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Autore: Lilith Hedwig    12/03/2011    2 recensioni
Partecipante allo [Stelle Cadenti] Contest indetto da _Irene e giudicato da Erica Weasley. Uno dei miei primi Contest, prima storia in assoluto su Grindelwald. Non so cosa pensarne, ditemelo voi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Tic. Tic. Tic. Tic.

Un giovane biondo, di bell’aspetto, volta la faccia svogliato verso il vetro della finestra.

Ha l’aria seccata. E’ stata una giornata intensa, quella, e finalmente si sta rintanando tra le -patetiche- lenzuola gialle della zia; non ha proprio voglia di leggere una lettera di chicchessia.

Fuori dalla finestra, intanto, un gufo bruno svolazza picchiettando sul vetro del ragazzo che sembra avere all’incirca diciassette anni, e poco più in là un suo coetaneo dai capelli rossi scruta le reazioni dell’amico con aria ansiosa.

Il biondo si alza controvoglia e apre la finestra, rimandando indietro il gufo. Per spedire messaggi utilizza solo l’altezzosa Ade-Laide, e questo Albus lo sa.

Gellert,

La tua idea che la dominazione magica è PER IL BENE STESSO DEI BABBANI… credo che questo sia il punto cruciale. Certo, ci è stato dato un potere e certo, questo potere ci dà il diritto di governare, ma ci dà anche delle responsabilità sui governati. Dobbiamo porre l’accento su questo punto, sarà la pietra angolare sulla quale costruiremo. Là dove incontreremo opposizioni, come certo accadrà, questa dev’essere la base di tutte le nostre controargomentazioni. Noi prendiamo il controllo PER IL BENE SUPERIORE. E da ciò discende che dove incontriamo resistenza, dobbiamo usare solo la forza necessaria e non di più. (Questo è stato il tuo errore a Durmstrang! Ma non me ne dolgo, perché se non fossi stato espulso non ci saremmo mai incontrati.)

Albus

Un sorriso diabolico appare sul volto non ancora sciupato di un giovane Grindelwald.

"Pft! I Babbani!", pare pensare. "Ah, povero, ingenuo Albus. Si fida sempre troppo. Come se davvero volessi il bene dei Babbani."

La stanchezza è ormai passata.

L’affascinante Gellert si butta all’indietro sul letto, con le dita intrecciate dietro la testa.

Mmmm… "Per il Bene Superiore". Forse, l’unica cosa sensata che avesse mai detto il suo "amico" Albus, studente modello e larghe vedute, ma troppo… pomposo, ecco. Un illuso.

Gli piaceva, quel motto. Lo avrebbe potuto incidere sui cancelli della prigione che avrebbe costruito…

In fondo, andare da quella matta di sua zia Bathilda non era stata completamente una cattiva mossa. Aveva conosciuto quel ragazzo, dal passato così dissimile dal suo, ma dall’intelligenza utile. E in più era ritornato al luogo d’origine dei Doni. Si, Albus sarebbe stato non poco utile nella loro ricerca… Poi, ovviamente, non aveva intenzione di tenersi quella palla al piede che ancora segretamente frignava per la sua famiglia. Non avrebbe certo avuto la forza di rinchiudere i Babbani. "Solo la forza necessaria"… ma perché non riusciva a capire che non si può convincere una classe di essere inferiore senza dimostrarglielo? Ciò lo si poteva fare solo con la Forza! Con una prova! Se solo lo avesse capito, insieme avrebbero potuto davvero vincere… Ma lui no! Non poteva semplificargli tutto! Doveva scegliere… "per il Bene Superiore".

Non lo negava, all’inizio aveva tenuto ad Albus. Dalla finestra della sua soffitta lo guardava, una volta ad osservare le reazioni delle sue pozioni, un’altra a sperimentare incantesimi e ad esercitarsi… e qualcosa era maturato dentro lui, un sentimento strano…

Non che prima fosse un bulletto senza cuore di quelli "difficili" (la sua malvagia intelligenza la usava in modo più fine, nascosto), piaceva anche alle ragazze. Un ragazzo biondo, intelligente e con un bel fisico… Solo che con Albus era… si, particolare. Non era solo attrazione, anche se quella non mancava; di sicuro non era "amore". No, non si era innamorato, non davvero, mai. Probabilmente sarebbe stata l’unica cosa che gli sarebbe mancata… No, con Albus (o Brian, o Percival, o addirittura Wulfric; insomma come gli andava di farsi chiamare in quel momento) era semplice protezione. Che poi, di semplice, non aveva proprio nulla…

Ed era strano, molto.Sentiva che era troppo ingenuo, troppo propenso a pensare sempre bene della gente, persino di lui… Lo vedeva in quei sorrisi che pensava non scorgesse, in quegli sguardi che sperava sembrassero innocenti…

Poi, si era vergognato di se stesso. Non ha intenzione di cedere, non permetterà che nulla intralci –e qui un lampo di avidità e cupidigia attraversa i suoi occhi-"il Bene Superiore".

Insomma, non sarebbe stato difficile sottomettere Albus.

Sarebbe bastato un attimo… e può già immaginare la sua faccia: un misto di incredulità e delusione. Scoppia a ridere anche ora, solo nella sua stanza.

E poi, che avrebbe fatto?

In linea di massima dovrebbe già avere una sorta di idea in testa… più o meno da quando (caso raro) una lezione di Storia della Magia aveva catturato la sua attenzione.

Il professor Fonheitenberg spiegava un tratto di storia che avevano avuto in comune con i Babbani.

Parlava del "Sacro Romano Impero", con a capo un Imperatore ed in semi schiavitù la Plebe.

Solamente che gli storici Babbani non avevano capito cos’erano l’Imperatore e i potenti.

Non erano nemmeno riusciti ad afferrare che la Plebe non si rivoltava semplicemente perché conosceva e rispettava, come si conviene, il potere dei maghi.

Non avevano neanche lontanamente immaginato il motivo dei rari fallimenti in guerra o, caso più eclatante, l’incendio di Roma.

Quest’ultimo, anzi, l’avevano attribuito alla pazzia di Nerone, e non ai disastrosi tentativi di produrre qualche magia di un disperato Magonò.

Storia simile con l’eruzione che aveva distrutto due città italiane, ora famose, Pompei ed Ercolano. Semplicemente, lì erano nati due maghi che avrebbero potuto seriamente minacciare il Potere. Perché tutti i nati Babbani, di certo, avrebbero voluto una sorte migliore per la classe che meglio conoscevano…

No, i Babbani non avevano capito nulla di tutto questo. Ma i maghi conoscevano la storia molto meglio.

E anche Gellert la conosce.

Vuole replicare i successi dei più grandi maghi fino ad allora esistiti: Alessandro Magno e Giulio Cesare.

Ma prevede già tutto, non vuole ripetere anche gli stessi errori.

Rinchiuderà i Babbani in una fortezza, inducendoli a lavorare per i Regni, mentre i maghi finalmente riprendono possesso di un mondo che è loro e che per tanto tempo è stato loro negato godere appieno.

Gli occhi gli si sono illuminati.

La sua mente galoppa frenetica, a prevedere un futuro fantastico per i maghi e orribile per i Babbani. Ne vede addirittura i colori.

Si avvia verso il tavolo in legno grezzo, messo su in fretta e alla buona dalla grande storica della magia in soffitta.

Vuole disegnare quello che vede. Lo fa spesso, il suo "piano di lavoro" è circondato da disegni di edifici imponenti in marmo bianco e oro, o di fortezze chiuse e degradate, a contrasto con la modernizzazione esterna.

Poi vede che Albus è ancora alla finestra, in attesa. Porta i capelli corti, anche se ha intenzione di farli crescere, e un pizzetto sul mento.

-Mi tocca…- sussurra.

E inizia a scrivere una lettera sentita nella quale esprime tutto il rammarico per le proprie azioni, l’affetto che prova per Albus (o, come lui insiste a volere essere chiamato in questi giorni, Brian), i sogni di gloria e tutto quello che l’amico si aspetta. Gli scrive anche che tra una settimana partiranno alla Ricerca. Non sospetta che l’indomani Albus ucciderà la sorellina. E nemmeno che lui sarà costretto a fuggire, che Albus lo odierà, pensando di aver capito "tutto"…

Con un fischio chiama Ade, accarezzandole dolcemente la testa con due dita, e sussurrandole che presto se ne sarebbero andati, e che non avrebbe più dovuto compiere quegli stupidi viaggetti da una finestra all’altra. Forse, il senso di protezione che prova per Albus non è l’unico… forse c’è un’eccezione… o due…

Ehm... non so cosa pensarne, davvero! Non ho mai letto nè scritto nulla su Grindelwald... Allego il giudizio della giudiciA. Ci tengo a precisare che, nonostante non sia arrivata molto in alto nella classifica (ultimaXD), sono soddisfatta del parere di Erica Weasley (salvatrice e GiudiciA), per vari motivi. Spero di leggere presto le altre fic!


-Solo per i doni, Albus- di Lilith Edwige Atena
Grammatica: 9/10
Lessico: 9,50/10
Originalità: 9/10
Giudizio Personale: 8/10
Per un totale di 35/40. 
Con tutte le fiction che ho letto in tutto il tempo che ci sono su EFP, questa è la prima volta che leggo di Gellert in modo così assolutamente… Non c’è modo per descriverlo… Insomma, ossessionato per i Doni. Ci si concentra molto più sul suo rapporto con Albus di solito, eppure tu mi hai parlato del loro “bene superiore” in modo così profondo che mi hai lasciato quasi a bocca aperta. Solo un consiglio: limita i puntini di sospensione, li metti molto spesso, e cura un poco di più il lessico, sta attenta a non ripeterti e non cadere nel banale: rischi di risultare pesante.Sinceramente, non ho molto altro da dire, se non farti i complimenti per avermi fatto scoprire un lato di Grindelwald che avevo quasi dimenticato!Continua così! :D  


 




Ahem... non so cosa pensarne, sinceramente! Non ho mai lett 

   
 
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