Se
mi sposo
By
Jillien
[Cos’è
successo nemmeno lo so
adesso non piango ma piano piano io mi rendo conto che
se mi sposo
non ci sarai se nasce mio figlio non ci giocherai
se
mi sposo a fare lo scemo al matrimonio non ci
sarai.
J
Ax, Se mi sposo]
Sirius
Black aveva un fratello, Regulus.
Regulus
era il figlio voluto e
coccolato, quello che non metteva in imbarazzo
l’antichissima e nobilissima
casata dei Black con le sue idee filo-grifondoriche, quello che aveva
seguito
la strada che il purissimo Cygnus aveva tracciato per lui, quello che
era stato
smistato a Serpeverde.
Ma
Sirius aveva anche un altro fratello, uno che non era legato a lui
dal sangue purissimo dei Black, uno che l’aveva accettato per
quello che era.
Serpeverde?
Pensavo che fossi un tipo a posto.
Ma
ora aveva perso anche l’altro fratello, quello che amava
più di
tutta la sua famiglia messa assieme. Quello con cui era cresciuto, con
cui
aveva condiviso gli amori, le confidenze, le stupidaggini
adolescenziali.
Quello
che gli aveva dato una casa quando era scappato e una famiglia
quando era rimasto solo.
Quello
che lo aveva nominato testimone e padrino, lui che, da sempre,
sembrava l’esatto opposto della responsabilità. Ma
aveva deciso di mettere la
testa a posto per il piccolo Harry, da quando l’aveva preso
in braccio la prima
volta aveva capito che quel piccolo sarebbe stata la rovina della sua
vita da
scavezzacollo irresponsabile.
Gli
aveva portato un regalo per Halloween, quella sera: una scopa
giocattolo per far allenare il piccolo Ramoso nel volo. Arrivato a
destinazione
aveva trovato solo desolazione e distruzione. Harry che piangeva in un
cumolo
di macerie vicino al corpo senza vita di Lily, Peter che sembrava
cercasse
qualcosa e James, suo fratello, riverso vicino a quello che era stato
l’ingresso.
“Peter…”.
Il sussurrò disperato risuonò come uno sparo. Il
Malandrino
si girò, pallido in volto e con quell’aria
spaventata e smarrita di sempre;
estrasse la bacchetta e la puntò verso Sirius.
“Peter,
come… hai potuto?” Incapace di fare qualsiasi cosa
l’uomo
rimase incredulo davanti al suo vecchio amico, gli occhi che saettavano
da lui
alle macerie, al punto in cui si doveva trovare Harry.
“No
Sirius, tu come hai potuto” alzò la mano e si
tagliò un dito con
un movimento veloce della bacchetta, poi la puntò alle sue
spalle. Quel gesto
sembrò far riprendere Sirius, spalancò gli occhi
e tirò fuori la bacchetta
dalla tasca del mantello.
“Ferm-”
“Lily e James, Sirius! Come
hai
potuto!?” Subito dopo fu il caos, la strada esplose con un
boato davanti a lui,
mentre Minus si trasformava e fuggiva nelle fogne. Le urla delle
persone
arrivavano ovattate alle orecchie di Sirius, tutto sembrava muoversi al
rallentatore come in uno di quei film Babbani che aveva visto insieme
ai
Malandrini e a Lily. Sul frastuono della disperazione
risuonò un rumore che lo
fece desistere dal seguire Peter, il traditore, che aveva venduto James
in
cambio della sua vita.
Il
valore di una
vita non è di trenta denari.
Harry.
Il figlio di James era vivo, doveva metterlo in salvo, portarlo
all’Ordine e loro lo avrebbero protetto. Si muoveva
frastornato tra ciò che
rimaneva della casa, le sirene e le urla solo un suono indistinto in
lontananza, il sangue che pulsava nelle orecchie gli consentiva di
udire un
solo rumore sopra a tutto il caos. Seguendo la voce lo trovò
vicino al corpo
della madre, i cui occhi verdi spalancati lo fissavano imploranti, come
a
pregarlo di prendere Harry con sé. Alzò il
fagottino cercando di esorcizzare il
nodo che aveva in gola schiacciandoselo delicatamente contro il suo
petto,
mentre si chinava ancora per chiudere gli occhi verdi di Lily.
“Mi
dispiace, Lils. Mi dispiace così
tanto…”.
Non
voleva andare da James, vederlo disteso vicino a mucchi di pietre
avrebbe confermato la sua paura, e lui non voleva perdere un altro
fratello.
“Vieni
Harry, vieni, ti porto via da qua.”
Un’ombra
enorme, una sagoma nera di un uomo gigantesco.
“Sirius
cosa è successo? Lily e Jam- oh per
Merlino…”
Il
nome di Ramoso gli rimbombò nel cervello e il cuore riprese
il suo
battere incessante, come se volesse uscirgli dal petto. Tese
febbrilmente il
bambino all’uomo davanti a lui, mentre si guardava dietro
alle spalle.
“Hagrid,
prendilo. Prendi la mia motocicletta e portalo al sicuro, da
Silente o dall’Ordine, dove potrà avere
più protezione”. Prima che potesse
tirare fuori il suo enorme fazzoletto da una delle molteplici tasche
del
pastrano, gli mise Harry, ormai quasi addormentato, tra le braccia.
“Ho
bisogno che lo porti lontano da qui, và!”
Hagrid
annuì velocemente, tirò rumorosamente su col naso
e si mise
alla guida della motocicletta. Lo guardò un’ultima
volta, con gli occhi velati
di lacrime.
“Hagrid
porta quel bambino via di qui, dannazione!”
“Si,
si, hai ragione. Non è posto per bambini
questo…”
Il
mezzo si accese con un rombo e subito dopo si alzò in aria,
diretto
verso Londra. Quando ormai era solo un puntino contro la luna, Sirius
trascinò
i piedi fino all’ingresso, si inginocchiò vicino a
suo fratello e aspettò.
“Sirius
Black, sei in arresto”.
[Qualcuno
urlava bastardi e giurava vendetta
e
in mezzo a questo c’eravamo noi
che
non dovevamo cadere mai
la
dolce illusione scompare mentre io mi rendo conto che
mi
sposo a fare lo scemo al matrimonio non ci sarai]
NdA:
Prima
volta che scrivo su Sirius, ma ho sentito la meravigliosa canzone di J
Ax e non
ho potuto fermare le mie mani dal correre alla tastiera. Per cui mi
scuso per l’eventuale
OOC; per me non c’è (Peter ha avuto il fegato di
tagliarsi davvero un dito e
far saltare in aria una strada piana di gente e Sirius non gli
è corso dietro
per fermarlo, era sotto shock?) comunque metto le mani avanti, non si
sa mai! ^^