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Autore: Franzolina_    10/03/2011    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Larry ed Ally si fossero incontrati per caso anni dopo la loro separazione? Sarebbero tornati assieme? Sarebbe stato per sempre?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ally roteò gli occhi mentre serviva in tavola le uova strapazzate << Sei perfetta così, ora scendi, ho una deposizione tra 40 minuti e non arriverò mai in tempo se non scendi ora!>>
Maddie scese le scale e rivolse un’occhiataccia alla madre <> sospirò sedendosi a tavola e trangugiando in tutta fretta la colazione << A poffffto… andiafo! >> Si alzò di scatto e afferrò lo zaino mentre Ally la guardava sorridendo e scrollando la testa: era decisamente sua figlia.
La deposizione si concluse più in fretta del previsto, un'altra mozione o due e il caso si sarebbe chiuso ben presto e con esiti positivi per la sua cliente: Susan Reilly, una donna che aveva citato in giudizio l’ex compagno per averla lasciata improvvisamente per trasferirsi a Detroit….. Detroit, quella città aveva risvegliato in lei una pessima sensazione, e nella sua mente riaffioravano ricordi troppo dolorosi, ricordi legati ad una persona, ad un nome che, nonostante fossero passati quasi tre anni, era e restava impronunciabile talmente forte era il malessere che provocava.
Mentre camminava verso casa si fermò davanti alcune vetrine, alla ricerca di un qualche articolo esposto che la distraesse da certi pensieri, tuttavia, la sorte la portò davanti ad un negozio di decorazioni che aveva in mostra nella vetrina un enorme pupazzo di neve con una sciarpa a scacchi e un cappellino sulla testa.
Ally rabbrividì ed indietreggiò, in piena iperventilazione; decise di tornarsene a casa il più velocemente possibile e senza guardarsi indietro. 

<> Maddie fissava la madre con gli occhi sbarrati. << Cosa? Io…ahm… è… è una tecnica indo….cinese… indocinese per rendere le carote più piacevoli alla vista … >> Balbettò posando il cucchiaio nel lavandino << Mamma, avanti, cosa c’è? Sei strana ultimamente… da quando lavori a quel caso… >> Ally guardò la figlia, era incredibile quanto in due anni di frequentazione le due si conoscessero così bene… <> << Nostalgia di Boston? Potremmo tornarci!>> Esclamò Maddie << No, casa nostra è qui, e non mi manca Boston… >> << Allora è un uomo… avanti… parliamone… >> la ragazza si avvicinò al frigorifero e ne estrasse un barattolo di gelato al cioccolato.. << Niente carote stasera… Questo è un codice 3>> Ally sorrise, nel loro codice speciale il numero 3 indicava un problema di cuore,grave per giunta. Non aveva mai avuto il coraggio di raccontarle di Larry, non perché temeva che Maddie restasse male della loro storia, quanto più perché lei non aveva la forza di parlarne, ma forse, dopotutto, era arrivato il momento di aprire quella porta che tanto la spaventava varcare.

<< E così ti ha piantato in asso con un biglietto?!?!?>> Maddie sobbalzò quando Ally giunse alla fine del suo racconto. Lei sospirò << Si, ma, è stato meglio così… lui odiava gli addii di persona… >> tirò su col naso e si asciugò le lacrime << Sai, pensavo sarebbe durata per sempre… >> fu interrotta dall’abbraccio della figlia.
<< Sto bene Maddie, tranquilla, ora vai a letto che è tardi, domani andrai in gita ed è bene che tu sia sveglia e attiva… >> le augurò la buonanotte e la guardò salire le scale verso la camera da letto. Sperava che una volta parlato di Larry con qualcuno si sarebbe sentita meglio, invece, si sentiva ancora più afflitta di prima; nella sua mente apparve un’immagine di Larry che le affondava una mano in pieno petto, ne estraeva il cuore per poi riporlo in una valigetta e portarlo via con se. Fu questo l’incubo che la perseguì per tutta la notte… e che la perseguitava da una settimana a questa parte.

“Every Breath you take… every move you make…” Ally fece una smorfia nel letto, perchè la radiosveglia doveva far partire proprio quella canzone? “ Questa canzone è una dedica di Harry alla sua amata Lilly per festeggiare il suo compleanno…” Ally sbarrò gli occhi e tirò la coperta in su con tutta la forza che aveva in corpo urlando e scalpitando. << NO! NO! NO! NO! MALEDETTO STING D’AHHH !!!!>> fortunatamente la figlia era già uscita di casa e non potè sentirla biascicare frasi senza senso mentre girava per la casa in pigiama e con i capelli arruffati. << Gill, oggi non verrò al lavoro… sto male..>> << Ah, si.. e cos’hai di preciso?>> << Io… ahm… ho un forte mal di… - si guardò in giro e vide una scatola di cerotti per la schiena sul tavolino- … mal di schiena, fortissimo… si, si… >> Si passò una mano tra i capelli << Oh, va bene, allora rimettiti in fretta… >> la sua assistente ridacchiò e attaccò la cornetta. 

Ally lasciò cadere a terra il telefono e, con una mano sulla fronte si mise a meditare. Improvvisamente bussarono alla porta di casa sua, pensando che fosse un venditore porta a porta si gettò con violenza sull’uscio di casa sbraitando << NON COMPRO NIENTE, E SE SIETE QUALCHE SCOUT SAPPIATE CHE ODIO I VOSTRI BISCO… OOOOOOW…>>.
Rimase pietrificata da chi si trovò davanti. 
<< Ciao Ally! >> La squillante voce di Sammy Paul eccheggiò per tutta la casa, per tutta risposta Ally sbattè le palpebre e spalancò la bocca nel vano tentativo di emettere un suono << Posso entrare? >> Il piccolo, ormai cresciuto entrò trotterellando nella casa di Ally, osservando l’ambiente circostante con attenzione.
<< C’è una ragazza qui con te…l’hai adottata? Oppure è una tua cliente? E’ più facile che sia la seconda… Lo saprei se l’avessi adottata… >> Mormorò dondolandosi sulle punte. Finalmente la donna riuscì a riprendersi dallo shock quel tanto che bastava per poter formulare una frase di senso compiuto… più o meno..
<< Tu… come… come hai fatto ad arrivare fin qui? E a trovarmi?!??! Come… ?!?>> Si abbandonò di peso sulla poltrona più vicina guardando Sam con lo stesso stupore con cui l’aveva guardato nel loro primo incontro, nel suo studio. 
<< Oh, è stato semplice, intanto sono venuto con l’aereo, i miei nonni materni vivono qui, a soli due isolati dal tuo appartamento, mamma mi ha spedito qui per una settimana o due… >> 
Ally continuava a fissarlo.. aveva detto “mamma” soltanto e non “mamma e papà” , elemento non trascurabile… << Trovarti è stato anche divertente.. sai, stavo passeggiando con mia nonna quando ti ho vista davanti ad una vetrina… sei sobbalzata e scappata via verso casa… poi ho notato il pupazzo di neve… non poteva essere una coincidenza, così ho guardato nell’elenco telefonico… sai, quel librone in cui sono contenuti tutti quei numeri di telefono… ecco, ho trovato la dicitura “Agenzia legale Logan & McBeal e ho provato a fare una telefonata… mi ha risposto una certa Gill…è stata molto gentile con me e mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno….. scoperto il tuo indirizzo sono passato a farti visita.>> 
Ally sbuffò ed emise un ringhio roteando gli occhi.
<< Ti sei sposata, Ally?>> Chiese, a bruciapelo Sammy guardandola intensamente.
<< Cosa? Io… No, no, non sono sposata, vivo qui con mia figlia Maddie… sai,quando ero al College ho donato un ov… >> Si fermò << non la vedevo da tanto tempo…. comunque..>> si schiarì la voce e si mise a guardarsi le mani… 
<< Oh, capisco….>> Rispose Sam, sempre guardandosi intorno; intanto Ally aveva afferrato una tazza colma di caffè bollente e vi stava soffiando sopra; proprio quando stava mandando giù il primo sorso Sammy riprese a parlare << Perché non mi chiedi come sta papà?>> Ally spuntò tutto il caffè e poco ci mancò che non cadesse pure dal divano. Aprì e richiuse più volte la bocca, sconvolta. << I tuoi nonni sanno che sei qui? Sai, non vorrei fare la fine di quella che rapisce i bambini… >> rise nervosamente e si diede una manata in faccia. << No, pensano che io sia andato al parco… ma non è un problema, loro dormono sempre… non mi verranno a cercare… Ma perché cambi discorso… non ti importa come sta papà?>> Ally si immaginò tirare una testata al bambino, scrollò in fretta quella bizzarra immagine dalla sua mente e ribattè << Si, certo… come…come sta?>> assecondò Sam, chiuse gli occhi, abbassò il capo e si preparò per la pugnalata letale.
<< E’ a pezzi dopo che ti ha lasciata, è venuto da noi a vivere per un po’ ma continuava a litigare con mamma, certo, ora è più vicino a me ma… >> sospirò. Ad Ally mancò la terra sotto i piedi. Quindi… non soffriva solo lei… anche Larry sentiva la sua mancanza, forse più di quanto pensava…
<< Andiamo a mangiare un gelato?>> Propose Sammy all’improvviso. Ally annuì e si avviò verso la propria camera per cambiarsi in fretta e furia.
 
<< Tua madre come ha preso il ritorno di … tuo padre?>> Chiese Ally, seduta su di una panchina di Central Park mentre mangiava un gelato accanto a Sammy << Non benissimo, l’ha cacciato di casa dopo una settimana…>> Ally sospirò sconsolata. << Non è colpa tua…. Davvero Ally…. >> Sammy abbassò lo sguardo.
Lei si voltò verso di lui e lo accarezzò. << E’ ora che io me ne vada… Si è fatto tardi… Vuoi che ti accompagni a casa? >> Chiese, premurosa … << No, papà mi verrà a prendere a breve… >> Rispose lui scrollando le spalle << Ah, oh bene… allora aspetterò qui tuo padre… TUO PADRE?!!?!?>> Sgranò gli occhi e sobbalzò <> La risposta di Sammy la sconvolse : << No, papà è qui, gli ho chiesto di venire… per una vacanza…. >> Ally fu tentata di prendere il bambino e scaraventarlo sulla cima di una quercia secolare, tuttavia, una voce, che non aveva più sentito da tre anni, ma che ricordava ancora nitidamente, riempì l’aria improvvisamente… << Sammy? Sammy??>> Ally, atterrita non riuscì a controllarsi e, senza nemmeno rendersene conto mollò a terra il cono gelato e si fiondò dentro ad un cespuglio, pochi secondi prima che Larry Paul sbucasse da un sentierino stretto-stretto. 
<< Sammy! Ti ho cercato per mezza Central Park… insomma! Ti ho sentito parlare con qualcuno.. chi era?>> Chiese, guardandosi attorno. << Era una rapitrice seriale di bambini, ha cercato di adescarmi con un gelato -indicò il cono- ma, appena ha sentito la tua voce si è nascosta in quel cespuglio.. –indicò proprio quello di Ally- …controlla se non ci credi!>> Larry, per qualche istante fu tentato di verificare, ma lasciò perdere e si sedette accanto al figlio, concedendo ad Ally la possibilità di vedere, o meglio rivedere finalmente l’uomo che aveva tanto amato in volto: era esattamente come lo ricordava: con la sua mascella leggermente squadrata, le labbra sottili, un nasino adorabile, i capelli corti e rigorosamente (s)pettinati verso l’alto ma l’elemento che fece balzare in gola il cuore di Ally furono i suoi occhi, grandi, marroni e fortemente espressivi , come sempre contornati da un paio di occhiali rigorosamente in tinta con l’abbigliamento.
<> Lo rimproverò con dolcezza <> <> << Era Ally, Ally McBeal.. >>Ad Ally mancò il fiato, si dovette mettere una mano sulla bocca per evitare di urlare, era importante che Larry non la vedesse….
Intanto l’uomo si era irrigidito <> <> Spiegò Sam, con decisione, era convinto che il padre gli avrebbe creduto! << Smettila, Sam, ne abbiamo già parlato… Lei è un capitolo chiuso… >> Si passò una mano tra i capelli, a disagio <> <
Ally abbassò lo sguardo, allora perché l’aveva lasciata, se stava soffrendo così tanto? Era ingiusto.
<< Ally è nel cespuglio di fronte a te, ti prego, prova!>> La donna sgranò gli occhi e si gettò nel cespuglio a fianco, pregando tutti i santi che Larry non la scoprisse. Dal canto suo l’uomo emise un sospiro e si avvicinò al ciuffo di piante più vicino e lo ispezionò malvolentieri << Visto, qui non c’è nessuno!>> larry si voltò e guardò suo figlio con uno sguardo eloquente << Andiamo a casa…>> Lo tirò su di peso e lo trascinò verso l’uscita. Ally contò fino a dieci, poi uscì dalla massa di foglie e rametti, pulendosi i capelli, pensava di aver scampato il pericolo… invece…
<< ALLY! PAPA’ VOLTATI E’ LEI, ECCOLA!>> Sam trascinò Larry con tanta forza da farlo voltare; Larry non potè credere ai suoi occhi, quella donna DOVEVA essere per forza Ally, prima che però potesse realizzare veramente il tutto la donna aveva preso a correre a perdifiato. Ally corse senza fermarsi –e urtando parecchi malcapitati- finchè non toccò la porta di casa e vi si rifugiò dentro rannicchiata in un angolino della casa dondolandosi e cercando di scacciare dalla testa la musica che sentiva, la stessa che aveva udito la prima volta che aveva visto Larry. 
 
<> Renèe ripetè a lungo questa frase, per lo meno... tra una risata e l'altra! << Non sei di aiuto, non capisco come tu possa ridere di una cosa del genere, sei la peggiore amica del cuore che io abbia mai conosciuto!>> Ally stava quasi per gettare il telefono contro il muro, sperava che l'amica l'avrebbe aiutata a superare questo momento di crisi nera, ma... niente, se la stava ridendo bellamente!<< Senti, esci, svagati, vai in quella disco dove vai sempre, rimorchia il primo biondo che vedi e.... scatenati fintanto che la mocciosa non è in casa!>><< Ehi ma... Eleen? Sei proprio tu? Che ci fai lì con Renèe?>> Ally era incredula.<< Ora sono la segretaria di Ren... che caso la vi... Ally?>> Tu-tu-tu-tu.
 
New York era molto fredda in quel periodo ma Ally, nella foga di voler sbollire la rabbia, e nel contempo di cercare di rimuovere dalla mente la meravigliosa espressione di stupore stampata sul viso di Larry alla sua vista, era uscita di casa senza la giacca, e vagava infreddolita per la 24essima strada, ormai deserta per via dell'ora tarda. Lei si lasciò cadere su di una panchina, le braccia concerte strette, ed il corpo tremante intirizzito dal freddo.*Ally, sei una stupida, una stupida! Scappare così da lui..*<< Una donna più stupida di me non esiste!>> Urlò, a se stessa.<< Non è stupidità... è solo... paura...>> Una voce, QUELLA voce, profonda e meravigliosa, calda e soave, giunse dalle spalle della donna. Lei si voltò, e lo vide.<< Sei tu.>> Disse in un sussurro,tutto ciò che ne seguì, fu il più dolce fra gli oblii.<> Maddie era appena rientrata dalla gita, Lauren l'aveva riaccompagnata a casa, dato che era già sulla strada. Non aveva notizie della madre da almeno due giorni.<> La chiamò più volte gironzolando per casa, sicura che non lavorasse quel giorno, quando però entrò in cucina trovò un uomo, in biancheria, che tranquillamente dopo aver immerso un biscotto nel latte,osservava stranito tenendolo sospeso tra la tazza e la sua bocca, con l'ovvia conseguenza di ritrovarsi il biscotto per metà caduto nel latte. Maddie lanciò un urlo di terrore, facendo sobbalzare l'uomo. Si sentì qualcuno scendere di corsa le scale e precipitarsi in cucina.<> Ally prese la figlia e la trascinò in soggiorno.<< Come...come è andata la gita?>> Disse, facendo finta di nulla.<><> Sussultò << Si vede che non sono preparata a questo, eh?>> Ridacchiò nervosamente spalancando le porte della cucina che aveva chiuso dietro di se. Non appena le aprì lasciò intravedere l'uomo, in piedi, con un'espressione visibilmente divertita. Senza troppi complimenti si avvicinò alla ragazzina e le tese una mano.<< Oh... Tu devi essere Maddie, piacere, io sono Larry Paul... avrei voluto conoscerti in circostanze più... come dire, normali.. e possibilimente con la mia zona pubica più coperta...>>Ally lo fulminò con lo sguardo.<> Aggrottò la fronte. Ally per tutta risposta roteò gli occhi e lo spinse.A Maddie ci volle qualche minuto per ricollegare. <> Urlò.<< Perchè sei qui?>>                       << Larry è in villeggiatura... e l'ho ospitato...>> Si affrettò a rispondere la donna.<< La sua "zona pubica" sarebbe più coperta...se fosse stato davvero SOLO un'ospite...>>Disse lei, saccente, lasciando allibiti sia Larry che Ally stessa.<> Esclamò lui, togliendo gli occhiali e grattandosi il mento. <> Concluse. Maddie scrollò il capo. <><< Una gara per vincere l'amore di una donzella..>> L'uomo riflettè per circa... un secondo... <<...Ci sto! E' una giusta proposta!>> Si accomodò sul divano e prese le carte. <> Ordinò, mescolando le carte. E fu una dura guerra, a più riprese, da però Larry riuscì ad uscirne vincitore, ma non facilmente.<< E va bene! Sir. Larry, sei ufficialmente il vincitore!>> Decretò la biondina.<> La proposta di Ally fu accolta con entusiasmo dai due, così come quella di vedere tutti assieme un film, come fossero una vera famiglia. Ally sedeva con la schiena poggiata contro la porta del bagno, era in pigiama e fissava le sue enormi pantofole rosa ad occhi sbarrati, ma la sua concentrazione era altrove, oltre quella porta. Larry era chiuso li dentro da quasi un’ora e sbraitava al telefono. Ally non muoveva un muscolo, le orecchie tese a percepire una qualsiasi frase significativa della sua conversazione con… LEI, la perfetta, la bellissima, la donna in carriera, la ex ballerina-cantante-echipiùnehapiùnemetta…. la madre di suo figlio… l’unica e sola Jamie.
<< JAMIE, SEI IMPAZZITA!? HAI UN FIGLIO! COME… COME PUOI FARE QUESTO A SAM? E NON ADDURRE LA SCUSA CHE ANCHE IO MI SONO COMPORTATO IN QUESTO MODO!>> Ally non l’aveva mai visto così fuori di se. Un silenzio prolungato e un rumore di vetro infranto allarmò la donna e la esortò ad alzarsi in piedi, appena in tempo, perché Larry stava aprendo la porta; lo sguardo dell’uomo era annacquato dalle lacrime e ferito dal dolore.
<< Jamie è in Canada… con un modello di non so quale casa di moda…>> iniziò in tono del tutto inespressivo <> abbassò lo sguardo e scaraventò con violenza il cellulare a terra, torturandosi con la mano libera i capelli <>
I due si abbracciarono a lungo senza dirsi nulla, la domanda di Larry aveva una sola risposta ed entrambi la conoscevano: la verità.
 
 
Tre mesi dopo Ally, Larry, Maddie e Sam stavano cenando in un ristorante lussuosissimo in centro New York, l’occasione era speciale: il compleanno di Ally. A circa metà serata Larry si sistemò la cravata, bevve una lunga sorsata di vino rosso e si alzò in piedi di scatto <> Urlò, facendo in modo che gli altri clienti del locale si voltassero a guardare la famigliola. Ally sgranò gli occhi e arrossi, cercando di nascondersi il volto; Maddie e Sam ridacchiavano divertiti. <>.  Dopo aver ingoiato un altro bicchiere di vino rosso si inginocchiò goffamente accanto ad Ally, afferrandole la mano. <>. La donna alzò lo sguardo e lo incrociò con quello di Larry, al momento non riusciva nemmeno a pensare, la sua mente era offuscata, proprio come quando i due si scambiarono il primo bacio dopo tanto tempo, era un dolce, dolcissimo oblio.
<<… Ed ora eccoci qui, con due figli… in un ristorante lussuoso… io abbastanza brillo…>> ridacchiò <<… ma non abbastanza da impedire a me stesso di fare questo…>> lasciò la mano di Ally e l’affondò nella tasca, dopo qualche secondo impallidì e sgranò gli occhi… << So-solo un secondo….>> disse, cercando disperato in tutti i buchi della giacca, risvolti compresi.
Maddie scoppiò a ridere e diede una gomitata a Sam. Il piccolo estrasse da una tasca della sua giacchetta una scatolina cobalto che porse ad Ally, strizzandogli l’occhiolino.
La donna sorrise, afferrò la confezione e la mostrò a Larry << Cercavi questa?>> chiese, con un sorriso. Larry esplose in una risata, di sollievo e disse, dopo una brevissima pausa <> . Lei sorrise commossa << Non aspettavo altro, Mr. Larry Paul>>.
 
Stavolta sarebbe stato per sempre.
  
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