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Autore: Lue    12/03/2011    7 recensioni
[GODRIC/SALAZAR]
Lui scoppia a ridere, scompigliandosi i capelli rosso fuoco.
“Cosa mi dai in cambio, se non glielo dico?”.
Godric alza le sopracciglia, confuso.
“Cosa dovrei darti, scusa?”.
Il ragazzo chiamato Sal sposta il viso più vicino a quello dell’altro e sorride beffardo.
“Secondo te?” gli soffia sulle labbra, prima di alzarsi e incamminarsi verso casa.
Godric rimane ancora un po’ a fissare il sole che tramonta sul mare, sfiorandosi piano le labbra con un dito e cercando di capire da dove proviene quello strano calore che gli cresce nel petto.
Terza classificata al Three Days Contest (2° Edizione) indetto da foxfeina, e al contest "Tutto l'amore che ho"  indetto da PaytonSawyer nella categoria SLASH.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Corvonero, Serpeverde, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'HPContests.'
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Nick: Lu_Pin
Titolo: Davvero.
Genere: Romantico, Generale
Rating: Verde
Pairing: Godric/Salazar
Altri personaggi: Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero
Avvertimenti: One-shot
Frase scelta: 2-"Il piacere d'amare senza osar di dirlo ha le sue pene, ma anche le sue dolcezze." Blaise Pascal
NdA: Avevo in mente da molto tempo di scrivere una storia sui Fondatori ma non ne avevo mai trovato il tempo. È tutta ambientata nella loro giovinezza. Detto questo spero che ti piaccia e... Buona lettura! :) 




"Il piacere d'amare senza osar di dirlo ha le sue pene, ma anche le sue dolcezze".
-Blaise Pascal-

 
Un caldo raggio di sole scivola sulla pelle abbronzata di un ragazzino dalla chioma scura.
Se ne sta accucciato su un masso a guardare l’orizzonte; la brezza marina solleva piano la sua camiciola porpora e fa ondeggiare i capelli lunghi.
 “Cosa ci fai ancora qui, tu?”.
Il ragazzino sobbalza al suono di una voce vellutata. Alle sue spalle è apparso un ragazzo più grande; mostra un ghigno sul viso pallido punteggiato di lentiggini.
“Perché?” risponde il moro con aria di sfida tornando a guardare il mare.
L’altro fa spallucce: “Tanto per sapere, Godric”.
“Non dirlo ad Harold”.
Il ragazzo lentigginoso gli siede accanto.
“Cos’è? Hai paura che se scopre che sei qui invece che a studiare non sarai più il suo alunno preferito?”.
Godric scuote la testa, stizzito.
“Non rompere, Sal”.
Lui scoppia a ridere, scompigliandosi i capelli rosso fuoco.
“Cosa mi dai in cambio, se non glielo dico?”.
Godric alza le sopracciglia, confuso.
“Cosa dovrei darti, scusa?”.
Il ragazzo chiamato Sal sposta il viso più vicino a quello dell’altro e sorride beffardo.
“Secondo te?” gli soffia sulle labbra, prima di alzarsi e incamminarsi verso casa.
Godric rimane ancora un po’ a fissare il sole che tramonta sul mare, sfiorandosi piano le labbra con un dito e cercando di capire da dove proviene quello strano calore che gli cresce nel petto.
 

*****
 

Salazar accarezza il bordo dell’arco di avorio, soppesandolo tra le dita.
Tende il braccio, lentamente e con attenzione; la freccia parte con un sibilo sordo, facendo tremare la corda dell’arco nelle mani del giovane.
Il dardo si conficca vibrante nel legno di un acero spoglio.
Salazar sorride al suono inconfondibile di un applauso di scherno.
“Ehi, arciere dei miei stivali, guarda un po’ chi ti ha portato il pranzo!”.
Godric sorride, porgendogli una fetta di pane nero e lardo; l’altro l’accetta, affamato.
Rimangono in silenzio, mentre Godric fa vibrare la corda dell’arco, ridacchiando per gli strani suoni che essa produce, e Salazar si gusta il suo pranzo, osservando l’amico con la coda dell’occhio.
“Mi sa che me ne vado per un po’, sai?” butta lì, dopo aver finito di mangiare.
Godric alza gli occhi sull’altro ragazzo e sbuffa.
“Ma sei scemo?”.
Sal inarca le sopracciglia.
“Dovresti ampliare il tuo vocabolario, sai? Nemmeno un contadino dice la parola ‘scemo’ trecento volte al giorno”.
“Ma... Ma” balbetta Godric ignorando la frecciatina “Non puoi andartene. E dove poi, Sal? Non hai sentito Harold? Dice che noi, con Tosca, possiamo aiutarlo con l’insegnamento! Potremmo creare una scuola tutta nostra, Sal!”.
L’altro scuote il capo, e Godric gli prende le mani tra le sue, nello sguardo la sicurezza di un ragazzo che sta diventando adulto.
“Non puoi andartene” sussurra, pregandolo.
Salazar alza la testa e si mordicchia il labbro; poi, l’illuminazione: “Vieni con me, Godric! Ce ne andiamo per un po’, visitiamo il mondo... Possiamo trovare altri maghi, dei Purosangue come noi!”.
Godric separa le mani da quelle di Sal, e sposta lo sguardo lontano, verso gli alberi e la foresta all’orizzonte.
“Non posso, lo sai. C’è Harold che sta diventando vecchio, e c’è Tosca che ha bisogno di me...”.
“Tosca, eh?” lo interrompe Salazar sprezzante, alzandosi in piedi di scatto “Bene, allora resta pure qui con Tosca, non andare mai in un posto che sia più lontano del tuo naso! Al diavolo tu e al diavolo Tosca” sussurra furente.
Prende su l’arco con rabbia e si allontana lungo il sentiero.
Godric rimane a bocca aperta, troppo scioccato dalla reazione dell’amico per muovere un solo muscolo.
Quando finalmente si rende conto di quello che dovrebbe fare –cioè alzarsi e seguire quell’idiota– , Sal è ormai scomparso nella boscaglia.
 

****

 
Il vento increspa le onde del mare che sciabordano contro gli scogli neri su cui è appoggiato Godric.
“Ehi!” una ragazzina più giovane di lui si avvicina saltellando al mare; i suoi riccioli castani rimbalzano sul giaccone di pelle di capra che indossa “Abbiamo visite, sai?”.
Godric strabuzza gli occhi e scatta in piedi: “È lui, Tosca? È tornato?”.
L’espressione di Tosca si raddolcisce; lei si siede su uno scoglio e gli fa cenno di imitarla. Lentamente Godric si risiede.
“Mi spiace, God” mormora Tosca arrotolandosi un ricciolo intorno al dito “Ma è passato solo un mese, non sarà neppure arrivato a Bath”.
“E allora perché non risponde alle mie lettere?” esclama lui preoccupato, distogliendo lo sguardo dall’amica.
Lei alza le spalle, “Forse non ha inchiostro, no?”.
Godric la fissa per un attimo e poi scoppia a ridere fragorosamente.
“Cosa? Perché ridi?”.
“Sei assurda, Tosca” commenta lui sorridendo.
Osservano in silenzio il sole che sta tramontando piano.
“Ti manca tanto, eh?” domanda Tosca in un sussurro, spalancando i grandi occhi blu verso il ragazzo più grande.
Lui fa spallucce, ma poi si accorge che è con Tosca che sta parlando, con la sua migliore amica, quindi sospira prima di parlare.
“Sai, a volte, di notte mi sembra di sentirlo accanto a me. No” si corregge “Io lo sento, lo sento sempre, anche quando non c’è. La sua voce, il suo odore... La sua presenza. È una cosa che non so spiegarmi”.
“Sei innamorato di lui?” spia Tosca candidamente.
Godric arrossisce di colpo e si passa una mano tra i capelli lunghi.
“E dai, God, ti conosco come le mie tasche, non vergognarti con me. Siete carini insieme, te lo giuro” gli assicura, battendogli una mano sulla spalla.
Godric sbuffa.
“Tanto chissà quanto tempo passerà prima che lui torni a casa”.
“E pensi che il tuo amore non sia abbastanza forte da durare?”
Il ragazzo alza gli occhi e guarda il volto convinto dell’amica.
“È forte, forte davvero, Tosca”.
Tosca gli stringe la mano tra le sue.
“E allora durerà”.
 

*****

 
Salazar ritorna a casa in un piovoso pomeriggio d’autunno di due anni dopo; le foglie morte degli alberi scricchiolano a terra sotto il peso degli zoccoli del suo cavallo bianco.
Una ragazza bionda gli corre incontro puntandogli addosso un grosso e lungo pezzo di legno.
“Identificati” sussurra tetra.
Sal smonta da cavallo con grazia, poi si scosta i riccioli rossi dagli occhi verdi.
“Portami da Harold” pronuncia perentorio, ignorando la richiesta della ragazza.
“Harold è morto lo scorso inverno, straniero. Identificati” ripete stolidamente.
“Morto?” sussulta Salazar, preso alla sprovvista dalla notizia.
“Non capisci la nostra lingua?” lo riprende la ragazza con aria di superiorità.
“Portami da Godric, allora”.
“Chi mi assicura che tu non voglia ucciderlo?”.
Salazar spalanca gli occhi: “Ucciderlo? Perché mai?”.
“È lui il capo ora, no?” soffia lei, scocciata dall’insolenza del giovane.
“Sono Salazar, il Serpeverde... Nessuno ti ha parlato di me?”.
Lei lo guarda diffidente ed esegue un gesto elegante con la bacchetta. Una lieve luce azzurrina circonda per un attimo Sal, scomparendo poi veloce com’era arrivata.
L’espressione della ragazza si distende.
“Ah, sì. Sei veramente il Serpeverde. Vieni con me” abbassata la bacchetta gli fa strada tra gli alberi verso un grande maniero all’orizzonte.
Salazar lega il cavallo a un tronco e poi segue la ragazza, osservandola mentre procede a piedi nudi nel prato.
“Sei giovane per essere già stata messa a controllare i confini. Come ti chiami?”.
Lei alza le spalle: “Priscilla”.
“Sei tu, allora, Priscilla della famiglia Corvonero. E dimmi, l’avete formata la scuola di cui tanto si parlava?”.
Priscilla scoppia in una risatina roca.
“Il tuo amico Godric s’è inventato un sacco di stupidaggini, sai? Diceva che in tre eravamo in pochi per fondare una scuola, che eravamo troppo deboli. Ovviamente Tosca se l’è bevuta, mai una volta che dubiti degli altri, ma io no, io le capisco le cose”.
“Quali cose?” si ritrova a domandare Salazar irritato.
“Beh, aspettava te, no?” ridacchia Priscilla fermandosi davanti al portone del castello.
“Ehi, Grifondoro!” grida con voce squillante “Vieni a vedere chi è tornato!”.
Sal si sistema meglio il mantello, cercando di ignorare l’occhiata di scherno di Priscilla e il battito fin troppo accelerato del suo cuore.
 

*****

 
“Godric, mi stai uccidendo”.
“Ho il diritto di abbracciarti, scemo! Non ci vediamo da mesi!”.
“E per questo vuoi spezzarmi le costole, ragionamento interessante”.
“Cosa mi dai in cambio, se ti lascio andare adesso?”.
“Se mi levi le mani di dosso, dici? Se lo fai ti prometto che non me andrò mai più”.
“Giuralo sulla cosa più importante che hai”.
“Lo giuro su di te, Godric”.
“Davvero?”.
“Davvero”.








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Terza classificata (foxfeina)

Davvero” di Lu_Pin

 

Correttezza grammaticale e ortografica: 10/10

Lessico e stile: 10/10

IC dei personaggi: 10/10

Originalità: 10/10

Adeguato inserimento della citazione: 4/5

Gradimento personale: 5/5

Totale: 49/50

 

Sai, io ho un enorme problema, nei tuoi confronti: mi piace maledettamente tutto quello che scrivi. Lo trovo bello, originale, scritto a regola d'arte. Non manca niente, insomma. Partiamo dal presupposto che ci vuole un coraggio notevole, a parer mio, per cimentarsi in un pairing del genere. Continuiamo dicendo che non si sa nulla di questi due personaggi se non qualche breve cenno storico. Tu cosa hai fatto? Hai scritto una storia meravigliosa su due personaggi a cui hai dato un carattere, un temperamento. Hai dato loro la vita. Che altro dire? Grammatica a posto, stile sublime, originalità nemmeno a parlarne. La citazione, forse, avrebbe potuto essere inserita un pochino-ino meglio, ma giusto per trovare il pelo nell'uovo. E brava Lu.





Terza classificata (Payton)

Lu_Pin – Davvero

 Grammatica: 10
Stile e lessico: 9.5
Originalità: 15
IC e caratterizzazione: 9
Gradimento personale: 9
Trattamento del tema: 4.5
Bonus coppia: 1
Bonus frase: 1

Tot: 59 / 62 punti  Credo che la tua sia una delle storie più originali e meglio strutturate che io abbia mai letto. Dico davvero, complimenti, perché sono il punto di forza della storia. La grammatica è pressoché perfetta e lo stile è davvero molto buono, scorrevole e pulito. Qualche virgola stonata, ma nulla di grave, solo che, nella parte iniziale maggiormente, un po’ si inceppa la lettura.La tua storia parla molto bene di quell’amore nuovo che sta sbocciando e che poi cresce giorno dopo giorno, nonostante la distanza. La caratterizzazione sposa un nove e non un punteggio totalmente pieno perché ho sempre immaginato diversi i fondatori da come li hai dipinti, ma la versione che hai dato mi è comunque piaciuta. È un discorso abbastanza personale, me ne rendo conto, anche perché dei fondatori, in soldoni, non sappiamo nulla. La frase scelta è ben inserita, quindi ti ho dato tutto il punteggio pieno. Che dire, una storia davvero originale e piacevole da leggere. Salazar e Godric sono la mia coppia preferita, sono contenta che tu ne abbia scritto una bella storia, quindi ti ringrazio. Complimenti e grazie per aver partecipato. Payton
   
 
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