò a sorridere per mostrare che l’idea non mi preoccupava per nulla. Il mio cervello, invece, mi inviava chiari segnali di panico. Il problema non era, ovviamente, il bacio.
Avrei potuto baciare qualsiasi serpeverde per vincere la sfida.
Il problema era il soggetto a cui dovevo dare quel bacio…
Baciare Draco Malfoy. Che cosa orrenda. Il mio peggior nemico, colui che mi odiava dal profondo del cuore. Baciare un viscido serpente sarebbe stato più emozionante.
Ispirai profondamente, prima di sussurrare la mia condanna:
“Niente di più semplice”
Mi alzai, impettita e piena di orgoglio e mi diressi verso il tavolo delle Serpi. Sembrava incredibile quanto sembrasse distante quel maledetto tavolo…

Sta calma…Sii te stessa.
Una parola…
Non sapevo se fosse una mia impressione, ma sentivo gli sguardi di tutta, ma proprio tutta, la sala su di me.
Dopo quelli che mi sembrarono anni, giunsi accanto al mio obbiettivo, fermandomi dietro di lui.
Parlava beatamente con la Serpe al suo fianco, mentre quest’ultima mi guardava, come d’altronde tutta la sala, quasi pietrificato.
L’unico che ancora non se ne era accorto era proprio Malfoy. Visto che continuava a parlare, troppo egocentrico per notare un soggetto di interesse per gli altri che non fosse lui, decisi di intervenire prima di far notte.
“Ehm, ehm” Tossicchiai alla maniera della Umbridge.
Draco ammutolì, sembrava quasi paralizzato, per poi voltarsi lentamente verso la fonte del rumore. Fece scorrere i suoi occhi grigi e freddi lungo la mia persona fino ad arrivare ad incrociare i miei.

Se gli sguardi potessero uccidere…
Freddo, gelo, ghiaccio allo stato puro. Avrebbe guardato amorevolmente persino un troll a tre teste con sei occhi e la bava.
Ma non me. A me era riservato lo sguardo d’odio per eccellenza, privilegio a cui avrei fatto volentieri a meno.
“Devo…dirti una cosa”
Rimase a fissarmi per istanti interminabili, per poi degnarsi di alzarsi per ascoltare quello che avevo da dire…o per fronteggiarmi e incutermi paura. Probabilmente voleva dimostrare la sua superiorità sulla mia persona, davanti a tutti gli altri.
“Dimmi Mezzosangue”
Respirai profondamente, cercando di restare calma. Era pur sempre uno stupido bacio. Ed io ero pur sempre la Granger, che aveva dovuto affrontare cose peggiori.
Ma in quel momento, l’alta figura che mi sovrastava mi rendeva inquieta. E, come se non bastasse, gli sguardi curiosi degli altri mi irrigidivano. Presi coraggio quando vidi il suo ghigno compiaciuto comparirgli sul volto, segno che aveva notato la mia difficoltà.
Mandai a quel paese le mie paure, e presi in mano la situazione.
“Allora” Respirai a fondo “Ho accettato una stupida scommessa in cui tu sei il mio obiettivo, quindi…” Mi riavviai i capelli all’indietro e un sorriso malizioso mi increspò le labbra “Lascia fare a me, e questa cosa finirà alla svelta”
Mi osservava come se fossi un’aliena “Tu vorresti che io mi sottoponessi ad uno stupido giochetto tra te e i tuoi cagnolini, senza che io faccia nulla per impedirtelo?”
“Guarda, alla fine è una sciocchezza. Non lo farei, per nulla al mondo, ma è in gioco la mia reputazione, capisci…”
Rise “Quale reputazione, Granger?”
Non mi smontò, mi sentivo molto sicura di me stessa.
“Per quanto tu mi possa odiare, lo sai perfettamente che di me si può dire tutto tranne che sono una codarda. Non mi tiro indietro, specialmente non davanti a te”
Un oh-oh generale si propagò per la stanza. Persino i professori e Silente stavano assistendo allo spettacolo con interesse. Nessuno si era perso una sola parola.
“La faccia tosta non ti manca, è vero… ma” Fece un passo in avanti, e si chinò, il suo volto ad un centimetro dal mio “ma non credere che ti permetterei anche solo di prendere la bacchetta. Con me non puoi nulla Granger. Torna dai tuoi amichetti e digli che, per una volta, la Granger non ha potuto dimostrare il suo cuor di leone”
Sorrisi “Non ho bisogno della bacchetta, Malfoy. La scommessa prevede una cosa molto più semplice… e vedo che mi rendi il compito molto più facile”
Approfittai della vicinanza, del suo aiuto involontario che mi evitò di salire su uno sgabello per raggiungere il suo volto, e prendendogli il viso tra le mani, lo baciai.
La sala si congelò, nessuno emise un singolo suono.
Sentii Malfoy irrigidirsi, ma non me ne preoccupai. Dovevo fare tutto io.
Iniziai a muovere lentamente la bocca sulla sua, introducendo, senza tante cerimonie, la lingua tra le sue labbra. Inaspettatamente, non trovai barriere. Ma non fui comunque assecondata. Si limitò a lasciarmi agire, senza intervenire, limitandosi a comportarsi come una cavia. Feci durare quel bacio il meno possibile, e dopo aver indugiato il tempo che mi sembrò necessario, mi staccai.
Lui mi guardava stranito e confuso, io mi sentivo abbastanza calma e tranquilla. Avevo pensato che sarebbe stato peggio. Invece era stato di una normalità quasi assurda.
Come se avessi baciato Harry e non Malfoy. Non era stato né disgustoso né bello…

Insignificante, ecco la parola adatta.
Lo fissai per due secondi contati, per poi dire:
“Questa era la sfida. L’ho superata con successo.” Mi riavviai di nuovo i capelli all’indietro, per pavoneggiarmi “Come vedi la Granger, la Mezzosangue, o come diamine ti pare, vince sempre ogni sfida e non è una codarda!La sua non è solo faccia tosta”
Mi voltai “Cuor di leone. Grifondoro. Coraggiosa. Non sono solo parole. Sono fatti.
Queste ultime parole le dissi più a Harry che a Malfoy. Lo vidi sorridere, per nulla stupito o meravigliato come il resto della scuola.
Ritornai al mio posto dove, appena seduta, fui accolta da un fragoroso applauso della mia tavolata. A ciò seguirono fischi di approvazione e parole di elogio.
Nonostante tutto lo spettacolino, non mi piaceva stare al centro dell’attenzione, così mi ritrovai ad arrossire come una cretina, e a cercare di farli smettere con poco successo.
Con la coda dell’occhio vidi Malfoy sedersi, lo sguardo perso nel vuoto, le dita incrociate, incurante del mormorio Serpeverde accanto a lui. Era caduto in una specie di trans, fissava il pavimento con sguardo vuoto e assente. Mi chiesi se non fosse rimasto sconvolto.
Impossibile. Nulla poteva scioccare Malfoy. Forse si pentiva di avermi lasciato fare. Se mi avesse respinta subito, di sicuro avrebbe fatto una figura migliore, ma non sarebbe comunque servito a nulla. Ormai l’obbiettivo della sfida era stato raggiunto, non avrebbe potuto impedirlo in nessun modo. Distolsi lo sguardo, tornando ad ascoltare le voci che mi elogiavano.
“Sapevo che lo avresti fatto”
“Lo so che lo sapevi…”
Sentii un suono soffocato provenire dalla mia destra. Mi voltai.
“Ron?Che ti succede?”
Aveva un aspetto orribile. Aveva assunto un colorito verde pallido, la bocca semiaperta in cerca d’aria, gli occhi spalancati e vitrei.
“Ron?”
Nessuna risposta.
“Si sente bene?” Chiesi a Harry. Si limitò a scrollare le spalle e a sorridere. Mi sfuggiva qualcosa.
“Allora Hermione, dicci, com’è baciare una Serpe?No scusa, il Principe delle Serpi!”
Tutti improvvisamente attenti e incentrati sulla mia persona. Fulminai Harry con lo sguardo, prima di rispondere:
“Cosa vuoi che ti dica!La differenza tra lui e un cobra è che quest’ultimo è meno…”Feci finta di pensarci su, prima di concludere “…viscido”
 

***

 Sabato. Partita di Quidditch. Noia. Corvonero contro Tassorosso. Super noia. Avesse giocato la squadra di Grifondoro, avrei assistito più che volentieri per fare il tifo per Harry e Ron, ma… ero incredibilmente annoiata. Avevo lasciato i miei amici dicendo che preferivo passare il mio tempo a studiare, il che era vero.
Arrivai al corridoio del secondo piano, quando, all’improvviso, sentii dei passi alle mie spalle. La scuola sarebbe dovuta essere praticamente vuota…

Che mi avesse seguito qualcuno?
Mi voltai per fugare i miei dubbi.
Malfoy. Si era fermato vicino al muro, a pochi metri di distanza da me. Un brutto presentimento si insinuò nel mio petto. Che volesse vendetta?
Portai istintivamente una mano alla bacchetta, senza estrarla, e attesi.
“Avvicinati Mezzosangue. Non ti mangio mica”
“Lo so…Ti causerei troppa acidità nello stomaco”
Sorrise, beffardo e ironico.
“Forse hai ragione, non riuscirei a digerire tutto il tuo coraggio. Se non ti avvicini, però, me ne fai dubitare”
Inarcai un sopracciglio. Non avevo dimostrato già abbastanza quanto fossi coraggiosa? Mi stava prendendo in giro, ovviamente. Stavo iniziando a stufarmi di quella storia.
Feci alcuni passi verso di lui, e mi fermai a pochi centimetri dalla sua persona.
Se ne stava beatamente appoggiato contro il muro, le braccia incrociate, un piede posato sulla superficie ruvida alle sue spalle, le labbra incurvate in un ghigno appena accennato.
Mi squadrò dalla testa ai piedi per poi sbuffare e scuotere la testa.
“Ti senti bene, Malfoy?”
“Mezzosangue… esigo delle scuse”
Lo guardai allibita. Cosa voleva da me?
“Di cosa dovrei scusarmi?”
“Di avermi fatto fare una figuraccia”
“Di cosa…” un lampo di comprensione mi attraversò la mente “Per il bacio?”
Lui annuì.
“E per quale figuraccia dovrei scusarmi?”
Roteò gli occhi al cielo “Mi hai ridicolizzato!Prendermi così alla sprovvista e tirarmi quel tiro mancino!Mi sono sentito quasi…stuprato”
Risi di cuore a quelle parole “Oh, scusa, davvero! Non volevo violentare le tue labbra, perdonami!”
Stavo ancora ridendo, quando lo sentii scostarsi dal muro e avvicinarsi di più a me.
“Non credevo che sapessi ridere. Pensavo quasi che non provassi quest’emozione”
Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi, ancora scossa dalle risa.
“Figurati che io non avrei mai creduto che tu fossi capace di far ridere! E che ci saresti mai riuscito con me…”
Improvvisamente, mi afferrò per il nodo della cravatta e mi attirò a sé. Smisi di ridere all’istante.
Ritrovai il suo volto vicinissimo al mio, i suoi occhi fissi nei miei, un sorriso sconosciuto, quasi dolce, increspargli le labbra.
Il mio cuore fece uno strano sussulto e deglutii. Paura? Non riuscii a capirlo.
“Cosa…”
“Shh”
Zittii all’istante. Il suo respiro mi soffiò sulle guance con delicatezza. Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo. Sentivo il mio cuore accelerare a mano a  mano che il tempo passava, e la situazione si faceva sempre più strana e…intima.
All’improvviso, portò la mano libera sulla mia schiena, dicendo:
“Mi eccita terribilmente questa situazione. Mi fa sentire…potente
Stavo per ribattere, e allontanarmi da quella posizione assurda, quando con la sinistra mi spinse contro il suo corpo.
“Dove pensi di andare? Devi chiedermi scusa per un’altra cosa”
“Quale?”Sentivo la voce roca e il respiro irregolare. Possibile che la sua vicinanza provocasse in me questi effetti? Non avevo paura, o almeno ero convinta di ciò…
“Hai detto ai tuoi amichetti Grifondoro che i miei baci sono più viscidi di quelli di un cobra”
Lo vidi sorridere ancora, questa volta in modo ironico.
“Veramente è stato più come baciare mio fratello, ma volevo dare più atto alla tua natura perfida”
La sua mano salì con delicatezza lungo la mia schiena, provocandomi uno strano brivido che mi percosse tutta, per poi fermarsi tra i miei capelli.
“Non posso permettere che la mia reputazione venga rovinata soltanto perché volevo vedere di che cosa eri capace…”
Continuando a fissarmi negli occhi, avvicinò le labbra alle mie. Rimasi pietrificata, immobile. Non potevo lasciarglielo fare. Provai a tirarmi indietro ma la sua mano mi impediva di scostarmi. Le sue labbra sfiorarono le mie con una delicatezza sconosciuta.

Non permettergli di soggiogarti…Allontanati, sei ancora in tempo!
Il mio corpo non voleva eseguire gli ordini. Avevo perso completamente il controllo nel momento in cui le sue labbra avevano accarezzato lentamente le mie. Iniziò a muoversi sulla mia bocca lentamente, con dolcezza. Sentii il desiderio insensato di approfondire quel bacio, di far toccare le nostre lingue per un contatto più profondo. Cercai di governare quegli istinti, ma quando avvertii la sua lingua sfiorare la mia, persi me stessa.
Mi immersi in quel bacio con ogni fibra del mio essere, lasciando che le mani arrivassero tra i suoi capelli, stringendolo con foga eccessiva contro di me. Lo sentii mollare la presa sulla cravatta, e ne fui preoccupata in una maniera quasi assurda. Non volevo si staccasse da quel bacio.
Portò la destra sul mio fianco ed arretrò fino a farmi sbattere contro il muro, in maniera un po’ violenta, dimostrazione della passione che ci stava avvolgendo, ma in quel momento non sentii dolore…ne fui solo terribilmente eccitata.
Sentii le sue mani accorrere sul mio viso, stringendolo con delicatezza tra le dita affusolate. Quel bacio, da lento e incredibilmente dolce, si era trasformato in un bisogno passionale, quasi  doloroso.
Ma doveva finire. Non poteva durare in eterno.
La foga diminuì a poco a poco, il bacio tornò ad essere lento e carezzevole, fino a quando non terminò del tutto.
Ci staccammo, ed io mi accorsi dello stato pietoso in cui mi trovavo. Avevo il cuore a mille, il fiato corto e ansimavo come se avessi appena corso i cento metri alle Olimpiadi. Lui aveva un atteggiamento decisamente più posato, ma il suo tentativo di nascondere il turbamento non reggeva con me.
Continuammo a fissarci negli occhi, ed io mi ritrovai ad arrossire come una stupida.
Non solo per quello che era successo, ma soprattutto per quello che avevo provato.
Per non parlare del disagio in quel momento, aumentato dalla posizione in cui ci trovavamo. Io ero addossata al muro, il suo corpo premeva sul mio ed impediva ogni mio spostamento, mentre le sue mani erano appoggiate alla parete, impedendomi ogni via di fuga.
“Allora Granger? Cosa ne pensi? Quanto sono…viscido?”
Abbassai lo sguardo e non risposi.
“Non fare l’imbarazzata” Avvicinò la bocca al mio orecchio “Non racconterò a nessuno di come ti sei avvinghiata a me come una gatta in calore” Mi sussurrò perfido.
Gli bloccai il viso tra le dita, e lo portai davanti al mio volto.
“Non ci provare, Malfoy!” Lo fissai dritto negli occhi e mi si mozzò il respiro…
Un sorriso sincero, ma non perfido come al solito, gli increspava il volto. Gli occhi, sempre freddi e spenti, ora emanavano una luce calda. Malizia? Desiderio? ...Felicità?
“A fare cosa?” Sussurrò dolcemente. Non maliziosamente, ma dolcemente
“A…” Mi morsi il labbro inferiore, incapace di parlare.
Prese la mano con cui trattenevo ancora il suo volto e la allontanò, portandola sopra la mia testa, contro il muro, bloccandomi il braccio per un polso.
“A?” Continuava ad ipnotizzarmi con quegli occhi dal potere sconosciuto, ed io non riuscivo a proferire parola.
Alla fine, lasciai scivolare lo sguardo a terra, liberandomi a fatica dal suo, magnetico. “Non…Non provare a dirlo a nessuno. E’ stata solo la tua stupida rivincita, un modo per mettermi a disagio. Hai ottenuto ciò che volevi, quindi ora lasciami stare”
La mia voce era atona, incolore. Ero davvero convinta delle mie parole?
“Si, è vero. Ho ottenuto ciò che volevo, non mi servi più” Neanche lui era sembrato molto convinto delle sue stesse parole ma il tono con cui aveva parlato mi indusse ad alzare lo sguardo. La voce era mutata, era di nuovo fredda e ironica. Mi lasciò andare bruscamente, per poi voltarsi ed avviarsi a lunghi passi verso il corridoio da dove eravamo venuti.
Incredibile. Che razza di persona era? Baciarmi contro la mia volontà, prendersi gioco di me, umiliarmi per sentirsi superiore! Che stupida a credere che fosse diverso dal Draco che conoscevo…
Un paio di sorrisi casuali, uno sguardo più dolce per sbaglio, e la passione di un baciatore esperto…non valevano nulla!
“Sarebbe stato incredibile se fosse stato vero” sussurrai tra me e me, scuotendo la testa.
Draco si bloccò. Aveva sentito. Si voltò lentamente verso di me, con aria truce.
“Cosa?” Disse mentre si riavvicinava a lunghe falcate verso di me “Di cosa stai parlando?”
Ormai era tornato di fronte a me, e mi sovrastava con la sua figura longilinea e statuaria.
Mi maledissi mentalmente per non aver taciuto, ma poi pensai che un chiarimento una volta per tutte avrebbe giovato ad entrambi.
“Sarebbe stato incredibile se tu fossi stato davvero diverso dal Draco che conosco”
I suoi occhi si socchiusero “Cioè?”
Sorrisi alla sua espressione confusa “Beh, visto che le nostre chiacchierate di solito includono solo cose come ‘Mezzosangue’, ‘salutami lo sfregiato e lenticchia’ e via dicendo, non posso certo dire che ci conosciamo”
“E allora?”
“Allora non posso dire di conoscerti veramente!” Sembrava stessi spiegando ad un bambino che due più due fa quattro “E ora, per un minuto ho creduto…”
Inspirai profondamente “Ho creduto che tu fossi diverso da ciò che credevo tu fossi”
Riascoltando le mie stesse parole mi resi conto del modo ingarbugliato in cui mi ero espressa.
Lui mi fissava sorridendo, smarrito nel mio ragionamento all’apparenza insensato.
“Quello che voglio dire… è che ti ho sempre giudicato per la tua casata e per quello che ti sei rivelato, mai per quello che sei” Feci una pausa e lo vidi oscurarsi in volto “Perché non so chi sei realmente”
Mi fissò negli occhi, ghiaccio allo stato puro.
“Cosa ti cambierebbe se tu sapessi ciò che sono in realtà?”
Una parte di me mi sussurrò la risposta.

Ti piace.
Ricacciai indietro quel pensiero e dichiarai “Tu perché mi hai baciato?”
La sua fronte si increspò, cercando di cogliere il significato delle mie parole. Non lo conoscevo neanche io ma c’era qualcosa che mi sfuggiva.
“Vendetta, ovviamente” Disse, mostrandosi un po’ a disagio.
Inarcai un sopracciglio e mi resi conto della nota che stonava nel suo piano.
“L’avevo pensato anche io ma, se avessi voluto davvero una vendetta, adesso non mi avresti baciata qui, dove non c’è nessuno, ma come minimo davanti tutta Hogwarts!”
Lo presi in contropiede. Incrociò le braccia e il suo sguardo scattò nel mio:
“Era una vendetta personale. Volevo fartela pagare per avermi colto di sorpresa e per aver fatto girare quelle brutte voci” Ghignò, soddisfatto della propria tesi che ovviamente riteneva infallibile. Illuso.
“Ciò non toglie che, conoscendoti, non avresti mai fatto una cosa del genere senza farlo sapere a tutti, in quanto la tua soddisfazione nasce dalla vanagloria e dall’apprezzamento degli altri…”
Rimase visibilmente stupito dalle mie parole.
Si riprese e mormorò “Lo hai detto tu che non sai chi sono veramente, quindi potresti sbagliarti”
Sorrisi “Dimmi chi sei allora!”
“Perché tutto questo interesse per me, Mezzosangue?”
Mi avvicinai di qualche centimetro, per dimostrare che non mi intimoriva. Ancora sorridendo, risposi “Perché tutto questo interesse nelle mie labbra, Malfoy?”
Fu un attimo. I nostri sguardi arsero, sentii un formicolio salirmi lungo le dita, e dopo un istante ci ritrovammo avvinghiati di nuovo l’uno all’altro, in un nuovo bacio denso di desiderio. Però questo fu più breve del primo.
Dopo qualche istante di lotta contro la nostra rispettiva volontà di rimanere legati in quello scatto di desiderio, alla fine ci staccammo, entrambi consapevoli del motivo e rimanemmo a fissarci, ansimanti.
“Non posso” Sussurrai.
“Neanche io” Si voltò di scatto, avviandosi lungo il corridoio deserto da cui era venuto.
Questa volta non parlai. Avevo fatto una scoperta agghiacciante.
Mi ero presa una cotta per Draco Malfoy.

***

 Il giorno dopo, fu una giornata di inferno. Avevo passato la notte ad arrovellarmi sull’accaduto, cercando di trovarvi un significato razionale. Ma cosa volevo poi trovarci di razionale? Io e Malfoy. Io e Draco Malfoy. Io, Hermione Granger, studentessa modello e fiera Grifondoro e lui, Draco Malfoy, ragazzo bastardo e cinico dal carattere ignoto ed enigmatico, viscido Serpeverde…
Razionale un corno! Era una vera e propria barzelletta!
Ok. Dovevo ammettere che era pur sempre un bel ragazzo, classico fascino del bastardo, ottimo baciatore e il tipo tenebroso e misterioso che…mi piaceva.
Draco Malfoy.
Draco Malfoy.
Draco Malfoy.
Sette lettere bastavano per spiegare il tutto: A-S-S-U-R-D-O.
Non poteva essere vero. Non poteva accadere sul serio.
Mi alzai dal letto e mi posizionai davanti allo specchio.
“Chi sei?”
Feci questa domanda al mio stesso riflesso. Esso continuò a mostrarmi una ragazza alta nella media, snella, con capelli intricati e senza senso, e borse appena accennate sintomo della carenza di sonno.
Non rispose. Ed io rinunciai ad aspettare una risposta che nemmeno io stessa conoscevo…
Dov’era finita Hermione Granger?
Chi era questa sciocca leonessa che si era innamorata di una serpe velenosa?

***

 Quello stesso pomeriggio mi recai in biblioteca per fare una ricerca di Storia della Magia. La biblioteca era praticamente vuota a quell’ora. Beh effettivamente nessuno sano di mente andrebbe a fare una ricerca alle sei del mattino…
Andai subito verso la scaffale che mi interessava e presi ciò che mi serviva. Mi avviai al tavolino vicino alla finestra, quello che dava sul campo da Quidditch, e iniziai subito a lavorare. Era già passata una settimana da quello “spiacevole” avvenimento tra me e la Serpe, ma sembrava fosse passata un’eternità. Il suo atteggiamento durante quel periodo fu identico ai mesi precedenti: freddo, distaccato, come se nulla fosse successo.
Per quanto mi riguardava mi comportavo più o meno alla stessa maniera, anche se non riuscivo ad impedirmi di guardare nella sua direzione ad ogni occasione. Fu per me sorprendente scoprire come l’intera questione del bacio, quello visto da tutti, era stato dimenticato praticamente il giorno dopo. Non volevo di certo che diventasse un affare mondiale ma non pensavo sarebbe sbollito così presto. Chissà cosa aveva fatto Draco per far tacere la cosa. Perché di sicuro c’era lo zampino di Draco!
Fui risvegliata dai miei pensieri quando vidi una figura su una scopa allenarsi nel campo di Quidditch. Era vestita di verde e argento, uno Slytherin di certo. Mi imbambolai per un po’ a fissare quella figura sbiadita dalla distanza e dalla nebbia. Inseguiva qualcosa di luccicante, probabilmente il boccino. Quindi era un cercatore.
Uscì fuori dal campo per cercare di prendere il boccino che nel frattempo era volato proprio sotto la finestra della biblioteca da cui stavo guardando la scena, e in quel momento vidi una chioma bionda e dei freddi occhi di ghiaccio fissare un punto imprecisato sotto la finestra. Mi alzai di scatto, in modo del tutto involontario, e lo vidi riallontanarsi verso il campo dove si era nuovamente diretto il boccino. Rimasi a fissarlo per qualche secondo mentre si allontanava e senza accorgermi avevo già raccolto libri e borsa ed ero uscita dalla biblioteca.
Scesi fino al piano terra e uscii fuori. L’aria gelida mi investì, ma non servì a fermarmi. Continuai fino ad arrivare al campo di Quidditch e mi fermai su una panca dove mi sedetti e appoggiai la mia roba. Lui non mi aveva notata. Solo quando il boccino scese verso il basso mi vide. Ci guardammo negli occhi per pochi istanti e quando fu vicinissimo alla platea scartò verso destra, continuando ad inseguire la piccola sferetta luccicante. Non so se fu per fare bella figura o semplicemente perché era diventata una questione di principio, ma aumentò la velocità e si accanì ancora di più nel tentativo di acchiapparlo. Alla fine riuscì nel suo intento. Senza darsi troppe arie tornò a terra, ripose il boccino al suo posto e si avvicinò alla panca dove ero seduta.
“Che ci fai qui, Mezzosangue?”
“Facevo due passi e volevo vedere chi stesse giocando”
Non se la bevve.
“Alle sei e mezza del mattino, con questo freddo e con la borsa dei libri appresso?”
Continuai a guardarlo negli occhi e mi limitai a dire:
“Mi piace rilassarmi studiando o leggendo un bel libro all’aperto”
Mi fissò per un paio di secondi poi rise sommessamente e si sedette accanto a me.
“Dovevo immaginarlo”
Rimanemmo là seduti in silenzio per qualche minuto. Fui io a romperlo con una domanda:
“Tu invece ti svegli sempre all’alba per allenarti?”
Mi girai per guardarlo, ma lui continuava a fissare il campo di fronte a lui.
“Solo quando ho bisogno di rilassarmi e allontanarmi dalla realtà”
Rimasi colpita da quelle parole. Draco Malfoy sapeva anche essere profondo.
Rimanemmo di nuovo in silenzio. Cercai di trovare qualcosa da dire, ma la mia mente in quel momento era completamente vuota.
Il silenzio stava iniziando a diventare troppo pesante. Ero sul punto di alzarmi ed andare via, quando prese lui l’iniziativa:
“Vuoi fare un giro sulla scopa?” Mi chiese, continuando a guardare dritto davanti a sé.
Non afferrai subito. E anche dopo aver capito il senso, mi ci volle un po’ per rispondere.
“Stai progettando di buttarmi giù, così da uccidermi e farlo sembrare un incidente, vero?”
Rise fragorosamente e finalmente guardò nella mia direzione.
“Bella fantasia. Ma più che altro ho notato che non voli mai…”
Lo interruppi a metà frase. “Infatti non mi piace”
“…e per questo avevo pensato di mostrarti come può liberarti la mente e rilassare anche più dei libri” Continuò come se non avessi detto nulla.
“Rimango del parere che tu voglia buttarmi giù dalla scopa”
Mi fissò più intensamente.
“Paura, Granger?”
Lo guardai scocciata. Quella storia era diventata noiosa ormai. Mi alzai e lo precedetti verso il centro del campo. Mi seguì, si mise in sella alla scopa, e mi fece cenno di salire.
“Se solo provi a buttarmi giù sappi che so difendermi” Cercai di assumere un tono minaccioso, ma non credo ci riuscii. Anche se non volevo ammetterlo né a lui né a me stessa ero abbastanza eccitata all’idea di volare con lui.
“Allora non c’è alcun problema. Dai muoviti”
Feci un profondo respiro e obbedii. Rimasi ferma, in attesa. Lui non accennava a muoversi.
“Ora, Granger, se davvero non vuoi finire giù dovresti perlomeno aggrapparti a me”
Lo guardai di traverso, e mi sforzai di sfiorargli i fianchi.
“Come vuoi, vedremo…”
Spiccò improvvisamente il volo. Fui quasi sbalzata giù e praticamente costretta a cingergli la vita con le braccia.
Lo sentii sogghignare ma non ebbi modo di parlare. Tutta la mia attenzione era ormai rivolta al fatto che eravamo già parecchio in alto e ad una velocità da togliere il fiato. Lo strinsi più forte, per evitare di scivolare e cadere giù, dove sarei stata messa così male che nemmeno Madama Chips avrebbe potuto rimettermi in sesto.
Rallentò fino a fermarsi e facendoci così rimanere sospesi a mezz’aria.
“Granger! Mi stai praticamente stritolando!”
Rallentai subito la presa ma non lo mollai. Eravamo troppo in alto.
“Se tu non volassi così forte…”
“Se tu invece ti rilassassi e cercassi di goderti il volo, vedresti quanti benefici potresti trarne”
“Ci proverò”
“Ok”
Come prima non mi avvertì della sua partenza ed io mi ritrovai di nuovo a stringermi a lui. Questa volta però aveva rallentato. Allora decisi di seguire il suo consiglio. Feci due respiri profondi, drizzai le spalle e lo strinsi quel poco che bastava per non cadere.
Il vento che mi soffiava sul viso fu una bella sensazione. Mi liberai da qualsiasi timore di cadere e fu allora che iniziai davvero ad apprezzare il vento e ad avvertire la sensazione di libertà di cui mi aveva parlato.
“Come va?” Mi chiese, alzando la voce per farsi sentire.
Mi avvicinai al suo orecchio e dissi:
“Molto meglio!” Una strana esuberanza si era impadronita di me.
“Ora chiudi gli occhi e goditi il giretto”
Obbedii, e si trasformò in una sensazione meravigliosa.
Ormai andava molto più veloce ma non ci feci caso. Mi ritrovai inconsapevolmente a chiedergli di andare ancora più veloce.
Tutti i miei pensieri svanirono portati via dal vento. Io, Draco, la scuola, il campo da Quidditch… era tutto sparito. Il vuoto e la pace più completa accompagnavano tutti i miei sensi verso un oblio ancora più profondo e piacevole.
Non so quanto tempo restai nel mio piccolo mondo ovattato e pacifico. Fui risvegliata da una voce dolce che mi disse parole non altrettanto gentili:
“So che hai bisogno di scopare, ma questa non mi sembra la posizione più adatta per nessuno dei due”
Aprii improvvisamente gli occhi, ripiombando sulla terra e guardandomi intorno come se non avessi mai visto il paesaggio che mi circondava. Eravamo tornati al punto di partenza, fermi, svolazzando ad un paio di centimetri da terra. Io era ancora addossata a lui e lo stringevo a me come si fa con il proprio peluche mentre si dorme.
Mi staccai di sbotto e quasi caddi dalla scopa visto che non eravamo ancora del tutto a terra. Stava per aiutarmi ma riuscii a riprendere l’equilibrio. Finalmente toccammo terra e la prima cosa che feci fu stendermi su di essa. Chiusi gli occhi e mi godetti quel poco di sole che era appena sbucato tra due nuvoloni.
Avvertii i suoi occhi fissarmi, ma non avevo le forze per parlare. Volevo rimanere aggrappata ancora un po’ a quella sensazione stupenda di completo smarrimento e silenzio, ma sfortunatamente stava svanendo…
Lo sentii sedersi accanto a me, ma non disse nulla. Rimanemmo ancora un po’ così, e quando alla fine decisi di aprire gli occhi, fu lui a rompere il silenzio.
“Allora, Granger… piaciuto il giretto?”
Sospirai “Si” dissi semplicemente.
“Provato il senso di spensieratezza?”
“Altroché” Sorrisi girandomi a guardarlo.
“Vorresti provarne un altro che ha un effetto ancora più bello?”
Non riuscii a capire. Ma tutto mi fu chiaro quando si mise su di me e mi bloccò i polsi sul terreno.
“Credimi, il sesso libera la mente più di quanto non faccia il volo”
Rimasi sconcertata. Perché voleva rovinare quel momento?
“Levati immediatamente di dosso, Malfoy ”
“Dai, lo so che lo vuoi anche tu” Si chinò per baciarmi.
“Fermati! Non starai dicendo sul serio?”
Rimase interdetto ma non rispose e mi baciò. Ma questa volta niente passione, niente dolcezza. Era un bacio forzato, freddo, senza sapore. Non reagii, mi comportai come fece lui quando lo baciai la prima volta.
Sentii perfettamente la sua rabbia. Cercò di approfondire il bacio, cercò collaborazione, ma non la trovò. Si staccò da me con furia.
“Qual è il problema?”
Ero stranamente tranquilla. Ormai non mi meravigliavo più di nulla per quanto riguardava quel ragazzo.
“Tu sei il problema”
Continuò a rimanere seduto su di me, fissandomi.
“Non vuoi farlo in pubblico?” Era ironico.
Ignorai completamente le sue ultime parole.
“Io non ti capisco. Non potresti essere un minimo più coerente?”
“E tu più chiara?”
“Levati di dosso” Lo spinsi a lato e mi alzai in piedi “Devi deciderti. Chi diavolo sei?”
Anche lui si alzò “Sono Draco Malfoy” Rispose con durezza.
“E chi diamine è Draco Malfoy? Il ragazzo che voleva scoparmi o quello che mi ha fatto fare un giro sulla scopa per semplice divertimento e senza secondi fini?”
“E chi ti dice che lo scopo non fosse proprio quello?”
“Perché se vuoi farti qualcuno non lo fai prima divertire e poi te lo porti a letto. Non è da te”
“Ah, ora mi conosci”
Mi stava facendo arrabbiare sul serio ormai.
“No, non posso farlo visto che mostri sempre due facce!”
“Io ne ho solo una”
“Bene. Chiariamo una volta per tutte chi vuoi essere, così la finiamo con questo teatrino!”
“Tu chi vuoi che io sia?”
Mi spiazzò.
“Io...” Non sapevo che dire “…non devi essere quello che gli altri vogliono, o quello che io voglio. Devi essere quello che tu vuoi essere”
Si prese la testa tra le mani e disse:
“Non sempre puoi permetterti di essere ciò che vuoi” Era abbastanza serio.
“Cos’è, una nuova legge di cui non sono a conoscenza?” Cercai di sdrammatizzare.
Mi guardò di traverso, alzò la testa e mi fulminò con lo sguardo.
“E’ la legge della Casata. E’ la legge dei Purosangue. E’ la legge Malfoy. O la rispetti o vieni ripudiato.”
“E’ la stupidaggine più grossa che io abbia mai sentito”
Mi fissò sconcertato.
“Per te essere ripudiato dalla propria famiglia, rinnegato, trattato come la peggiore delle bestie, è una stupidaggine?”
“Non questo. Il motivo per cui, secondo voi ‘Purosangue’, non essere dei cinici bastardi senza cuore significa non meritarsi il nome della Casata. Questo è stupido...”
Stava per ribattere, ma non gliene diedi il tempo. Stavo andando a fuoco:
“… Credere che un nome valga più di una persona è stupido. Pensare che una persona sia inferiore ad un’altra per diversa nascita è stupido. Vivere la propria vita seguendo regole imposte dalla propria famiglia è stupido” Ormai stavo urlando.
“Lasciare che i propri genitori decidano chi devi essere è molto, molto stupido!”
Sorrise mestamente.
“Ecco. Piacere sono Draco Malfoy, la cui personalità è basata su ciò che gli altri vogliono vedere e pensare e sul tentativo di non essere rinnegato dai propri genitori”
La tristezza pervadeva i suoi occhi.
Mi avvicinai e gli chiesi:
“Come sei in realtà?”
Guardò il cielo e poi rispose: “Mah. Un semplice ragazzo a cui piace giocare a Quidditch, che vorrebbe avere almeno un amico che non sia un tirapiedi di famiglia, pronto anche a strisciare se solo lo comandassi.” Respirò profondamente “Uno che abbia la possibilità di avvicinarsi ad una ragazza senza che quest’ultima creda che desideri solo scoparla. Un tipo… normale insomma.”
Sorrisi.
“Ecco. Abbiamo scoperto chi sei in realtà. O meglio, cosa vuoi davvero.”
Tornò a guardarmi negli occhi. Non rispose al mio sorriso, non era felice. Ciò che voleva essere entrava in contrasto con ciò che, secondo lui, doveva essere.
“Non posso dirti cosa scegliere” Avevo il desiderio di accarezzargli la guancia, dargli conforto, ma non lo feci “Non posso dirti cosa fare della tua vita. Posso solo dirti che essere ciò che gli altri vogliono non potrà mai renderti felice. Ma tocca a te rivedere le tue priorità”
Si accasciò a terra, sdraiandosi sul terreno umido del campo. Io rimasi immobile. Non sapevo che altro dire. Credevo fermamente nelle mie parole, e credevo in lui, nel lui che stavo conoscendo, e sapevo che avrebbe preso la decisione giusta.
“Perché sei entrata nella mia vita, Granger?”
Pensai attentamente alle sue parole.
Mi sdraiai accanto a lui, fissando un punto indefinito del cielo.
“Forse… per realizzare uno dei tuoi desideri”
Si voltò verso di me, confuso.
Non lo guardai e dissi:
“Avere una amica vera”

***

 Ero in ritardo per la lezione di Pozioni. Hermione Granger in ritardo? Possibile. Ormai era tutto possibile. La causa? Draco Malfoy ovviamente. Chi altri sennò? Erano passati solo un paio di giorni dalla chiacchierata al campo. Ci eravamo salutati con un semplice ‘ciao’. Avevo passato le ultime due notti rimuginando sulle mie stesse parole.
Non ero pentita di avergli proposto la mia amicizia. Ero pentita di non avergli proposto una relazione. Ma, nel mio rimuginare, ero arrivata alla conclusione che fosse la scelta migliore… per ora. Aveva bisogno innanzitutto di una confidente e poi di una ragazza. Ma ancora non sapevo se lui intendesse davvero essermi amico.
Dopo le lezioni, trovai il modo di restare sola convincendo Ron ed Harry a precedermi nella Sala Grande, con la scusa più banale del mondo… il bagno.
Mi avviai solo nella sua direzione, ma poi mi ritrovai involontariamente a salire le scale fino ad arrivare al secondo piano. Il corridoio si era svuotato, ormai erano tutti a pranzo. Mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi, lasciando che piacevoli ricordi mi invadessero la mente… Probabilmente passarono parecchi minuti, finché non venni riportata alla realtà quanto sentii dei passi provenire dal fondo del corridoio. O questa persona aveva già finito di pranzare o era un ritardatario. Continuai a restare ad occhi chiusi, sperando che, chiunque fosse, proseguisse per la sua strada lasciandomi in pace.
Ma la persona si fermò.
“Granger, perché fai preoccupare i tuoi amici?”
Spalancai gli occhi, riconoscendo all’istante la voce. Draco Malfoy era di fronte a me,
le braccia incrociate sul petto, il volto un po’ tirato, lo sguardo truce.
“Che ci fai qui?” Ignorai la sua domanda.
“Ho visto i tuoi amichetti entrare senza di te, e visto che siete inseparabili mi sono chiesto che fine avessi fatto”
Sorrisi dolcemente:
“Eri preoccupato per me?”
Spostò lo sguardo verso il corridoio. Non voleva ammetterlo.
“Che ci fai qui, Granger?”
Non demorsi “Ammettilo”
Si spazientì.
“Non ammetto un bel niente! Sono solo venuto a fare un giro, ti ho trovata, e ho pensato di chiederti il perché non fossi a pranzo. Tutto qui”
Incrociai le braccia, un po’ innervosita.
“Come vuoi. Avevo voglia di stare un po’ da sola, quindi non sono andata a pranzo. Ora che la tua curiosità è stata soddisfatta, puoi andare”
Mi guardò sconcertato. Non si aspettava che lo mandassi via.
“Perché volevi restare sola?”
Ormai avevo deciso di essere acida, quindi risposi:
“Ti ho detto di andare via”
Visto che non si decideva ad allontanarsi, lo feci io. Riuscii a fare due passi, quando mi bloccò, prendendomi per un braccio.
“Sono venuto perché ero preoccupato, contenta?” Sorrisi soddisfatta “Ora puoi dirmi perché volevi stare sola?”
Mi voltai verso di lui, pensando alle parole da usare. Ma non dovetti sforzarmi molto, in quanto le parole iniziarono ad uscire come un fiume in piena, ancora prima che io me ne accorgessi.
“Volevo pensare. Pensare a te. A noi. A quello che ci siamo detti, a quello che tu ancora non mi hai detto. Al tuo problema, ad una possibile soluzione. Ad aiutarti ad affrontare la tua scelta. Se aiutarti, nel caso sia la scelta peggiore. Se posso aiutarti in  quel caso. Ma tutto questo l’ho pensato in questi due giorni, o meglio, notti. Ora me ne stavo qui, a pensare al nostro bacio, in questo corridoio, al bacio precedente che ha dato inizio a tutto, al volo insieme, alla possibilità che io ti abbia migliorato, oppure peggiorato, confuso. Ma soprattutto stavo pensando a come gestire la mia cotta per te. Perché non posso stare con il te di adesso. Voglio stare con il te che ho imparato a conoscere. Oddio ho ammesso di avere una cotta per te…”
Mi baciò. Niente di passionale, niente lingue ingarbugliate. Mi zittì con un morbido, casto bacio. Si staccò, e tutto quello che disse fu:
“Te l’hanno mai detto che parli troppo?” Sorrise. Dolcemente, con una tenerezza quasi irreale.
“Si, molte volte” respiravo a fatica, cercando di non pensare a quanto mi fossi compromessa.
E fu allora che mi venne data la risposta a molte delle mie domande, nel momento esatto in cui allargò le braccia e mi strinse a sé in un caldo e delicato abbraccio.
“Anche io ho pensato molto in questi due giorni. Ma a dire la verità, la maggior parte dei miei pensieri era rivolto a te”
Con le mani appoggiate al suo petto, ascoltavo con il cuore in gola le sue parole.
“Non so come ci sei riuscita… ma non riesco a togliermi di testa la tua immagine. Pensavo alle tue parole, mi concentravo sul loro significato, ma poi ritornavo di nuovo a te, ripensando alla tua risata, ai tuoi capelli, al tuo carattere forte e deciso… addirittura, a quello strano profumo che emanano le pagine dei libri che è sempre presente nell’aria quando passi tu” Rise delicatamente “E alla fine ho capito. Mi mancavi. Mi mancava stare con te, parlare con te. E ciò poteva solo significare una cosa… Mi sono scottato, Granger.”
Alzai il viso verso di lui. Tremavo.
“Hai scelto chi vuoi essere, Malfoy?”
Fece finta di pensarci su, poi esclamò:
“Ho scelto il tizio normale, quello con gli amici e la ragazza. So che volevi ricoprire il ruolo dell’amica, ma non puoi ricoprire entrambi?”
Risi piano. Mi alzai sulle punte:
“Ci penserò” E lo baciai.

 
Alternative ending:

 Passò una settimana dall’incontro al campo. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, lui si voltava dall’altra parte, ignorandomi. Ma gli diedi del tempo. Non era una decisione facile, me ne rendevo conto, e se voleva pensarci su da solo allora gli avrei dato spazio.
Un giorno, mentre io, Harry e Ron eravamo in biblioteca, un gruppetto di Serpeverde iniziò a sparlare alle nostre spalle. Non facevano altro che guardarci, indicandoci spudoratamente, e ridacchiare come dei deficienti. Noi ci badavamo più di tanto, erano Serpeverde dopotutto. Ma iniziai ad alterarmi quando carpii i nomi ‘Mezzosangue’ e ‘Malfoy’ insieme.
Mi alzai, e senza pensarci due volte mi recai verso il tavolo attorno al quale erano seduti, e dissi:
“C’è per caso qualche problema?”
Loro ammutolirono. Erano dei ragazzini del primo anno, intimoriti dalla loro stessa ombra.
“Allora?”
Una ragazza, la più ‘coraggiosa’, decise di rispondere:
“Nessun problema, ma se fossi in te ci penserei due volte a farmi vedere in giro dopo quello che è successo”
Non riuscivo a capire.
“Potresti spiegarti meglio?”
Lei sorrise, perfida “Beh sai, il tuo non riuscire a stare lontano da Malfoy ti ha trasformato in una barzelletta ambulante”
Gli altri risero. Non ci misi molto a collegare le sue parole ai fatti.
Ma lei continuò:
“Non sei più riuscita a dimenticarlo dopo quel bacio, eh? Ne volevi ancora!”
Ripresero a ridere, in modo quasi osceno.
Prima che dicesse altro, mi voltai ed uscii dalla biblioteca, mentre Harry e Ron facevano segno di fermarmi. Troppo tardi. Il mio obbiettivo erano i sotterranei, ma non ci fu bisogno di scendere fino a lì. Draco Malfoy passeggiava per il corridoio assieme a Tiger e Goyle. Iniziai a seguirli senza farmi notare, come un assassino pronto ad uccidere mentre insegue la sua preda e aspetta il momento giusto.
Volevo ascoltare il motivo delle loro risate.
“… e poi mi è saltata addosso, come una che non aveva mai baciato un ragazzo nella sua vita!”
Tiger e Goyle ridevano. O meglio, grugnivano.
Draco continuava “Spero non creda che me la porterò a letto, quella lurida Mezzosangue”
Mi bloccai. Avevo capito. L’avevo capito anche prima, ma avevo bisogno di sentirlo da lui. Aveva fatto la scelta peggiore, nel modo peggiore.
Tiger mi aveva notato. Mi indicò a Draco, che si voltò a guardare. Quando mi vide, sbiancò.
“Andate”
E i tirapiedi si allontanarono, senza batter ciglio.
Io non parlai. Non feci nulla. Volevo che fosse lui a dire qualcosa, qualunque cosa.
Draco mi guardò con freddezza, cercando di mascherare qualsiasi sentimento umano.   “Mezzosangue, come vedi so perfettamente chi voglio essere”
Non risposi. Voleva che lo odiassi.
“Io sono Draco Malfoy, il Principe delle Serpi, Purosangue e bastardo fino al midollo! Le mie priorità non cambiano. Sarò sempre ciò che devo essere.”
Era abbastanza, non doveva aggiungere altro. Mi voltai per andarmene, e mentre camminavo, dissi solo una cosa:
“D’ora in poi…” feci un respiro profondo “… tu, per me, non esisti. Non sei mai esistito.”
E mi lasciò andare via, senza dire nulla.

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Torno a scrivere dopo tanto, ma davvero tanto tempo. Forse troppo. In realtà questa storia l’avevo iniziata anni fa, e solo adesso ho deciso di completarla. Visto che tutte le mie storie, tranne una, presenta un lieto fine, questa volta ho deciso di mostrare entrambe le possibilità con un finale alternativo. Non ho molto da dire su questa storia, spero solo che la morale sia chiara:
mai essere ciò che vogliono gli altri. Perché solo se si è se stessi si è felici. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ps: lo so che in sette libri non si è mai letto di due persone su un'unica scopa, ma l'idea mi piaceva troppo, quindi chiedo perdono in anticipo.
Kiss by Lily

  
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