Un
Progetto Per Due
Salve a tutti!
Questa
è la mia prima long Fiction sul fandom Twilight.
Comincio col
dire che i personaggi sono quelli della Saga ma il college,nel quale ho
ambientato la storia, non segue le regole dei college americani. Per
come volevo andassero le vicende, ho deciso di organizzarlo come
l’università italiana , con i suoi pro e i suoi
molti contro…LOL…
Così
come la scelta del corso di Laurea è di mia invenzione.
Dunque se molte
cose non tornano, vi ho già avvertito.
Vi lascio alla
lettura! Se vi va di lasciarmi un commento mi fa solo che piacere!
Giuggi_89
Capitolo
1: Nuovi Corsi
6.54. Odio
questi tre numeri.
Mi perseguitano
da tre anni.
È un
orario. È l'orario che mi avvicina ogni giorno al patibolo.
Il mio incubo personale: l'Università.
Il treno delle
6.54, il mio Caronte personale, il traghettatore verso le mie ore
d'inferno.
Oggi si
ricomincia,il primo semestre inizia oggi,tra corsi presentazione e
altre solite rotture sarò costretta a passare troppo tempo
in quegli edifici. Sia chiaro,adoro studiare e sono contenta di potermi
permettere il lusso dell'Università, ma odio frequentare,
odio andare in facoltà, odio fingere sorrisi ai miei
compagni di corso, ne sopportassi almeno uno.
I miei compagni
di corso, o sono pazzi scatenati che non fanno che vivere in
facoltà o sono,beh diciamo che preferiscono metodi
rilassanti non simili ai miei.
Le uniche anime
simili a me sono due mie compagne di corso, Angela e Jessica. Jessica
è un'oca, ma con lei riesco a non pensare a quanto siano
opprimenti le ore in quei posti e Angela, lei è calma e
tranquilla con lei non perdo mai la testa, ed io sono Bella Swan, la
ragazza più inutile dell'Università, non mi
trucco, non mi vesto da modella. Sono acqua piovana che scorre sulle
pareti e adoro questo mio essere quasi invisibile.
Il mio treno
arriva, salgo e trovo le mie due colleghe e, nonostante la voglia sia,
di fare finta di niente e sedermi altrove, mi ritrovo a salutarle e
accomodarmi su uno dei sedili del vagone.
Forks
è distante una cinquantina di kilometri da Port Angeles e mi
tocca fare la pendolare, l'idea dell'appartamento non mi è
mai andata a genio, passerei troppo tempo in quel posto infernale.
E quel posto
è la facoltà di Architettura. Ecco l'ho detto. Si
sono una laureanda in architettura, sono a quasi metà
percorso, ormai devo solo stringere i denti e andare avanti.
In treno si chiacchiera del
più e del meno e un'oretta si arriva a destinazione, ogni
volta il desiderio di andare oltre è tanto, ma la ragione si
fa sempre strada e finisco ogni giorno a scendere alla stazione giusta
e a dirigermi al supplizio.
«Avete
sentito? Dicono che i nuovi corsi sia tremendi! Chissà con
chi siamo finiti! Voi chi avete scelto?»
La solita Jessica, sa sempre
tutto e vuole sapere sempre di più.
«Io
sono andata alle presentazioni, Jes, ho scelto il professor Withlock.
La sua visione dell'architettura moderna è davvero
interessante, tu Bells?»
La solita Angela,sempre
attenta e dalle risposte precise.
«Ovviamente
non sono andata alle presentazioni,ho scelto a caso. La mia scelta
è andata sul professor Cullen. Nessuno sapeva niente di
lui,chissà!»
La solita
Bella,sempre disattenta e disorganizzata.
Arriviamo in
facoltà e con il mio solito poco interesse mi avvio alla
bacheca, dove sono collocate le liste dei posti ai laboratori, vedo
tutta la gente accalcarsi. Visi scontenti,visi sorridenti ed io senza
alcun tipo di emozione. Cerco il mio nome ed eccomi nella lista del
professor Cullen. L'aula è la 5D. Mi avvio da sola, le mie
amiche sono entrambe dal professor Withlock.
Appena arrivo
in aula, sono accolta da una fiumana di gente. La stanza è
microscopica, non può contenere cinquanta persone, le sedie
non esistono. Trovo un angolino e mi ci posiziono. L'angolo
è anonimo come me. Continuano ad arrivare studenti, altro
che cinquanta ce ne saranno più di settanta, molti dei quali
attuano il piano del passaggio non interessandosi delle liste.
08.45
già un quarto d'ora di ritardo. Solito comportamento di un
professore. Tiro fuori il mio iPod, e il libro che sto finendo di
leggere, e mi isolo più di quanto faccio sempre.
Non so quanto
tempo sia passato, ma mi accorgo che il rumore si è placato,
alzo lo sguardo e mi accorgo dell'arrivo del professore.
È
giovane,avrà massimo trentacinque anni. Ha i capelli un Po'
lunghi disordinati e rossicci come la barba, lunga ma ben tenuta.
È un bell'uomo. Mi trovo a fissarlo e quando incrocia il mio
sguardo l'imbarazzo mi prende in pieno. Il mio viso si colora di rosso
e abbasso immediatamente gli occhi. I suoi occhi,così verdi.
Si è davvero bello. Non mi è mai successo di
trovare professori così. Di solito sono o orribili o vecchi
o donne incredibilmente nevrotiche. Lui,il Professor Cullen, ha un
aspetto così sereno, sembra tranquillo. Questo mi spaventa.
«Salve
a tutti. Vi dico subito che è la mia prima volta sulla
cattedra, quindi vi prego di essere clementi. Vi illustro subito il
tema del corso per non perdere tempo prezioso. Allora la mia idea...
»
E da qui non ho
più ascoltato una parola. La sua voce rimbomba nella mia
testa, il modo in cui si mangia le parole forse dall'emozione non vuole
uscire dalla mia mente. Sono immobile seduta sulla mia sedia, non
fiato. Non riesco a muovermi e tanto meno a non fissarlo. Torno a
ripensare che sia bello. Troppo bello. E dovrò passare con
lui tanto,troppo tempo.
Le due ore
finiscono troppo in fretta ed io continuo a pensare a Cullen. Alle
altre non ho detto niente. Ho detto solo che il professore mi ha
stupito, ma alla loro richiesta del programma non avendo saputo
rispondere sono rimaste interdette. E ora sul treno di ritorno continuo
a pensare alla sua barba, a quante gioie potrebbe dare.
Chissà se è sposato. Chissà quanto
faccia felice la fantomatica moglie. La fede non l'aveva
però. Chissà se... No. Bella Swan calma!
Arrivata a casa
e la prima cosa che faccio è salire in camera accedere il
computer e digitare il nome di Edward Cullen su Google. Ci sono notizie
su di lui, molte anche. È davvero conosciuto nel suo campo.
È più giovane di quanto avevo immaginato. Tiene
la barba forse per invecchiarsi. Ha trent’anni. È
di origine di New York ma vive a Port Angeles da alcuni anni
perché collabora con uno studio che ha sede anche qui nello
stato di Washington. Cerco anche su Google Images ma niente, non vi
è nessuna foto. Meglio. Chiudo tutto e mi preparo a
scendere, Mike, il mio ragazzo, starà per arrivare.
Stiamo insieme
da un anno e a tutto abbastanza bene, non c'è molta intesa,
non è molto carino dire queste cose ma lui ne è
consapevole. Non gli ho mai detto ti amo. Gli voglio molto bene ma per
ora niente di più. E lui fa l'uomo, anche se assomiglia a un
ragazzino, e non dice nemmeno lui quelle due parole, anche se le pensa
dal primo giorno. Ne sono sicura. Non è superbia la mia, ma
Mike è un ragazzo semplice e leggerlo è davvero
facile al contrario di me.
Ed ecco il rumore della sua
macchina che parcheggia. Come ogni martedì sera, viene da me
e guardiamo un film. Charlie, mio padre, è sempre dal suo
amico Billy a vedere non so che partita. So solo che ogni volta mentre
sta per tornare a casa, il mio quasi fratello Jacob, il figlio di
Billy, mi avvisa con un SMS della partenza di mio padre, per evitare
disastri. È davvero un santo Jacob. È mio
fratello. Siamo rimasto entrambi senza madre, io perché la
mia ha deciso di vivere la sua vita senza di me,lui per un incidente
stradale che se l'è portata via. Direi che è lui
che avrebbe bisogno di me e invece è il contrario, lui mi
aiuta in ogni momento, ucciderebbe per me,e, nonostante non vede di
buon occhio Mike,evita che sia Charlie a uccidermi.
«Ciao
Bells!»
La voce di Mike mi riporta
alla realtà.
«Ciao
Mike» mi ritrovo a dire senza alcuna emozione, lui si
avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra.
Rispondo al
bacio con un sorriso ma nulla di più. Lui lo sa. Con me o
così o niente. Sono fredda, Leah la mia migliore amica, mi
definisce una stronza di ghiaccio. È la verità ma
non riesco davvero a dimostrare nulla di me. È come se fossi
celata da un velo, è come se il mio vero essere sia nascosto
da un velo che mi auto impongono. Forse è un modo che ho di
difendermi, o forse sono solo una stronza.
Faccio entrare
Mike e lui si accomoda sul divano.
«Che
film hai scelto stasera? Spero non sia di nuovo un film stupido
Mike!»
«Ehm...
No no...stasera no. Avevo pensato a "Edward mani di
forbice”»
Ma no! Non ci posso credere!
Quell'uomo,Cullen, mi perseguita!
«Sì,va
bene! Metti il Dvd! Preparo Coca e PopCorn!»
Mi avvio in
cucina,ma ho la testa da tutt'altra parte. In un qualche angolo di Port
Angeles. Chissà cosa sta facendo ora. Chissà se
sta ripensando ai suoi studenti. Chissà se oggi mi ha
notata. Molto probabilmente, anzi assolutamente no! Avrà
notato quella stronza di Lauren! Lei e le sue domande stupide.
Avrà chiesto mille cose,molte delle quali senza senso, solo
per cominciare a comprarsi la simpatia come ogni anno!
«Bells
ma dove sei! Qui il Edward È già iniziato!porta
la Coca dai!!»
Non dire quel
nome Mike! Oddio penso di aver bisogno di un altro tipo di Coca che non
è la Cola per resistere a una serata del genere.
«Eccomi!
Dai guardiamo questo film!»
Il film inizia,
sembro calma ma ogni volta che ripete quel nome la tv il mio viso si
colora ed io mi sento un pochino in imbarazzo,non tanto per il rossore
quanto per il calore che provo non solo nel viso. Non sono normale.
Sono una pervertita. Ho qui il mio ragazzo, mi ama, non ho dubbi si di
lui,ma non ho mai provato nulla del genere per lui. Non può
accadere per un uomo, tanto meno per il mio professore!
«Mike
chiama Bella. Bella risponde?»
«Sì,scusa.
Ci sono! Ero sovrappensiero. Sai sono stanca con le nuove
lezioni.»
«Tranquilla.
È solo che eri incantata alla tv con il viso in
fiamme!»
Mi guarda e
ride. Sta pensando stia impazzendo. Ed è la
verità.7
«Ma
dimmi questi nuovi corsi. Allora com’è il nuovo
professore?»
No ma allora lo
fa apposta! Gli avevo parlato del nuovo corso e professore ieri al
cellulare, ma non pensavo si ricordasse. Mike è bravissimo,
pero non è il massimo come ascoltatore. Penso che non riesca
a stare attento più di dieci minuti per questo che ha
rinunciato agli studi e aiuta suo padre nel negozio di famiglia.
«Oh
beh... ecco… Sì il Professor Cullen è.
si è un gran bell'uomo!»
No ma allora ho
davvero dei problemi seri! Potevo parlarne con Jess, Angi e Leah e
invece lo faccio con il mio ragazzo! Lo faccio per farmi prendere in
giro. Lui è così scherza su tutto. E in questo
momento mi sembra più che giusto scherzare su una cosa che
sta prendendo una bruttissima piega. Lo osservo, si sta trattenendo e
come immaginavo dopo esattamente mezzo secondo, si scarica in una
risata di quelle poco eleganti.
E la mia
reazione è diversa da quella che mi ero immaginata. Mi
infastidisce vederlo ridere. Questa storia continua sempre
più a preoccuparmi.
«Mi
fa piacere ci sia un bell’uomo! Avrai più
interesse ad andare a studiare!»
E continua a
ridere. Sorrido per non fargli cogliere il mio stato dubbioso,ma
davvero non ho nulla su cui sorridere.
«Eh
si… e domani mi ritoccherà la sveglia presto, ti
dispiace se vado a dormire?»
Lo sto
decisamente mandando via. Sono una stronza.
«Ma
no tesoro, vado a casa. Non devi chiedermelo nemmeno!»
«Grazie
sei così gentile con me» e sorrido,ma stavolta con
il cuore. Non ha mai fatto problemi sui tempi che dedico allo studio.
«Ma su! Vai a
dormire Bells! Buonanotte! E mi raccomando non sognare il
professore!»
Ridendo si
avvia alla porta e la chiude dietro di se. Sono immobile.
Ma cosa gli
viene in mente. Ma cosa ha detto? E se fosse vero?
Tutto a un
tratto la voglia di dormire mi è passata. Non voglio
sognarlo. Non voglio pensare a lui. Edward Cullen esci dalla mia testa!
«Signorina
Swan. Il suo progetto molto buono. Le darei trenta va bene? »
«Mi
scusi non può chiedermi qualcos’altro per avere la
lode?
«Lei
sa cosa voglio per la lode.»