Autore:
Lilyblack
Genere:
Sentimentale, Romantico,
Introspettivo.
Avvertimenti:
Missing Moments, one shot
Reating:
verde
Pairing: Neville/Hannah
Coppia
scelta:Neville/Hannah
Frase scelta:
Fare
il viaggio e non innamorarsi profondamente equivale a non vivere, ma
devi tentare, perché, se non hai mai tentato, non hai mai
vissuto –
Vi presento Joe Black -
Nda:
A me, stranamente piace. Mi ha aperto il cuore scrivere di loro e
anche se non so se l'ho scritta bene, se ho rispettato i termini del
contest e tutto il resto, mi sento soddisfatta, di questa storia.
La
punteggiatura dei discorsi diretti è fatta seguendo il suono
che mi
immagino abbiano, nella mia mente. Neville e Hannah hanno circa 70
anni e ho supposto,si innamorino durante la guerra.Speroti piaccia ;)
p.s. La prima frase di Herold/Herry, è una rivisitazione di una frase di LoveChild **
Storia classificatasi Prima nella
sezione coppie canon del contest 'Tutto l'amore che ho' di PaytonSawyer.
Vincitrice del premio AMORE. (e per me che tendenzialmente sono
drammatica è una grande vittoria)
Giudizio e banner in fondo ^^
Il
sole splendeva, quel giorno, entrando in ogni dove e facendo sentire
il suo calore anche in quegli angoli del giardino che durante
l'inverno, erano rimasti bui e desolati.
Neville
aveva sempre amato la primavera, la considerava un grido di speranza:
non importava quante grandinate o nevicate l'inverno lanciava sulla
terra, il sole tornava sempre a farla rinascere. Era un po' come nel
mondo, quando dopo ogni dolore ritornava sempre il sereno, in un modo
o nell'altro; poco importava, se la primavera tardava di qualche
settimana, prima o poi arrivava sempre.
Era
arrivata anche per lui e durava da tanto tempo, nonostante il lungo
inverno che aveva dovuto affrontare; ringraziava ogni giorno, il
destino, per la fortuna che aveva avuto.
In
quel giorno di maggio, in particolare, si sentiva baciato dalla
fortuna. Chino nel suo giardino, oramai in pensione, curava le piante
babbane che alla moglie piacevano tanto, mentre lei lo osservava
seduta in veranda; poteva sentire sulle sue spalle il suo sguardo, lo
stesso sguardo innamorato che ancora non si capacitava di meritare,
nonostante lo vedesse oramai da più di cinque decenni.
Lei
era stata la sua grande fortuna e avere l'opportunità di
vivere la
loro storia, il più grande regalo che la vita gli avesse
fatto,
quello che aveva dato un senso a tutto.
I
sacrifici, la guerra, gli amici morti: nulla avrebbe avuto senso, se
fosse stato privato di quel calore che l'aveva avvolto negli anni,
tutto sarebbe stato fatto invano.
Non
aveva avuto una coraggiosa vita da Auror o figli particolarmente
belli, ma era sempre stato felice di quello che aveva,
perché aveva
imparato presto a non aspettarsi molto dalla vita; le ambizioni, per
quanto riguardava il suo modo di pensare, erano solo un modo di
condannarsi all'infelicità assoluta.
Le
mani immerse nella concretezza della terra, il sole che gli baciava
la fronte e la consapevolezza che la metà della sua essenza
fosse
alle sue spalle, esattamente come in quel momento, per alcuni poteva
essere troppo, ma era tutto quello di cui aveva bisogno per sentirsi
sazio.
'Nonna,Nonna!Quanti
anni ha il passato?!?'
La
risata della moglie e la voce del nipote più piccolo,
Herold, gli
invasero le orecchie e la mente, facendogli spuntare un sorriso
spontaneo sulle labbra; quei momenti, ove gesti, espressioni e parole
erano comandati solamente dal cuore e dagli impulsi e non dal
cervello, li aveva sempre considerati tra i momenti che rendevano la
vita degna di essere vissuta. Avrebbe barattato volentieri l'orgoglio
che provava quando ripensava all'ultima battaglia, per donare a tutti
quelli che amava una vita teneramente impulsiva, come la sua.
Sapeva
benissimo cosa sarebbe successo: ogni giorno, con una scusa sempre
diversa, cosa che dimostrava parecchia inventiva, il più
piccolo dei
suoi nipoti trovava il modo di farsi estorcere una storia ad
Hannah.
'Il passato
in generale o il passato di una persona?'
'Il
passato tuo e del nonno!!'
'Il
passato mio e del nonno ha tanti tanti anni...'
Quelle
parole, pronunciate con la voce delicata e flautata della moglie,
poco cambiata dal giorno in cui si erano conosciuti, gli
portò alla
mente una vagonata di ricordi preziosi.
Giorni
su giorni, passati spalla a spalla con lei, impiegati a tentare di
rendere migliore la vita di colei che l'aveva sposato, anche per il
solo motivo che rendendola felice, era felice lui stesso; lo spirito
altruistico dei Grifondoro, in quel caso, c'entrava ben poco. Puro
amore, quello che scorreva tra di loro.
'Quanti?'
'Più
del tuo papà, il passato mio e del nonno ha
cinquantatré
anni.'
'Così
tanti?'
'Ebbene
si...'
Molte rughe
erano comparse sul suo viso, una volta paffuto e liscio, durante
tutto quel tempo, disegnando sul suo volto la prova inesorabile che
tutto quello, non era stato un sogno. Non aveva mai raccontato ai
suoi amici quella sua visione particolare delle rughe, ma qualcosa
gli diceva che Luna avrebbe capito; lei capiva sempre.
'Mi
racconti la storia?!?La vostra storia!'
Quella
era una scusa nuova, che non poteva renderlo più felice; si
sedette
per bene sulla sua piccola seggiola, ben attento a cercare una
posizione che rendesse comodo e indolore tutto il tempo che avrebbe
passato ad ascoltare la moglie parlare, di quel loro bellissimo
viaggio.
Poteva
vederli, anche se non si voltava verso di loro. Hannah era
sicuramente seduta sulla sedia a dondolo, bellissima nel suo vestito
rosso, con i capelli che da biondi erano oramai diventati quasi
totalmente grigi, ma al solito mossi in piccoli boccoli morbidi che
gli ricordavano le carezze di un bambino; Herry era oltre ogni dubbio
seduto su di lei, la testa castana poggiata sul suo seno e gli occhi
alzati verso il volto, materno da sempre, della nonna che non perdeva
mai occasione di contemplare. Non aveva bisogno di voltarsi a
guardarli, perché quella scena era talmente intima e
familiare, che
era stampata nel suo cuore e preferiva quasi viverla e vederla nella
sua mente, piuttosto che voltarsi con il timore di distrarli ed
infrangere il loro momento.
'Va
bene, piccola peste, va bene. Sarai un grande Grifondoro tu sai? Hai
la loro stessa energia...'
'Il
nonno era già un Grifondoro, quando l'hai conosciuto
nonnina?'
'No,
Herry.Quando l'ho visto per la prima volta, aveva solo undici anni e
rincorreva una cosa che aveva perso, in compagnia di colei che un
giorno, sarebbe diventata sua amica e compagna di casa.'
'Ed
era bello come ora?'
'Era
tenero. Era la cosa più tenera che avessi mai visto, proprio
come
te. Ero una bambina anche io, ma sai noi cresciamo prima e lui mi
sembrava così solo. Fui contenta di vedere che aveva
un'amica o
qualcuno che lo aiutava: aiutare il prossimo fa sempre bene,
ricordalo. Ecco, fu quella la prima volta che lo vidi.'
Sentire
parlare Hannah, di qualsiasi cosa lei parlasse, lo aveva sempre
affascinato, anche se non aveva mai capito perché. Era
così da
sempre, da quelle notti passate ad allenarsi, durante la tirannia ad
Hogwarts, durante la guerra, quando pensavano di morire il giorno
dopo: la sua voce, così delicata, e quel suo modo di parlare
pieno
di pause, di riflessioni, lo avevano rasserenato più di
quanto
chiunque altro avesse mai fatto, nella sua vita.
'E
non lo salutasti?'
'No.
Gli parlai solo molto tempo dopo, e lui non era più un
bambino solo
sai? Lui aveva tanti amici ed era pronto a diventare un eroe. Eravamo
sul treno per Hogwarts e delle persone cattive, cercavano un suo
amico, quando lui ebbe il coraggio di allontanarli, di rispondere a
tono, a delle persone che intimorivano noi tutti.'
'Questo
si chiama coraggio vero?'
'Si,
questo si chiama coraggio ed è una delle qualità
più belle di tuo
nonno.'
La verità,
anche se lei non lo avrebbe ammesso mai, fiduciosa com'era in quelle
che credeva le sui qualità, era che lui non era veramente
coraggioso. Il suo cosiddetto coraggio, quello che tanto veniva
decantato da più di cinquant’anni, era in
realtà solo un impulso:
gli nasceva dal cuore e ben presto rendeva come ubriachi cervello e
volontà, che non facevano altro che ubbidire. Era successo
così,
aveva seguito l'impulso, anche la prima volta che l'aveva baciata, ma
amare non era coraggioso, era solo la scelta più naturale;
senza
amore è impossibile concepire la vita e lui amava tantissimo
la
vita.
'E serve
anche con le piante?'
'Solo
con quelle che mordono...'
'Mi
racconti di quando vi siete innamorati?'
Gli
venne quasi da cantare.
Neville
non amava, solitamente, cantare, ma quando aveva la
possibilità di
raccontare o sentirsi raccontare di quei giorni, gli veniva voglia di
farlo. Inneggiava canti di gioia e inni di guerra, inventava le
poesie più strampalate e diventava un concentrato di energia
ambulante, come se stesse ancora rivivendo i giorni che avevano
cambiato il mondo. I giorni in cui lui, aveva contribuito a cambiare
il mondo.
Poco
importava, con quali parole venissero raccontate quelle storie, se
attraverso quelle ufficiali delle cerimonie commemorative o quelle
innamorate della moglie. Le parole erano indifferentemente belle, che
parlassero di sacrificio o del momento in cui, incuranti della gente
che gli esultava attorno, lui e Hannah si erano baciati perla prima
volta; che fosse Nagini a sanguinare davanti a lui o la pelle della
donna della sua vita sfiorargli docile le mani, si sentiva vivo di
quell'adrenalina che, era sicuro, era tipica solo a chi sapeva vivere
davvero.
Lui e sua
moglie, si erano innamorati in un momento magico e forse per quello,
oltre che grazie alla loro dedizione e tenacia, erano ancora insieme:
si erano scoperti alla fine di un grande ciclo e all'inizio di uno
altrettanto grande, in un crocevia di sogni, disperazioni e magie. Da
sempre, pensava che era praticamente impossibile che un legame nato
sotto quella stella, finisse male.
'e
allora.....'
L'interruzione
improvvisa, del racconto che avveniva alle sue spalle, lo fece girare
così velocemente che la schiena, non più giovane
da qualche anno,
ululò di dolore; ciò che vide, suo nipote
addormentato docilmente
fra le braccia di Hannah che oramai lo reggeva a fatica, lo fecero
sorridere di tenerezza e amore.
Si
alzò e si avvicinò a passo spedito verso quella
strana coppia, reso
così invasato da quell'amore che sentiva per tutti loro, per
tutta
la sua gente, che si chiedeva ancora come avesse mai fatto, durante
tutta la vita, a restare sano di mente.
Il
bacio che posò sulla fronte di Hannah, attirò
l'attenzione di
quella donna placida, paziente e speciale, che aveva rubato tutto il
suo cuore.
'E
questo a cosa lo devo?'
'Alla
splendida vita che mi hai regalato.'
Perché
senza la possibilità di donare il proprio cuore, vane la
pena
vivere?
Neville era
convinto di no.
Prima classificata
Lilyblack
- Spring
Grammatica: 9.55
Stile e lessico: 9.5
Originalità: 15
IC e caratterizzazione: 10
Gradimento personale: 10
Trattamento del tema: 5
Bonus coppia: 1
Bonus frase: 0.7
Ti staccherei le dita, quando dimentichi stupidi errorini nel testo. Hai scritto Babbane e Casa minuscoli e dimenticato l’accento del sì affermativo. Poi, ci sono tre spazi mancati. Sciocchezze che ti hanno abbassato il punteggio per niente.
In alcuni punti ti sei inceppata nelle virgole, ma niente di grave, si intende.
Credo d’essere costretta a commentare l’originalità in modo sensato, anche se l’unica cosa che posso dire è che non ho mai letto nulla del genere. Mi hai folgorata, e su questo punto non sono tanto facile, lo ammetto.
Il tema amore è più che centrale nella storia, per questo il premio ‘Amore’ non poteva che essere tuo.
Non ti vedi assegnato il punteggio pieno per la frase bonus perché la storia un po’ scivola fuori dalla frase stessa, in alcuni punti della shot. Non esce completamente fuori tema, ma un po’ lo sorvola, e quindi ti ho tolto qualche punto.
Il fatto sta che hai scritto una cosa davvero splendida, che tu l’abbia fatto per il mio contest è un’aggiunta che mi rende ancora più felice.
Questa è una delle tue storie migliori; i Paciock ti escono davvero bene, Lily.
Complimenti e grazie d’aver partecipato. Payton
Tot: 60.75 / 62 punti