Penso che non è possibile.
Che no, non è vero. No.
Guardo il suo corpo inanimato, steso sul pavimento scheggiato, pieno di polvere e macerie.
È stesa accanto al corpo diafano dell’essere per cui ha dato anche la vita.
Che cosa provo?
Odio? Rabbia? Tristezza?
Non provo nulla.
Non provo nulla per la mia sorella perduta.
Distolgo lo sguardo da lei e mi rendo conto che tutti mi lanciano occhiate ostili.
Sono fuori posto.
Siamo fuori posto.
Io, Lucius e Draco.
Ci credono tutti degli assassini, inadeguati nel loro dolore.
Penso che io, però, provo dolore.
Vedo il corpo di quella che deve essere mia nipote.
Quella che doveva essere mia nipote. Ora è morta, la mia nipote rinnegata.
Penso ad Andromeda.
Penso a come vorrei che non ci fossimo mai allontanate.
Eravamo inseparabili.
Bella, Andromeda e io.
L’affascinante trio delle sorelle Black.
Poi lei ci aveva tradite.
Aveva tradito la nostra famiglia.
Ma cosa rimane del tradimento, adesso?
Rimane il rancore.
Rimane la malinconia degli attimi perduti.
E penso che sono stata una stupida.
Una stupida a non andare oltre.
Oltre al rancore, alle barriere imposte da chissà quale borioso.
Siamo ancora l’affascinante trio delle sorelle Black.
Eravamo l’affascinante trio delle sorelle Black.
Bella è morta.
Adesso è tardi.
Adesso è davvero troppo tardi.
Penso che sono sempre stata un burattino.
Un burattino nella mani della mia famiglia.
E mi piaceva esserlo.
Mi piaceva non prendere decisioni, fare solamente quello che si supponeva dovessi fare.
Finire in Serpeverde.
Disprezzare chiunque non fosse “degno”.
Disprezzare anche mia sorella.
Sposare un Purosangue.
Dare un erede al Purosangue.
Crescere l’erede del Purosangue come io sono stata cresciuta.
Penso a Draco.
Lui dovrà fare lo stesso? No.
Lui farà quello che vorrà.
Lui non sarà un burattino.
Draco non è un burattino.
È il mio bambino. Mio figlio.
Penso a Lucius.
Se lo avrei sposato lo stesso, se il nostro matrimonio non fosse stato deciso dai nostri genitori.
Sì. Lo amo, amo Lucius Malfoy.
Lo amo, nonostante tutto.
È mio marito.
Penso ad Andromeda. Penso a Bellatrix.
Penso al trio perduto delle sorelle Black.
Perché siamo ancora sorelle.
Andromeda, ti ritroverò.
Bellatrix, mi mancherai.
Noi, l’affascinante trio, noi, le tre stelle, brilleremo ancora nel cielo, unite.
Penso alla mia vita.
Se sarei stata felice, facendo le scelte che avrei voluto, invece di quelle che avrei dovuto.
Penso che ormai è andata.
Penso che ormai non mi resta che ricucire i laceramenti.
I laceramenti che ho creato nel filo sottile della mia esistenza.
Penso al mio futuro.
Stiamo continuando a marciare.
Dobbiamo continuare a marciare.