Questa raccolta ha vinto il contest 'L'Olimpo', di vogue ottenendo il punteggio pieno. Il contest richiedeva di 'pescare' uno degli dei, nello schema vedrete cosa ho pescato io. Questa storia partecipa anche alla Characters & Themes Challenge, sempre di vogue.
Ringrazio vogue ♥ ♥ ♥ e chiunque deciderà di leggere ed eventualmente commentare questa storia.
Ultimamente tendo a scrivere solo su personaggi impopolari, spero davvero che la raccolta vi piaccia.
-Dio Scelto: Morfeo
-Abbinamenti Ricevuti: Crouch Jr, sangue, “cos’ha a che fare la notte con il sonno?” (J. Milton)
-Altri personaggi: Crouch Senior, Signora Crouch, altri personaggi
-Genere: introspettivo, generale
-Rating: giallo (non ne sono pienamente sicura, ma credo sia il più adatto)
-Avvertimenti: raccolta, flashfic
-Trama: Barty Crouch è un personaggio molto difficile da raccontare, io ci ho provato attraverso alcuni episodi che ho immaginato fare parte della sua vita.
-NdA: Spero di aver colto il senso della citazione, io ci ho provato. Spero sia chiaro che la prima flash si colloca prima della reclusione di Barty, la seconda nei primi periodi ad Azkaban, l’ultima invece poco prima della sua fuga. Buona lettura.
• Io non conosco il silenzio •
Io non dormo
La lingua scorreva sulle sue labbra in modo quasi animalesco. I due Babbani che aveva incontrato lungo la strada, per un attimo l’avevano guardato con un’ombra di paura nello sguardo.
La notte fa sempre paura a chi non possiede la forza necessaria per difendersi dal buio.
Barty, però, viveva di quel buio. Seguì la coppia fino alla loro casa. Rimase fuori ad attendere per qualche minuto.
Poi entrò.
La paura in loro era inebriante.
“Crucio!” Gridò, poi iniziò a danzare attorno a loro, imitandone le urla.
Non l’aveva mai fatto prima.
Rideva e ululava, era un gioco nuovo.
Si passò la lingua sulle labbra di nuovo, eccitato dall’odore del sangue di quei corpi ancora vivi, non li avrebbe uccisi.
Si avvicinò alla donna e le parlò all’orecchio: “Le brave donne Babbane dovrebbero andare a dormire quando cala la notte. Non lo sapete che è in quel momento che arrivano i cattivi?”
Lo sguardo di lei, vitreo e terrorizzato, era annebbiato dalle lacrime imprigionate nell’orbita.
Doveva essere un sogno.
Barty si alzò: “Oblivion”, sussurrò. Non avrebbero ricordato nulla. In loro sarebbe rimasto solo il dolore. Un’incancellabile paura della notte.
Per lui la notte era il momento migliore. La gente per bene dormiva, ma lui no. Per uno che poteva affrontarla, cos’aveva a che fare la notte con il sonno?