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Autore: the princess    15/01/2006    20 recensioni
l'idea per questa Ron/Hermione mi è venuta una sera prima di addormentarmi, è la seconda ff che scrivo e voglio sapere cosa ne pensate. come al solito la famosa coppia litiga per qualunque cosa, ma questa volta tutto cambierà...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La riccioluta era distesa sul divano della sala comune dei grifondoro, la cammicia leggermente aperta faceva intravedere lo st

Ron e Hermione

 

 

 

La riccioluta era distesa sul divano della sala comune dei Grifondoro, la camicia leggermente aperta faceva intravedere lo stomaco piatto e l’assenza di cravatta mostrava il collo bianco.

Aveva appena finito di studiare per il giorno seguente e aveva ripassato tutto quello che era possibile ripassare. Ormai il fuoco aveva smesso di ardere e la stanza era diventata fredda. I libri di pozioni ricoprivano la poltrona posta alla destra del divano amaranto, quelli di trasfigurazioni erano accatastati l’uno sull’altro formando delle torri pesanti e disordinate. La punta di una delle torri era formata dal libro di trasfigurazioni intitolato “trasformazioni tra specie diverse  di Tommy Smith”, dopo una lunga ora aveva lo finalmente finito, l’intera classe era ferma ancora al libro precedente, ma per lei era normale essere un passo avanti agli altri.

-Hermione sei qui?-

-si ?!- rispose lei svegliandosi di scatto. Ai piedi delle scale c’era Ron, il corpo ormai non più da ragazzino s’intravedeva sotto il pigiama.

Hermione alzò lo sguardo e sbadigliò sonoramente “le partite di Quidditch gli hanno fatto proprio bene” pensò guardando il fisico da 17 enne dell’amico.

-che ci fai ancora qui?- chiese lui scansando i libri per avvicinarsi alla compagna.

-stavo ripassando- rispose lei emettendo nuovamente uno sbadiglio, questa volta coprendosi la bocca.

-perché sei sceso?- domandò poi stiracchiandosi spostando in modo più provocante la camicia.

-mi sono preoccupato, non ti ho sentito arrivare e allora…- diede risposta lui arrossendo spostando lo sguardo dal viso della ragazza per iniziare a scrutarla da cima a fondo fino ad arrivare all’ampia scollatura.

La ragazza si rese conto degli occhi indiscreti del Grifondoro e impacciata incrociò le braccia, facendo alzare il viso dell’amico fino ai suoi occhi.

-bene, allora adesso che ti ho trovato…- iniziò lui ancora più rosso.

- si,adesso che mi hai trovato…- lo incalzò lei ridendo sotto i baffi per l’amico.

-…salgo su- fini velocemente il rosso indicando con la mano il dormitorio.

-è meglio che venga pure io- disse successivamente Hermione.

Ormai i 2 erano cresciuti e le scale per raggiungere i dormitori si erano fatte strettine, le grandi e attraenti spalle di Ron impedivano alla ragazza di muoversi liberamente, finalmente i due, più imbarazzati che mai arrivarono al dormitorio femminile.

La Grifondoro aprì la porta  e dicendo –scusa- per aver urtato ulteriormente l amico entrò chiudendo la porta alle sue spalle.

-Herm, sei tornata finalmente?- disse Ginny che aveva aspettato l’amica coricata nel letto con gli occhi a mezz’asta.

-si eccomi, - rispose Hermione.

-con chi parlavi fuori?- gli domandò successivamente Ginny.

-con tuo fratello- riabbatté  la riccioluta spogliandosi dalla divisa e indossando il pigiama.

-avete fatto pace finalmente?- disse la rossa sistemandosi il cuscino sotto la testa e riappoggiando  bruscamente il viso.

 -non lo so, forse, ma non credo…- iniziò Hermione balbettando , cosa che le succedeva solo quando parlava di Ron , il suo discorso fu però interrotto da un respiro affannoso di Ginny.

La Grifondoro sorrise avvicinandosi al letto dell’amica e vedendo che questa si era addormentata.

-buonanotte Ginny- disse con tono premuroso per poi dirigersi nel suo letto e infilandosi sotto le calde coperte.

Le parole di GInny le fecero ricordare la sera in cui lei e Ron avevano litigato.

Erano nella sala comune e lei si stava allontanando per salire in camera, ma prima gli venne la favolosa idea di salutare Ron con un bacio sulla guancia. Loro si conoscevano da circa 7 anni e da circa sette anni Hermione aveva una cotta per lui, ma non era mai riuscita neanche a baciarlo sulla guancia,  per il troppo imbarazzo, fino a quella sera…. Lei si era avvicinata a  lui e aveva sfiorato con e labbra la guancia destra del ragazzo, come al solito, però Ron  con  la  poca delicatezza che lo contraddistingueva interruppe il momento romantico.

-che fai?- gli chiese in tono stranito notando il comportamento diverso della ragazza.

-ti starei salutando- ripose lei abbassando imbarazzata lo sguardo.

- ah, scusa-  riprese lui porgendo nuovamente la guancia aspettando un altro bacio. Hermione  andò su tutte le furie e arrabbiata si diresse su per le scale.

-Ron rovini sempre tutto, sei uno stupido!- gli aveva urlato.

-sono sempre uno stupido per te- si era lamentato lui, rendendosi conto di aver perso una bellissima occasione.

Dopo quella discussione passarono 2 settimane e i due non si erano rivolti la parola, infatti gli sembrò strano ad Hermione la gentilezza che il Grifondoro aveva dimostrato quella sera.

Con questi pensieri si addormentò pensando al ragazzo che aveva nel cuore e a quanto potesse odiarlo per il suo comportamento.

 

                                                   *********+**************   

 

I raggi del sole illuminarono il volto della ragazza.

Questa si alzò lentamente, aprendo pian piano gli occhi, che iniziarono a prendere fuoco poco dopo.

Volse lo sguardo alla sveglia che risiedeva sul comodino alla destra del letto.

 Le 8:00

Hermione si strofinò gli occhi e rendendosi conto dell’ora si alzò di corsa dal caldo giaciglio, provando un gran freddo allo scoprirsi delle coperte. Si alzò in fretta e furia e si diresse di corsa verso la sala grande.

I corridoi come al solito erano ricchi di gente che rideva in compagnia. Prima di arrivare in sala grande dovette ammonire 2 ragazze del primo anno che si vantavano delle loro pozioni d’amore, queste 2 appena il prefetto girò le spalle le fecero una gran linguaccia per poi allontanarsi ridendo.

Arrivò finalmente in sala grande, alzò lo sguardo e scrutò il “tetto”, il sole che quella mattina l’aveva svegliata era sparito, nascosto dalle nuvole tetre. Si avvicinò al solito posto e appoggiando la borsa si accomodò.

-ciao Herm- Ginny la salutò allegramente con un gran sorriso.

-ciao- disse poi Harry smettendo per un attimo di bere il suo latte.

-ciao ragazzi- rispose lei notando che l’unico a non averle ancora rivolto la parola era proprio colui che gli interessava di più. Harry resesi conto dello sguardo punitivo dell’amica e non volendo essere testimone d’altre liti diede una gomitata al compagno che abbassò il profeta.

-ciao- la ragazza non rispose,pensava che dopo la sera prima le cose si fossero appianate e invece erano rimaste nella stessa situazione.

Hermione prese un panino e dopo averlo farcito magicamente con burro e marmellata iniziò a mangiare.

Harry e Ron avevano cominciato a commentare gli schemi della scorsa partita di Quidditch Grifondoro/Tassorosso, mentre Hermione e Ginny avevano iniziato a parlare dell’ultima lezione di pozioni e di come Piton aveva rimproverato erroneamente Luna; ad un tratto però il cielo fu squarciato da un lampo che aveva origine al disopra del tavolo dei professori e sembrava volesse penetrare anche dentro la scuola. La maggior parte dei ragazzi sobbalzarono, alcune ragazze tra cui Ginny emisero un grido.

-oh Dio che paura- disse Hermione prendendo fiato dopo lo spavento e facendo ritornare i battiti del cuore a un’andatura normale.

-fino a poco fa c’era il sole- obbiettò Ron puntando il cielo con lo sguardo. Al finire dela frase altri 2 bagliori illuminarono la stanza. Questa volta neanche Hermione riuscì a trattenere un urlo di paura.

-questo è troppo strano- disse Harry alzandosi per scrutare il cielo ormai non più mattutino ma diventato buio come la notte.

Hermione si alzò dalla panca emulando Harry e cercò di sentire le parole del prof. Silente che adesso stava bisbigliando all’orecchio della McGranitt, ma sfortunatamente il brusio spaventato degli alunni non faceva giungere i discorsi del preside.

perché non ho imparato a leggere le labbra” pensava tra se e se la riccioluta cercando di udire anche solo una sillaba, ma invano. I suoi tentativi però furono interrotti da un altro fascio di luce, questo però diverso da tutti gli altri.

Il  cielo cupo  fu colpito da un raggio verde che diede origine ad un’immensa figura, il Marchio Nero era appena apparso nell’oscurità.

Alcune ragazze urlarono questa volta in modo più convinto e terrorizzato .

Harry che prima di tutti aveva capito,per colpa del dolore alla cicatrice, adesso fissava Silente che ricambiava lo sguardo incerto.

-Harry cosa succede?- chiese Ginny preoccupata tirandolo per un lembo del mantello, questo non gli rispose e strofinandosi la cicatrice dolorante iniziò a guardarsi intorno. Nella sala grande cominciava il panico, ragazzi dei primi anni si erano appena alzati dai propri posti e si dirigevano  verso l’uscita, Hermione che aveva continuato a fissare Silente riuscì a capire l’importanza  che tutti i ragazzi rimanessero nella sala. Allungò il braccio e bloccò due ragazzini di Grifondoro che spaventati avevano iniziato a correre.

-ragazzi, è meglio che rimaniate qui- gli rassicurò annuendo per poi alzarsi e lasciando il posto ai due.

Uscita dal posto fece un cenno con la testa a Ron e si diressero verso il tavolo dei Professori.

-Signore cos’è successo?- chiese Hermione arrivata davanti all’uomo che stava discutendo già con Harry della situazione.

-signorina Granger lei e il signor Weasley radunate i prefetti e assicuratevi che tutti i ragazzi siano in questa stanza- rispose il mago leggermente accigliato sistemandosi gli occhiali a mezzaluna sul naso adunco.

I due annuirono in contemporanea e si diressero a chiamare gli altri prefetti come aveva detto il preside.

-Malfoy, Parkinson alzatevi vi devo dire una cosa- disse Hermione diretta ai prefetti di Serpeverde che come ci si poteva aspettare non erano sconvolti dal marchio nero, tanto che Malfoy rideva accompagnato dalle due figure imponenti di Tiger e Goyle.

-mezzosangue stai parlando con noi?- chiese rigido il biondino volgendo il viso per osservare Hermione, questa era rimasta impassibile alle parole di Draco, ormai dopo anni ci aveva fatto l’abitudine ed  non faceva più caso alla lingua maligna del Serpeverde.

-si, abbiamo avuto ordini dal preside di cercare i ragazzi in giro per la scuola e portarli qui- Draco rise al tono autoritario della Grifondoro.

-abbiamo ricevuto ordini- la sbeffeggiò –e chi ti credi di essere per imporre questo a me?- chiese minaccioso alzandosi, questa indietreggiò leggermente senza però volgere il viso.

-Malfoy, smettila di rompere alza il culo e vieni qui- Ron si era appena aggiunto alla discussione e si accostò alle spalle della ragazza.

-oh, è arrivato il cavaliere babbanofilo- continuò Mlafoy

-ti abbiamo chiesto solo di venire qui, non è un gran sforzo anche per uno come te-rispose il rosso.

- e io ti rispondo di NO- finì Draco risiedendosi con regalità.

Ron allungò un braccio innervosito verso il collo di Draco, Hermione gli bloccò la presa e lo costrinse a girarsi.

-lacialo stare, è un cretino, meglio se andiamo a  trovare gli altri- disse lei mollando il gomito dell’amico.

-ok -rispose lui scontroso per poi dirigersi verso il tavolo dei Tassorosso e prelevare Ernie Macmillan e Hannah Abbot.

Intanto Hermione raggiunse i prefetti rimanenti, Anthony Goldstein e Padma Patil, di corvonero per poi riunirsi agli altri al centro della sala.

-ok ragazzi- iniziò con tono autoritario, la vena della maestrina l’aveva sempre avuta e in questi casi era una cosa molto positiva.

-allora, io  e Ron ci dirigiamo verso il 6 e 7 piano, voi di tassorosso andate nei sotterranei, Anthony e  Padma voi invece andate ai piani restanti- i prefetti pendevano dalle sue labbra.

Lei sorrise anche se preoccupata e insieme agli altri si allontanò.

Arrivarono davanti al tavolo dei grifoni dove Ginny stava parlando ad alcuni ragazzi apparentemente molto preoccupati, Ron le si avvicinò.

-Ginny stai qui, e stai attenta- gli disse protettivamente per poi baciarla sulla fronte affettuosamente, lei annuì e lo abbracciò. Il rosso si andò ad unirsi agli alunni vicino alla porta mentre Hermione stava parlando con Harry.

-Herm, fai attenzione ok?- gli chiese lui vedendola allontanarsi, lei si girò per rispondere ma non riuscì a sorridere, era davvero preoccupata.

Si poteva sentire da lontano la paura che c’era nella sala grande, gli alunni  cercavano di consolarsi a vicenda ma con scarsi risultati. Dopo tutto si sentivano chiusi in gabbia come topi che  aspettano  con paura l’arrivo del gatto.

 

I prefetti arrivati alle scale si divisero, tutti ascoltarono gli ordini imposti dalla riccioluta e si diressero alle loro postazioni, cosi fecero anche i due Grifondoro.

 

I corridoi del settimo piano erano silenziosi e tetri, il buio che aveva invaso la scuola fece dimenticare a tutti che fosse mattino. Ron e Hermione con bacchetta alla mano si diressero verso le aule di lezione. Arrivati accanto a quella di Vittius sentirono dei singhiozzi provenire da dietro i banconi. Ron si fece avanti e intravide una chioma bionda.

Dietro alla panca c’era Prishilla Howers una studentessa di Corvonero, il rosso vedendola piangente le porse la mano, questa la prese e si tirò su.

-Prishilla calmati- la confortò il Grifondoro, la ragazza era sconvolta, sicuramente aveva visto il marchio nero fuori dalla finestra dell’aula e si era spaventata.

Ai 2 si aggiunse Hermione –ascolta-  le disse –adesso devi scendere nella sala grande li sarai al sicuro- finì stringendole le braccia. Quella annuì anche se insicura.

Hermione la lasciò e la Corvonero si diresse per le scale.

I due compagni iniziarono a perlustrare i corridoi in cerca di qualcun’ altro.

Hermione camminava lentamente accanto all’amico, alzando continuamene lo sguardo per fissare il viso di questo.

Lei lo sapeva che Ron era sempre stato un po’ codardo ma in quella situazione si comportava da vero uomo, il viso cupo guardava avanti pronto a tutto pur di salvare  un innocente. “Ron…” pensò fra se e se iniziando ad osservare gli occhi profondi del ragazzo.

-Hermione tutto a posto?- gli chiese lui facendola tornare alla dura e terrificante realtà.

-si tutto a posto- rispose lei arrossendo.

-hai paura?- gli domandò

-un po’ se devo essere sincera- ammise lei.

-non preoccuparti ci sono io a proteggerti- gli diede risposta il rosso ridendo e sfiorandole la guancia con il dorso della mano.

I due camminarono l’uno vicino all’altra ascoltando gli echi dei loro passi che echeggiavano nei corridoi cupi.

La luce verde del marchio nero risplendeva ancora in cielo illuminando il giardino di Hogwarts e la paura dei suoi abitanti.

-senti Ron- disse ad un tratto Hermione, il ragazzo voltò lo sguardo –che ne dici di dividerci? così potremmo perlustrare più territorio- propose con timore.

Ron non era per niente convinto dell’idea che gli era stata proposta –è troppo pericoloso- pronunciò serio cercando con lo sguardo dentro un aula vuota.

–me la so cavare da sola-  lo rassicurò lei

il rosso la guardò insicuro nell’accettare l’idea, non voleva che le succedesse niente di male.

-Herm non mi sembra il caso…- aveva iniziato prima di sentirsi il dito leggero della ragazza sulla sua bocca.

-dai non preoccuparti- gli disse infine passando la mano nei capelli fluenti del Grifondoro, il quale gli prese la mano e stringendola la rassicurò –qualunque cosa succeda chiamami- pronunciò prima di prendere la il dorso bianco e baciarlo.

Hermione annuì arricciando le labbra in un sorriso e si diresse dalla parte opposta a quella del rosso.

 

 

Ormai i passi di Ron non si sentivano più e i corridoi erano tornati ad esseri muti. Le torce che illuminavano Hogwarts diventavano sempre più fievoli e la paura nel cuore della ragazza aumentava.

La mano si stringeva ardentemente intorno alla bacchetta pronta per lanciare qualunque incantesimo.

“ho finito” pensò guardando l’ultima stanza rimasta da visitare nel piano.

Le sembrò strano di non aver visto nessun  seguace di Voldemort in giro per i corridoi, ma le andava bene così, dopo tutto l’idea di morire a 17 anni per i corridoi di una scuola non era una delle sue prospettive migliori, per non parlare che non avrebbe mai potuto confessare all’amato i sentimenti che provava per lui.

Arrivò alla soglia dell’aula,  il cuore più leggero al pensar che fosse finito ……. Quanto si sbagliava.

-ti prego non farmi del male- una voce soffocata e terrorizzata proveniva dalla classe. La ragazza drizzò le orecchie per poter ascoltare meglio.

-ti prego non farlo- continuava a supplicare. Hermione sentì un nodo allo stomaco, tutta la sua felicità si dissolse come il risuonare di quelle parole.

La paura la invase. Pensò di scappare, e ci sarebbe riuscita se solo avesse voluto. Iniziò a riflettere su Harry e  a quante volte aveva affrontato il male rischiando la vita. Il cuore le batteva a mille e il respiro si faceva affannosa, cosa fare?  L’uomo di natura è egoista e pauroso, non è da lui rischiare la vita per salvare quella degli altri, ma per fortuna nel mondo ci sono pure l’eccezione.

Il coraggio che contraddistingueva i Grifondoro iniziò ad affiorare.

Alzò la bacchetta e cercò di fermare la mano tremante.

Senza soffermarsi a pensare entrò nella sala.

A terra alla destra di Hermione c’era una ragazza di Tassorossso, i singhiozzi la facevano tremare rimbombando nell’aula. Di fronte a questa c’era un uomo con un mantello nero.

I lunghi capelli biondi cadevano sulle spalle, il sorriso malefico  molto simile a quello del figlio era stampato sul viso bianco. Lucius Malfoy era appoggiato alla cattedra e puntava con decisione la bacchetta contro l’alunna.

La Grifondoro era ormai all’interno dell’aula, non si sconvolse alla vista dell’uomo, ormai le era chiaro fin dal secondo anno che il signor Malfoy era dalla parte del Signor Oscuro.

-Expelliarmus- pronunciò irrigidendo i braccio e facendo partire dal legno un fascio di luce che colpì con precisione il braccio del Mangiamorte. Malfoy rialzò l’arto ferito e spostò lo sguardo sulla Grifondoro. L’incantesimo eseguito dalla riccioluta non era così potente da fermare un mago dal calibro di Lucius o per lo più era stata lei a no riuscire bene nel suo intento.

Eseguire un’magia in una classe insieme ai  compagni  ed eseguirla di fronte al nemico in attesa di un tuo errore per  infliggerti il colpo finale erano 2 cose molto diverse.

-signorina Granger- la chiamò il Mangiamorte beffardo massaggiandosi il braccio  senza mostrare alcun segno di dolore.

Hermone si era avvicinata alla ragazza stesa a terra e dopo averla  aiutata ad alzarsi si  era posta tra lei e l’uomo.

-vai a chiamare qualcuno- le aveva bisbigliato prima di spingerla fuori dell’aula.

- e chi dovrebbe andare a chiamare?- la incitò il Mangiamorte  guardandola. –l’adorato Silente- suppose sogghignando.

Hermione non rispose subito alla provocazione, doveva ammetterlo aveva paura di quell’uomo ma ormai che era in gioco non poteva tirarsi indietro.

-o forse quello stupido di Potter?- continuò lui.

-e se pure fosse- disse lei.

-mi dispiace ma il ragazzo adesso è occupato- rispose lui con voce divertita.

-Voldemort…-

-esatto sognorina quindi mi dispiace ma non credo che potrà venire in suo soccorso-

“no Harry…” pensò Hermione,

-davvero il suo signore crede di riuscire ad uccidere Harry? se non ce l’ha fatta quando Harry era in fasce non ha nessuna possibilità di vincere ora-  disse poi Hermione con tono di sfida.

-stupida mezzosangue come ti permetti?!- pronunciò il Mangiamorte prima di scagliare in silenzio un incantesimo che fu scansato di poco dalla ragazza.

Hermione si era nascosta tra i banchi, sapeva di non poter star là a lungo ma doveva pensare a come reagire.

Ci ponderava da quando il preside aveva mandato lei e gli altri prefetti su per la scuola, conosceva molto bene numerosi incantesimi difensivi e diciamo che se la cavava abbastanza bene nell’usarli, ma in quella situazione l’unica soluzione erano Gli Incantesimi Senza Perdono, e lei lo sapeva.

Il Mangiamorte si avvicinava a lei lentamente, Hermione si alzò e si diresse verso la fine della classe.

L’uomo continuava a lanciarle incantesimi silenziosamente rendendola impreparata ad ogni attacco.

Non sapeva quando e se sarebbero arrivati i soccorsi e quanto ancora avrebbe potuto tenere a bada Malfoy.

-smettila di scappare!- gli urlò rabbioso rovesciando violentemente un banco a terra .

-Crucio- pronunciò lei contro l’uomo che senza scomporsi scansò il maleficio per poi ridere ampiamente del il pietoso tentativo.

-adesso basta giocare, mi sono divertito abbastanza- disse placcando la risata.

Hermione si trovava vicino alla porta che però le sembrava lontana chilometri, di fronte a lei l’uomo alzava lentamente la bacchetta.

-Avada Kedavra !-

La Grifondoro strinse gli occhi facendo scendere delle lacrime….

 

I secondi passavano e Hermione continuava a sentire l’aria sulla pelle del viso e il cuore batterle nel petto, aprì gli occhi umidi.

-cosa?!- urlò il Mangiamorte.

A lato dell’alunna steso a terra c’era un ragazzo dai  capelli rossi.

-Ron…- disse Hermione accasciandosi sul corpo privo di vita del Grifondoro.

Il tempo si fermò la ragazza fissava il volto del suo salvatore, questo aveva gli occhi chiusi e il viso aveva conservato il suo chiarore.

-Ron svegliati!- urlava sconvolta, delle iridi strette scendevano calde lacrime che andavano a dividersi sulle guance rosse. La mano tremante stringeva adesso la testa del rosso e pian piano la avvicinava al petto.

Appoggiò il capo di questo sul suo ventre e iniziò a guardarlo.

Non poteva crederci di averlo perso, Ron Weasley l’unica persona che avesse mai amato adesso non c’era più e non avrebbe più potuto confessargli i suoi sentimenti, anche se in fondo sapeva che lui li conosceva già.

-Ron ti prego!- disse straziata.

Intorno a lei tutto continuò a muoversi, dalla porta entrò di corsa la McGranitt che schiantò il Mangiamorte dietro alla cattedra per poi avvicinarsi alla riccioluta.

-Hermione…- disse appoggiandole una mano sulla testa

-mi lasci!- gli urlò lei muovendo la chioma facendo spostare immediatamente la mano alla donna.

-mi lasci!!- continuava a ripetere sussultando per poi tornare a guardare Ron.

-Ron non hai niente da dirmi, per favore prendimi in giro, dimmi che sono una secchiona- lo supplicava stringendolo tra le braccia.

-non voglio perderti, ti amo- finì, non gli aveva mai detto quelle parole e ora era troppo tardi.

Le  tornarono  alla mente le ultime parole che il ragazzo le aveva pronunciato prima di allontanarsi “non preoccuparti ci sono io a proteggerti” ed in fondo fu quello che fece.

 

 

 

                                              ******************************

 

 

 

 

 

 

-Hermione, Hermione svegliati- Ginny stava scuotendo l’amica.

-Ron Ron…- continuava a chiamare l’altra.

-Hermione è un incubo- la tranquillizzò prendendola per le spalle scrollandola.

Gli occhi di Hermione erano stretti in due fessure, respirava a fatica. Mosse la testa e si strofinò gli occhi.

L’amica era seduta sul letto di fronte a lei e la guardava preoccupata.

-Ginny…- disse abbracciandola con forza.

-che c’è? Hermione mi stai stritolando- cercò di fermarla l’altra.

La Grifondoro si staccò dall’amica e sorrise, guardò  il cielo all’esterno della finestra, il sole brillava e gli uccelli cinguettavano.

-dov’è Ron?- chiese asciugandosi gli occhi.

-nel suo dormitorio, perché?- le domandò l’amica che si era allontanata e adesso apriva l’acqua del lavandino per sciacquarsi.

Hermione si alzò velocemente, e si diresse ancora in pigiama verso la porta.

-Herm dove vai?- gli chiese ginny ma ormai l’amica era fuori dal dormitorio.

Salì le scale di corsa fino ad arrivare di fronte all’entrata del dormitorio maschile, non si soffermò neanche un attimo e spalanco la spalancò.

Di fronte a lei Harry e Dean parlavano come al solito di Quidditch mentre Neville e Seamus scrivevano velocemente su una pergamena.

-e tu cosa ci fai qui?- gli chiese immediatamente Harry spalancando gli occhi alla vista della ragazza con il pigiama aderente che mostrava il corpo voluttuoso.

Hermione non fece caso a quelle parole, si guardò in torno fino a trovare Ron.

Alla vista del ragazzo iniziò a piangere e correndo lo abbracciò mettendogli le braccia intorno alle spalle.

Appoggiò il viso al petto muscoloso del Grifondoro bagnando la maglietta con le lacrime.

-Ron non mi lasciare, non mi lasciare- ripeteva singhiozzando dopo ogni sillaba.

- Herm, non ti lascio, tranquilla- disse sorridendo Ron per poi stringere ancora di più a se la ragazza.

-Ron io ti amo- continuò lei sostituendo ai singhiozzi delle lacrime di felicità.

-anche io ti amo, Hermione- gli disse sorridendo lui.

Hermione staccò il volto dal torace di Ron per poi rispecchiarsi negli occhi azzurri di questo.

Ron prese tra le mani il viso di Hermione divenuto rosso per le lacrime e dolcemente lo avvicinò al suo. Le loro labbra si unirono in un bacio ricco di passione.

L’incubo era finito e adesso, finalmente, stava per iniziare il sogno.

 

 

                                         

      

                                                       Fine

 

spero vi siate divertiti a leggere, se si lasciatemi anche un piccolo commento.

Un bacio e grazie!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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