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Autore: Shari Deschain    12/03/2011    3 recensioni
Nel silenzio completo della notte, un'ombra scivola lentamente lungo il corridoio buio, stando ben attenta che il lieve rumore dei suoi piedi nudi venga quanto più possibile attutito dal morbido tappeto.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Katherine/Stefan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Love. Hate. Such a fine line'
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Pairing: Katherine/Stefan, Damon/Katherine, slightly Damon/Elena
Rating: PG
Warning: Spoiler seconda stagione, Missing Moment
Wordcount: 1209 (FDP)
Disclaimer: Non possiedo niente, non mi pagano niente, blablabla.
N/A: Scritta per il mio bellissimo team orgiastico angelico del COW-T @ maridichallenge  e più precisamente per la missione #2, con il prompt vampiro.
─ Titolo ovviamente rubato a Patti Smith.
─ Katherine alla boarding house. Katherine che dorme nella stessa casa dei Salvatore. Ditemi voi come potrei non farmi dei viaggi mentali su una cosa del genere.



 
Because the night





Nel silenzio completo della notte, un'ombra scivola lentamente lungo il corridoio buio, stando ben attenta che il lieve rumore dei suoi piedi nudi venga quanto più possibile attutito dal morbido tappeto.
Ad ogni passo si sente sempre più sciocca, si rimprovera e si vergogna profondamente per quel desiderio così infantile che l'ha convinta a scendere dal letto nel bel mezzo della notte e ad aggirarsi per la casa come una ladra.
Se uno degli altri due si svegliasse, non saprebbe proprio come giustificarsi. Non che poi gliene darebbero il tempo: è molto più probabile che la uccidano sul posto.
Eppure continua ad andare avanti, percorrendo in punta di piedi quei corridoi conosciuti per la prima volta un secolo e mezzo prima, e che ancora adesso le risultano essere così dolorosamente familiari.
Vuole vederlo. Deve vederlo.
Non c'è un motivo razionale, o una spiegazione valida. In fondo se ci sono due cose nella sua lunga vita di cui ha sempre fatto volentieri a meno, sono proprio la razionalità e le spiegazioni.
L'istinto ha sempre guidato ogni suo passo, e non ha mai avuto da pentirsene. Non troppo, almeno.
Un rumore alle sue spalle la fa voltare di scatto, ma i suoi occhi non colgono nessun movimento, così, dopo appena qualche istante, si rimette in cammino.
Quando finalmente arriva al termine del corridoio, e quindi alla soglia della camera da letto, l'ombra esita, di nuovo incerta.
È così stupido, si dice, mordendosi le labbra.
Ma poi, come al solito, l'istinto ha la meglio, e Katherine entra nella stanza, muovendosi con ancora più cautela di prima, per evitare inopportuni scricchiolii nel vecchio pavimento di legno.
Poco più in là, nella penombra della stanza, Stefan giace supino sull’enorme letto, profondamente addormentato.
Katherine gli si avvicina piano, ben attenta a non svegliarlo, e mentre avanza verso di lui non distoglie lo sguardo dal suo volto nemmeno per un attimo.
Stefan dorme tranquillo, con un'espressione serena che da sveglio non avrebbe mai con lei tanto vicina. I contorni netti dei suoi lineamenti sembrano, nel sonno, ancora più severi di quanto già non siano; il pallore del volto, di solito non troppo accentuato, è ora reso evidente dalla mancanza di luce; l’odore e lo scorrere del sangue, sotto la sua pelle, sono a malapena percepibili.
È ancora il diciassettenne di cui si è innamorata tanti anni fa, eppure, per molti versi, è così tremendamente diverso.
Senza pensarci, Katherine lascia scivolare un dito sulle sue labbra che, di riflesso, si schiudono appena, lasciando fuggire un breve sospiro. La vampira si immobilizza, spaventata e pronta a scappare via il più in fretta possibile, ma Stefan non si sveglia.
Katherine pensa che a forza di avere Elena nel suo letto quasi tutte le notti, si sia abituato a quel genere di carezze dolci e distratte che ci si può inconsciamente scambiare nel sonno.
È un pensiero fastidioso, che scatena dentro di lei un moto di rabbia e, forse, di gelosia.
Dopotutto che diritto ha Elena di essere amata da Stefan? Cosa ha fatto Elena per lui?
È stata Katherine ad insegnargli cos'è e come si fa l'amore, è stata lei a cambiare totalmente la sua vita, ed è stata lei, infine, a renderlo immortale. Lei gli ha dato tutto.
Elena è solo una sua copia difettata, inutile, senza stile né passione, e presto o tardi lo capirà anche Stefan. Katherine ne è sicura.
Quindi si morde appena le labbra e tende di nuovo la mano, questa volta per accarezzare con dolcezza la guancia del vampiro addormentato.
E all'improvviso un déjà vu, un ricordo dolce e amaro allo stesso tempo.
Torneremo di nuovo insieme.
È una promessa che ha fatto tanti e tanti anni prima, ma è ancora una promessa che è assolutamente intenzionata a mantenere.
Sedendosi sul letto accanto a Stefan, Katherine sorride nel buio.


Appoggiato contro la parete, e perfettamente nascosto dal cono d'ombra creato dal vano della porta, Damon osserva la scena con uno sguardo duro.
Per quanto furtivamente Katherine si sia mossa, Damon non concede a nessuno scricchiolio di passare inosservato in casa propria. Troppe brutte esperienze.
Quindi si è svegliato subito e, più incuriosito che allarmato, ha seguito i passi di lei per vedere che diamine stesse combinando. Non si è stupito troppo nel vederla dirigersi in camera di Stefan. In fondo chissà quante altre volte l'avrà fatto, in passato.
Ma difficilmente questa volta verrà accolta come allora.
Di nuovo più curioso che preoccupato, Damon decide di rimanere a guardare in silenzio, giusto per godersi la reazione del fratello davanti a quell'intrusione.
Ma Stefan, essendo Stefan, ovvero un debole sciocco il cui istinto di sopravvivenza è meno sviluppato dei conigli di cui si nutre, non si accorge di nulla e continua tranquillamente a dormire.
Damon trattiene a stento uno sbuffo.
Per un attimo si domanda se Katherine tenterà di stuprarlo nel sonno – perché sì, la ritiene più che capace di una cosa del genere –, e si chiede anche se, in tal caso, lui debba intervenire o meno. In fondo proteggere quel poco che resta della virtù di suo fratello non è decisamente tra i suoi compiti.
Ma quando Katherine si avvicina è solo per accarezzare la guancia di Stefan con una delicatezza e una tenerezza che stonano con ogni più piccolo ricordo che Damon ha di lei.
Katherine non è dolce. È passionale, selvaggia, e stronza. Dolce proprio no.
Quanto sei caduta in basso, pensa Damon, sogghignando appena. E poi, improvvisamente, si rivede in piedi di fianco al letto di Elena, giorni o mesi prima, fare il medesimo gesto.
Per un attimo sente l'irresistibile voglia di ridere di Katherine, di sé stesso, di Stefan e di Elena.
Ridere di tutto questo circolo vizioso che sta diventando quasi banale, se non decisamente ridicolo.
Ma c'è un peso nel suo petto, qualcosa di freddo e duro che gli impedisce di ritirarsi dietro il suo solito ghigno. Qualcosa che è insieme rabbia, nostalgia e rimpianto.
Sa cosa Katherine sta provando in questo momento. Lo sa, e non ha la forza di riderci sopra.
Perché entrambi avrebbero potuto evitarsi tutto questo, se solo lei lo avesse voluto. Insieme avrebbero potuto avere tutto, avrebbero potuto accarezzarsi il volto a vicenda, perfettamente svegli e assolutamente consapevoli, senza bisogno di nascondere il loro amore in camere da letto altrui, dove non sono per niente i benvenuti.
Sarebbe stato tutto perfetto se solo lei...
Il vampiro arresta bruscamente i suoi pensieri, irritato da sé stesso. Si è lasciato alle spalle il suo amore e la sua ossessione per Katherine, e non potrebbe costringere sé stesso a riprenderseli neanche se lo volesse. L'odio è l'antidoto più efficace contro l'amore non corrisposto, e nel suo caso ha già fatto effetto.
Ormai Damon la odia. La odia oltre ogni limite e concezione, più di quanto riuscirà mai ad esprimere tramite gesti e parole.
Ma mentre si dice tutto questo vede Katherine sedersi sul letto di Stefan, e rimanere lì, immobile e sorridente. E nel suo sorriso c'è di nuovo quel genere di dolcezza di cui lui sicuramente non si è mai trovato ad essere il destinatario.
Stringendo forte i pugni, Damon distoglie velocemente lo sguardo dalla scena, si volta indietro e torna in silenzio nella propria camera.
La odia, sì, ma fa comunque male da morire.
Di nuovo.
 
 
 
 
   
 
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