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Autore: Diagonalist    17/01/2006    6 recensioni
Sto ri-postando i capitoli, con l'aiuto di una beta.Spero che vi siano graditi. Snape scopre,accidentalmente,il lato Slytherin di Harry, e scopre il ragazzo sotto le maschere. Forse, hanno più in comune di quello che lui immaginava. Harry può esser attratto dal lato oscuro?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Masks

Masks

di Diagonalist

tradotto da madjoker

beta Sanzina

Rinuncia: Non possiedo nessuno dei personaggi qui menzionati, appartengono tutti a J.K.Rowling.

cap.1- What Happens If you Add This To That?

##Severus Snape##

Severus Snape stava camminando, nel suo solito modo impettito, lungo le file degli studenti di Gryffindor del quinto anno. Si stava sentendo molto gratificato per gli sguardi di terrore e disperazione che vedeva sui loro volti. Se i piccoli marmocchi non potevano trovare motivi per leggere le istruzioni e quindi conoscere il giusto modus operandi per portare a termine la preparazione della pozione, allora avevano ogni motivo di provare timore.

Oggi si sentiva in un umore particolarmente vendicativo.

Chi meglio sul quale sfogarsi di...Potter. Forse era il primo momento nella sua vita in cui era contento di insegnare all’irritante ragazzo. Probabile, in fin dei conti, che avrebbe dovuto ringraziare i qui presenti Gryffindor, o sarebbe stato possibile che il suo temperamento si sfogasse sui membri della sua casa. Le conseguenze di tale avvenimento avrebbero potuto essere gravi. Soprattutto considerando chi era il padre di Draco.

Ma Potter era qui. Potter era un obbiettivo migliore piuttosto che quell’incapace di Longbottom.

Mentre il secondo avrebbe iniziato a piagnucolare dopo appena poche parole, o addirittura dopo una sola occhiata, Potter lottava sempre contro di lui. Cosa che portava Snape ad odiarlo ulteriormente.

Maledetto Potter. Il favorito di tutti. Il dannato Ragazzo-che-è-sopravvissuto. Solo Snape sembrava aver compreso che Potter non era grande e che non meritava tutta l’attenzione e l’encomio che riceveva. No, Potter era solo un bambino viziato. Che potesse esser dannato per avere tutto.

“Potter. Sei consapevole che se aggiungi quell’ingrediente nel calderone, creerai un cratere grande abbastanza per contenere la Cina?” Disse Snape ghignando, fermando il suo gesto.

La mano di Potter tremò, a pochi centimetri sopra il calderone, stringendo i semi del frutto della passione.

Lentamente, la mano si ritirò, posandoli nuovamente e sostituendoli con altri ingredienti presi dal banco.

“Non penso sia saggio. A meno che non desideri esser responsabile della morte di migliaia di persone” Intervenne nuovamente. Snape vide il ragazzo fremere, quasi impercettibilmente.

“Suggerisco che, la prossima volta tu ti prepari per l’esperimento, prima di buttartici alla cieca. Anche Longbottom” Continuò con la voce che grondava disprezzo “Avrebbe fatto di meglio. Venti punti da Gryffindor.”

Dare a Longbottom un piccolo complimento era un prezzo accettabile, per l’estremo insulto verso Potter. Gli occhi verdi lo fissarono. Non c’era la solita scintilla adirata in loro, non c’era nessuna sfida.

“Forse dovresti uscire dal laboratorio, da questo castello ed anche dall’intero mondo magico, se tutto ciò che puoi imparare” e pigiò sull’ultima parola “è la distruzione.

Ancora nessuna reazione. Eppure sapeva che doveva averlo ferito. Cosa c’era di sbagliato? Così non era divertente. Forse era quella l’idea: provocare l’ira di Snape non reagendo. Bene, non avrebbe funzionato.

“Butta via tutto.

Potter svuotò il suo calderone, senza lagnarsi. Snape, ancora una volta, rimase sorpreso; il resto della pozione dipendeva completamente da quel punto, e si era aspettato una qualche protesta per il dover ricominciare un’altra mezz’ora di lavoro.

Tornò sul fronte della classe, mantenendo d’occhio Potter. Quel ragazzo doveva star progettando qualcosa. Non l’aveva mai visto così apatico. O così goffo, fosse per quello. Davvero, stava quasi per aggiungere...

Granger si avvicinò a Potter, bisbigliandogli urgentemente qualcosa all’orecchio. Il ragazzo aggiunse l’ingrediente corretto invece di quello che avrebbe causato il gonfiamento delle dita dei suoi piedi. Snape dimenticò di adirarsi all’intervento della Granger per salvare l’errore di Potter, più interessato su ciò cui verteva la conversazione bisbigliata. Entrambi avrebbero dovuto sapere che non era sicuro parlare nella sua classe.

Entrambi, alzarono lo sguardo verso di lui allo stesso momento, poi Potter guardò l’amica e scosse la testa.

Ora, era sicuro che fossero colpevoli di qualcosa. Particolarmente Potter. Si avvicinò ai due.

Cosa c’è di così interessante da aver la precedenza sulla mia lezione?”

Le due canaglie lo fissarono con timore.

“Nulla professore, eravamo solo...”

Notò con interesse che era la Granger a parlare. Insolito. Dov’era lo spirito di Gryffindor di Potter?

Se è così importante, forse desiderate dividerlo con il resto di noi?”

Tutti ora stavano guardandoli, e delle risate arrivarono dal lato Slytherin della classe. “Avete trovato altri modi di rompere regole?” Suggerì con la sua voce levigata.

Granger arrossì. Potter rimase assolutamente inespressivo. Ancora più insolito.

“No professore, ma...”

“Nulla.” L’interruppe Potter.

Indubbiamente, doveva aver mostrato la sua sorpresa. Suonava come se il ragazzo stesse impedendo all’amica di parlare. Questo, significava che erano effettivamente dentro qualcosa. La sua intuizione, ancora una volta, si era dimostrata corretta.

“Bene, allora altri dieci punti da Gryffindor. Dato che ti consideri talmente superiore al resto della classe da non dover prestare attenzione, perchè non ci dimostri come fare la pozione perfettamente, Potter?”

Considerato gli errori che aveva commesso finora, sapeva che Potter avrebbe fallito miseramente il compito. Quando gli occhi del ragazzo incontrarono i suoi, in loro non vi era nulla se non stanchezza. Questo non era il normale modo di fare di Potter, niente affatto.

Potter bisbigliò nuovamente qualcosa alla Granger. “Ma Harry...”

Potter si avvicinò al suo calderone e tutti gli Slytherin si prepararono a deriderlo, lieti del nuovo divertimento.

Potter, dopotutto, lo meritava.

***************************************************

@@Harry Potter@@

Mentre raggruppava gli ingredienti, avvertì lo sguardo maligno di Snape su di sè.

Perché oggi? Perché doveva accadere oggi, questo?

Avvertiva l’aumento del dolore pulsante dietro agli occhi, la cicatrice bruciare e gli arti con la stessa consistenza del burro. Non riusciva a concentrarsi. La stanza aveva iniziato a roteare, inclinandosi in modo preoccupante. Come si supponeva non fosse possibile accadere. Dover frequentare pozioni oggi era la peggior sfortuna possibile. Non solo non poteva condurre l’esperimento, dato che richiedeva precisione e coordinazione, ma la sua debolezza aveva attirato la non invidiabile attenzione del professor Snape.

Molto probabilmente, l’uomo stava pensando che fosse solo spensierato. Ma non poteva fare come aveva detto Hermione e chiedergli di scusarlo. Non poteva dirgli la ragione; e senza quella, l’uomo lo avrebbe fatto a pezzi con il suo sarcasmo. Naturalmente, era probabile che accadesse in ogni caso.

Harry iniziò la pozione, aggiungendo con incertezza gli ingredienti, in nessun ordine particolare. Era ormai giunto al punto in cui era appena in grado di vedere.

Uno spasmo di dolore.

Afferrò l’orlo della scrivania per un buon minuto, tentando disperatamente di focalizzare lo sguardo. Doveva riuscire a resistere solo un po’ più a lungo, poi avrebbe potuto risalire al dormitorio e accoccolarsi nel suo letto, finché il dolore non fosse andato via.

Sempre se fosse andato via.

Hermione gli aveva detto di andare da Dumbledore. Ma non voleva infastidirlo. L’ultima volta era finito all’infermeria. Non voleva che succedesse nuovamente. Tutti reagivano sempre in maniera eccessiva.

Di vero c’era il fatto che questa volta il dolore era molto maggiore. Non ne aveva detto la gravità a Hermione. Non voleva che qualcosa che lo riguardava fosse deciso da altri.

“Problemi, Potter?”

Sapeva, a causa del tono freddo, che era nei guai. Non riusciva neppure a ricordare quello che aveva aggiunto finora. Aveva già aggiunto del Munkweed? Andava messo, nella pozione?

Si sentiva davvero male.

“Nessuno, signore. Tutto eccellente.”

Oh, sì. Veramente bene. Realmente, davvero bene. Talmente bene che tra un minuto sarebbe svenuto.

Concentrati sulla pozione. Munkweed, per l’inferno.

Ne gettò una manciata.

“Congratulazioni, Potter, per aver fallito completamente la pozione. Dieci punti da Gryffindor. Vedo che non hai nessuna conoscenza del soggetto. Conforta il pensiero che l’eroe del mondo magico è così incredibilmente inetto.

Eroe del mondo magico. Snape doveva sbatterglielo in faccia ad ogni opportunità, vero? Sì, era più che pronto ad ammettere di non esser ancora in grado di confrontarsi con Voldemort, specialmente ora.

Non quando stava provando così tanto dolore. Ed era grazie a Voldemort. Poteva sentire, in pratica, il collegamento tra loro tendersi, come accadeva a volte. Ed era sempre più di frequente.

Improvvisamente, si sedette. Voldemort. Voldemort in una città. Voldemort fra corpi morti.

Poi, iniziò il suo tormento personale. Voldemort, ora, era consapevole del forte legame tra loro. E stava arrivando...

Fuori. Doveva uscire da lì.

****************************************************************

##Severus Snape##

Anche dopo che Potter si era dimostrato così completamente incompetente, con sua grande soddisfazione, gli stette vicino.

C’era qualcosa nel ragazzo, oggi. Potter stava agendo in maniera strana, era confuso. Stava succedendo qualcosa. Poteva odorarlo. Chiaramente, il fetore poteva anche esser provocato dalla pozione di Longbottom. Si avvicinò al ragazzo, pronto a prendere nuovi punti dalla casa che meno amava.

Fu per quel motivo che rimase completamente spiazzato al sentire una forte botta, botta che fu seguita da passi in marcia; quando si girò, Potter aveva già lasciato la stanza.

Per la causa di Merlino, Potter non poteva essersi sentito così umiliato! Non che non dovesse, intendiamoci.

Come osava, il ragazzo, uscire dalla sua classe senza permesso! Si sarebbe pentito di questo.

Istruì la classe su come imbottigliare le loro pozioni e leggere il testo, poi sfrecciò fuori della stanza, sbattendosi dietro la porta, giusto per fare effetto.

Potter era solo alcuni metri più avanti nel corridoio.

Doveva aver sentito il suo arrivo, ma non si volse neppure. Era inclinato contro il muro. Presto, una volta iniziato con lui, avrebbe avuto un buon motivo per cercare appoggio in esso.

“Potter, cosa significa tutto questo?” Disse, riuscendo a mettere nuova minaccia nella voce. Per Potter, ne valeva lo sforzo. Voleva vederlo contorcersi.

Tuttavia, non accadde. Non fece nulla di quello che si aspettava. Potter si girò leggermente, ma rimanendo ancora contro il muro. Improvvisamente, allungò in fuori una mano, come se stesse cercando qualcosa.

Alzò un sopracciglio.Che cosa pensi di fare? Ritorna in classe. No, aspetta, andiamo dal direttore. Voglio che tu sia espulso, per questo.

Finalmente, riuscì a provocare una reazione. Ma ancora non disse una parola. Nessun argomento.

Invece, si girò su se stesso, spingendosi lontano dal muro con quello che sembrava molto sforzo, ed inciampò per alcuni passi verso Snape.

“Per favore.” Disse Potter. L’altro lo fissò. Perchè il ragazzo stava agendo in tale maniera? Pensava davvero che implorando sarebbe riuscito ad uscire dai guai? Anche se un Potter che l’implorava per qualcosa era un’idea davvero interessante, una che avrebbe amato esplorare ulteriormente, se non fosse stato che in quel momento Potter avanzò abbastanza da crollargli addosso.

Abbassò lo sguardo, pronto a riprenderlo aspramente, quando vide la sua espressione. Vide la pallidezza. Vide gli occhi del ragazzo perdere il fuoco, perdere concentrazione.

“Dumbledore.” Borbottò Potter. Riuscì a capire solo quella parola.

Poi svenne, precipitando pesantemente. Per puro istinto, l’afferrò prima che cadesse, poggiandolo a terra.

Lo fissò per un momento, senza sapere cosa fare. Poi lo fece levitare portandolo fino alle sue stanze, dato che erano le più vicine.

Dumbledore. Perché Potter avrebbe chiesto del preside? Perché aveva bisogno di vederlo? Avrebbe chiamato Albus. L’uomo sapeva tutto, avrebbe saputo anche come trattare con questo, e trattare con Potter.

 

  
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