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Autore: L u c i n d a    10/03/2011    2 recensioni
Mente, sensi e cuore. E' grazie a loro che proviamo emozioni come indecisioni e angosce, ma anche desideri, sogni e dolcezze. Per una volta non ho immaginato l'anima come un insieme confuso di tutte queste sensazioni ma ho preferito assegnare loro dei ruoli come in una commedia teatrale. Ho affidato ai sensi la parte istintiva, alla mente quella razionale e al cuore... Beh, il cuore ha un compito tutto suo. Li ho chiamati 'i masnadieri dell'anima', e spero che vi possano emozionare così come hanno emozionato me.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I masnadieri dell’anima

 

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Ci sono delle volte in cui diventiamo consapevoli delle nostre azioni se non dopo averle compiute e, quando rimuginiamo sulle motivazioni che ci hanno spinto ad intraprenderle, i nostri gesti ci appaiono tutt’altro che sensati.

«Che avete fatto!», sbraita la mente, che si risveglia troppo tardi da quella confusione dettata dall’estasi dei sensi ribelli.

«Non eravamo sicuri di volerlo», dicono quelli in tutta risposta, crogiolandosi nel ricordo di quanto accaduto. «Ma non abbiamo saputo dire di no. Anzi, abbiamo contraccambiato».

«Ma perché, santo Dio!», tuona lei, impetuosa. «Perché fate cose di cui non siete sicuri?».

«Non lo so», dice il cuore, intervenendo timidamente tra i battiti accelerati.

«Che cosa vuol dire non lo so?», gli sbraita addosso la mente. «Voi due», e si riferisce sdegnosa ai sensi e al cuore. «Voi due riuscite ogni volta a mettermi fuori gioco, e senza il mio controllo succede sempre l’irreparabile, siatene consapevoli».

Loro se ne stanno zitti, silenziosi e con lo sguardo chino. Non osano guardare in faccia la mente, il colosso che decide e determina le scelte più importanti della vita.

«Non sapete fare altro che complicarmi l’esistenza», li insulta lei, sottovoce, e sempre sottovoce cerca di convincersi della propria innocenza.

Il più delle volte mente, sensi e cuore sono in contrasto tra loro.

Sono organizzati secondo una piramide gerarchica che tenta di essere costantemente rovesciata.

La mente è la saggia governatrice della nostra anima, quella che ci aiuta a fare le scelte più giuste nella ragionevolezza della sua guida; è paragonabile a un buon sovrano stimato da ogni suo suddito, e gli sforzi compiuti nell’apporre giustizia e virtù nei nostri pregi rende il suo ruolo più che fondamentale.

Se la mente operasse indisturbata saremmo degli esseri perfetti e senza macchia, se nessun intralcio turbasse il quieto vivere di un tanto adorato sovrano probabilmente non saremmo quelli che siamo, poiché il viaggio dell’anima sarebbe così liscio e lineare da diventare quasi noioso.

I sensi e il cuore sono quegli ingredienti che aggiungono sapore ad un piatto insipido, sono i ribelli sabotatori della tranquillità e gli stessi che modificano quel percorso unicamente monodirezionale, rendendolo ricco di esperienze inaspettate.

Nessuna scelta che facciamo, infatti, è voluta interamente dalla mente e dalla lucidità del nostro spirito, ci sono sempre sensi e cuore a mettere il becco in ogni faccenda, a volte azzeccandoci, altre volte sbagliando a causa della loro ingenuità.

Sono i masnadieri dell’anima. Sono briganti che agiscono in gruppo riuscendo, con la loro unione, a sconfiggere le barriere dei sani principi e delle buone intenzioni imposte dalla mente sovrana. Di fronte al loro entusiasmo diventano vane persino le resistenze più radicate nella nostra razionalità, ed è un sentimento impossibile da controllare.

«Ammettilo però che ti è piaciuto». La sfrontatezza dei sensi interrompe all’unisono il piagnucolare della ragione, coglie nel segno.

«Ammetti che quella penombra era l’atmosfera giusta», sussurra la vista, socchiudendo gli occhi con aria sognante.

«Il suo profumo era dolce e delicato, ricordava le calde giornate d’estate», aggiunge l’olfatto, ispirando a pieni polmoni al ricordo di quella sensazione.

Il tatto, invece, li guarda con superiorità. Odori e colori sono quanto di più irrisorio se messi a confronto con le percezioni.

«Erano brividi quelli che ho sentito quando le vostre labbra si sono sfiorate?», comincia. «Era desiderio quello che scuoteva le viscere quando la sua mano ha cominciato ad accarezzarti il viso?»

«Vogliamo tralasciare tutti quei sospiri?», infierisce l’udito, «e del rumore impercettibile delle vostre labbra che si cercavano nel silenzio?»

«Com’era il suo sapore?», conclude il gusto, ancora in estasi.

La mente rimane attonita, colta nel pieno delle sue debolezze e del suo errore. Assopirsi in un momento così importante era equivalso ad un rovesciamento della piramide gerarchica, una curva brusca in quel lineare percorso.

In tutto questo il cuore è rimasto zitto, ragionando in battiti più o meno veloci a seconda delle emozioni.  

Personalità taciturna quella del cuore, esigente e timorosa di venire delusa, indecisa e incapace di esprimersi se prima non ha la sicurezza di quello che prova.

«Che facciamo adesso?», domanda la ragione, così spaesata da non avere altra scelta se non affidarsi ai sentimenti provati da quell’organo muto e pulsante.

«Non lo so», risponde lui, con le solite paure. «Aspettiamo», propone, sicuro che la mente non sarà soddisfatta di quell’evasiva risposta.

«Aspettiamo che cosa?», lo interroga l’altra, perplessa.  

«Non lo so», ribadisce lui. «Aspettiamo un segnale».

«Un segnale?», bisbiglia la mente, scettica e stizzita per tutta quell’indecisione.

«Già», le sorride il cuore. «Sono sicuro che quando arriverà capirò che cosa fare».

La mente si zittisce mettendosi da parte. Quando la piramide si inverte tutte le decisioni spettano al cuore, e il cuore non ha fretta di decidere, lei lo sa.

Il tempo è il rimedio a ogni errore.

La riflessione giova a ogni decisione.

 

   
 
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