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Autore: fleacartasi    13/03/2011    5 recensioni
“Stupida purosangue?” Mentre ripeteva quelle parole, Isla si sentì arrossire. Se per la vergogna o per la rabbia, non avrebbe saputo dirlo. “Pensi che sia questo?”
“Perché mi tratti come se non ti importasse chi sono? Quelli come te pensano che i Babbani siano utili solo come zerbini” Le labbra di Bob si contrassero in una smorfia di disgusto.

[Personaggi: Isla Black e Bob Hitchens]
Quarta classificata e vincitrice del premio originalità al contest "Albero genealogico" di MedusaNoir, sul forum di EFP.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Crash into you







Hogwarts, maggio 1870.



Bob! Ehi, Bob!”
Un ragazzo si fermò, a metà strada fra la scuola e il lago.
“Finalmente ti sei fermato, non ho più fiato!”
Anche se maggio si avviava verso la fine, i prati erano spazzati da una brezza tagliente e il cielo era oscurato da nuvole gonfie.
“Non ero così lontano” Teneva le mani affondate nelle tasche nei pantaloni, e il suo viso lasciava trasparire impazienza.
“Hai ragione” La ragazza che gli stava di fronte sistemò meglio la sciarpa che aveva annodato intorno alla gola, per proteggersi dal vento. “L'attività fisica non è mai stata il mio forte...”
“Cosa vuoi, Black? Jeremy mi sta aspettando”
“Isla” Lo corresse lei, con un'ombra di disappunto. “Mi chiamo Isla”
“D'accordo,
Isla” Bob Hitchens sbuffò. “Cosa c'è?”
“Mancano solo tre giorni ad Erbologia”
“Ho già scritto una quindicina di centimetri di pergamena, te li darò domani mattina in Sala Grande. Devi solo aggiungere gli altri”
“Dobbiamo lavorarci insieme. Non basta la ricerca, dobbiamo anche raccogliere i semi, metterli nei vasi e –“
“Allora io scriverò tutti e trenta i centimetri, e tu farai il resto” Si voltò, ricominciando a camminare. “Ci vediamo”
“Bob!” Esclamò lei, più forte di quanto desiderasse. Una ragazzina, che passeggiava poco più in là, si voltò a guardarla.
“Hai finito?” Ribatté Bob, esasperato. “Ho un impegno”
Isla incrociò le braccia, e sentì che la pazienza la stava abbandonando. “No, non ho finito. Dobbiamo fare il compito, e non ho intenzione di lasciar perdere”
Bob le si avvicinò, così in fretta da farla indietreggiare per la sorpresa. “Noi non faremo proprio niente. Siamo finiti insieme solo perché eravamo assenti quando la Doomey ha assegnato questo stupido lavoro a coppie. Altrimenti io sarei stato con Jeremy, e tu con qualche tua pari”
“Qualche mia pari?”
“Sì, qualche tua pari. Una stupida purosangue”
“Stupida purosangue?” Mentre ripeteva quelle parole, Isla si sentì arrossire. Se per la vergogna o per la rabbia, non avrebbe saputo dirlo. “Pensi che sia questo?”
“Perché mi tratti come se non ti importasse chi sono? Quelli come te pensano che i Babbani siano utili solo come zerbini” Le labbra di Bob si contrassero in una smorfia di disgusto. “Chissà, magari un giorno ti pulirai i piedi su di me prima di entrare in casa”
“Io non penso questo dei Babbani!” Isla si morse il labbro, e abbassò lo sguardo.
Sapeva che quelle parole non erano del tutto veritiere: la sua famiglia le aveva inculcato il concetto della superiorità dei Purosangue, e sottrarsi a quella convinzione era più difficile di quanto avesse immaginato.
“Io non penso questo di te” Si corresse.
Bob Hitchens era conosciuto fra gli studenti del sesto anno per il suo pessimo carattere. Aveva solo un paio di amici, l'aria perennemente corrucciata, e si rivolgeva ai compagni e ai professori in tono scortese, brusco. I suoi genitori erano del tutto estranei al mondo della magia, e fino a quando aveva compiuto undici anni lo era stato lui stesso. I Black l'avrebbero disprezzato, eppure Isla non riusciva a non provare una certa curiosità nei suoi confronti.
Bob rimase in silenzio. “Smettila, Black” Disse infine. “Io scriverò i trenta centimetri, e tu pianterai quegli stupidi semi. Ci vediamo a Erbologia”
Prima che Isla potesse aggiungere altro, si era già incamminato in direzione del lago.


* * *


Era ora! Stavo per andarmene”
“Ho incontrato Isla Black” Bob scrollò le spalle. “Per colpa della Doomey continua a perseguitarmi”
Jeremy inarcò un sopracciglio. “A me non dispiacerebbe così tanto essere perseguitato da lei...”
“Ti devo ricordare chi è?”
“Per qualche misterioso motivo le piaci” Jeremy lanciò una grossa pietra nell'acqua. “Perché non la inviti a Hogsmeade la prossima settimana? E' carina”
“E' una Purosangue!” Protestò Bob.
“Oh, piantala. Hai più pregiudizi tu di tutti i Black messi insieme” Con quelle parole lapidarie, Jeremy lo lasciò da solo in riva al lago.
Bob sospirò. Pensò alla figura esile di Isla, ferma davanti a lui: era carina, doveva ammetterlo. Forse poteva davvero invitarla a Hogsmeade... Nello stesso istante in cui quel pensiero affiorò nella sua mente, scosse il capo.
“Idiota” Mormorò, fra sé e sé.



* * * * *



NOTE

Ho assunto che Isla fosse nata nel 1853, quindi questa storia è ambientata durante il suo sesto anno.
E' stata la prima Black ad essere cancellata dall'albero genealogico, almeno per quanto riguarda la porzione disegnata dalla Rowling, perché ha sposato un Babbano (Bob Hitchens, appunto). Ho pensato che all'inizio fosse lui quello ad avere i dubbi ed i pregiudizi maggiori, e a dover combattere contro un'attrazione percepita come assolutamente sbagliata. Evidentemente avrà poi cambiato idea ;)
Spero che questa one-shot vi sia piaciuta, ovviamente critiche e commenti sono sempre ben accetti!

Alla prossima,
Flea.

Questa storia partecipa al "Albero genealogico contest" di MedusaNoir

  
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