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Autore: Anduril    17/01/2006    5 recensioni
Di ritorno da un misterioso viaggio di cui nessuno vuole parlare Harry, aiutato dai suoi amici, dovrà trovare il coraggio per affrontare la sua paura più grande... spoiler 6° libro!
Genere: Azione, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cambiamenti

 

Tonks salì lentamente le scale della Tana, portando in braccio il piccolo Sirius, dirigendosi verso la stanza più frequentata della casa in quei giorni.

Al san Mungo i guaritori si erano opposti, ma i signori Weasley avevano insistito: l’ospedale era sempre gremito di curiosi che cercavano di carpire informazioni sullo stato di salute del bambino sopravvissuto e i giornali volevano così disperatamente ottenere un’intervista in anteprima con l’eroe del mondo magico da disturbare lui e i suoi familiari in ogni modo, esasperando Molly a tal punto che non aveva voluto far rimanere il suo Harry un minuto di più nell’ospedale.

“Come sta il mio ragazzo preferito?”  esordì la donna, entrando nella stanza gremita di gente.

Ginny era seduta sul letto accanto ad Harry, ed intorno a loro tutta la famiglia Weasley era al gran completo, Hermione compresa.

“Ciao Tonks!” la salutarono tutti.

La donna si chinò per dare un bacio ad Harry per poi dirgli “Ti ho portato un ospite, una persona che non poteva più fare a meno di venire a trovare il proprio padrino…”

Harry sorrise, accogliendo il piccolo Sirius tra le braccia “Era ora che ti facessi vedere piccolino, iniziavo a pensare che ti fossi dimenticato di me!”

Il ragazzo lo strinse a sé e con una mano iniziò a toccargli il volto, come per memorizzare la sua fisionomia, tra gli strilli eccitati del bimbo.

“Ah, ti piace, eh, piccola peste? Vuoi giocare?” Harry iniziò a giocare con il bambino, tra gli sguardi divertiti di tutti, che si avvicinarono per poter coccolare il nuovo arrivato, mentre Remus rimaneva in disparte, conscio del fatto che Harry trattava suo figlio con la stessa dolcezza, familiarità e sicurezza con cui Sirius giocava con lui tanti anni prima, lasciandolo un po’ stupito.

Dopo un po’ di tempo la signora Weasley iniziò a congedare tutti “Andiamo ragazzi, andatevene, Harry ha bisogno di riposare, non è ancora guarito!”, sorda anche alle suppliche di Harry “Andiamo signora Weasley, non sto facendo niente, sto marcendo a letto da giorni, mi sto riposando!”

Ad uno ad uno i visitatori salutarono Harry ed uscirono dalla stanza; Remus stava uscendo per ultimo, quando Harry lo trattenne.

Remus, aspetta un attimo, ti dovrei dire una cosa.

“Dimmi.” Rispose, sedendosi su una sedia a lato del letto.

“Ascolta Remus… io non posso più vedere, ma non sono del tutto stupido. Posso sentire che il tuo disagio standomi vicino; lo so che nessuno è a proprio agio in questa situazione, nemmeno io lo sono, ma sento che per te è diverso, sento che sei turbato per qualcosa.

Remus non potè fare a meno di sorridere, anche in una situazione simile; Harry, il suo Harry, non solo non si era lasciato abbattere da quello che gli era successo, non solo cercava di accettarlo, ma imparava a convivere con quella strana situazione, riusciva nonostante tutto ad essere la luce per lui, per tutti loro, senza neanche rendersene conto.

Harry…non è nulla, sono solo brutti pensieri, lascia stare, non ti devi preoccupare. Rispose gentilmente Remus, cercando di chiudere il discorso; ma Harry non era d’accordo.

Voltandosi verso di lui, come se davvero potesse vederlo, disse “Remus, io mi preoccupo, perchè so che questi tuoi pensieri sono nati a causa mia. Io non voglio che tu sia tormentato dal rimorso per chissà quale motivo, io ti avevo promesso che sarebbe cessato il periodo dei brutti sogni e dei cattivi pensieri e così deve essere. Remus… perché ti senti in colpa?”

Remus non riuscì a fare a meno di stupirsi, ancora una volta…

Perché? Perché ancora una volta, sono sopravvissuto e altri hanno pagato per questo. Rispose flebilmente.

Harry, nonostante tutto, sorrise. “Sai che cosa avrebbe fatto Sirius se fosse ancora qui? Avrebbe scosso la testa, togliendosi i capelli dal viso, si sarebbe messo a ridere e ti avrebbe preso in giro senza avere un minimo di pietà per te, umiliandoti per bene!- Remus sorrise, nonostante tutto-  Remus…perché ti devi sentire in colpa? Perché sei sopravvissuto ai miei genitori, a Sirius? … siamo in due,no?-Harry chiese, in tono amaro, per poi proseguire- perché credi che siamo ancora qui e così tante persone, migliori di noi,magari, se ne sono andate? Non lo so, non te lo spiegare. Ma so una cosa: che nessuno di quelli che se ne sono andati vorrebbero vederci qui, a compiangerci, a lamentarci per la nostra sorte… perchè noi, a dispetto delle apparenze, siamo stati fortunati, Remus. Tu hai tua moglie, tuo figlio, lo vedrai crescere e io sarò lì con te, insieme a Tonks, ad assistere alla prima partita di Quidditch del mio figlioccio, al primo compleanno, all’arrivo della lettera da Hogwarts…e se per esserci devo rinunciare alla vista…che sia.

Io non voglio che tu non ti goda il tuo ritorno in famiglia, non voglio che tu sia tormentato dall’amarezza per via dei miei occhi… saprò crearmi una vita nonostante questo, riuscirò a fare tutto quanto volevo, perché ho vicino voi, ho vicino te, Remus… so di poter contare su di voi, sulla mia famiglia, so che quando sarò scoraggiato, voi sarete lì a sostenermi, a spronarmi per continuare a combattere… noi siamo qui, Remus. Ci siamo entrambi, in che modo non conta.

 

 

Dalla fine della guerra erano ormai passate diverse settimane, Harry si rimetteva lentamente in forze, ma la sua vista non accennava a migliorare; non che lui se ne lamentasse. Nessuno aveva mai sentito il ragazzo compiangersi per il suo stato di salute, nessuno aveva mai avuto bisogno di tirarlo su di morale o di incoraggiarlo a resistere, a lottare… apparentemente era normale. Ma tutti sapevano che questa situazione lo faceva soffrire, lo faceva sentire, per la prima volta dopo molto tempo, impotente, piccolo.

Ginny era seduta per terra nell’ampio giardino della tana a guardare le stelle da molto tempo, senza essersene nemmeno resa conto, stringendo tra le mani una pesante busta di pergamena, ancora chiusa; e la ragazza non sembrava avesse intenzione d’aprirla, si limitava a rimanere lì, inerte, a guardare le stelle.

“Posso sedermi accanto a te?” una voce alle sue spalle la fece sobbalzare; Harry era lì, in piedi, con il bastone che aveva intagliato Remus per lui e opportunamente incantato per segnalargli gli ostacoli sul suo cammino, che la guardava, sorridendo, come se la potesse vedere.

MaHarry, pensavo dormissi! Dovresti riposarti! E poi…”

“Come ho fatto a ritrovarti? Non lo so, qualcuno potrebbe definirla magia…” rispose continuando a sorridere, sedendosi, con un po’ di fatica, accanto a lei, abbracciandola e appoggiandosi con lei al tronco della grande quercia del giardino.

“Perché sei venuto qui?” chiese lei dopo un po’.

“Da quando sono tornato a casa… non abbiamo mai avuto tempo per parlare, per stare da soli… ho sentito chiaramente la tua presenza in giardino, non so dirti come, ma sapevo che eri qui…e sono venuto da te.

Lei sorrise, baciandolo su una guancia, teneramente, per poi accoccolarsi meglio nel suo abbraccio.

Ginny… io ti amo, profondamente…ma non voglio che tu ti senta in obbligo nei miei confronti.

“In che senso?” chiese la ragazza, scostandosi.

“Nel senso che non posso ignorare i fatti. Io sono cieco, Gin. Io ti amo ma non posso obbligarti ad amare uno…uno come me.” concluse piano il ragazzo.

Infatti tu non mi obblighi a fare nulla, Harry… io non posso ignorare quello che provo per te, non potrei neanche volendo; e di certo non voglio. Tu sei l’unica persona che è sempre stata nei miei pensieri, l’unico che sapevo che ci sarebbe sempre stato per me, non perché sei l’eroe per eccellenza, non perché tutti ti considerano un cavaliere senza macchia e senza paura, ma perché…so che tu faresti ogni cosa per chi ami, perché sei sempre stato così, Harry… non potrei desiderare un uomo migliore.”

“Ma comunque non sono la stessa persona di prima.”

“La guerra cambia tutti, Harry. Io sono cambiata con te, siamo cambiati insieme, il problema per noi non esiste, perché abbiamo sempre combattuto insieme, abbiamo condiviso gli stessi dolori, abbiamo assistito agli stessi orrori… e se adesso hai intenzione di dirmi che sei cieco e quindi io non ti merito…allora ascoltami bene Harry James Potter: me ne sono accorta benissimo e sono ancora qui. Questa guerra ti ha lasciato un’ulteriore cicatrice, ma non mi spaventa questo… Fleur non ha abbandonato mio fratello nonostante le sue numerose cicatrici, giusto? Tonks ha sposato Lupin, dopo aver lottato strenuamente per convincerlo, io di certo non mi lascerò spaventare dalle tue proteste! Io ti amo, non c’è altro da aggiungere.” Concluse, sorridendo, accarezzandogli la guancia con una mano.

Harry ricambiò la carezza, prendendole il volto tra le mani, baciandola dolcemente, percorrendo ogni centimetro del suo volto, come per imprimerlo a fuoco nel suo cuore, nella sua memoria.

“Io non posso pensare neanche di stare senza di te… come potrei rinunciare alla mia luce? Perché è questo che sei, Ginny… l’unica luce che i miei occhi vedranno sempre… vogliamo vedere insieme cosa il futuro ci propone?”

Ginny annuì, commossa, si accoccolò nuovamente nel suo abbraccio e, dopo un sospiro, strappò la busta.

“Allora?” chiese Harry impaziente.

Harry!!!!! Ho preso “eccezionale” in difesa, pozioni e trasfigurazione, nelle altre “ogni oltre previsione”!!!” fece lei, eccitata,abbracciandolo.

E bravo il mio genietto! Hermione invidierebbe i tuoi voti!” rispose lui, sorridendo.

“Lo sai che con questi voti ho ottime possibilità di trovare lavoro in breve tempo? Non è meraviglioso?!”

“Altroché se lo è… ti andrebbe di aiutarmi in un nuovo progetto?” chiese Harry, sorridendole furbescamente.

“Dimmi tutto.” Rispose lei, con la medesima faccia divertita.

 

 

Harry si svegliò ad un tratto dal suo sonno tranquillo, come sentendo che c’era bisogno di lui, che qualcuno stava per arrivare; infatti , poco dopo arrivò Ron nella stanza deserta, accompagnato da Hermione e da Ginny, portando una copia della Gazzetta del Profeta.

Harry!!! L’hanno catturato!!! Lo hanno catturato!” esclamò Ron entrando nella stanza, con voce preoccupata.

“Chi?”

Piton! Lo hanno preso, oggi ci sarà il processo! Non lo hanno divulgato prima, ma lo devono aver catturato da un po’ se il suo processo è già oggi!”rispose Hermione concitata.

“Non possiamo permettere che venga giudicato, così, senza testimoni a sua difesa! Devono sapere quello che ha fatto per il mondo magico!”concluse Ginny, preoccupata.

Harry rimase un attimo in silenzio, poi disse “Ron, aiutami per piacere… trovami dei vestiti, andiamo al ministero.

I tre rimasero senza parole, ma Harry non lasciò loro il tempo di ribattere.

“No! Non cercate di dissuadermi! Non sono debole, sto guarendo, dovrò pur uscire un giorno di questi! E credo che l’occasione migliore sia quella di aiutare una persona innocente ad evitare la prigionia a vita, o peggio!”

I ragazzi rimasero in silenzio un attimo, poi Ron sentenziò “Ragazze andate a cercare Lupin, perché ci possa accompagnare…credo che sia giusto che ci sia anche lui. Harry… troviamo qualcosa di adatto all’occasione.” Concluse con un sorrisetto beffardo, immediatamente ricambiato dal moro.

 

 

“Il Wizengamot è oggi riunito per giudicare l’imputato Severus Piton, circa l’accusa di tradimento. Il pubblico si alzi, entra la corte.” La voce inespressiva di Percy Weasley annunciò l’entrata del tribunale nella cupa sala di pietra, per quell’occasione stranamente piena di gente; molti maghi erano infatti presenti, gli sguardi colmi d’odio, mentre osservavano mormorando tra di loro l’imputato, che sedeva impassibile sulla sedia di pietra, incatenato.

“Silenzio!” la profonda voce del ministro ristabilì l’ordine nella sala gremita, che si ammutolì nell’attesa.

Scrimgeour osservò con sguardo truce il pubblico per qualche secondo prima di iniziare l’orazione che si era preparato per l’occasione; in una situazione simile la sua fama non poteva che aumentare, dal momento che stava per punire pubblicamente l’assassino di Silente.

“Oggi siamo qui per ristabilire la giustizia nel nostro paese, una volta per tutte. Severus Piton, qui presente, è accusato di aver sempre fatto parte delle spie dell’Oscuro, di aver tradito la fiducia del compianto Albus Silente, di aver aiutato i Mangiamorte nell’attacco avvenuto ad Hogwarts che ha messo a rischio le vite dei nostri ragazzi, di aver ucciso nel suddetto attacco il nostro amatissimo preside e di essersi ufficialmente unito alle schiere di mangiamorte da quel momento sino alla caduta dell’Oscuro. Io, Ministro della Magia Rufus Scrimgeour, sarò testimone dell’accusa. Dal momento che nessuno si è presentato come testimone della difesa, procederò alla dimostrazione dei fatti…”

Ma venne interrotto da una giovane voce, accompagnata dal canto di una fenice “Mi propongo io come testimone della difesa.”

L’intera sala si voltò ad osservare con stupore il nuovo arrivato: Harry si faceva strada tra la folla come se potesse ancora vedere, controllando il cammino con il suo bastone, seguito da Ron, Hermione, Ginny e Remus, mentre Selene volteggiava su di loro, come proteggendoli, circondandoli da un’aura dorata.

“Non credo fosse possibile che l’imputato avesse un testimone a suo favore, considerando il fatto che la notizia della sua cattura è uscita solo oggi stesso. Comunque, nonostante questo spiacevole disguido, non è successo niente d’irreparabile.” Esordì Harry, sorridendo, avvicinandosi a Piton che lo osservava stupito e quasi seccato della sua presenza. Poiché nessuno parlava, Harry proseguì “Io, Harry James Potter, giuro di testimoniare solo il vero in questa sede, circa i fatti che riguardano questo processo.”

Piton sibilò, cogliendo l’intera sala di sorpresa “Non c’è bisogno della tua mania di fare l’eroe Potter, me la posso cavare da solo.

Harry si voltò verso il suo ex professore, rispondendogli “Non le posso permettere di lasciarsi giudicare colpevole per qualcosa per cui non ha colpa.”

Scrimgeour cercò di riscuotersi dal torpore in cui sembrava essere caduto, dicendo “Harry, l’intera corte si unisce a me nei rallegramenti vedendoti completamente ristabilito…ma forse non sei abbastanza obiettivo per testimoniare in questo processo… i recenti avvenimenti… la tua salute…”

“Se si riferisce al fatto che ho perso la vista nello scontro con Lord Voldemort, non credo che questo interessi a questo tribunale. Nonostante ora non possa più vedere, la mia memoria non è stata compromessa… quindi possiamo procedere se non c’è qualche obiezione più pertinente.

Scrimgeour lo osservò stringendo le labbra, indispettito; di certo non aveva bisogno che quello sciocco ragazzino che gli aveva rubato il prestigio di aver ucciso il nemico più pericoloso della comunità magica si mettesse in mezzo e tentasse di rovinargli il trionfo che una punizione esemplare gli avrebbe garantito.

“Va bene. La prassi vuole che sia l’accusa ad iniziare, perciò se non ha nulla da obiettare signor Potter…”

Harry annuì, quasi divertito, fece apparire una sedia e si accomodò a fianco di Piton, che continuava ad osservarlo indispettito.

Scrimgeour si schiarì la voce, poi iniziò il suo discorso, la voce vibrante, concentrato verso l’obiettivo.

Severus Piton verrà qui giudicato per tutti i reati precedentemente ricordati alla corte; in primo luogo, non è necessario provare il tradimento di quest’ultimo all’ordine della fenice, avendo partecipato all’attacco ad Hogwarts e avendo ucciso, prima di fuggire, il preside della scuola. Nonostante quest’accusa non debba neanche essere provata, porto comune all’attenzione della corte le testimonianze di alcuni membri dell’ordine della fenice circa gli avvenimenti di quella notte. In ultimo, Severus Piton è accusato di essersi ufficialmente unito alla schiera di mangiamorte del Signore Oscuro dopo l’attacco, fatto assicurato dalla testimonianza di diversi cittadini che lo avrebbero riconosciuto durante varie scorribande avvenute nell’ultimo anno.

Questa corte giudicherà secondo coscienza il destino di quest’uomo… ma ritengo che niente sia più appropriato per un individuo di tal genere che una punizione esemplare, in modo che gli avvenimenti a cui abbiamo assistito non possano più accadere. Io chiedo alla corte il carcere a vita per Severus Piton, sentenza da applicare immediatamente, senza possibilità di ricorso!” concluse soddisfatto il ministro, sedendosi al suo posto, sorridendo beffardo in direzione dell’imputato, sicuro della propria vittoria.

Harry sospirò profondamente e si alzò, appoggiandosi al bastone e iniziò il suo discorso, guardando fisso davanti a sé, non essendo riuscito ad individuare la posizione dei membri del Wizengamot.

“Su un fatto sono d’accordo con il ministro: tutto ciò che noi abbiamo vissuto non deve essere dimenticato, in modo che i maghi di domani non vivano le stesse sofferenze che abbiamo dovuto subire noi.

Qualcuno può pensare che io non sia un difensore obiettivo, che io menta per la salvezza dell’imputato, perché sono legato a lui da affetto, essendo lui stato mio professore per molti anni ad Hogwarts; niente di più falso. Intendo chiarire che io non difenderò un amico, un familiare, ma solo un innocente, un innocente che per anni ho considerato colpevole, un uomo con cui non ho mai avuto buoni rapporti, durante il periodo scolastico. Anzi. –aggiunse con un sorrisetto- Sono qui solo perché tutti noi abbiamo combattuto perché la giustizia non venisse soffocata dall’oscurità e non è possibile che il nostro mondo riprenda a vivere con un atto d’ingiustizia.

Severus Piton non è colpevole di quanto è stato accusato.

Tra il pubblico i mormorii crebbero, in un impeto di rabbia e di sdegno, mentre Scrimgeour tentava di imporre nuovamente il silenzio, chiedendo ad Harry le prove di quanto stava affermando.

Harry sospirò profondamente, prima di continuare “Come molti tra voi sanno, io ero molto legato al professor Silente, come molti tra noi del resto; eppure sto difendendo il suo assassino. Perché? Perché conoscevo Silente e adesso conosco anche il professor Piton.

“Si spieghi meglio.” Intervenne un membro del Wizengamot; Harry, voltandosi verso la corte riprese.

“Molti tra i membri della corte conoscevano Albus Silente, che uomo era, il coraggio che dimostrava in ogni situazione e in ogni gesto. Eppure, a nessuno è mai venuto in mente che un uomo che più volte ha sfidato Lord Voldemort a viso aperto sia morto implorando pietà. Nessuno si è chiesto cosa volesse realmente? Perché stesse implorando Piton?

<< Per una mente ben organizzata, la morte non è altro che una nuova, grandiosa avventura. >>

Una volta Silente mi disse queste parole. Silente era stato avvelenato quella sera, durante una missione che avevamo affrontato insieme. Era debole, morente e stava tentando di salvare un giovane studente bloccato sotto un mantello dell’invisibilità. Sapeva di essere allo stremo delle forze, sapeva che sarebbe morto presto. E lo aveva accettato; quando arrivarono i mangiamorte lui li accolse, disarmato, ma non impaurito, pronto a morire con dignità. Tuttavia, ad un tratto, arrivò il professor Piton, informato dell’attacco, sapeva quello che sarebbe successo e si diresse verso l’ingresso, dove trovò Silente a terra, disarmato, accerchiato dai mangiamorte.

Stava per intervenire, il suo unico desiderio, ora lo capisco, era quello di salvare l’unica persona che aveva mai avuto fiducia in lui; ma Silente lo fermò. L’implorò. << Severus… per piacere… >> Quelle furono le sue parole. Lo fermò perché Severus Piton è sempre stato la sua spia più capace, sapeva che senza di lui saremmo stati perduti, che avremmo perso tutte le informazioni necessarie per sconfiggere Voldemort. Quella notte, gli chiese l’ultimo favore, gli chiese, lo implorò di continuare il suo compito, di aiutare la resistenza nella lotta contro Voldemort. E così ha fatto. Ha fatto ciò che nessuno avrebbe avuto il coraggio di fare, ha adempiuto il suo compito, nonostante questo gli sia costato l’amico più caro.

Severus Piton è rimasto la nostra spia. Ed è grazie a lui se Lord Voldemort è stato sconfitto, perché è stato Severus Piton a dirci dell’attacco al ministero perché noi potessimo avere il tempo di prepararci. L’uomo che volete condannare è il vero eroe del mondo magico, è colui che ci ha liberato da Voldemort. A voi la decisione, se scegliere ciò che è giusto o ciò che è facile. Concluse Harry, sorridendo tristemente.

 

I membri della corte mormoravano tra loro, combattuti, mentre Rufus Scrimgeour osservava Harry con uno sguardo feroce, adirato perché sentiva che la sua preda più ghiotta stava per essere portata lontano dalla sua portata, mentre Harry, Piton  gli altri aspettavano in silenzio, sotto gli sguardi confusi del pubblico che non sapeva a chi credere.

Alla fine, dopo svariati minuti d’attesa la corte espresse il proprio giudizio.

“In merito alle accuse riportate, dopo aver ascoltato attentamente le prove, questa corte giudica l’imputato Severus Piton non colpevole.

 

I ragazzi e Lupin si scambiarono sguardi sollevati, mentre sotto gli occhi di un pubblico attonito Severus Piton si alzava e si avviava lentamente verso l’uscita.

Passando davanti a loro, osservò a lungo Harry, che era in piedi, davanti a lui, conscio della sua presenza.

“Credo che sia la mia maledizione più grande avere debiti con la famiglia Potter. Vedrò di ripagare anche questo.”disse asciutto, per poi scomparire in mezzo alla folla.

I ragazzi osservarono Piton andarsene, un po’ sbigottiti per il comportamento di quest’ultimo, poi si diressero verso l’uscita.

Riuscirono ad evitare a fatica i numerosi giornalisti che volevano intervistare i ragazzi che avevano sconfitto Lord Voldemort e uscirono dall’aula, dirigendosi verso gli ascensori.

“Andiamo alla tana o dovete fare qualcosa qui a Londra?” chiese Lupin

“Devono fare qualcosa qui a Londra. Devono parlare con me” s’intromise rabbioso Scrimgeour.

Harry si voltò verso di lui, seguendo il suono della sua voce e gli rispose “Cosa possiamo fare per  lei, ministro?”

“Seguitemi nel mio ufficio.”

Il gruppo si diresse verso l’ampio ufficio del ministro, che sbattè la porta dietro di sé e si voltò verso i ragazzi che, più che spaventati, apparivano vagamente divertiti dal suo furore.

Cosa vi fa pensare di poter intervenire in un processo pubblico, di argomentare l’innocenza di un assassino e di riuscire a scagionarlo proponendo prove assurde ed infondate?!”

“Non mi sembra che la corte condivida il suo pensiero, ministro. Osservò tranquillamente Harry, appoggiandosi a tentoni alla scrivania.

“Aspettate che io ricorra in appello e…”

“….e noi ritorneremo a difendere un innocente, signore. Concluse con fermezza Hermione.

“Un innocente?? Ha ucciso il vostro preside, un grand’uomo, per cui io…”

“Non pronunci una parola di più, ministro. –lo interruppe Harry, con un tono calmo, ma stranamente glaciale- Non finga con noi che per lei Silente sia stato di più che una spina nel fianco. Vuole ricorrere in appello? Faccia pure. Ma, come ha appena detto Hermione, noi saremo lì a bloccarla. Credo che il nostro incontro sia terminato, giusto?” concluse Harry, sorridendo amabilmente e dirigendosi verso la porta.

“Non abbiamo finito nulla, Potter! Non credere che io mi faccia impressionare dal tuo comportamento! non c’è più…”

“…Silente a proteggermi, lo so. –lo interruppe Harry, freddamente- Ma mi sembra che siamo riusciti a proteggerci da soli, non le pare?! Non ci sottovaluti, ministro… agli occhi di tutti siamo gli eroi del mondo magico, non le conviene opporsi a noi…sa, la sua carriera…” concluse Harry, sorridendo beffardo, avviandosi alla porta, seguito dagli altri.

Aprì con decisione la porta, per poi voltarsi ed aggiungere, misteriosamente “Ah, ministro…non dimentichi il nostro patto.

 

 

 

Eccoci qua! Mi dispiace di non avervi accontentati, ma…credo proprio che Harry rimarrà così… ci saranno ulteriori spiegazioni nel prossimo e, ahimè, ultimo capitolo…

A prestissimo!

 

Alessandro: lo so che l’allegria manca un po’ in questi capitoli…ma…che ci vuoi fare! Spero che ti sia piaciuto ugualmente questo capitolo!

 

Xopheni: sono contenta che ti sia piaciuta questa storia, spero che ti soddisferanno anche questi ultimi capitoli!

 

Joy: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero di aver mantenuto le aspettative anche in questo! Per quanto riguarda la cecità di Harrynon lo so perché, ma mi è venuto naturale immaginarlo in questo modo…come se dopo tanti orrori il destino lo volesse beffare doppiamente… grazie, veramente, grazie di cuore per i tuoi commenti sempre così precisi ed accorati…spero veramente di non deluderti in questo capitolo e nel prossimo…che strano pensare alla parola fine per questa storia…va ! Hai letto il principe mezzosangue? Come ti sembra?? Fammi sapere! J

 

Pikkyfan: wow…non immaginavo che la mia storia potesse fare un tale effetto…che altro dire,…mi dispiace non aver guarito Harry, spero comunque che questo capitolo ti sia piaciuto!

 

Desdeus: sono contenta che ti sia piaciuta la parte sui suoi ricordi, è stata un po’ un’improvvisazione, ma anche a me piace molto… per la fenice..saprai qualcosa in più nell’ultimo capitolo! A presto!

 

Mel91:… emh…mi spiace per Harry, ma dovrà rimanere così…. J spero che ti sia piaciuto questo capitolo! A presto!

 

Verity: sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia! Ti ringrazio per l’appoggio! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

 

Grazie a tutti, anche a quelli che leggono solamente…

Al prossimo capitolo!

Anduril

 

 

 

 

  
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