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Autore: Shari Deschain    13/03/2011    2 recensioni
« Se ci fosse stato qualcosa su Klaus ce ne saremmo accorti », continua Stefan, perfettamente consapevole di sottolineare l'ovvio.
Damon alza di nuovo le spalle, e sfoglia rapidamente un paio di pagine. Suo fratello sospira piano.
Sta diventando un'ossessione, e lo sanno entrambi. Damon sembra vivere di ossessioni.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'How to handle a threesome'
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Warning: Spoiler per tutta la seconda stagione, Gen,
Wordcount: 1757 (FDP)
Disclaimer: Non possiedo niente, non mi pagano niente, blablabla.
N/A: Scritta per il mio bellissimo team orgiastico angelico del COW-T @  maridichallenge   e più precisamente per la missione #1, con il prompt attesa – Gen.



How to kill time





Damon non sa da quanto tempo se ne sta seduto su quel divano, circondato dai diari di Johnathan Gilbert e da decine di bottiglie di liquore ancora intoccate.
Sa che ha cominciato a leggere che era primo pomeriggio (Stefan era appena tornato dagli allenamenti di football), e che ora gli ultimi raggi del tramonto non riescono più ad illuminare la stanza come si deve, rendendogli difficile decifrare la scrittura dell'antenato di Elena – inconveniente a cui potrebbe facilmente ovviare alzandosi ed accendendo le luci, ma non ne ha alcuna voglia. Anzi, si appunta mentalmente di convincere Stefan a comprare quelle luci che si accendono e si spengono con un battito di mani. Quelle sì che sarebbero una cosa utile, e un tocco di modernità in quella specie di museo che è la loro casa non farebbe certo male.
Comunque non è che gli importi particolarmente del tempo, dal momento che non ha piani migliori per la serata: ha deciso fin dall'inizio di trascorrerla a casa, a cercare tra quelle pagine ingiallite qualcosa che potesse aiutarlo contro la minaccia che si sta lentamente ma inesorabilmente avvicinando.
Perché è inutile fingere che vada tutto bene, o convincersi di avere ancora molto tempo a disposizione, come sembrano intenzionati a fare tutti gli altri: Klaus è una minaccia reale anche se ancora invisibile, e presto o tardi si troveranno a fronteggiarlo.
La cosa peggiore, per il momento, è l'attesa che quel nome assuma un corpo e una faccia, ma Damon è abbastanza sicuro che il dopo sarà anche peggio. Glielo conferma lo sguardo spaventato di Katherine ogni volta che si tocca l'argomento: Katherine che ha paura è davvero una brutta cosa, e per quanto non sia assolutamente disposto ad ammetterlo né a sé stesso, né a qualsiasi altro essere, vivente o meno, anche Damon ha paura.
È una paura lieve ma costante, di quelle che strisciano sopra e sotto la pelle, poco più di un leggero prurito, in realtà, ma comunque sgradevole come un improvviso brivido di freddo durante una giornata calda.
Damon non ricorda l'ultima volta che ha provato una paura del genere. Forse quando suo padre lo ha spedito in guerra, e si è trovato a fare i conti con la prospettiva di andare a dormire senza sapere se avrebbe visto il nuovo giorno. Di sicuro non ha avuto più alcun motivo di provare una tale paura nell'ultimo secolo e mezzo. Almeno fino ad ora.
Ma adesso la situazione è completamente diversa da quando era uno spaventato ventenne con in mano un fucile troppo pesante. Adesso non è più da solo, e la minaccia di Klaus non coinvolge solo sé stesso, ma anche Elena, Stefan, Alaric e tutti gli altri.
Damon sa che stanno aspettando qualcosa che se non li ucciderà, li lascerà comunque distrutti.
E scoprire di avere più paura per loro che per la propria vita, non è affatto di aiuto.


« Ehi, io esco », esclama improvvisamente Stefan, entrando di fretta nel salone, e Damon è abbastanza abile da non sussultare o lasciare trapelare la sorpresa di trovarselo così inaspettatamente davanti. Non che il ragazzo avrebbe potuto notarlo, comunque, visto che è ancora intento ad abbottonarsi la camicia, cercando contemporaneamente di infilare un braccio nella manica della giacca.
« Io ed Elena andiamo a cena fuori, e poi a vedere un film », continua il fratello, guardandosi rapidamente in giro, probabilmente per localizzare le chiavi dell'auto.
« Katherine? », domanda poi, mentre attraversa a grandi passi la sala, diretto verso il tavolino mezzo vuoto degli alcolici. Un attimo dopo ripesca le chiavi dal fondo di una caraffa di cristallo e le infila bruscamente in tasca.
« Non è qui. E a me tanto basta », risponde intanto Damon, con una punta di freddezza. Vede Stefan aggrottare la fronte, ma fortunatamente il ragazzo decide di non replicare, preferendo dedicare le sue attuali preoccupazioni al colletto della camicia.
Dopo averlo sistemato alla meno peggio, Stefan si volta e comincia ad avviarsi velocemente verso la porta, solo per poi bloccarsi davanti al divano dove Damon se ne sta comodamente disteso a fissarlo.
Gli occhi di Stefan si posano prima sui diari e poi sul volto del fratello, e una leggera ruga corrucciata appare nel mezzo della sua fronte.
« Cosa stai facendo? »
Il più grande alza gli occhi al cielo.
« Tu che ne dici? », ribatte ironicamente.
« Abbiamo già letto quei diari decine e decine di volte », risponde lentamente Stefan, guardandolo con un'espressione leggermente confusa.
Damon alza le spalle.
Sa perfettamente quanto sia inutile tutto questo. Sa che hanno già esaminato tutti i diari, e che di riferimenti a Klaus non ne hanno trovati. Damon dubita che Johnathan Gilbert avrebbe taciuto il segreto per uccidere il vampiro più antico di tutti, se solo lo avesse saputo.
Eppure non riesce a smettere di leggere e rileggere le stesse pagine, semplicemente incapace di lasciare perdere. Visto che non può fisicamente combattere Klaus – cosa che preferirebbe davvero, nonostante la quasi certezza di lasciarci la pelle –, può cercare di informarsi il più possibile intanto che attende il loro inevitabile scontro.
Perché sarà lui il suo avversario: non ha alcun dubbio su questo. Stefan è troppo debole per affrontarlo, e Katherine ha un bel parlare del fatto che voglia aiutarli, ma Damon è sicuro che nel trovarselo davanti se la darà a gambe.
Quindi la battaglia finale sarà fra lui e Klaus, e Damon ha tutte le intenzioni di uscirne vivo. È per questo che non riesce a mollare quei maledetti diari.
« Se ci fosse stato qualcosa su Klaus ce ne saremmo accorti », continua Stefan, perfettamente consapevole di sottolineare l'ovvio.
Damon alza di nuovo le spalle, e sfoglia rapidamente un paio di pagine. Suo fratello sospira piano.
Sta diventando un'ossessione, e lo sanno entrambi. Damon sembra vivere di ossessioni.
Stefan lascia scivolare lo sguardo sulle bottiglie ai piedi del divano. Sono tutte chiuse, ma i piani di Damon non prevedono che lo restino ancora per molto.
« E quelle? », domanda il ragazzo, alzando leggermente un sopracciglio.
« Solo un modo per, uhm, ingannare l'attesa », replica Damon. « Non stai facendo tardi al tuo appuntamento? », domanda poi, ansioso di liberarsi della presenza inquisitoria del fratello.
Stefan guarda prima prima Damon, poi le bottiglie, e poi di nuovo Damon. Apre la bocca come se volesse dire qualcosa, ma la richiude immediatamente come se non sapesse esattamente cosa dire. Damon lo trova quasi divertente.
Stefan esita ancora per qualche istante, poi si decide a tirare fuori le chiavi dell'auto dalla tasca e a dirigersi verso la porta.
Damon finge di non notare l'ultimo sguardo preoccupato lanciatogli dal fratello minore prima di chiudersi la porta alle spalle, e torna a sfogliare distrattamente le pagine del diario.

*

Meno di un'ora dopo la porta di casa si apre lentamente, e le voci di Elena e Stefan raggiungono subito le sue orecchie. Damon alza gli occhi dal quaderno mollemente appoggiato sul suo stomaco e rivolge uno sguardo interrogativo ai due ragazzi, che stanno entrando in quel momento nel salone.
« Già di ritorno? », domanda, alzando un sopracciglio.
Nessuno risponde. Damon nota lo scambio furtivo di sguardi che passa tra i due, e sente i propri muscoli tendersi automaticamente.
« Cosa è successo? », chiede ancora, stringendo i pugni come a volersi preparare fisicamente a parare l'ennesimo colpo.
« Niente, niente, va tutto bene. Abbiamo solo finito di cenare più in fretta del previsto », replica subito Elena, tentando di tranquillizzarlo, e poi torna a guardare Stefan, quasi imbarazzata.
Damon si rilassa appena, poi pensa che se stanno per chiedergli di uscire e lasciare loro la casa libera, Klaus non arriverà a mettere i canini su nessuno dei due, perché li ammazzerà prima personalmente.
« Già, e al cinema non c'era niente di bello da vedere», continua a spiegare Stefan, evitando però di guardare il fratello negli occhi. « Così abbiamo pensato di noleggiare un paio di film e guardarceli a casa »
« E...? », lo incita Damon, sospettoso.
« E nulla », ribatte piuttosto seccamente Stefan, spostando una piccola pila di diari sul pavimento e sedendosi sulla poltrona a lato del divano. « Tutto qui »
Damon si volta a guardare Elena, e lei gli sorride con un'espressione quasi di scuse.
« Abbiamo pensato che, sai... potevamo ingannare l'attesa insieme », mormora, accennando vagamente al mucchio di bottiglie ai suoi piedi (e il vampiro, esasperato, si domanda perché nessuno sembri notare che sono ancora tutte perfettamente piene).
Damon torna a voltarsi verso suo fratello, che però mantiene ostinatamente lo sguardo fisso sulla televisione spenta, come se stesse cercando di accenderla con il pensiero.
È indeciso se arrabbiarsi, infastidirsi o prenderlo in giro per questa sua smania di raccontare ad Elena qualsiasi cosa succeda, compreso il fatto che – esempio a caso – suo fratello si è asserragliato sul divano del salotto in compagnia delle memorie folli del suo antenato e una scorta di liquore che basterebbe a rendere ubriachi dieci uomini.
Riesce benissimo a figurarseli tutti e due, mentre discutono se sia sano o no lasciarlo da solo, perché, insomma, chissà cosa Damon potrebbe fare eccetera, e arrivare alla fine a decidere di boicottare la loro serata tra innamorati.
Il vampiro si lascia sfuggire uno sbuffo mezzo divertito e mezzo irritato.
« Allora... », riprende Elena, tirando fuori dalla borsa un numero piuttosto consistente di DVD.
« Cominciamo con Dracula o Intervista col vampiro? », domanda sorridendo, e quando Damon la guarda come fosse impazzita, lei finge di non accorgersene.
« Io volevo prendere Twilight, ma Stefan me lo ha assolutamente proibito »
« La sua buona azione quotidiana, immagino », replica Damon, alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo. Ma sorride, e chiude spontaneamente il diario di Johnathan Gilbert, decidendo di averne abbastanza, almeno per quella sera.
Elena intanto stabilisce per tutti loro che Tom Cruise e Brad Pitt sono molto più appetibili di Gary Oldman, e suo fratello sparisce in cucina, borbottando qualcosa sul tentare di far collaborare il microonde e i popcorn.
Damon sorride.
Per lui è fin troppo facile dimenticare che non è più da solo contro il mondo, ma per gli altri due è altrettanto facile ricordarglielo. E se questo da una parte lo irrita a morte – perché lui non è e non sarà mai come loro, non importa quanti sforzi possano fare –, dall'altra gli lascia addosso una piacevole sensazione di calore.
Così, con le labbra ancora piegate in un leggero sorriso, Damon socchiude gli occhi e continua a rimanere sdraiato sul divano, in attesa, questa volta, che Stefan ed Elena si uniscano a lui.

   
 
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