Rimani contorta dentro te stessa, mentre la vita scivola via. Scivola insieme alle sue mani, che si appropriano di ogni riflesso.
    Tu non senti – come potresti? – quella moltitudine di esseri che dentro di te si agitano. Alcuni ti rimproverano, altri ti osannano, nessuno ti rispetta. Nessuno che osi volerti per quella che sei, ma tutti decisi a farti agire a modo loro.
    Non potresti, nemmeno per un istante, nemmeno se volessi, sottrarti.
    Sottrarti non fa parte del tuo piano di genocidio.
    Genocidio del tempo, che lento senza Lei passa.
    Spesso ti chiedi come, come possa passare.
    E ti rispondi che lo fa, lemme lemme, in attesa di Ginevra, come fosse naturale. Infondo, che altro potrebbe fare? È il suo mestiere, andare avanti. Lo pagano per fare rimpiangere alle persone ogni cosa. Lo pagano per farle piangere. Lo pagano per fare male.
    E insieme a Ginevra, alla fine, non si riavvolge. Ti senti più triste di quando la lasciasti.
    Adesso hai tante cose che devi ricordare.




Tutto ciò che avete letto corrisponde solo alla mia immaginazione e non a fatti reali.
165 parole.