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Autore: Patchanka    12/03/2011    2 recensioni
Sono depressa e dalla FF si capisce. Alice, la odio. Sembra non capire la vita, sembra non capire cosa significa andare avanti, anzi non lo capisce proprio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alice.Maledettamente Alice. Curva sotto le fronde di quest’albero millenario. In silenzio, proprio come il tuo nome, colei che scrive nel silenzio. Cosa stai scrivendo? Stai danzando a piedi scalzi sulla rugiada o magari canti insieme agli usignoli. Sognatrice come tua madre,  hai ripreso molto da lei. I lunghi capelli corvini che accarezzano la tua pelle bianca, troppo delicata per mostrarsi alla luce del sole. Ti nascondi nell’ombra dell’albero mentre con gli occhi verde foglia scruti un filo d’erba davanti al tuo esile corpo. Sembra pieno di vita nella sua giovinezza, proprio come te, bella come un fiore, delicata come una foglia in balìa della tempesta. Troppo piccola per andarle contro, preferisci farti trasportare, dove ti porterà il vento è solo una sorpresa. Come ora, ti stai facendo trasportare dall’odio, dal rancore e dal disprezzo. In questa terra straniera, non hai più nessuno , io non ci sono più. Sei rimasta da sola ma non per questo devi cambiare, devi macchiare il tuo animo. Io sono dentro di te, io vivo in te. Vorrei cullarti, accarezzare i tuoi lunghi capelli, proprio come facevo ogni sera, mia cara sorellina. Ti alzi, vorrei che potessi vedermi, ti seguo, il molo è a pochi passi e tu ti stai recando proprio lì. Odi l’odore pungente della salsedine e della birra. Segui la banchina fino a raggiungere un posto isolato e ti siedi. Io seguo i tuoi movimenti e mi siedo. Ti guardo, i tuoi occhi velati dalla malinconia mi colpiscono, soffro, non è un dolore corporeo, non potrei provarlo. Alla mente i vecchi ricordi, quante volte ti ho chiesto di venire a nuotare con me, ho cercato di insegnarti ma tu sei sempre stata così paurosa, hai persino paura di bagnarti i piedi . Un attimo, la distrazione e tu cadi a peso morto. Cadi nell’acqua. Urlo, un urlo silenzioso, vorrei buttarmi , venire a salvarti, non puoi ucciderti, non puoi negarti la possibilità di vivere. Non per colpa mia, sono stato ucciso dalla mia stupidità, non posso uccidere anche te.  Piango, o almeno sarebbe quello che farei se fossi umano, non voglio vedere quella triste esecuzione,  vederti annaspare, vedere la tua vita andarsene , distaccarsi dal tuo corpo che inevitabilmente affonda. Minuti, ore, secoli. Rimango a guardare l’acqua agitata. Seduta al mia fianco ci sei di nuovo tu, mi sorridi e mi abbracci. Il mio è un sorriso amaro. Troppo giovane per capire. Alice.Maledettamente Alice.
  
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