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Autore: Araiha    10/03/2011    2 recensioni
Il rumore stridulo di una sveglia squarciò il silenzio. La povera ragazza presa alla sprovvista, cadde senza alcuna grazia dal letto sbattendo con il sedere sul pavimento. “ Per le mutande di pizzo di Giacomo Leopardi, che sempre sia lodato” sbraitò, lanciando con violenza quell'aggeggio infernale contro il muro. Il rumore cessò di colpo. Ovviamente l'idea di resettare la sveglia premendo l'apposito pulsante, non le aveva neanche sfiorato la mente.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quella sensazione di beato appagamento, che la mattina appena svegli nel letto pervade il corpo dalla punta dei piedi fino all'apice delle orecchie ancora sprofondate nel cuscino? Ecco, questo sentiva Galatea. Le gambe intrecciate nelle lenzuola verde acido, le braccia che ricadevano scomposte sui cuscini di macramè, e le labbra leggermente dischiuse. Una luce appena diffusa penetrava dalle leggere tende lavanda e l'unico rumore era il respirare lento e cadenzato, era tutto calmo e sospeso, sembrava che anche i granelli di polvere nell'aria si fossero bloccati. Un quadro di pura armonia.

Fin quando il rumore stridulo di una sveglia squarciò il silenzio. La povera ragazza presa alla sprovvista, cadde senza alcuna grazia dal letto sbattendo con il sedere sul pavimento. “ per le mutande di pizzo di Giacomo Leopardi, che sempre sia lodato” sbraitò, lanciando con violenza quell'aggeggio infernale contro il muro. Il rumore cessò di colpo. Ovviamente l'idea di resettare la sveglia premendo l'apposito pulsante, non le aveva neanche sfiorato la mente.

Si passò più volte le mani sul viso e tra i capelli, per riprendersi da quello shock, e si accinse ad alzarsi. Prese i vestiti dalla spalliera del letto, li annusò per vedere se erano ancora indossabili, e dopo una non molto accurata ispezione decise che potevano ancora andare. Poi si diresse verso il bagno, non prima però di aver assestato un calcio alla sveglia che sbattè di nuovo contro il muro.

Continuando a borbottare tra se, giunse davanti alla porta del bagno. Ma appena arrivò a toccare la maniglia, il campanello squillò in tutto il suo demoniaco splendore. La sua testa iniziava a risentire di tutto quel trambusto di prima mattina. Lasciò cadere i vestiti a terra, e con passo mogio grattandosi lo stomaco attraverso la sottile canottiera, giunse alla porta di ingresso, da dove l'orribile suono, continuava a pugnalale le orecchie.

Aprì di scatto la serratura rivelando così un ragazzo di non più di 20 anni. I capelli biondi accuratamente stirati gli ricadevano su viso pallido, sul quale si stendeva un sorriso smagliante. Lo sguardo del giovane percorse in pochi secondi la figura di fronte a se, poi ancora sorridendo cinguettò: “Buongiorno, amore mio, e scusa se te lo dico, ma il look da donna tentatrice e fascinosa non di dona proprio” . Poi con grazia occhieggiò i piedi della ragazza, di cui uno solo era infilato malamente in un calzino, e i boxer da uomo a righe che indossava. In tutta risposta, lei si esibì in un grugnito. Ma prima che potesse continuare il biondo proruppe:” non fare così, luce dei miei occhi, ho portato cappuccino e cornetti”e le sventolò sotto gli occhi una busta di carta bianca, e poi senza chiedere il permesso si infilò nell'appartamento. “ ti sei salvato” gli urlò lei, poi corse verso il bagno.

Velocemente si lavò e si vestì, poi corse in cucina già pregustando il dolce sapore del meritato cornetto mattutino. “come fai ad essere così pimpante già di prima mattina" gli disse lei dopo un piccolo sbadiglio. “Gala, piccolo amore mio, è perchè io, a differenza tua, sono sessualmente attivo” e ridacchió addentato un cornetto alla crema. “ tu sei deficientemente attivo, ecco cosa sei, e non provare a contraddirmi o ti verso il caffè nelle orecchie” rispose lei acida. Non se la sentiva proprio, di ascoltarlo ciarlare già così presto. Riccardo era il suo migliore amico, ovviamente gay, e con una certa tendenza a infilare il naso nei fatti altrui. Era però una persona molto ottimista, di quelle che ti chiamano alle 2 di notte per parlare, credendo di non essere mandati a quel paese, e come ogni gay che si rispetti era un fanatico della moda. Quel giorno indossava jeans chiari, camicia rosa, e gilet indaco, abilmente coordinato con un cappello dello stesso colore. “ no, tesoro seriamente, sei un caso clinico, trovati un uomo, una storia da una notte e via, un barbone, qualsiasi cosa, ma ti prego fallo, sei un caso umano...” continuò così per un po'.

Gala aveva staccato il cervello e stava litigando con la macchinetta del caffè,aveva disperato bisogno di caffè allo stato puro, o non sarebbe arrivata viva a lezione. Riccardo esponeva una serie di voli pindarici di natura sessuale, quando il campanello suonò di nuovo. Questa volta un solo trillo schizzò in aria, e lei ringraziò il cielo, che almeno uno dei suoi due amici era sano di mente. Lara entrò di gran carriera in cucina, dopo che Riccardo le aveva aperto la porta, naturalmente senza degnare di uno sguardo la padrona di casa. Ma indubbiamente lei era ancora intenta a svitare la macchinetta, quindi nessun problema.

Poco dopo la voce di Lara e l'ondeggiare dei suoi biondi capelli in cucina, la fecero desistere dal suo compito e lanciò la caffettiera nel lavandino, già stra colmo di piatti sporchi. Si lanciò tra le braccia dell'amica, e con fare melodrammatico la pregò” ti supplico, levamelo di torno, fallo evaporare, prima che lo lanci fuori al balcone” poi si lasciò scivolare a terra, tra le risate dei suoi amici. “ senti, quella che dovrebbe essere uccisa sei tu” intervenne Riccardo, con voce falsamente indignata. Ne seguì un scambio di commenti non poco carini, fin quando la povera Lara esasperata li bloccò “ finitela di urlare come corvi in calore, un po' di contegno, diavolo” . Il silenzio calò sulla stanza, poi contemporaneamente esplosero in una risata sguaiata.

Dopo che si furono sfogati si sedettero in torno al tavolo, o meglio, Gala si stravaccò poggiando i piedi sul tavolo, Lara si sedette direttamente sulla superficie di legno, e Riccardo girò la sedia e ci si sedette a cavalcioni. “Allora, oggi che lezione abbiamo?” domandò il ragazzo sorseggiando dal suo bicchiere di carta.” letteratura medioevale, due ore, con quella pazza in menopausa della D'Angelo” sbuffo Lara, annoiata e improvvisamente pigra. “ quella deficiente isterica, mi odia, ve lo dico io, mi fissa con uno sguardo strano” Gala era famosa per le sue teorie sconclusionate riguardanti le professoresse, quindi nessuno fece caso al suo commento, come non fecero caso al fatto che la sua casa sembrasse un accampamento di barbari imbizzarriti.

A Galatea non piaceva pulire, e naturalmente non le importava l'aspetto del suo appartamento. Era come se vivesse su un altro pianeta. I capelli corti di uno sfolgorante rosso ramato, e gli enormi occhi blu, sempre persi, erano riconoscibili anche da lontano. Era una persona abbastanza stravagante. “Gala hai risolto poi la questione del fitto? Mi avevi detto di aver problemi...” Lara aveva appena finito di sorseggiare la bevanda bollente e stava poggiando il contenitore sul piano appiccicaticcio.” sto cercando un coinquilino, ho messo un annuncio sulla bacheca della facoltà, così almeno potrò ridurre della metà l'affitto e tutto il resto delle spese” la rossa fissava quieta il suo cornetto alla crema. “ e se ti capita un manico, e durante la notte cerca di accoltellarti con il tostapane?” gli occhi delle due ragazze si puntarono immediatamente sulla faccia spaventata di Riccardo. “ non ti chiederemo su che basi si fondi la tua teoria secondo cui, è possibile essere accoltellati con un tostapane, perchè ormai sei senza speranze” gli occhi di Lara si alzarono al cielo e giunse le mani in segno di preghiera, mentre lo sbuffo del biondino, si unì ad una risatina cantilenante. “ e comunque” proseguì “ sembra strano, ma lo sciroccato qui ha ragione, e se ti capita un assassino?” “ siete troppo ansiosi, vi sembro una sprovveduta?” gli sguardi eloquenti dei due amici furono la risposta “ cercherò di fare una selezione, solo persone di una certa classe” e il piccolo nasino di Gala svettò verso l'alto, tra le risate di tutti. “ oh certo, solo una persona di classe potrebbe venire a vivere in un appartamento dove ci sono vestiti appesi ai lampadari” Riccardo a sento riusciva a trattenere le risate, visto anche la faccia indignata che gli offrì la proprietaria della suddetta casa “quel top stava lì ad asciugare, ti ho già risposto ieri, se non l'ho spostato è perchè se no si sgualcisce”.

ma che ore sono? “ chiese poi improvvisamente. Tutti e tre si girarono verso l'orologio sulla parete di fronte. Le lunghe lancette rosse segnavano le 8:00. si alzarono di scatto contemporaneamente, consci dell'orribile ritardo. Gala imprecò: “ per i calzini a quadri di Giacomo Leopardi” e gli altri due risposero in coro “ sempre sia lodato”. Lasciarono tutta la spazzatura e gli avanzi sul tavolo, già prima non in bellissime condizioni, e si fiondarono fuori di casa.

Lara e Riccardo la venivano a prendere tutte le mattine da due anni, o meglio, Lara, unica ad avere la macchina, scorrazzava per tutta Roma, per prenderli, e per poter poi andare in facoltà insieme. Ma ogni volta facevano tardi, non erano mai arrivati puntuali, nemmeno un giorno, niente. Quei tre pazzi isterici si erano incontrati il primo giorno all'università, di lettere e filosofia per essere precisi, Gala era inciampata ed era caduta davanti all'intera aula. si era alzata tranquillamente, come se niente fosse, e mentre tutti gli altri studenti ancora ridevano, si era seduta sorridente tra una Lara sconcertata, e un Riccardo pieno di ammirazione, per la sua faccia tosta. Da allora erano inseparabili, una vera storia d'amore formato famiglia, in effetti. 

   
 
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