Capitolo 4
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Atlanta, we're coming! #
Scritto da Sekunden
“Okay, avrai anche la valigia pronta, ma ti prego... puoi venire qui ad aiutarmi invece di drogarti con tutti quei video su Michael?” Giorgia stava disperatamente cercando di fare la sua valigia, mentre io sognante vagavo per Youtube. “Allora, devo chiamare il carro attrezzi per farti alzare da quella dannata sedia?” urla agitata, mentre si passa una mano tra i capelli svariate volte.
Sorrido e scuoto la testa, stoppando un video e alzandomi correndo in suo soccorso.
“Serve una mano?” incrocio le braccia e sorrido sarcastica, mentre lei mi fa quasi il verso, facendomi una linguaccia. Rido leggermente e comincio a piegare alcuni dei suoi vestiti, fin quando non trovo un completino intimo, abbastanza sexy e provocante.
“Uhm... e questo?” Giorgia mi guarda corrugando la fronte, poi toglie dalle mie mani il completo e sospira. “L'ho comprato un mese fa, era lì, sulla vetrina del negozio... insomma” cerca di giustificarsi. Io scoppio a ridere e le accarezzo una spalla, poi mi avvicino al suo orecchio. “Ammettilo, l'hai comprato per fare colpo su Ian quando sarete...” non termino la frase che mi da una pacca sul sedere, per poi scoppiare a ridere anche lei.
Finiamo di sistemare tutto all'interno della sua valigia, e sentiamo il citofono suonare. Giorgia di corsa va a vedere chi fosse. “Chi è?” domanda, mentre io mi posiziono dietro di lei incrociando le braccia. Sbatte la cornetta del citofono a muro, e si volta verso di me, con un sorriso a trentadue denti. “I biglietti! I biglietti!” urla esultando e prendendomi per mano corriamo ad aprire. Il postino ci sorride e ci porge una busta. “Giacometti?” domanda. Giorgia fa cenno di sì con la testa e prende la busta, l'uomo poi le indica di firmare un foglio. Congediamo l'uomo e in pochissimo tempo corriamo nuovamente nella stanza di Giorgia, mentre con velocità strappa la busta ed estrae due biglietti aerei per Atlanta. “Oh porca puttana...” diciamo entrambe in coro, poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere, abbracciandoci.
I nostri stomaci cominciano a brontolare, così ordiniamo una pizza. La madre di Giorgia era fuori città per questioni lavorative. Ah, giusto... doveva avvisarla. Ma come?
Non appena le pizze arrivano e ci sistemiamo a tavola, tra un morso e l'altro ne discutiamo.
“Io non credo che approverà, sul momento...” dice sospirando. “Ma DEVE!” esclama con la bocca piena, e non faccio a meno di ridere. “Io non lo dico nemmeno ai miei genitori, lo so sono folle ma... insomma, staremo solo qualche giorno!” faccio spallucce e sospiro.
“Qualche giorno? Sei matta?” mi guarda socchiudendo gli occhi. “Se tutto va come si DEVE ANDARE, staremo lì minimo un mese...” spalanco gli occhi e la guardo corrugando la fronte.
“E per fare cosa? La visita al set dura un giorno solo...” lei scuote la testa e si schiarisce la voce.
“Dimentichi ciò che accadrà dopo la visita...” alza un sopracciglio maliziosa, ed io sorrido scuotendo la testa. “Ah, giusto... allora passeranno mesi, anni, decenni... Tu ti sposerai con Ian ed io dovrò farti da testimone, mentre qui in Italia tutti si chiederanno che fine abbiamo fatto!” dico scherzando, non molto convinta della cosa. Giorgia sbuffa e finge di infastidirsi, mangiando un'altra fetta. “Magari sarò io a farti da testimone per le tue nozze con Michael” spalanco gli occhi nuovamente. “Così tradirò il mio fidanzato e avrò un'ottima reputazione!” sospiro e finisco la pizza, per poi bere un bicchiere di coca-cola tutto d'un fiato.
Non parliamo per qualche istante, poiché Giorgia è abbastanza concentrata nel farsi dei film mentali su ciò che sarebbe accaduto di lì a poco tempo. Sparecchiamo, puliamo e torniamo in camera sua, buttandoci sul letto. Mi sistemo supina, con le mani sotto il mento.
Giorgia prende i biglietti in mano e li scruta, poi ne prendo uno anch'io leggendo tutto ciò che c'è scritto.
“Cazzo,
siamo state troppo impegnate a fantasticare da non renderci conto che
la partenza è fissata per domattina alle nove” dico
tutto d'un fiato. Giorgia scatta in piedi e mi guarda allarmata.
“Cosa?!” si guarda intorno, cercando il Blackberry. Lo
vede posato sopra la scrivania e di corsa lo va a prendere, per
chiamare sua madre. Non risponde. Scuote la testa e lancia il
cellulare sul materasso. “Al diavolo!” si butta sul letto
sospirando. “Le lascerò un messaggio in segreteria,
basta!” riprende il cellulare e digita il suo numero. “Pronto,
mamma, ehi. Senti, volevo informarti di una cosa, ma non rispondi e
quindi te lo dico per messaggio vocale. Domattina io e Letizia
partiamo, per Atlanta. Abbiamo vinto un concorso e gratuitamente
andremo a visitare il set di The Vampire Diaries. Scusa se te lo dico
così mamma, ma è tutto così improvviso! Tornerò
tra qualche giorno, ti voglio bene!” non appena finisce scoppio
a ridere, portando una mano sulla mia bocca. “Tornerò
tra qualche giorno?” ricomincio a ridere e lei prende un
cuscino, lanciandomelo. “Uhm, mi stai forse sfidando?”
alzo un sopracciglio e prendo l'altro cuscino lanciandoglielo.
Continuiamo così per cinque minuti, ci mettiamo il pigiama ed
entrambe morte dalle risate ci mettiamo a letto. Sono solo le dieci e
mezza, ma se volevamo essere lucide l'indomani mattina avevamo
bisogno di dormire, anche se difficile.
Spegniamo le luci ed io
chiudo gli occhi, sorpresa mi addormento in poco tempo.
La sveglia suona alle sette. Mi alzo di scatto da letto, guardandomi intorno. Giorgia è ancora nel mondo dei sogni, comincio a scuoterla svegliandola. “Sono le sette dormigliona, tra due ore dobbiamo partire, forza!” lei si sveglia di soprassalto. “CAZZO!” scende giù dal letto cercando le ciabatte agitata. Se le infila e comincia a vestirsi, facendo tutto frettolosamente. Mi alzo anche io e cerco i miei vestiti.
Prendiamo tutto il necessario per il viaggio, Giorgia di corsa sistema le ultime cose e alle otto siamo già pronte. Sospiriamo diverse volte, prima di uscire di casa ed avviarci verso la mia macchina. “In un'ora ce la faremo?” domanda Giorgia, mentre si sistema sul sedile ed osserva la mia auto, la quale non aveva mai visto. Sorrido e annuisco. “Dobbiamo farcela” e ci avviamo verso l'aeroporto.