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Autore: GwenCassandra    13/03/2011    2 recensioni
[Storia prima classificata al contest "Along the seaside" indetto da Lu_pin] Stesso posto, a qualche anno di distanza, Petunia vive due differenti situazioni e due differenti emozioni. Una sola cosa accumuna queste due giornate: Lily.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nick Autore (sul forum e su EFP): PurpleMally
Titolo: We can’t change weather
Personaggio ricevuto: Petunia
Canzone scelta: Please don’t stop the rain
Genere: Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: Nello stesso posto, a qualche anno di distanza, Petunia vive due differenti situazioni e due differenti emozioni. Una sola cosa accumuna queste due giornate: Lily.
NdA: per un secondo ho sperato che l’originalità non fosse nei parametri di giudizio. Ahimè, purtroppo, non è così. Lo so, è banale, mi dispiace.

 

 

 

We can’t change weather

15 giugno 1969 – Southampton

Fiori che sbocciano dal terreno in pochi secondi, oggetti che svolazzano sopra la tua testa: non c’è trucco, non c’è inganno.
È tutto vero, Petunia. Non ci sono fili trasparenti o botole nascoste, è tutto vero: come i granelli di sabbia che stanno correndo fra le tue dita, contro la tua pelle morbida. Ti sembra di sentirli uno a uno: s’infilano fra le pieghe della mano, sotto le tue unghie.

Anche quest’anno siete venuti in vacanza a Southampton, nella vecchia casa sul mare: non ti è mai piaciuto il mare, specialmente con questo tempo. Non capisci, vero? Per te non ha senso andare al mare in Inghilterra, con quel tempo sempre piovigginoso e grigio. La casa, poi, è vecchia come l’Inghilterra e puzza sempre di chiuso. Proprio per rimediare a questo cattivo odore, questa mattina, Lily ha fatto involontariamente sbocciare centinaia di rose profumate nel grande vaso vicino alla finestra di camera vostra.
Tu naturalmente l’hai sgridata, urlandole contro che queste cose non si fanno: non sono normali, sono mostruose.
Lei si è scusata, cercando di spiegare. “Non l’ho fatto apposta, Tunia! Avevo solo voglia di un buon profumo in questo postaccio!”
Sì, come se potessi crederle. La bambina è egocentrica, lo sai: alle persone come lei piace essere al centro dell’attenzione.
A che scopo, poi? A che scopo mostrare a tutti le atrocità che è in grado di compiere?
E tutte le volte che la sgridi, lei piange.
Non sai più dove hai sbagliato, vero? È qualcosa che hai detto o che non hai detto, questa volta? Che cosa dovresti dire? È solo quello che pensi, in fondo. Tacere e farla felice non servirebbe a nulla.
Ma tu sei giusta, Petunia. Tu sei sana.
Sei felice, Petunia? Sei felice di essere la sorella normale?


Sei seduta su questa spiaggia da così tanto tempo da non sentire più le gambe: la sabbia sotto di te ha preso la forma del tuo corpo e il sole sta per tramontare – segno inesorabile del tuo vicino ritorno a casa.
“Che fregatura... “ bisbigli, passando un mucchietto di sabbia da una mano all’altra.
Non ti puoi nemmeno godere il tramonto, in questo posto: il sole è coperto da pesanti nubi nere, il cielo sta cambiando.
Per un secondo speri di poter essere come tua sorella: lei saprebbe spostare le nuvole come un colpo di ciglia, mentre tu – tu che sei normale – puoi solo pregare che il vento le porti via.
Poi ci ripensi, però: tu non vuoi essere un mostro.

20 giugno 1982 – Southampton


Pensavi che il tempo ti avrebbe aiutata, vero? Pensavi che il tempo sarebbe stato dalla tua parte, quando da piccola ti chiudevi in camera cercando di far sbocciare i fiori come lei. Perché lo sapevi: anche tu saresti stata speciale, un giorno. Era solo questione di tempo, prima o poi anche tu ti saresti scoperta speciale. Quel giorno, Petunia, non è mai arrivato.
Ricordi il 1969? Ricordi te stessa seduta in riva a questo stesso mare, con le mani affondate nella sabbia? Ricordi le nuvole scure e i pugni stretti per la rabbia?
Riesci a ricordare le lacrime di tua sorella?
Erano simili alle grandi gocce che stanno cadendo in questo momento, dopo anni di distanza. L’acqua in cui ti sei immersa è gelida: neanche il tempaccio dell’Inghilterra è cambiato con gli anni. Pesanti gocce stanno cadendo dal cielo, precise e dritte: si mescolano con l’acqua del mare con tanti piccoli plic, generando altre gocce che arrivano dal basso. È una questione di azione e reazione, Petunia, come la tua vita. Proprio come non essere mai riuscita ad ammettere la tua invidia verso tua sorella ha generato il senso di colpa che provi in questo momento.
Se solo tu fossi stata coraggiosa, Petunia…
Infili la testa sotto l’acqua e preghi che una volta uscita, la pioggia abbia smesso di cadere.
Non è possibile, Petunia, lo sai.
Non è nemmeno importante, oramai: non importa più nulla, ora che l’unica persona che avrebbe potuto spazzare via le nubi con uno sguardo se n’è andata.
E allora lascia che piova, Petunia.


 

 

Waaaaaa!

Buonsalve!
Allora, prima di tutto vorrei ringraziare di cuore Lu_pin per il bellissimo contest, il bellissimo posto e il bellissimo giudizio. Io non ho parole. Seriamente, non ho parole. Sono così… felice *-*

Ok, la smetto e mi dileguo nella mia stanzetta buia colma di morbillo.

Baci.

 

   
 
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